IL TERZO LEONE
La Sceneggiatura
1. EXT. STAZIONE DI UDINE – BINARIO 7. NOTTE.
Il treno regionale Venezia - Udine è fermo al binario 7. Le luci gialle delle carrozze contrastano con la luce blu lampeggiante della sirena della PolFer. Sulla passerella due POLIZIOTTI in divisa tirano un nastro bianco e rosso fra le colonne e l’entrata del sottopassaggio. Il CAPOTRENO parla ad un POLIZIOTTO (1) vicino alla panchina, mentre due PORTABAGAGLI commentano la scena fra loro, uno appoggiato al suo carrello, l’altro fumando in piedi. Al binario 5 si è formata una piccola FOLLA di curiosi il cui vociare viene coperto da una comunicazione di servizio dell’altoparlante. Da una carrozza di seconda classe scende un INFERMIERE del “118” con una valigetta in mano. All’interno un POLIZIOTTO (2) in divisa apre il finestrino e chiama un collega. Il MEDICO LEGALE scende in compagnia del secondo INFERMIERE mettendo in tasca lo stetoscopio e dando delle istruzioni. Dal sottopassaggio, sale l’ispettore CELLINI, seguito, poco dietro, dal suo collega VENTURA. Il timido accenno di un POLIZIOTTO (3) al divieto di passaggio, viene immediatamente bloccato dallo spuntare, da sotto la giacca, della pistola d’ordinanza dell’ispettore, mentre questi estrae dalla tasca dei pantaloni una gomma da masticare. L’agente semplice scatta sull’attenti quando anche VENTURA arriva sulla scena.
VENTURA
Comodo… Comodo…
 
CELLINI saluta il POLIZIOTTO (1) che si avvicina. VENTURA si guarda in giro.
CELLINI
Ciao Max! Allora?
 
 
POLIZIOTTO (1)
Hanno trovato un prete morto sul treno. Il Capotreno qui (indicando verso di lui) è stato il primo a trovarlo. Dovrebbe essere arrivato anche il medico.
 
L’ispettore si presenta al CAPOTRENO e gli stringe la mano.
 
CELLINI
Buona sera… Ispettore Cellini!
 
 
CAPOTRENO
Buona sera.
 
 
CELLINI
Così Lei ha visto il cadavere per primo?
 
  CAPOTRENO
Sissignore! Stavo controllando tutto il treno, quando poi il treno va in deposito... e a prima vista, praticamente... sembrava che dormiva, poi ho visto che non respirava più e ho chiamato la PolFer...
 
 
CELLINI
Bene! Il mio collega Le farà alcune domande. Lasci pure a lui le Sue generalità. Grazie. (a Ventura) Ventura, continua tu! Io vado a ispezionare il corpo. (al poliziotto) Il medico è sul treno?
 
 
POLIZIOTTO
Sissignore. Eccolo!
 
CELLINI si dirige verso l’entrata della carrozza, l’unica illuminata, dove incontra il MEDICO LEGALE. L’ispettore gli mostra il suo tesserino.
 
CELLINI
Buona sera dottore, sono l’ispettore Cellini.
 
 
MEDICO LEGALE
Buona sera ispettore, venga! Le faccio strada.
 

I due salgono sul treno.

 

2. INT. CARROZZA DEL TRENO – CORRIDOIO. NOTTE.
Sul sedile verso il finestrino, circa a metà carrozza, è afflosciato il corpo di DON GUGLIELMO. La testa reclinata verso il vetro, gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta. Il corpo indossa un elegante clergyman scuro e tiene nella mano sinistra il breviario. E’ un uomo sulla sessantina, brizzolato, dal fisico asciutto e curato. Sul luogo c’è anche un POLIZIOTTO (3) della scientifica che prende appunti.
 
MEDICO LEGALE
E’ morto così come lo vede. Forse un arresto.
 
CELLINI prende dei guanti in lattice dalla tasca del POLIZIOTTO (3) e se lo infila Si avvicina al cadavere e lo controlla attentamente.
 
MEDICO LEGALE
E’ morto da poco, forse meno di un’ora.
 
L’ispettore trova il biglietto del treno nella tasca del prete. Indica un viaggio di andata e ritorno con prenotazione a Lugano con cambio a Mestre
 
CELLINI
Di sicuro è salito a Mestre con le sue gambe!
 
CELLINI ispeziona il portafoglio del morto. Trova la foto di una giovane donna con l’indirizzo e il numero di telefono, pochi soldi, un bancomat e due carte di credito, una ricevuta di un ristorante di Lugano e un paio di santini. Ripone il portafoglio nella tasca e si guarda intorno. Il MEDICO lo distrae.
 
MEDICO LEGALE
Io ho finito, ispettore. Posso andare?
 
 
CELLINI
Sì, certo! Grazie dottore. Da qui in poi ce ne occupiamo noi. Può procedere al suo referto. La ringrazio.
 

Il dottore va verso l’uscita, mentre l’ispettore estrae il suo cellulare e compone un numero. Arriva un altro POLIZIOTTO con dei sacchetti di nailon in mano.

 

3. EXT. STAZIONE DI UDINE – BINARIO 7. NOTTE.
VENTURA sta ancora interrogando il CAPOTRENO mentre l’ispettore scende dalla carrozza parlando al cellulare. Viene avvicinato da una GIORNALISTA, accompagnata da un FOTOGRAFO.
 
GIORNALISTA
Ispettore! Posso farLe alcune domande?
 
CELLINI ignora totalmente la giornalista, che viene allontanata da un POLIZIOTTO e continua la telefonata.
 
CELLINI
Sì... Va bene signor giudice... No... guardi, niente di sospetto: abbiamo un prete morto su un treno... Sì esatto... Possiamo procedere?... Certamente, d’accordo. Buona notte e grazie.
 
CELLINI chiama un POLIZIOTTO (1) con un gesto della mano, mentre infila il cellulare in tasca.
  CELLINI
Max, senti! Potete procedere. Catalogate tutti gli effetti personali del prete. Nel portafoglio c’è la foto di una ragazza… probabilmente una parente. Vedete di rintracciarla e informarla… al più presto, possibilmente.
 
 
POLIZIOTTO (1)
Sissignore!
 
L’ispettore viene raggiunto dal collega.
 
VENTURA
Qui abbiamo finito. Niente di particolare: ha visto il cadavere, ha avvertito subito la PolFer, ecc. ecc. Tu? Trovato niente?
 
CELLINI abbassa un po’ il tono della voce.
  CELLINI
Mah, a parte che è andato a Lugano e ha un paio di carte di credito di troppo per un prete... niente di allarmante. Aspettiamo l’autopsia. Andiamo.
 
I due si avviano verso il sottopassaggio.
  POLIZIOTTO (1)
Arrivederci ispettore!
 
  CELLINI
Ciao Max... ci vediamo.
 
CELLINI scende nel sottopassaggio seguito da VENTURA.

DISSOLVENZA AL NERO

 

4. INT. CAMERA MORTUARIA. GIORNO.
La salma di DON GUGLIELMO è distesa sopra un carrello di metallo al centro della sala ed è coperta da un telo verde che lascia spuntare i piedi. L’ANATOMOPATOLOGO scopre il volto del prete e guarda ARIANA, la nipote. Lei guarda suo zio per un attimo in silenzio, poi annuisce lentamente e chiude gli occhi. Da dietro, CELLINI le appoggia una mano sulla spalla e la invita ad uscire.
  CELLINI
Venga!… Usciamo!
 
Tenendola abbracciata, la accompagna all’uscita. Lei piange sommessamente. VENTURA rimane a guardarli mentre spariscono dietro la porta e scuote il capo sorridendo.
  ANATOMOPATOLOGO
Senta! … Mi dia una mano… le dispiace?
 
Viene distratto dal medico per spostare il cadavere.
  VENTURA
No, si figuri… Chissà se anch’io avrò qualcuno che mi consola se dovesse toccare a me?
 
Il cadavere viene portato nella sala autoptica.
  ANATOMOPATOLOGO
Ah… io spero di saltare in aria, così a riconoscermi sarà il mio dentista… che tra l’altro non sopporto, così toglierei ai miei cari anche questa rottura di balle del riconoscimento. Creda a me!
 

VENTURA sorride un po’ sconcertato.

 

5. EXT. CAMERA MORTUARIA. GIORNO.
CELLINI accompagna ARIANNA fino alla macchina. Lei si accende una sigaretta con le mani tremanti.
  CELLINI
E’ sicura di star meglio?
 
Lei annuisce soltanto, si ferma e apre la macchina. CELLINI si appoggia alla portiera e la tiene aperta mentre lei sale.
  CELLINI
Era molto attaccata a Suo zio?
 
Mette in moto e lo guarda asciugandosi le lacrime.
  ARIANNA
Sì… Mi era rimasto solo lui… ora… sono veramente sola. Arrivederci. Mi scusi…
 

Chiude la portiera e CELLINI si stacca dalla macchina. Lei parte e lui rimane lì a guardarla mentre imbocca il viale, poi si incammina per rientrare nell’edificio con un certo sollievo.

 

6. INT. SALA AUTOPICA. GIORNO.
Il cadavere è posto al centro di una sala squallida e semibuia. Le pareti sono lisce e scure, tutte piastrellate. Su un lungo tavolo di marmo sono appoggiate alcune bacinelle e, sopra un carrello metallico, sono allineati degli strumenti medici. L’autopsia è già iniziata quando entra CELLINI. Il medico ha appena aperto il torace per visionare il cuore. L’ispettore prende uno sgabello di metallo e si siede accanto al collega.
  ANATOMOPATOLOGO
Ma guarda, guarda…
 
L’ANATOMOPATOLOGO si ferma di colpo, insospettito.
  CELLINI
Cosa?
 
Il medico estrae il cuore dal torace e lo posa in una bacinella. Lo guarda con ammirazione.
  ANATOMOPATOLOGO
Vorrei avere anch’io un cuore così! Se questo è morto d’infarto… io sono la coniglietta del mese!
 
CELLINI e il suo collega si guardano incuriositi.
  CELLINI
… E allora di cosa è morto?
ANATOMOPATOLOGO
Ne so quanto Lei, ispettore!
 
Il medico si accinge ad aprire lo stomaco del prete.
  ANATOMOPATOLOGO
Vediamo un po’ cosa ha mangiato.
 
CELLINI si alza, prende una gomma da masticare dalla tasca e si avvicina al cadavere, poi la mette in bocca e comincia a masticare. Il medico procede all’ispezione dello stomaco. Inserisce il bisturi nell’addome ed apre il cadavere. VENTURA, un po’ pallido in volto, distoglie lo sguardo piuttosto schifato. CELLINI lo nota e sorride.
  ANATOMOPATOLOGO
Vuoto!… Digiuno totale!… Non ha ingerito niente per almeno otto ore prima del decesso.
 
Il dottore sorride e guarda l’ispettore. Rimette in ordine i ferri e si pulisce le mani.
  ANATOMOPATOLOGO
Avrà fatto penitenza, ma qui non c’è niente.
CELLINI
Strano!
ANATOMOPATOLOGO
No. Perché?… Ha solo saltato la cena… Forse era a dieta.
 
