Non è facile
affrontare un tema così vasto, che rimanda a conflitti passati
e che tocca i nervi scoperti di due culture molto diffuse nel nostro
paese.
In rete è possibile trovare molte ottime informazioni sui canali
tradizionali ma, per chi volesse attingere direttamente alla fonte,
c'è qualche alternativa: il sito delle Forze
Armate israeliane ha un'ampia sezione in lingua inglese, con grande
spazio alle notizie, aggiornate davvero in tempo reale. Un punto di
vista, ovviamente, opposto è quello dell'Autorità
Nazionale Palestinese che è presente in rete con un sito
anche in inglese, molto istituzionale ma con qualche informazione utile
su quello che ancora si insiste a chiamare "processo di pace".
Una particolarità di questa "seconda Intifada" è
il carattere
multimediale dello scontro: hackers israeliani e palestinesi intasano
i siti avversari o cercano di neutralizzarli; ad esempio il sito degli
Hezbollah
dà costantemente errore 404. Oppure, in un sito di una sedicente
Israel Defence
Force si condanna l'uso della forza proprio da parte di Israele,
mentre sulla pagina degli "Hizballa",
è inspiegabilmente possibile ascoltare l'inno israeliano.
Tornando sul campo, è interessante lo sviluppo di nuove tattiche
da parte di Israele per le guerre a bassa intensità, di cui ci
dà conto un giornalista che, prima sul Jerusalem
Post e poi su Il
Manifesto, riesce anche ad avere punti di vista diversi.
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