La Geografia dell’Egitto
Situato nell'angolo nord est dell'Africa, l'Egitto si affaccia sul bacino orientale del MEDITERRANEO e sul MAR ROSSO, in posizione privilegiata per la comunicazione con l'Asia. Una macchia verde in una distesa gialla:questo è l'aspetto del Paese che gli atlanti ci mostrano.Dieci volte circa più lungo che largo, l'Egitto è un'oasi circondata dal DESERTO ARABICO e da quello LIBICO. Alla terra rossa della zona climatica arida e torrida si alterna quella nera fertile e umida, della VALLE DEL NILO.
Uno strato di gneiss granitico ricoperto di strati di arenane e calcari incalza la terra alluvionale di cui è riempito il fondovalle. Le terre coltivabili hanno un'estensione considerevole solo nella zona del DELTA, altrove la loro larghezza non raggiunge che qualche chilometro.
I reperti
Dall’alto:Tramonto sul Nilo.Rigoglioso palmizio a ridosso del deserto libico.
Il dromedario, animale caratteristico egizio e attrattiva dei turisti.
Cartina delle zone fertili del Paese.
L’agricoltura e la popolazione, oggi come in passato, si concentrano lungo la valle del Nilo, dalle cateratte di WADI HALFA a quelle di ASSUAN, nella regione della NUBIA, nell'ALTO EGTTTO, cioè nella vallata a nord delle cateratte di Assuan e presso il DELTA del fiume.
L’ambiente naturale è tra i più lussureggianti al mondo, piante commestibili di vario tipo crescono rigogliose lungo le sponde del Nilo e altrettanto numerose sono le specie animali.
La generosa terra egizia è ideale per la coltivazione dei cereali, del lino, dell'aglio, del sesamo e dà abbondanti raccolti di meloni,melograni, datteri. Loto e papiro sono assieme alla vite le piante più diffuse in età storica. Quanto alla fauna, i tradizionali animali domestici e da cortile si affiancano ai dromedari e ai cavalli.
Serpenti velenosi, ippopotami e coccodrilli, oggi in via di estinzione, sono presenti in abbondanza così come varie specie di volatili: fenicotteri, ibis. Il clima è quello tipico delle regioni desertiche: le piogge sono scarsissime, il cielo è sereno per la maggior parte dell'anno. La sola costa mediterranea beneficia, per la vicinanza del mare, di un clima più mite.
Le temperature sono elevate e notevole è l'escursione termica tra il giorno e la notte. Particolarmente temuto è il vento secco che spira da sud a sud ovest in primavera per un periodo di circa due mesi. Porta con sé siccità, improvviso rialzo della temperatura e, nella zona desertica, rovinose tempeste di sabbia.
La vita di un'oasi dipende, come si sa, dalla disponibilità d'acqua nell'antico Egitto il problema è risolto dalla presenza del Nilo e dalle piene periodiche che ne caratterizzano la portata stagionale.
A determinarle sono essenzialmente le piogge primaverili ed estive dell'ETIOPIA: è quindi il Nilo Azzurro a contribuirvi in massima parte. Nei pressi di Assuan, oggi sede dell'omonima colossale diga che convoglia le acque del fiume e ne consente una distribuzione controllata, la piena incomincia a manifestarsi a giugno, nel BASSO EGITTO il fenomeno si verifica a partire da luglio.
Tra settembre e ottobre, il Nilo raggiunge la portata massima, poi le acque tornano a defluire lentamente nella loro sede naturale. Alla periodicità e regolarità dell'evento oltre che alla capacità dell'uomo di controllarne le conseguenze si deve la vita di un paese che, a ragione, lo storico greco Erodoto ha definito dono del Nilo.
Perché si chiama Egitto
Il primo a usare il nome Aigyptos fu (se mai è esistito) Il poeta greco Omero. Questa parola era la versione greca di "Hikuptah", termine che in babilonese indicava il tempio di Ptah a Memphis, noto come "Castello del ka di Ptah" e che in egizio suona "Hatk-Ptah". Gli antichi Egizi, invece, chiamavano il loro paese Kernet (o Kemi) cioè "terra nera", riferendosi alla feconda terra coperta dal nero limo lasciato dalle piene del Nilo. La zona desertica era invece chiamata Dashret, "la terra rossa". Il paese era diviso in Alto e Basso Egitto, il primo rappresentato col simbolo del giunco e il secondo con quello dell'ape (oppure, rispettivamente, col loto e col papiro). L'Alto Egitto comprendeva la Valle del Nilo da Assuan ad Heliopolis (presso l'odierno Cairo). Il Basso Egitto, invece, occupava tutta l'area del Delta del Nilo.
Si tratta, d'altra parte, di una vera e propria anomalia per un paese sahariano: qui il suolo è ricoperto d'acqua proprio nella stagione in cui il sole minaccerebbe altrimenti di essiccare ogni cosa, mentre d'inverno le acque basse del fiume regolare sono sufficienti ad alimentare le colture con la sola irrigazione.
Ma il Nilo non porta con sé soltanto il dono dell'acqua, infatti la piena trasporta in abbondanza sali minerali sottratti alle rocce di origine vulcanica dell'alta Abissinia.
Limo è il terriccio che, unito all'humus vegetale, rende a tal punto fertile il suolo egiziano da consentire due, tre raccolti l'anno.Perché la piena del Nilo sia vantaggiosa è necessario che si compia nei tempi imposti dal ciclo stagionale e che sia ben distribuita.
Bisogna che non sia nè troppo scarsa nè troppo abbondante, che l'acqua non ristagni eccessivamente sul suolo così da renderlo fangoso nè che defluisca troppo rapidamente onde evitare che il terreno si essicchi eccessivamente.
Il lavoro dell'uomo è essenziale a garantire all'Egitto benessere e prosperità economica.
Un intricato sistema di canali che è necessario tenere puliti dai detriti, argini solidi e ben mantenuti, sono il risultato di un'attività vigile e controllata che si concentra soprattutto nella stagione Akhet quando il lavoro febbrile del contadino deve consentire all'acqua di raggiungere tutti i terreni coltivabili. Due esempi valgono a testimoniare l'urgenza ditali necessità.
Tra le più antiche raffigurazioni del sovrano egizio è quella che lo ritrae nell'atto di scavare un canale. Nella più antica tradizione annalistica dell'età storica che, come in una sorta di calendario, riporta i fatti verificatisi durante ogni regno, l'evento essenziale dell'anno è l'altezza della piena del Nilo.
Gli abitanti della valle del Nilo condividono, fin dai tempi più remoti, paesaggi, esigenze, problemi.
Centrale è nella loro vita la presenza del fiume che intervalla due ristrette fasce di terra fertile affiancate da altrettante zone desertiche e che impone attività comuni.
La geografia è destinata a esercitare una potente influenza sulla civiltà egizia che, all'uscita dal Neolitico, avverte la necessità di una solida organizzazione statale che controlli l'efficacia degli interventi idraulici utili a imbrigliare e addomesticare la piena del Nilo.
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