CELLINI torna verso VENTURA e lo guarda perplesso.
  CELLINI
E allora? Cosa vuol dire?
 
Il medico continua le sue operazioni e poi si volta verso CELLINI.
  ANATOMOPATOLOGO
Vuole dire che ora lo rimetto in frigo e se ne riparlerà lunedì, almeno…
 
CELLINI diventa serio, un po’ seccato dalla superficialità del medico.
  CELLINI
Senta!… Abbia pazienza, ma… Perché non fa altri esami!
 
Il medico sorride, sorpreso.
  ANATOMOPATOLOGO
E quali mi consiglia, ispettore?
 
  CELLINI
Non so… per esempio un’analisi tossicologica.
 
L’ANATOMOPATOLOGO non crede alle sue orecchie.
  ANATOMOPATOLOGO
A un prete? Sta scherzando ispettore?
 
  CELLINI
Niente affatto! Anzi. Senta, Le chiedo questo favore… così dopo dormiremo tutti sonni tranquilli.
 
Il medico rimette a posto i ferri e si lava le mani.
  ANATOMOPATOLOGO
Caro ispettore,… io Le faccio anche la sua analisi tossicologica, se La fa più contento, per me…, ma non di certo ora… diciamo: non prima della metà della prossima settimana... mercoledì, giovedì...
 
CELLINI annuisce e lancia un’occhiata a VENTURA, poi guarda il medico.
  CELLINI
Meglio di niente! Grazie.
ANATOMOPATOLOGO
Fatica sprecata! Ispettore!
 
L’ispettore prende la giacca dalla sedia e VENTURA si alza mettendo a posto lo sgabello dov’era seduto e si prepara anche lui per uscire.
  ANATOMOPATOLOGO
C’è più probabilità di trovare il petrolio sotto il mio giardino che droga nel sangue di questo prete, mi creda!
CELLINI
Chi lo sa? Cominci a scavare! Ci vediamo dottore, e grazie ancora.
 

L’ispettore e il suo collega escono dalla sala, lasciando l’ANATOMOPATOLOGO con il corpo del prete.

 

7. EXT. CAMERA MORTUARIA. GIORNO.
L’ispettore cammina a passo svelto verso la macchina di servizio, seguito dal collega.
  CELLINI
C’è qualcosa che non mi convince. Voglio vederci chiaro.
VENTURA
E se si fosse suicidato?
CELLINI
Andiamo Ventura! Siamo detective o psichiatri? E poi come avrebbe fatto?
VENTURA
Avrà ingerito qualche sostanza...
 
L’ispettore lo guarda meravigliato.
  CELLINI
Ed ha aspettato di viaggiare su un treno regionale da Venezia a Udine? Senti... piuttosto: novità dalla centrale?
 
Arrivano alla macchina e VENTURA si affretta ad aprirla.
  VENTURA
Stiamo controllando le carte di credito e il conto in banca.
 

Salgono. VENTURA al posto di guida, fa partire la macchina e si allontanano rapidamente.

 

8. EXT. CHIESA DI SCLAIN – CANONICA. GIORNO – SERA.
Nel cortile del piccolo borgo medievale, accanto alla chiesa di Santa Margherita sono parcheggiate tre volanti della polizia, di cui due in borghese. Una ha il lampeggiante acceso e dentro c’è un POLIZIOTTO in divisa che parla alla radio. Dalla canonica c’è un continuo via vai di POLIZIOTTI in borghese che caricano sull’auto più grande delle scatole di cartone sigillate, faldoni e oggetti personali dentro sacchetti di nailon. Una piccola folla di curiosi, controllata da un altro POLIZIOTTO, assiste alla scena. Un POLIZIOTTO con in mano dei fascicoli si dirige verso l’entrata della canonica ed incrocia due colleghi che stanno uscendo.
9. INT. CANONICA. GIORNO – SERA.
Il SAGRESTANO è seduto al tavolo della canonica e si versa nervoso un po’ d’acqua in un bicchiere. CELLINI cammina su e giù per la stanza e prende appunti.
  SAGRESTANO
… Le hanno trovate nella cripta durante i lavori per il terremoto… nel ’76, poi hanno cercato di decifrarle…
 
L’ispettore lo interrompe e il SAGRESTANO approfitta della pausa per beve un sorso d’acqua.
  CELLINI
Le pergamene?
SAGRESTANO
Sì! Le antiche pergamene di Sclain…
CELLINI
E Don Guglielmo le studiava da tempo?
 
Il sagrestano finisce il bicchiere.
  SAGRESTANO
Da otto anni… Da quando la Chiesa gliele ha affidate per studiarle. Don Guglielmo era un uomo pio e saggio… un esperto di storia religiosa, di tradizioni e culti popolari, insomma sapeva un sacco di cose… Andava spesso all’estero, in Svizzera mi pare, per tenere delle conferenze su studi religiosi…
 
CELLINI sembra incuriosito.    
  CELLINI
… In Svizzera?
SAGRESTANO
Sì, mi pare… ultimamente viaggiava spesso… per brevi periodi... era conosciuto in tutto il mondo, sa?
 
L’ispettore si appoggia alla credenza e incrocia le braccia. Lo guarda con curiosità.
  CELLINI
Mi parli delle pergamene!
SAGRESTANO
Non ne so molto, ispettore! Sono testi antichi... Era Don Guglielmo l’esperto.
CELLINI
Ma le avrà senz’altro viste, no? Sarà stato almeno un po’ curioso.
 
Il SAGRESTANO è messo a disagio dalle domande dell’ispettore.
  SAGRESTANO
Beh, sì... un po’. So solo che sono tre rotoli. Il primo, in latino è la storia dettagliata della regione. Il secondo, mi pare, è uno strano poema in friulano e il terzo è tutta una serie di numeri.
CELLINI
Sì questo lo sappiamo. Si narra anche di un misterioso tesoro...
SAGRESTANO
Mi pare che sia solo una leggenda... dei Benandanti... Ispettore io non so niente!
 
CELLINI lo guarda in modo apprensivo.
  CELLINI
Certo!
 
Entra un POLIZIOTTO in borghese che porta a CELLINI una piccola agendina nera. Si avvicina all’ispettore e gli parla sottovoce.
POLIZIOTTO
Signor ispettore, abbiamo trovato questa fra le cose del prete. Sembra l’elenco di movimenti bancari… Guardi!
CELLINI dà un’occhiata alla piccola agenda. Contiene varie tabelle con numeri ed importi in dollari. Il SAGRESTANO beve dell’altra acqua.
  CELLINI
Bene, grazie! Avete preso le pergamene?
POLIZIOTTO
Sissignore!
CELLINI
Bene, finite l’ispezione. Fra un po’ arrivo.
 
Il POLIZIOTTO esce dalla stanza.
  POLIZIOTTO
Va bene, signore.
 
Il SAGRESTANO si allarma immediatamente.
  SAGRESTANO
Ma… non potete portare via le pergamene! Non potete, sono segrete…
 
Fa per alzarsi, ma viene tranquillizzato dall’ispettore.
  CELLINI
Stia tranquillo, non si preoccupi… saranno in buone mani, Le assicuro.
 
Il SAGRESTANO si rimette a sedere e beve dell’altra acqua.
  SAGRESTANO
Sono molto preziose, sa! Hanno cercato di rubarle più di una volta in passato. Don Guglielmo ne era molto geloso… C’era molta gente, per lo più studenti o appassionati che volevano prendere e vedere le pergamene, ma Don Guglielmo si rifiutava sempre. Sa, coi tempi che corrono, adesso non avremmo più le antiche pergamene.
CELLINI
Certo, capisco. C’erano persone che Don Guglielmo incontrava più di frequente? Ne conosce qualcuna?
 
Il timido SAGRESTANO cerca di ricordare.
  SAGRESTANO
A pensarci bene, sì… c’era uno… uno studioso… un certo professor Moretti, che veniva spesso a trovarlo e parlavano delle pergamene… su cose che io non capivo…
 
Entra VENTURA che riferisce all’ispettore.
  VENTURA
Ispettore, mi scusi... Abbiamo quasi finito.
CELLINI
Bene… adesso arrivo.
 
VENTURA esce di nuovo.    
  CELLINI
Un’ultima cosa... Avete molti fedeli qui?
SAGRESTANO
Oh sì! Nonostante sia una piccola chiesa di paese, c’era sempre molta gente alle messe... anche gente da fuori... Don Guglielmo era molto bravo e lo amavano in molti... ed ora...
 
Il SAGRESTANO si commuove e si soffia il naso con un fazzoletto. L’ispettore gli posa una mano sulla spalla.
  CELLINI
Grazie!
 
CELLINI rimane per un attimo a consolare il SAGRESTANO.

DISSOLVENZA AL NERO

 

10. INT. QUESTURA – UFFICIO DELL’ISPETTORE. GIORNO – SERA.
L’ispettore è al suo tavolo pieno di carte e fascicoli. Accanto alla lampada c’è un monitor antiquato e sporco. Lui è al telefono e, tenendo la cornetta fra il mento e la spalla, prende appunti veloci.
  CELLINI
Ok… sì… hai anche il numero?… va bene, grazie! Ciao.
 
Riattacca. Su un pezzo di carta ha scritto il nome dello studioso e un numero di telefono, insieme all’indirizzo. Entra VENTURA con dei fogli di carta in una mano e una sigaretta accesa nell’altra. Si siede di fronte all’ispettore.
  VENTURA
Indovina un po’? Il nostro prete stava piuttosto bene.
 
Gli porge un estratto conto di una banca.
  VENTURA
Un milione e settecento mila dollari americani, ben piazzati alla Chase Manhattan Bank di Lugano! Fra azioni e titoli esteri...
 
CELLINI è molto sorpreso e sfoglia i documenti della banca con interesse.
  VENTURA
E c’è di più! L’ultima operazione l’ha fatta proprio il giorno della sua morte.
 
L’ispettore è molto sorpreso. VENTURA fuma tranquillo.
  CELLINI
Forse davvero Don Guglielmo ha scoperto il tesoro delle pergamene! Chissà? Senti... Della nipote?... Si sa niente?
 
CELLINI gli ridà il fascicolo e raccoglie le sua cose sulla scrivania
  VENTURA
Vive sola... Laureata in biologia all’università di Udine... Pare sia l’unica erede.
CELLINI
Fortunata la ragazza!
VENTURA
A quanto pare non sta male neanche lei.
 
L’ispettore si alza e prende la giacca.
  CELLINI
Piove sul bagnato! Vado a trovare la nipote! Ci sentiamo dopo. Ah! Senti vediamo di capirci qualcosa su quelle pergamene! Ok!
 

VENTURA annuisce e spegne la cicca. CELLINI esce.

 

11. INT. CASA DELLA NIPOTE – INGRESSO E SOGGIORNO. NOTTE.
All’interno di una casa signorile risuona una musica di pianoforte. Sembra che l’unico abitante sia quella musica. Verso una stanza di fronte alla cucina la musica si fa più forte. Improvvisamente suona il campanello. La musica si ferma di colpo. Dalla stanza esce ARIANNA a passo lento dando una sistemata ai suoi lunghi capelli. Giunta alla porta, la apre e riconosce dietro il cancello d’ingresso l’ispettore. Gli apre e lo attende sulla porta.
  ARIANNA
Buona sera, ispettore! Prego!
 
CELLINI entra e si sbottona la giacca. Lei chiude la porta e lo guarda, un po’ a disagio.
  CELLINI
Permesso... Buona sera… non l’ho disturbata, spero?…
 
ARIANNA si avvia verso la cucina.
  ARIANNA
No… non si preoccupi… Stavo per farmi una tazza di tè. Ne gradisce una anche Lei?
 
Lui la segue mentre si guarda in giro.
  CELLINI
Sì… grazie, volentieri…
ARIANNA (F.C.)
E’ venuto a farmi delle domande, suppongo.
 
L’ispettore la raggiunge in cucina e si toglie la giacca.
  CELLINI
Riteniamo che suo zio non sia morto per cause... diciamo... naturali.
 
ARIANNA lo ascolta in silenzio e prepara un pentolino con dell’acqua.
  CELLINI
E’ mio dovere informarLa che sono state avviate delle indagini sulla morte di suo zio.
 
ARIANNA sta scaldando dell’acqua e posto il pentolino sul fornello, accende un fiammifero. Lo guarda sorpresa e accende il gas.
  ARIANNA
E di cosa sarebbe morto?
 
  CELLINI
Stiamo procedendo a delle ulteriori analisi... probabilmente è stato avvelenato o drogato...
ARIANNA
Tutto questo è pazzesco! Non riesco ad immaginare che qualcuno volesse mio zio morto!
CELLINI
Che tipo era suo zio?
ARIANNA
Era un prete… e, come tutti i preti, pregava e diceva messa…
CELLINI
… aveva un conto in Svizzera…
 
ARIANNA sta preparando un vassoio con due tazze da tè. Alla battuta dell’ispettore lei reagisce appoggiando con più forza la tazza sul vassoio.
  ARIANNA
Non dica sciocchezze!
CELLINI
Ci risulta che aveva un conto presso la Chase Manhattan Bank di Lugano, dove andava per altro molto spesso, a quanto pare. Lei era a conoscenza delle condizioni economiche di suo zio?
 
ARIANNA finisce di preparare il vassoio e lo porta in tavola.
  ARIANNA
Non so di cosa stia parlando! Mio zio non era così… Come lo prende il tè?
 
Lui la fissa per un istante e non bada alla domanda.
  CELLINI
Al momento della morte, sul conto c’erano circa un milione e ottocentomila dollari americani fra azioni e titoli esteri... lei è l’unica erede, vero?
 
La nipote torna al fornello e lo spegne. Versa l’acqua calda nella teiera.
  ARIANNA
Cosa vuole insinuare, ispettore? Che ho ucciso mio zio per ereditare i soldi? Ma si guardi in giro, ispettore! Non mi servono, sto bene così, grazie… e poi chieda ai miei amici che ho invitato ieri sera a casa mia, cosa facevo e dov’ero quando mio zio è morto sul treno.
 
Lei porta la teiera al tavolo e lui la guarda incuriosito.
  ARIANNA
Come lo vuole il tè?
 
L’ispettore si siede.    
  CELLINI
Con un po’ di latte, grazie… Suo zio studiava da tempo delle antiche pergamene... di questo, almeno era al corrente?
ARIANNA
Certo!
 
Prende del latte dal frigo e si siede anche lei. Versa il tè nelle tazze.
  ARIANNA
Mio zio era uno studioso… un uomo pio… un esperto di tradizioni popolari e di teologia. Le pare strano anche questo?
 
CELLINI aggiunge un goccio di latte al suo tè. Lei si calma e si siede di fronte a lui.
  CELLINI
Queste antiche pergamene, a quanto pare, una volta decifrate, condurrebbero ad un tesoro nascosto di immenso valore... suo zio le ha studiate per otto anni e probabilmente le ha decifrate del tutto...
 
Lei prende la sua tazza di tè con due mani e si appoggia allo schienale della sedia.
  ARIANNA
Lui mi raccontava spesso di antiche tradizioni friulane, di leggende, di favole... Ha smesso di raccontarmi di tesori nascosti da quando ho compiuto dieci anni. (sorride)
 
ARIANNA guarda l’ispettore un po’ distratta, come se ricordasse i momenti passati
  ARIANNA
Vede... da quando i miei sono mancati era lui la mia famiglia... poi sono cresciuta e ho cominciato l’università...
 
L’ispettore sorseggia il tè, molto attento al racconto della nipote. Lei, mentre parla, distrae il suo sguardo verso la tazza di tè, come per guardarci dentro e racconta.
  ARIANNA
... lui, poi, ha iniziato a studiare quelle antiche pergamene… e quindi ultimamente lo vedevo sempre meno... Ho molti ricordi di lui... Mi ha insegnato molte cose della vita...
 
Il racconto si fa più personale e CELLINI la ascolta con interesse.

DISSOLVENZA INCROCIATA

 

12. INT. CASA DELLA NIPOTE – CUCINA E INGRESSO. NOTTE.
La nipote e l’ispettore sono ancora seduti al tavolo. Il tè è finito e lei sorride.
  ARIANNA
... e quindi come ti dicevo, ho scelto di fare biologia... più per passione per la verità...
 
Lui la guarda, poi controlla l’ora.    
  CELLINI
Arianna… mi dispiace, ma devo proprio andare ora… vorrei tanto continuare a parlare con te tutta la sera. Il dovere mi chiama. Avremo senz’altro occasione di rivederci presto. Ti tengo aggiornata sulle indagini, naturalmente.
 
CELLINI si alza e prende la giacca. Lei lo segue e lo accompagna verso l’uscita. Lui estrae dalla tasca un suo biglietto e glielo porge.
  CELLINI
Qui ci sono i miei numeri… chiamami se hai bisogno e se ti vengono in mente altri dettagli. Mi trovi sempre.
 
Si avviano verso l’uscita.    
  ARIANNA
Ti ringrazio e spero che questa faccenda si concluda al più presto.
 
Lui è già sulla porta. Sta per uscire.
  CELLINI
Senz’altro… Grazie del tè. Chiamami se hai bisogno! Ciao.
ARIANNA
Grazie a te, ciao.
 

Lei lo guarda ancora un attimo incamminarsi verso il cancello, poi chiude la porta.

 

13. EXT. STRADE DI MONTAGNA – MACCHINA DELL’ISPETTORE. NOTTE.
La macchina di CELLINI viaggia decisa lungo una strada di montagna buia e tortuosa. Ai lati della strada la neve aumenta man mano che l’auto risale la valle. I fari abbaglianti si perdono nell’oscurità. CELLINI è concentrato nella guida.
14. EXT. CASA DELLO STUDIOSO – CORTILE E INGRESSO. NOTTE.
I fari della macchina illuminano il cancello aperto. La macchina di CELLINI entra nel cortiletto adagio. CELLINI spegne il motore. Scende dalla macchina e si fa strada verso l’entrata della casa, illuminata dal lampione più vicino. E’ una graziosa casetta di montagna un po’ isolata, immersa in un manto nevoso che luccica ai raggi della luna. All’ultimo piano una luce è accesa. CELLINI scende le scale che portano all’entrata. Ad un tratto viene colpito da un fascio di luce, proveniente dalla finestra dell’ultimo piano.
  MORETTI
Chi è?
 
Abbagliato dalla torcia elettrica puntata dallo STUDIOSO, l’ispettore si blocca, cercando di coprirsi gli occhi con la mano.
  CELLINI
E’ lei il professor Moretti? Sono l’ispettore Cellini, senta…
 
Non fa in tempo a finire la frase che il professore spegne la torcia e lascia l’ispettore al buio. CELLINI si avvicina all’entrata e vede che le luci della casa si accendono progressivamente. Lo studioso sta scendendo. CELLINI lo attende davanti alla porta ed estrae il suo tesserino. La porta si apre.
  MORETTI
Cosa ci fa lei qui? Cosa vuole?
 
CELLINI è un po’ stupito. Gli fa vedere il suo tesserino.
  CELLINI
Buona sera… mi scusi… sono l’ispettore Cellini della questura di Udine… potrei farLe alcune domande?
 
Il Professor Moretti è un uomo sui sessant’anni ben portati, in tenuta casalinga e piuttosto scorbutico.
  MORETTI
Scusi… L’avevo presa per un ladro… entri… prego.
 

L’ispettore entra in casa e MORETTI sembra più calmo.

 

15. INT. CASA DELLO STUDIOSO – INGRESSO E SOGGIORNO. NOTTE.
Lo studioso precede CELLINI e gli fa strada verso il soggiorno. Accende la luce e va verso il focolare acceso. L’ispettore si sbottona la giacca e ammira con curiosità l’arredamento un po’ bizzarro di quella casa di montagna. Alle pareti sono appese delle pelli di capriolo, mentre gli scaffali della credenza contengono vecchi libri di storia friulana. Il professore aggiusta il fuoco e aggiunge un legno di faggio.
  MORETTI
Allora? Cosa è venuto a fare fin quassù?
 
CELLINI rimane in piedi.
 
  CELLINI
Lei conosceva Don Guglielmo, parroco di Sclain?
 
MORETTI si volta e ripone le pinze del focolare accanto al caminetto. Guarda l’ispettore.
  MORETTI
Dovrei?
CELLINI
E’ stato trovato morto sul treno ieri notte.
 
Il padrone di casa rimane impassibile, ma si ferma per un istante quasi impercettibile. Poi si dirige verso il mobile d’angolo e prende un barattolo di tabacco da pipa.
  MORETTI
E di cosa è morto?
CELLINI
Di arresto cardiaco, pare…
 
Il professore non riesce a celare del tutto il suo stupore alla notizia. Prende una pipa da una piccola bacheca accanto al caminetto e la carica di tabacco.
  MORETTI
Di arresto cardiaco?
 
L’ispettore si avvicina al focolare. MORETTI si siede.
  CELLINI
Ci risulta che Lei conosceva la vittima. Pare inoltre che, dopo Don Guglielmo, Lei sia il maggiore esperto in regione in materia di cultura e tradizioni friulane.
MORETTI
Certo! E allora?
 
MORETTI fa cenno all’ispettore di sedersi. CELLINI accoglie l’invito.
  CELLINI
Riteniamo che, ... beh... ce lo auguriamo... che delle antiche pergamene che Don Guglielmo studiava da tempo, una volta decifrate, possano aiutarci a capire il motivo della sua morte… forse. Lei sa di cosa parlo?
 
Lo studioso accende la pipa con un fiammifero.
  MORETTI
Sì... ho presente. Le pergamene di Sclain... (sorride)... Auguri!
CELLINI
Appunto... Mi chiedevo se, come conoscente della vittima ed esperto sul tema, non ci potesse dare una mano nell’aiutarci a decifrarle.. per esempio.
 
Diventa irrequieto e deve riaccendersi la pipa. CELLINI lo nota e lo guarda con curiosità.
  MORETTI
Ma non ci penso nemmeno! Sì... conoscevo la vittima, ma questo non mi obbliga ad aiutarvi a capire perché è morto. Figuriamoci! Non sono mica un detective, io!
CELLINI
Pensavo che Le potesse interessare approfondire i suoi studi ed accedere a degli antichi codici sulla cultura e sulle tradizioni friulane...
 
MORETTI perde la pazienza.    
  MORETTI
Senta, Lei mi ha già disturbato venendo a casa mia a quest’ora… mi domanda cose che non so e mi chiede anche di darvi una mano con delle inutili indagini… Mi sono ritirato quassù per togliermi le solite seccature cittadine e questa sera guarda un po’ chi mi capita: un ispettore di polizia che mi dice che un prete che io conosco è morto su un treno e vuole che io gli traduca delle vecchie pergamene perché lui non ci capisce un cazzo… Mi tolga una curiosità, ispettore… Cosa crede di trovarci in quelle pergamene? Il nome del colpevole con tanto di indirizzo?
CELLINI
Io non ho mai parlato di omicidio!
 
Fra i due c’è una pausa di silenzio e si guardano. Improvvisamente il professore si alza di colpo molto seccato.
  MORETTI
Beh... Ora basta! La prego esca!
 
L’ispettore si alza e viene accompagnato alla porta.
  MORETTI
Se le traduca da solo le pergamene… e continui da solo le sue indagini! Io non c’entro niente e non voglio averci niente a che fare. Mi ha già scocciato abbastanza.
 
L’ispettore rimane in silenzio. Sulla porta estrae il suo biglietto da visita e lo porge allo studioso.
  CELLINI
Mi scusi tanto se l’ho offesa in qualche modo… scusi il disturbo… Le lascio comunque il mio biglietto, nel caso dovesse cambiare idea.
MORETTI
Non cambio idea. Buona sera!
 
MORETTI prende comunque il biglietto e chiude la porta.
  CELLINI
Buona sera… e grazie!
 
CELLINI rimane fuori e si dirige verso la macchina scotendo il capo. Lo studioso spegne la luce dell’ingresso e rientra in casa.

DISSOLVENZA AL NERO

 

16. INT. CASA DELL’ISPETTORE - SOGGIORNO. GIORNO.
Il campanello suona in casa dell’ispettore. Suona nuovamente, ma nessuno sembra andare ad aprire. Ad un tratto da una stanza esce CELLINI in pigiama con i capelli un po’ arruffati e gli occhi assonnati. Sbadiglia e alza il citofono.
  CELLINI
Chi è?… Sì.
 
Aziona l’apriporta e apre il portoncino di casa. Sbadiglia di nuovo e si siede sul divano. Poco dopo entra VENTURA che chiude la porta dietro di sé.
  VENTURA
Buon giorno!
 
CELLINI lo guarda ed accenna ad un saluto. Il suo collega ha in mano dei fascicoli e dei libri, che appoggia sul tavolo.
  VENTURA
Sveglia! Ho ottime notizie! Fatto il caffè?…
 
CELLINI scuote la testa.    
  VENTURA
Caffè?… Bene, caffè!
CELLINI
Ma come fai ad essere così sveglio la domenica mattina?
 
VENTURA è in cucina che prepara il caffè.
  VENTURA (F.C.)
Questione di abitudine. Questione di abitudine…
 
L’ispettore si alza e controlla i fascicoli portati dal collega. Sfoglia anche i testi. Prende in mano quello dal titolo: “I Benandanti” di Carlo Ginzburg.
  CELLINI
Allora? Novità?…
 
VENTURA si affaccia sulla porta della cucina mentre avvita la caffettiera.
  VENTURA
Don Guglielmo aveva un altro conto in banca, qui a Udine dove versava ogni tanto i soldi della Svizzera che poi prelevava in contanti…
 
Torna in cucina e mette la caffettiera sopra il fornello. Cerca come accenderlo.
  VENTURA
Senti, ... come si accende il fornello?
 
CELLINI gli risponde dal salotto.    
  CELLINI (F.C.)
Nel primo cassetto!
 
VENTURA apre il cassetto e prende un accendino. Accende il fornello e torna in soggiorno.
  CELLINI
E cosa ne faceva dei soldi?
VENTURA
Non si sa. In canonica non c’era niente. Forse li spendeva!
 
CELLINI ora sembra un po’ più sveglio.
  VENTURA
(indicando i testi)… Erano quelli che volevi, no?
CELLINI
Sì, ti ringrazio!
VENTURA
Allora ieri sera come è andata?
CELLINI
Non bene... Non è un tipo facile quello studioso. Piuttosto strano...
 
Suona il telefono cellulare dell’ispettore. CELLINI lo cerca per un attimo nella stanza mentre continua a suonare. Lo trova e risponde.
  CELLINI
Sì. Pronto?… Ah sì, buon giorno... Mi dica! … Va bene, sì… beh... sì, un po’ mi sorprende, ma senza dubbio La ringrazio. Va bene… sì, fra un’ora va bene... A dopo. Arrivederci e grazie.
 
CELLINI riattacca con stupore. Guarda VENTURA. Il rumore della caffettiera annuncia che il caffè è pronto. VENTURA va in cucina.
  VENTURA
Ma chi era?
CELLINI
Lo studioso! Quello che sono andato a trovare ieri sera... La gente è fuori di testa! Ti ho detto, no? Prima mi caccia quasi di casa perché gli ho chiesto un aiuto… poi ci ripensa e vuole incontrarmi.
 
VENTURA gli porge una tazzina di caffè.
  VENTURA
Tieni che ti fa bene!
 
CELLINI è in piedi con la faccia pensierosa e porta la tazzina lentamente verso la bocca.

STACCO

17. INT. BAR. GIORNO.
CELLINI beve del caffè e posa la tazzina sul tavolino del bar. Davanti a lui è seduto MORETTI che fuma la pipa. Il bar è mezzo pieno. Chi legge il giornale, chi beve un bicchiere di vino al banco, chi una cioccolata calda ad un tavolo. I due sono seduti ad un tavolo vicino all’entrata. Il fumo della pipa del professore si diffonde lentamente nell’ambiente, illuminato dalla luce solare che filtra dalle finestre.
  MORETTI
… Benandanti si nasce… nati con la camicia, ovvero la camicia del feto, o placenta. Nascevano avvolti nell’amnio e perciò ritenuti ‘speciali’ fin dalla nascita, appunto. Quattro volte l’anno… nei quattro tempora, l’anima dei Benandanti usciva dal corpo per partecipare ad incontri notturni con altri Benandanti e combattere per la fede di Dio contro le streghe e gli stregoni maligni. Le battaglie si svolgevano in luoghi anche molto distanti dal Friuli: I Benandanti guidati dal loro capitano, armati di rami di finocchio da una parte, e dall’altra, gli stregoni e le streghe radunati nel loro Sabba e armati di canne di sorgo. L’esito delle battaglie, segnava il destino dei raccolti per quell’anno. Se vincevano i Benandanti, allora c’era abbondanza e fortuna, se vincevano gli stregoni, per quell’anno o comunque fino alla battaglia successiva, ci sarebbero state carestie e disgrazie…
 
CELLINI lo interrompe.    
  CELLINI
Scusi, ma la Chiesa in tutto questo?
MORETTI
Per la Chiesa era un fenomeno incomprensibile… Vede… loro non si opponevano ad essa, anzi cercavano di dare il proprio contributo alla salvezza delle anime, nel senso cristiano del termine. La Chiesa, nonostante il loro carattere benefico, li perseguitò ugualmente. Ci sono stati molti processi di inquisizione del Sant’Uffizio di Udine fra la fine del ‘500 e il 600 che testimoniano il fenomeno dei Benandanti in Friuli…
CELLINI
E come facevano ad uscire dal corpo?
MORETTI
Venivano chiamati dal loro capitano nelle quattro tempora, appunto, nella notte del mercoledì, del venerdì o del sabato che precedono: la seconda domenica di quaresima, la prima dopo la pentecoste, la terza di settembre e la terza dell’avvento. Quando lo spirito usciva, il corpo, però, non doveva venire spostato, altrimenti lo spirito non sarebbe potuto rientrarvi e quindi avrebbe vagato in eterno e il corpo sarebbe morto…
 
L’ispettore è molto interessato all’argomento ed ascolta lo studioso con attenzione.
  MORETTI
I Benandanti erano gente pura di spirito, apparentemente normali nella vita quotidiana…
 
CELLINI vuole vederci chiaro.    
  CELLINI
Ci sono ancora oggi i Benandanti?
 
Lo studioso sorride e pressa lievemente il tabacco nella pipa.
  MORETTI
Ci sono sempre stati e ci saranno sempre… finché c’è un Bene ed un Male da combattere…
CELLINI
E Lei ne conosce qualcuno?
MORETTI
Qualcuno…non posso dirLe chi sono, ovviamente, ma… c’è n’è più di qualcuno… anche politici, personaggi in vista, dipende…
 
CELLINI viene al dunque.    
  CELLINI
Don Guglielmo era un Benandante?
MORETTI
Sì... molto probabilmente...
 
Lo interrompe.    
  CELLINI
E’ vero che parlano di un tesoro nascosto di immenso valore?
MORETTI
Mi faccia decifrare le pergamene e Le saprò dare una risposta…
 
L’ispettore si appoggia allo schienale della sedia ed incrocia le braccia.
  CELLINI
Cosa pensa di trovarci?
MORETTI
Quelle antiche pergamene potrebbero contenere, come dice Lei, la risposta sulla morte di Don Guglielmo… Vede... risalgono al 1698 e furono scritte dall’allora parroco di Sclain: un certo Zuan Cossâr. Chissà quali misteri si celano in quegli antichi testi. Magari Don Guglielmo ha scoperto un mistero così importante o un segreto così tremendo che è stato costretto ad uccidersi... chi lo sa?
 
L’ispettore è perplesso e un po’ confuso. Lo studioso si fa prendere un po’ dall’entusiasmo.
  CELLINI
E’ strano... ieri sera mi ha cacciato da casa sua appena Le ho parlato delle pergamene, ed ora sembra quasi vitale per le indagini che Lei riesca a decifrarle.
MORETTI
Mi scusi tanto per ieri sera… ma vede è la prima volta che entra un poliziotto in casa mia, Lei mi capisce… e poi, la notizia della morte di un mio amico... Dormendoci sopra si ha poi tutta un’altra visione, è vero?
 
CELLINI annuisce poco convinto.
  MORETTI
Questa faccenda non è un semplice caso di morte misteriosa, c’è di più… Il Bene contro il Male, i Benandanti e le streghe…
 
MPRETTI guarda fisso negli occhi l’ispettore.
  MORETTI
Una semplice indagine investigativa potrebbe non bastare.
 
CELLINI sembra poco convinto, ma accontenta lo studioso.
  CELLINI
D’accordo… Le farò avere delle copie appena possibile. Nel frattempo La terrò aggiornata sugli sviluppi… Il mio numero ce l’ha… Mi chiami se Le viene in mente qualcos’altro…
 

MORETTI accende l’ennesimo fiammifero e brucia il tabacco nella pipa. L’ispettore beve un sorso d’acqua e lo guarda incuriosito.

 

18. INT. CASA DELL’ISPETTORE – STUDIO. GIORNO.
La porta dell’appartamento si apre ed entra CELLINI con in mano una cassetta di cartone abbastanza pesante e tre tubi da disegno. Su un lato della cassetta c’è l’etichetta della polizia. Chiude la porta e va verso il tavolo, dove appoggia il tutto. Si toglie la giacca e la posa sul divano. Si siede ed apre la cassetta. Estrae dei fascicoli di documenti e dai tubi sfila tre rotoli di carta. Sono le copie delle tre pergamene. Comincia a disporre le varie carte sul tavolo ed inizia ad esaminare con attenzione gli scritti del prete. C’è anche una sorta di diario scritto a mano, contenente anche vari disegni e schemi matematici. CELLINI lo sfoglia con attenzione, soffermandosi sulle riproduzioni di antiche stampe del ‘500, raffiguranti antiche credenze pagane.
DISSOLVENZA INCROCIATA
Ora CELLINI legge attentamente la copia del terzo manoscritto, quello contenente la serie di numeri. Inizia con una citazione dall’Apocalisse di San Giovanni:
  Hic sapientia est. Qui habet intellectum, computet numerum bestiae. Numerus enim hominis est: et numerus ejus sexcenti sexaginta sex.  
Si alza e va verso uno scaffale di libri. Prende il libro della Bibbia e torna al tavolo. Cerca la fonte della citazione e la legge in silenzio. Riprende in mano la copia della pergamena e la studia. E’ molto concentrato, anche se il suo sguardo lascia trapelare un certo disorientamento di fronte a dei contenuti così impegnativi per un ispettore.
DISSOLVENZA INCROCIATA
CELLINI sorseggia del tè. Sul tavolo le carte sembrano aumentate e più disordinate. Una teiera giace fra le carte. L’ispettore sta provando ora a scrivere alcune righe che lo aiutino a riassumere gli indizi della sua ricerca. Si ferma quando legge, nella pergamena dei numeri, una frase particolare:
  La strada verso il nostro tesoro è lastricata dalle parole in rima che giacciono nella scalinata di Pisa che ci conduce all’oro. 10 per 10 salti, ma il decimo è il primo.  
Prova a fare qualche calcolo matematico, ma senza successo. Si gratta il capo e prova a concentrarsi sul problema. Quei testi, però, sono troppo difficili per lui.
DISSOLVENZA INCROCIATA
L’ispettore tiene in mano un libro aperto e, mentre legge, cammina su e giù per la stanza. Di tanto in tanto si ferma e guarda nel vuoto, poi riprende a leggere con interesse, ma senza riuscire a capirci gran che.

DISSOLVENZA INCROCIATA

 

19. INT. CASA DELL’ISPETTORE – STUDIO. NOTTE.
Verso sera CELLINI è ancora seduto alla scrivania. Ora le carte sono sparpagliate sul tavolo e lui è molto stanco. Vicino alla lampada c’è una teiera quasi del tutto vuota e una tazza di tè. L’ispettore è ancora assorto nel suo studio; è curvo sul tavolo e con una mano si sostiene la testa, appoggiando il gomito sul tavolo. Ad un certo punto sposta il fascicolo che stava leggendo sopra gli altri alla sua destra e si tira su a sedere, appoggiandosi allo schienale della sedia. Allunga le braccia e si stira. Sbadiglia e si passa velocemente le mani nei capelli. Si alza in piedi e guarda l’ora. Porta la teiera e la tazza in cucina. Torna dalla cucina e va verso il telefono. Prende un biglietto dalla giacca e compone un numero. Appena riceve la linea il suo tono di voce si fa molto dolce.
  CELLINI
(in modo dolce) Arianna? Buona sera … sono Andrea… Sì Andrea Cellini! Senti… pensavo… Hai impegni stasera? … Pensavo di passare da te, sai… ci sarebbero un paio di cose che vorrei discutere con te… Sei libera?… Posso passare ora? Sicura?… Ok… Grazie…
 
Mentre telefona, cammina su e giù nervoso.
  CELLINI
Allora a dopo, grazie… Sì, Ciao.
 

Riattacca con soddisfazione e sorride.

 

20. INT. CASA DELLA NIPOTE – CUCINA. NOTTE.
ARIANNA e CELLINI sono nel bel mezzo di una lite. Lei sta per piangere e lui è molto aggressivo. La assilla di domande. Fuori è buio. Lei corre in cucina e lui la segue lungo il corridoio.
  CELLINI
... E allora da dove venivano quei soldi? Li versava dal conto in Svizzera e poi li prelevava in contanti! Vero?
ARIANNA
Non lo so!
 
Sono tutti e due in cucina. Lei è agitata e cammina su e giù. Lui rimane in piedi in mezzo alla stanza.
  CELLINI
Venivano forse dal tesoro delle pergamene? Il tesoro dei Benandanti? Tuo zio era un Benandante, vero? A chi li dava quei soldi?
 
Lei si gira verso di lui.    
  ARIANNA
Te l’ho già detto! Non so niente!
 
CELLINI le si avvicina.    
  CELLINI
Ma non capisci? Magari tuo zio era vittima di un ricatto... Gli stessi ricattatori potrebbero averlo ucciso! Chi stai proteggendo?
 
Lei scoppia in lacrime. Lui scuote la testa.
  CELLINI
Ti prego... Dimmi qualcosa! Dimmi quello che sai!
 
Lei risponde a fatica fra i singhiozzi.
  ARIANNA
Non so niente!

CELLINI
E va bene! Se è questo che vuoi! ... Piangi!

 

Si infila la giacca ed esce. Lei si siede lentamente e continua a piangere.

 

21. EXT. CASA DELLA NIPOTE – CORTILE. NOTTE.
CELLINI si incammina a passo veloce verso l’uscita. Al cancello d’entrata si ferma senza uscire. Guarda un istante al di là delle sbarre, poi si gira e guarda la casa. Esita per un attimo, poi torna indietro più lentamente.
22. INT. CASA DELLA NIPOTE – CUCINA. NOTTE.
ARIANNA è ancora seduta al tavolo della cucina e piange. Si tiene la testa fra le mani e singhiozza sommessamente. CELLINI entra dalla porta sul retro, lei lo nota e continua a piangere. Lui chiude la porta dietro di sé e le si avvicina, la abbraccia da dietro. ARIANNA si alza in piedi e si fa abbracciare più forte. Lei piange sulla sua spalla, mentre lui le accarezza dolcemente i capelli.

DISSOLVENZA IN NERO

 

23. INT. ARCHIVIO ARCIVESCOVILE – BIBLIOTECA. GIORNO.
Lo studioso e l’ispettore sono all’interno della biblioteca dell’archivio arcivescovile di Udine. La sala principale è tappezzata di antichi testi e preziosi manoscritti. Al centro c’è un tavolo al quale è seduto MORETTI, chino su un antico testo medievale. Di tanto in tanto prende degli appunti su un quadernetto. CELLINI sta cercando un libro in particolare. E’ davanti ad uno scaffale con la testa leggermente inclinata, mentre legge i titoli dei volumi esposti. Infine trova quello che cercava e porta il libro allo studioso.
  CELLINI
Ecco qua.
 
MORETTI si distrae dal suo studio e legge a CELLINI un estratto da un atto di un processo di inquisizione sui Benandanti.
  MORETTI
Grazie. Senta questo! Fa parte degli atti di un processo d’inquisizione di Aquileia, tenutosi a Cividale il 28 giugno 1580... “Io sonno benandante perché vo con li altri a combattere quattro volte l’anno, cioè le quattro tempora, di notte, invisibilmente con lo spirito et resta il corpo; et noi andiamo in favor di Cristo et li strigoni del diavolo, combattendo l’un con l’altro, noi con le mazze di finocchio et loro con le canne di sorgo; et se noi restiamo vincitori, quello anno è abbondanza, et perdendo è carestia in quel anno.”
 
CELLINI ascolta con interesse; si siede e guarda anche lui il testo.
  MORETTI
Interessante, vero?
CELLINI
Pensa che riusciremo a trovare qualcosa di più utile alle indagini?
 
MORETTI è molto entusiasta, quasi euforico.
  MORETTI
Oh, sì... Questo è solo l’inizio! Lei non si immagina che emozione per uno studioso come me...poter sfogliare questi antichi testi...
 
CELLINI sembra non provare lo stesso entusiasmo; ha lo sguardo un po’ assente, quasi annoiato.
  CELLINI
Già!... Io sono solo un semplice detective!
 
Il professore lo guarda con un gran sorriso.
DISSOLVENZA AL NERO

 

24. INT. CASA DELLA NIPOTE – INGRESSO E SALOTTO. NOTTE.
Nella casa della nipote suona il campanello, ARIANNA sbuca dal salotto e si dirige rapidamente alla porta e alza il citofono.
  ARIANNA
Chi è?… sì…
 
Apre il cancello d’ingresso e sorride maliziosa. Apre la porta di casa e, dietro ad un mazzo di fiori, appare CELLINI.
  CELLINI
Buon compleanno!
 
Entra in casa e le porge i fiori. Lei è visibilmente sorpresa e non sa cosa dire. Chiude la porta.
  ARIANNA
…C…Come…, ma come facevi a saperlo?
 
Lui sorride.    
  CELLINI
Indagare sulle persone ha anche i suoi lati positivi.
 
Lei tiene in mano il mazzo di fiori e lo guarda contenta.
  ARIANNA
Ti ringrazio tanto… ma non dovevi!
 
Lo bacia sulla guancia e lui la abbraccia.
  CELLINI
Scusami ancora tanto per ieri sera… Io ti credo, ma devi avere fiducia anche tu! Io voglio aiutarti a scoprire la verità.
ARIANNA
Scusami tu... è stato un brutto colpo e poi tutta questa faccenda... mi ha decisamente stremata.
 
Lei si incammina in salotto alla ricerca di un vaso. Lui la segue. Sul divano ci sono delle borse da shopping e un pacco aperto.
  CELLINI
Scopriremo presto i colpevoli, vedrai!
 
ARIANNA pone i fiori dentro un vaso al centro della tavola.
  ARIANNA
Me lo auguro di cuore… Grazie! (cambia tono guardando i fiori) … Sono bellissimi! Non è vero? ... Scusami il disordine, ma mi sono appena... fatta un regalino.
 
Lei va verso il divano e prende il vestito nuovo, appoggiandoselo addosso per mostrarlo a CELLINI. Lui la ammira contento.
  CELLINI
E’ bellissimo! E poi è perfetto per questa sera. Festeggiamo! Ho prenotato la cena in un ristorante molto carino… Spero tu non abbia impegni per questa sera.
 
ARIANNA è imbarazzatissima e rimane ferma un istante, poi posa il vestito sul divano e abbraccia CELLINI.
  ARIANNA
Ma... Grazie! Non so cosa dire!
CELLINI
Non dire niente... Indossa solo il vestito e usciamo!
ARIANNA
Lascia almeno che mi dia una pettinata… Faccio in un attimo… Aspettami...
 
Lei si allontana da lui e corre verso il corridoio con il nuovo vestito.
  CELLINI
Ti aspetto…
 

CELLINI rimane a guardarla mentre scompare dietro la porta.

 

25. INT. RISTORANTE. NOTTE.
CELLINI e ARIANNA sono seduti ad un tavolo un po’ in disparte in un ristorante tranquillo e accogliente. Il vestito nuovo le sta stupendamente e lei ha un trucco leggero che le esalta il sorriso. Lui le versa del vino rosso.
  ARIANNA
… Mio zio era un uomo straordinario… non sembrava neanche un prete… Era un uomo colto… Mi raccontava tante storie… soprattutto tradizioni friulane… antiche favole… mi faceva sognare.
 
CELLINI beve del vino e la guarda con interesse.
  CELLINI
Non ti sei mai interessata agli studi di tuo zio?
ARIANNA
Oh, sì… Volevo anche raccogliere tutti i suoi scritti… beh ora, forse è giunto il momento. A proposito... è possibile riaverli?
CELLINI
A fine indagini. Mi dispiace.
 
Lui sorride sconsolato.    
  ARIANNA
Speriamo finiscano presto.
CELLINI
Lo spero anch’io.
 
Lei prende il bicchiere di vino e lo porta alla bocca.
  CELLINI
Senti..., ma visto che tuo zio era un Benandante, non ti ha mai incuriosito l’argomento?
ARIANNA
Ma... ti dirò... sì... ero molto curiosa, penso sia molto affascinante, soprattutto perché fa parte della nostra cultura friulana... allo stesso tempo, però, è anche un argomento un po’ delicato e, superstiziosa come sono, mi faceva un po’ di... timore... Mio zio lo teneva segreto e non voleva che si dicesse in giro... così ho cercato anch’io di evitare di parlarne...
 
ARIANNA viene interrotta dallo squillo del cellulare dei CELLINI.
  CELLINI
Scusami.
 
L’ispettore estrae il cellulare dalla tasca della giacca e risponde dopo aver controllato brevemente il numero. E’ il suo collega Ventura.
  CELLINI
Ciao… dimmi!
 
CELLINI cambia velocemente espressione. E’ piuttosto preoccupato. Lei si incuriosisce.
  CELLINI
… Va bene… Arrivo!
 
Riattacca e infila il telefono di nuovo in tasca. Si pulisce la bocca con il tovagliolo che poi posa sul tavolo.
  CELLINI
Arianna… sono mortificato…. mi hanno chiamato dalla centrale… un’urgenza… devo proprio andare… scusami, non so cosa dire…
 
Si alza e chiama il CAMERIERE. Le prende la mano.
  CELLINI
Aspettami a casa! Ti prego scusami ancora…
ARIANNA
Ma cos’è successo?
CELLINI
Ti spiego tutto dopo… Perdonami!
 

Dà dei soldi al cameriere ed esce dal locale.

 

26. EXT. CHIESA DI SCLAIN – CANONICA. NOTTE.
La macchina di CELLINI rallenta, prima di entrare nella piccola piazzetta davanti alla chiesa. Due volanti della polizia sono già sul posto. Le luci blu dei lampeggianti si mischiano con le luci dei fari in una notte fredda e buia, alternati da alcuni flash. L’ispettore scende dalla macchina mentre il corpo senza vita del SAGRESTANO, coperto da un telo scuro, viene caricato da due infermieri nell’ambulanza. La zona è circoscritta. Alcuni curiosi sono usciti dalle loro case per osservare la scena. C’è un via vai di POLIZIOTTI che entra ed esce dalla chiesa. Un POLIZIOTTO in borghese dà istruzioni a due agenti della scientifica. CELLINI si dirige verso l’entrata della chiesa, esibendo il suo distintivo ad un POLIZIOTTO in divisa. VENTURA esce dalla chiesa e chiama l’ispettore.
  VENTURA
Andrea!
 
CELLINI si gira e vede il collega.    
  CELLINI
Cos’è successo?
 
VENTURA è un po’ agitato.    
  VENTURA
Brutta storia! Il sagrestano… l’hanno picchiato a sangue. Hanno fatto irruzione nella canonica mettendola sotto sopra e poi l’hanno trascinato in chiesa e picchiato… Forse non volevano ucciderlo.
 
CELLINI scuote la testa.    
  CELLINI
Hanno preso qualcosa?
VENTURA
No… pare di no! Stiamo ancora controllando.
CELLINI
Sospetti?
VENTURA
Per ora no, ma... non sembrano professionisti.
 
L’ispettore si guarda in giro.    
  VENTURA
Pensi che i due omicidi siano collegati?
CELLINI
Non proprio… Perché uccidere prima il prete sul treno e poi venire a pestare il sagrestano? Questo sembra più un avvertimento…
VENTURA
Ci è scappato il morto, però…
CELLINI
Forse cercavano i soldi del prete. Il sagrestano ha opposto resistenza e...
 
CELLINI torna verso la macchina seguito dal collega. L’attività dei poliziotti è ancora frenetica in quella piccola piazzetta. L’ambulanza riparte.
  CELLINI
Don Guglielmo avrà ficcato il naso dove non doveva. Probabilmente qualche traffico losco e il sagrestano ne ha pagato le conseguenze.
VENTURA
Ti tengo informato! Se siamo fortunati riusciamo a trovare anche gli assassini del prete.
CELLINI
Non ci conterei troppo… La morte del sagrestano spiegherebbe i traffici e i soldi del prete, ma resta il mistero della sua morte. Non credo siano gli stessi assassini!
 
VENTURA tace assorto, mentre CELLINI entra in macchina.
  CELLINI
Comunque… Fammi sapere… ciao! Grazie!
VENTURA
Ciao!
 

VENTURA sorride e si dirige verso la canonica, mentre la macchina di CELLINI fa manovra nella piazzetta e si allontana.

 

27. EXT. CASA DELLA NIPOTE – CORTILE. NOTTE.
La macchina dell’ispettore arriva davanti al cancello della casa della nipote. CELLINI parcheggia e spegne il motore. Scende e va lentamente verso il portone. Nota che in casa c’è ancora la luce accesa. Suona il campanello e aspetta. Non riceve risposta. Rimane a guardare la casa: al secondo piano c’è la luce accesa. Suona nuovamente e aspetta. Infine si accorge che il cancello è solo accostato. Si insospettisce ed entra, chiudendo dietro di sé il cancello e cercando di fare il meno rumore possibile. Si avvia cautamente verso l’entrata sul retro. Anche la porta-finestra della cucina è leggermente accostata. All’interno la luce è accesa ma non vede nessuno.
28. INT. CASA DELLA NIPOTE. NOTTE.
CELLINI entra senza far rumore e nota la borsetta di Arianna mezza rovesciata sul tavolo della cucina, quindi le scarpe abbandonate in corridoio. Sul fornello un pentolino a pressione si mette a fischiare, lui lo raggiunge in tempo e lo toglie dal fuoco. Spegne il fornello. Prova a chiamarla avviandosi lentamente verso il corridoio.
  CELLINI
Arianna!
 
Non riceve risposta. Tutt’un tratto sente solo dei rumori provenire dal piano di sopra, come una porta che si chiude. Si avvicina alle scale e prova nuovamente a chiamarla.
  CELLINI
Arianna!
 
Sente nuovamente altri rumori, quindi si allarma. Estrae la pistola da sotto la giacca e sale le scale, puntandola verso la direzione dei rumori. Sale cautamente la rampa di scale ed apre piano la porta che conduce alle camere. La luce nel corridoio è spenta, ma dalla camera di lei, filtra una luce fioca da sotto la porta accostata. CELLINI si avvicina alla camera e si prepara ad entrare di sorpresa. Con uno scatto spalanca la porta, puntando la pistola verso l’interno. La camera è vuota. In quell’istante si apre la porta del bagno opposta alla camera. L’ispettore si gira di scatto e vede ARIANNA che esce in accappatoio con i capelli ancora umidi. Lei lancia un grido di spavento, mentre lui ritrae la pistola all’ultimo momento. Chiude per un istante gli occhi tirando un sospiro di sollievo, poi le si avvicina veloce e la abbraccia. Lei è spaventata e trema.
  ARIANNA
... Ma cosa ti è saltato in mente?...
CELLINI
Mi ero preoccupato! Ho trovato tutto aperto... Non rispondevi... Credevo ti fosse successo qualcosa.
 
Lei ora sembra ripresa dallo shock e va in camera. Lui rimane a guardarla.
  ARIANNA
Mi hai fatto prendere un bello spavento! Ma cos’è successo?
 
Lui si appoggia sullo stipite della porta.
  CELLINI
Hanno ucciso il sagrestano.
 
ARIANNA si volta verso di lui ed emette un sospiro di paura.
  ARIANNA
Oh, mio Dio!
 
Lei scuote la testa.    
  CELLINI
Mi dispiace, ma forse tuo zio era entrato in un giro un po’ pericoloso e il sagrestano ne ha pagato le conseguenze. Per fortuna non ti è successo niente! Ma non ti preoccupare... se sei ancora viva è perché gli assassini non sanno che tuo zio aveva una nipote!
 
ARIANNA gli si avvicina e si fa abbracciare.
  CELLINI
Non temere!... Questa sera rimango qui con te e domani ti farò mettere una scorta, almeno fino a quando non si sistemerà tutto.
 
Lei appoggia la testa sulla sua spalla. Lui la guarda e le accarezza il volto.
  ARIANNA
Ho paura!
 
I due si guardano dolcemente negli occhi, poi lui avvicina le sue labbra a quelle di lei, che chiude gli occhi, e si baciano. Si baciano prima dolcemente, poi sempre più appassionatamente e lui fa cadere a terra l’accappatoio abbracciandola con più forza.

DISSOLVENZA AL NERO

 

29. EXT. CASTELLO DI UDINE – PIAZZA. GIORNO.
E’ una splendida giornata di sole. Il cielo è terso. Le montagne innevate risaltano in un panorama dolce dai colori tenui. La piazza sulla collina del castello di Udine è poco frequentata. Due COPPIE passeggiano mano nella mano lungo il selciato. Una COPPIA DI TURISTI giapponesi si fanno fotografare da un volenteroso PASSANTE. Il professor MORETTI è in piedi vicino al muretto, sull’orlo del giardino, e ammira il panorama. La sua pipa è accesa. Dietro di lui si avvicina CELLINI con passo veloce. Lo studioso si accorge all’ultimo momento, quando sente i passi dell’ispettore sul selciato, e si volta.
  MORETTI
Buon giorno, ispettore! Ha visto che giornata?
 
CELLINI è piuttosto freddo e seccato.
  CELLINI
Non sono venuto fin qui per guardare il panorama! Mi dica piuttosto se ha scoperto qualcosa di nuovo!
 
MORETTI lo guarda un po’ sorpreso.
  MORETTI
Sì e no... La faccenda si è fatta un po’ più complessa ora...
 
Si incammina lentamente lungo il selciato. CELLINI lo segue poco dietro.
  MORETTI
Per esempio: il famoso tesoro... in realtà non è proprio un tesoro... Non è materiale, ma è spirituale.
CELLINI
Ma non mi dica! Senta... questo l’ho già scoperto da me! Nel caso Lei non fosse al corrente, ieri notte hanno ucciso il sagrestano di Sclain... Aveva tutta l’aria di un avvertimento e quindi i soldi di Don Guglielmo difficilmente derivano da un misterioso tesoro nascosto! Mi dica qualcosa che non so!
 
MORETTI guarda CELLINI per un istante, un po’ meravigliato.
  MORETTI
Il sagrestano?... Mi dispiace...
CELLINI
Già! Sembra che a questo punto le pergamene non c’entrino gran che, vero?
 
Lo studioso sorride e fuma la pipa.
  MORETTI
Può darsi... oppure c’entrano per altre ragioni!
 
Il professore si ferma e guarda CELLINI.
  MORETTI
Caro ispettore, Lei non può capire! Queste non sono delle semplici indagini investigative... Qui abbiamo a che fare con il mondo dei Benandanti... con le forze del Bene e del Male... Lei ha iniziato un’impresa molto al di sopra delle sue capacità da comune mortale! Cosa vuole sentirsi dire? Che quelle pergamene contengono l’ultimo segreto alchemico dei tre leoni? Oppure che sono solo dei pezzi di carta vecchia senza valore e Don Guglielmo ha solo perso il suo tempo?
CELLINI
Voglio sapere la verità!
 
MORETTI si avvicina al muretto e sorride.
  MORETTI
Ispettore! Non sia naïve!
 
Si volta verso CELLINI.    
  MORETTI
Non sa che la verità può far molto male? Lasci perdere!
 
CELLINI perde la pazienza e si avvicina a lui lentamente.
  CELLINI
Senta! Sono stufo delle sue cazzate. Mi ha fatto perdere fin troppo tempo...
 
Afferra lo studioso per il colletto della giacca facendogli cadere a terra la pipa. E’ furente.
  CELLINI
Mentre Lei passava il tempo davanti a quelle pergamene si è aggiunto un altro morto e non vorrei che la lista si allungasse! Ora voglio sapere esattamente tutto quello che ha scoperto su quelle dannate pergamene, altrimenti si becca quattro anni per favoreggiamento!
 
Molla il colletto e lo spinge contro il muretto.
  CELLINI
Le conviene parlare e non farmi perdere altro tempo.
 
MORETTI rimane ammutolito e lo guarda impassibile. CELLINI gli raccoglie la pipa e gliela porge. Lo studioso è spaventato. Una COPPIA di passaggio, poco distante, osserva la scena. CELLINI li fulmina con lo sguardo e i due cambiano strada. Il professore pulisce la pipa e si risistema la giacca. Comincia a raccontare.
  MORETTI
D’accordo, come vuole ispettore... Le pergamene descrivono l’esistenza di un gruppo esoterico: “I Soldati di Cristo”. E’ una variante particolare dei Benandanti. Al cui interno c’è una specie di gerarchia... una struttura a tre livelli, corrispondenti a tre diversi gradi di iniziazione mistica. Nel 1055 all’interno del gruppo di Benandanti fu fondata un’unità segreta d’elite: L’Ordine del Leone d’Oro. Il terzo leone, appunto... E lo stesso autore delle pergamene: Zuan Cossâr, parroco di Sclain nel 1698 fu Capitano dell’Ordine. Quindi non solo Don Guglielmo era un Benandante, ma faceva parte dell’Ordine del Leone d’Oro ed avendo decifrato fino in fondo le pergamene, conosceva il loro segreto...
 
CELLINI lo interrompe.    
  CELLINI
E sarebbe?
 
Lo studioso non risponde subito. Esita per un istante e guarda fisso l’ispettore. CELLINI è impaziente e ricambia lo sguardo.
  CELLINI
Allora?
MORETTI
La conoscenza...
 
CELLINI non ha sentito bene.    
  CELLINI
Cosa?
MORETTI
Il loro segreto è la conoscenza... di come andare in trance e liberare l’anima dal corpo a proprio piacimento! Viaggiare con lo spirito! Le pergamene descrivono come: con una pozione!
CELLINI
Una pozione?
MORETTI
Esattamente... I membri dell’Ordine, bevendo una speciale pozione, potevano entrare in trance e separare lo spirito dal corpo in qualsiasi momento.
CELLINI
Quale pozione?
 
Lo studioso scuote la testa.    
  MORETTI
Non lo so... So solo che le pergamene ne parlano... Non so altro... Mi deve credere... Mi mancano degli indizi... probabilmente solo Don Guglielmo è riuscito ad arrivare fino in fondo...
 
CELLINI lo guarda male e sta per avviarsi. MORETTI lo ferma, trattenendolo per un braccio.
  MORETTI
Mi faccia avere gli scritti del prete, La prego! Ho bisogno di più tempo!
CELLINI
Ne ha avuto fin troppo! Avrei dovuto capirlo fin dall’inizio che Lei era una grossa perdita di tempo!
 
L’ispettore si divincola e si incammina.
  MORETTI
Stia attento ispettore...
 

Lo studioso sorride e lo guarda mentre si allontana lungo la piazza del castello.

 

30. INT. LABORATORIO DI MEDICINA LEGALE. GIORNO.
CELLINI e VENTURA aspettano nella saletta accanto al laboratorio. L’ispettore è appoggiato con la schiena al muro, con le braccia incrociate, mentre il suo collega cammina su e giù per la stanza, guardando ogni tanto dalla finestra che dà sul cortile dell’ospedale. Ad un certo punto arriva un MEDICO con delle carte in mano. CELLINI si stacca dal muro e gli va incontro. VENTURA si ferma.
  MEDICO
Aveva ragione sa, ispettore. Effettivamente il vostro uomo ha assunto una strana sostanza prima di morire…
 
Mostra le carte all’ispettore che sorride soddisfatto.
  MEDICO
E’ una specie di estratto di erbe contenente varie sostanze...
CELLINI
Vi sono sostanze letali?
 
Il MEDICO chiude il fascicolo e lo porge all’ispettore.
  MEDICO
Alcune, diciamo, sono potenzialmente letali, come la muscarina, alcune allucinogene, come la mescalina, ecc., ma solo se assunte in dosi alte, e non è il nostro caso! E’ solo un bel cocktail di piante... Alcune anche piuttosto rare.
CELLINI
Di cosa è morto allora?
MEDICO
Semplicemente il cuore ad un certo punto ha smesso di battere… Probabilmente ha chiuso gli occhi, giusto il tempo di fare l’ultimo sogno e poi se ne è andato! Una bella morte!
 

CELLINI è perplesso e deluso. Guarda il suo collega che rimane ammutolito.

 

31. EXT. OSPEDALE – CORTILE INTERNO. GIORNO – SERA.
L’ispettore e il suo collega scendono le scale dell’ospedale a passo veloce. CELLINI è leggermente più avanti. Escono dal padiglione verso il cortile interno. L’ispettore è assorto nei suoi pensieri e VENTURA lo distrae.
  VENTURA
Allora? Ti sei convinto adesso?
CELLINI
Di cosa?
VENTURA
Che è morto di sua buona morte! Il caso è chiuso.
CELLINI
Il caso non è chiuso!
 
VENTURA lo fa ragionare.    
  VENTURA
Ma non ci sono le prove! Le pergamene non c’entrano niente... E poi è morto per i fatti suoi! Chi se ne frega se era ricco?
 
CELLINI si volta e si ferma.    
  CELLINI
Non è questo il punto! La sostanza che ha ingerito, molto probabilmente, è la stessa pozione descritta nelle pergamene. Quella che permette i viaggi extracorporei ai membri dell’Ordine del Leone d’oro. Capisci?
 
L’ispettore riprende a camminare seguito dal collega.
  VENTURA
E allora? Era un Benandante... viaggiava con lo spirito e combatteva le streghe cattive. Buon per lui! Ma questo non cambia niente. Non ci sono più gli estremi per continuare le indagini... E’ morto per conto suo! Come dici tu: siamo detective o psichiatri?
 
Arrivano alla macchina. Improvvisamente squilla il cellulare di CELLINI, che risponde subito.
  CELLINI
Sì?... Sì... Grazie!
 
Riattacca e avvisa il collega.    
  CELLINI
Hanno preso gli assassini del sagrestano. Dai muoviamoci!
 

Saltano in macchina e partono sgommando. Si fanno strada azionando la sirena.

 

32. EXT. VIA CITTADINA – INGRESSO CONDOMINIO. GIORNO – SERA.
Due volanti sono ferme davanti ad un condominio con i lampeggianti accesi, quando la macchina con CELLINI e VENTURA arriva sul posto. Due POLIZIOTTI sono in piedi vicino agli automezzi, mentre altri due scortano fuori dalla palazzina due ARRESTATI in manette e li conducono alle volanti. Poco distante, una CRONISTA viene inquadrata da una telecamera della televisione locale.
  CRONISTA
... Un nuovo arresto nel giro dell’usura! I responsabili dell’uccisione del sagrestano della parrocchia di Sclain erano degli esponenti di spicco di un’organizzazione criminale, operante nel settore dei prestiti illeciti di denaro, sfruttando e minacciando numerose famiglie in regione...
 

STACCO

 

33. INT. CASA DELL’ISPETTORE – SALOTTO. NOTTE.
  CRONISTA (F.C.)
... La preziosa testimonianza di un imprenditore udinese, vittima degli strozzini, ha permesso agli inquirenti di risalire ai vertici del gruppo di usurai, che...
 
La nipote è seduta sul divano assieme a CELLINI davanti alla TV, mentre va in onda il servizio del Tg locale. Il volume si abbassa lentamente e la voce di CELLINI copre le ultime battute della giornalista.
  CELLINI
Così tuo zio usava i soldi dei suoi investimenti che aveva in Svizzera per aiutare le famiglie vittime dell’usura. Era proprio un grand’uomo tuo zio!
ARIANNA
Sono ancora impressionata. Non l’avrei mai immaginato!
CELLINI
Hai rischiato molto anche tu. Se solo avessero scoperto che aveva una nipote! ... Povero sagrestano!
 
Lui le prende la mano e le accarezza il viso. Ha lo sguardo un po’assente.
  CELLINI
Senti, c’è ancora una cosa che ti vorrei chiedere.
ARIANNA
Quale?
CELLINI
Sei anche tu un Benandante?
 
ARIANNA rimane per un attimo senza parole, poi si dichiara.
  ARIANNA
Ebbene sì! Anch’io viaggio con lo spirito a sconfiggere le streghe. Dopotutto sono nata anch’io con la camicia, no?
 
CELLINI diventa serio tutt’un tratto e ritrae la mano. Lei scoppia in un gran sorriso.
  ARIANNA
Ma no! Scherzavo! Dai! ... Basta uno in famiglia.
 
L’ispettore sorride e la bacia. Poi si ferma tutt’un tratto. Lei riapre gli occhi e rimane stupita. Lui sembra distratto da qualcosa e guarda nel vuoto, poi si alza lentamente, assorto nei suoi pensieri.
  ARIANNA
Cosa c’è?
 
Lui non le risponde.    
  CELLINI
Ma certo!
 
Va verso il tavolo dove ci sono ancora gli scritti del prete e i testi sui Benandanti. Comincia a sfogliarli velocemente, come alla ricerca di qualcosa. Lei si alza un po’ preoccupata.
  ARIANNA
Cosa sta succedendo?
 
Lui non le bada e finalmente trova quello che cerca. Legge velocemente a bassa voce da una pagina di un libro.
  CELLINI
... quando i Benandanti erano in viaggio extracorporeo il corpo non doveva essere spostato, altrimenti lo spirito non sarebbe potuto più tornare e questo avrebbe significato la morte...
 
Si avvicina a lei e le spiega.    
  CELLINI
Ma non capisci? Quando tuo zio ha bevuto la pozione era sul treno... in movimento! Il treno si muoveva e quindi lo spirito una volta uscito non sarebbe più potuto rientrare nel corpo. Ecco come è morto!
 
CELLINI va verso l’ingresso e si mette le scarpe. Si infila la fondina e prende la giacca.
  CELLINI
.Questo lo poteva sapere: o un Benandante, come tuo zio, appunto, oppure un esperto sul tema... uno che sa tutto sui Benandanti. Capisci?
ARIANNA
Ma ora dove vai?
 
La bacia, e si infila la giacca.    
  CELLINI
Ti spiego tutto dopo. Aspettami qui!
ARIANNA
No! Non andare! E’ pericoloso!
 

Esce e chiude la porta. Lei cerca di fermarlo, ma lui è già uscito. ARIANNA rimane ferma in piedi davanti alla porta.

 

34. EXT. CASA DELLO STUDIOSO – CORTILE. NOTTE.
La macchina di CELLINI arriva, nel mezzo della notte, alla casa dello studioso. Rallenta ed entra nel cortiletto. L’ispettore spegne i fari e scende dall’auto. La casa sembra vuota. Solo la luce fioca del caminetto acceso penetra all’esterno. CELLINI scende cautamente le scale ricoperte di neve.
35. INT. CASA DELLO STUDIOSO – INGRESSO E SOGGIORNO. NOTTE.
Lentamente CELLINI apre la porta dell’ingresso.
  CELLINI
C’è qualcuno? Professor Moretti?
 
Non riceve risposta e decide di entrare. Chiude piano la porta dietro di sé ed avanza verso il soggiorno.
  CELLINI
Professore? E’ in casa?
 
Va verso la luce fioca dell’interno ed entra nel soggiorno. Illuminato dal focolare e da alcune candele sul tavolo, MORETTI è seduto su una poltroncina, accanto al caminetto. Ha gli occhi chiusi e il capo leggermente reclinato in avanti. CELLINI, appena lo vede, esita un istante, poi gli si avvicina.
  CELLINI
Professore? Mi sente?
 
Gli tasta il polso e si china, cercando di aprirgli la palpebra dell’occhio sinistro. Appena la solleva salta all’indietro terrorizzato. Sotto le palpebre non ci sono gli occhi. E’ buio, come se il corpo fosse cavo all’interno. Indietreggia ancora appoggiato per terra, infine si rialza in piedi. Improvvisamente si sente la porta dell’ingresso aprirsi lentamente. CELLINI guarda verso l’entrata terrorizzato. Entra una specie di vento leggero, una brezza che muove dolcemente l’aria. Le candele tremano, sventola piano la tovaglia e poi la tendina sul caminetto, come se quella strana aria si muovesse lungo la stanza, fino ad arrivare dallo studioso. Lì viene come assorbita dal corpo del professore, che spalanca gli occhi e la bocca con un gemito terrificante. Poi chiude nuovamente gli occhi più volte, come per schiarirsi la vista, quindi lentamente si alza in piedi. CELLINI non crede ai suoi occhi. Osserva il tutto impietrito. Lo studioso ora è in piedi e nota l’ispettore. Tossisce ed è visibilmente stanco.
  MORETTI
Salve ispettore! ... Così mi ha scoperto?
 
CELLINI non riesce ancora a parlare, ma si riprende gradualmente dallo shock.
  MORETTI
Si ritenga fortunato! Non capita a tutti di vedere un viaggio extracorporeo.
 
L’ispettore riacquista la parola.    
  CELLINI
Anche Lei quindi è un Benandante?
 
MORETTI accende la luce e spegne le candele.
  MORETTI
Non proprio. Diciamo che io appartengo al lato oscuro. Uno stregone, un malandante... mi chiami come vuole ...
 
Lo studioso si risiede, appoggiandosi ai braccioli della poltrona un po’ a fatica, come se gli facessero male tutti i muscoli.
  CELLINI
Alla fine ha scoperto anche Lei il potere della pozione...
MORETTI
Il potere sì, ma non la sua composizione...
CELLINI
Ma allora?...
MORETTI
Andiamo ispettore! Non ha fatto i compiti a casa? Siamo nella terza settimana dell’avvento e oggi è venerdì! Questa notte coincide con uno dei quattro tempora in cui ci battiamo contro i Benandanti... (sorride) Non ci è andata molto bene... devo ammettere...
 
L’ispettore rimane ancora una volta ammutolito.
  MORETTI
Si sieda, ispettore! Non abbia paura... non mordo!
 
MORETTI prende una pipa da un astuccio e la carica di tabacco. CELLINI prende una sedia tenendosi a debita distanza dal professore.
  CELLINI
Lei ha ucciso Don Guglielmo facendogli bere la pozione sul treno, non è vero? Sapeva che, una volta uscito dal corpo, il suo spirito non sarebbe più riuscito a tornare e questo lo avrebbe ucciso...
 
Lo studioso si accende la pipa.    
  MORETTI
Non esattamente! Devo ringraziare Lei se ho potuto scoprire qual è il segreto delle pergamene, anche se solo in parte. Vede... Sì è vero! Io volevo uccidere Don Guglielmo, ma in modo molto più tradizionale...
 

DISSOLVENZA INCROCIATA

 

36. INT. TRENO – CORRIDOIO. NOTTE (FLASHBACK).
Immagini in flashback.
DON GUGLIELMO è seduto nel treno con in mano il breviario, assorto nella sua lettura.
  MORETTI
Quella notte salii anch’io a Mestre... Seguivo il prete. Sapevo i suoi spostamenti e quindi mi fu facile incontrarlo...
 
Dall’entrata dello scompartimento si avvicina lentamente MORETTI. Arriva vicino al posto di DON GUGLIELMO e si siede di fronte.
  MORETTI
... Da tempo volevo impossessarmi delle pergamene o almeno poter accedervi per studiarle. Don Guglielmo le custodiva molto gelosamente e, sapendo chi ero, non me le avrebbe mai cedute, per nessuna ragione...
 
Il prete, riconoscendo il professore, si allarma e si guarda intorno in cerca di altri passeggeri. MORETTI estrae dalla tasca del cappotto una pistola e la punta contro il prete.
  MORETTI
... C’era solo un modo per mettere le mani sulle pergamene: quello di uccidere Don Guglielmo. Sarebbe partita un’indagine e, dopo di lui, io sono l’unico esperto sul tema in tutto il Friuli, quindi avrebbero contattato me per riuscire a decifrarle. Inoltre sarebbe stato facile incolpare gli stessi usurai che lui combatteva. L’ho saputo da una delle famiglie che lui aiutava del traffico che faceva con i soldi in Svizzera...
 
Sorride e minaccia il prete che cerca di alzarsi. DON GUGLIELMO è terrorizzato. Si risiede e lentamente mette la mano in tasca.
  MORETTI
... Ovviamente non sono un killer professionista e quella notte il mio piano fallì. Don Guglielmo estrasse dalla tasca la famosa pozione, che allora non sapevo ancora bene cosa fosse, e la bevve...
 
DON GUGLIELMO estrae dalla tasca una piccola bottiglietta e la porta velocemente alla bocca bevendone il contenuto. Il professore rimane spiazzato. Improvvisamente DON GUGLIELMO sgrana gli occhi e poi li chiude, lasciandosi andare sul sedile.
  MORETTI
... Devo dire che mi sorprese. Presi la bottiglietta e in quella entrò un altro passeggero. Mi alzai di scatto e cambiai vagone. Scesi poi a Udine e tornai a casa, pensando che il prete mi avesse fregato, uccidendosi prima lui con del veleno.
 
In quel mentre, nel vagone entra un altro passeggero e si dirige verso i due. MORETTI si alza e esce dalla parte opposta. Il PASSEGGERO non nota il prete e si siede vicino all’entrata.

DISSOLVENZA INCROCIATA

 

37. INT. CASA DELLO STUDIOSO – SOGGIORNO. NOTTE.
Il professore continua a fumare la pipa, mentre CELLINI lo ascolta con interesse.
  MORETTI
Pensai che ormai tutto fosse perduto. Credendo che Don Guglielmo si fosse suicidato non sarei più potuto arrivare alle pergamene. E invece...
 
CELLINI continua il discorso.    
  CELLINI
Don Guglielmo bevendo la pozione avrebbe separato lo spirito dal corpo e quindi simulato una morte per cause naturali. Quindi niente indagini, niente scandali e soprattutto le pergamene sarebbero rimaste lì dov’erano, al sicuro in mano alla Chiesa.
MORETTI
Complimenti! Immagino che ora Lei le rivoglia indietro... Peccato, ero quasi arrivato alla soluzione finale. E grazie a Lei... Se Lei non avesse iniziato le indagini, non sarei potuto diventare l’esperto che aiuta l’investigatore a risolvere il caso.
 
Lo studioso sorride, dando un paio di boccate alla sua pipa. I due rimangono per un attimo in silenzio a guardarsi.
  CELLINI
Come faceva ad essere così sicuro che una volta aperta l’inchiesta, si sarebbero dovute decifrare le pergamene per chiarire la morte del prete.
MORETTI
Lei lo ha fatto! E come Lei chiunque altro.
 
CELLINI si alza in piedi e rimette a posto la sedia. Scuote la testa. MORETTI cerca di consolarlo.
  MORETTI
Ispettore! Nessuno ha ucciso nessuno. Qualcuno è morto. Di tanto in tanto succede. La vita continua. Va sempre avanti finché non si ferma. Ma questo lei lo sa, non è vero?
 
L’ispettore lo guarda negli occhi.    
 

CELLINI
Non Le dispiace seguirmi in centrale per una deposizione, vero?

 

Il professore dà un tiro alla sua pipa e soffia via il fumo lentamente sorridendo all’ispettore.

 

38. EXT. CASA DELLO STUDIOSO – CORTILE. NOTTE.
MORETTI viene accompagnato dall’ispettore verso una volante della polizia ferma sulla strada. CELLINI ha con sé le copie delle pergamene. Il lampeggiante è acceso e un POLIZIOTTO in divisa li aspetta fuori dalla macchina. Lo studioso viene fatto salire nel sedile posteriore e il POLIZIOTTO sale davanti. La volante riparte sgommando un po’ sulla neve ghiacciata. Un gruppetto di gente è accorsa sul posto. uno dei quali tira una palla di neve ed iniziano a rincorrersi per strada. CELLINI rimane per un istante in piedi a guardare la macchina della polizia allontanarsi su per i tornanti, poi sale nella sua macchina e la segue. La neve scende lenta e silenziosa nella notte.
FINE

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