f.a.q.  del 1999-2000 
Quante volte, quando eravamo alle prime armi con l'apicoltura e magari non avevamo un amico che ci potesse consigliare, avremmo voluto porre delle domande a qualche anziano apicoltore, o scambiarci delle esperienze?? Alcuni apicoltori,hanno gentilmente accettato di rispondere alle Vs. domande e scambiare le loro esperienze  .
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  • 28/12/00 Chiede Alessandro:come procedere alla marcatura della regina, in che periodo e come farlo.
    Risponde Paolo: la marcatura delle regine può essere fatta in ogni momento, purché le api non siano in glomere e la temperatura permetta alla pittura di essiccarsi facilmente. Si deve cercare la regina, dunque la cosa é più facile all'inizio della primavera o in autunno (le famiglie sono meno popolose), si prende la regina delicatamente per il torace, tra il pollice e l'indice (non si possono usare i guanti per ovvi motivi) e la si marca sul torace, con un pennellino o uno stecchino, facendo attenzione a non imbrattare le ali o la testa. Vi sono anche dei ferma regina, che permettono di bloccare la regina sul favo per marcarla. Sono in vendita dei kit per la marcatura , anche se alcuni apicoltori preferiscono preparare le pittura, con basi all'anilina. Fai prima delle prove su alcuni fuchi.
  • 07/12/00 Chiede Raffaele: se ci sono tarme nel nido come posso essere sicuro che le api ne controllino sviluppo? Come posso capire se il miele é fermentato?
    Risponde Giovanni: una famiglia sana e sufficientemente forte, si difende senza problemi dalla tarma della cera. Invasioni importanti di tarma sono segno evidente di debolezza o morte della famiglia (cosa differente per i telai immagazzinati in questo caso ai fatto bene ad usare il B401). Il miele fermentato aumenta di volume a causa della creazione di CO2 e alcole. Si separa in due fasi una liquida l'altra pastosa, ha un odore di spirito e malto fermentato, il gusto può diventare piccante-alcolico. Rimane comunque commestibile, vendibile come miele per pasticceria
  • 30/11/00 Chiede Carlo: desidererei sapere la differenza tra il miele d' ape ed il miele di vespa.
    Risponde Alberto: le sole proteine che le api importano nel nido, é  il polline dei fiori. La a vespe (vespa comune, vespa cartaria, vespa crabo) é onnivora, si nutre e conserva  proteine animali. Dunque , il pochissimo "miele" che raccoglie può essere di nettare, ma anche di succhi tratti da sostanze e residui animali.
  • 22/11/00 Chiede Enrico:Un prodotto composto da: 55% miele che acquisterei..,40% foglia di pianta che produco, 5% acquavite o conservante naturale, come è classificabile? Quali adempimenti per poterlo produrre e commerciare? Risponde Jean-Luc: Primo problema il miele e l'alcol non sono prodotti dalla tua azienda, dunque non puoi cederli come agricoltore ma devi avere una licenza di commercio, anche perché,  non rientra nella tabella A parte I IVA. Inoltre l'utilizzo di addizioni alcoliche rende necessaria la licenza UTIF (come per la propoli in soluzione alcolica). Bisogna vedere se queste erbe rientrano tra quelle presenti nella lista della farmacopea, dunque se contengono principi attivi, devono essere prodotte e vendute alla stessa stregua di preparati erboristici attivi (licenze di produzione e commercio  prodotti erboristici, anche  Min.Sanità se del caso).Questa é la mia opinione.
  • 16/11/2000 Chiede Tommaso: c'è una legislazione per i mieli aromatizzati "aromel" (aggiunta di oli essenziali)?
    Risponde Jean-Luc: Il regolamento CEE 1360/78, definisce miele " il prodotto alimentare che le api domestiche producono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da parte vive di piante. Tale deve essere senza aggiunte, né sottrazioni. Non sono a conoscenza di normativa sul  miele aromatizzato (aromel). Normative similari, applicabili per analogia, possono trovarsi per altri prodotti alimentari. In questi casi analoghi non si potrebbe, per chiarezza, chiamare il prodotto semplicemente "MIELE", ma dovrebbe essere, per prudenza, chiaramente indicato che trattasi di alimento a base di miele aromatizzato con oli essenziali.  Vedi anche il miele nocciolato.Questa é la mia opinione.
  • 25/10/10 Chiede Morando: Vorrei informazioni riguardo a Miele al tartufo.
    Risponde Jean-Luc: il miele aromatizzato al tartufo viene preparato mischiando estratto liquido di tartufo ( o aromatizzato al tartufo o al sentore di tartufo, dipende se gli aromi sono naturali o artificiali).  Per la cronaca, all'ultima mostra del tartufo di Asti, é stata negata l'esposizione a tutti i prodotti aromatizzati al tartufo ( a causa del rischio di contraffazione con sostanze artificiali). Questo prodotto esula dai prodotti agricoli dalla tabella A parte I  IVA
  • 16/10/00 Chiede Riccardo:mi piacerebbe produrre un liquore con miele e grappa di vinacce.
    Risponde Jean-Luc: per preparare un liquore a base alcolica + miele basta prendere una buona acquavite o alcol alimentare diluito a 40 gradi (é meglio della grappa perché meno intenso e permette al miele di sprigionare il suo aroma). Aggiungete miele a vostro piacimento (meglio un miele dal gusto intenso, tipo melata). Lasciate riposare almeno un mesetto e filtrate se necessario. Altra cosa é l'estrarre alcool dall'idromele, la distillazione deve essere autorizzata dall'UTIF e comunque il prodotto sarebbe molto costoso.
  • 07/10/00 Chiede Fiordiviola: sareste così gentili da inviarmi la ricetta per fare l'aceto di miele? E' possibile aggiungere della frutta nella fermentazione? Mi sapreste elencare le proprietà dell'aceto di miele?
    Risponde Jean-Luc:Potrà trovare la ricetta dell'aceto di miele nella nostra pagina "Ricettine ricettone" rubrica "Tecnica apistica" Per aromatizzare l'aceto vi sono due vie, o aromatizza l'idromele o aromatizza l'aceto stesso. I batteri che provocano l'acetificazione (aceto di vino, di mele o di miele) sono sempre gli stessi, cambia la base acetificata che può dare un prodotto con ph più elevato (aceto di vino) o meno elevato (aceto di mele e di miele).
  • 05/10/00 Chiede Sandro:  ci venderebbero delle arnie in cu ci sono state delle api morte di Varroa. Come pulirle?
    Risponde Paolo: nessuno può darti la certezza che queste arnie siano morte a causa della varroa. Per prudenza é bene trattarle come fosse Peste americana. Ti consiglio (interno et esterno) un lavaggio con acqua e soda bollente, per sgrassare e togliere l'eventuale propoli, una disinfezione con fuoco usando una fiamma blu (tipo gas propano), eventualmente un' ulteriore disinfezione con formalina o bagno di cloro al 45% (metodo consigliato in Canada)
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  • 03/10/00 chiede Carlo:  mi chiedono miele alla pappa reale, vorrei sapere come ottenerlo?
    Risponde Alberto: la pappa reale usualmente venduta non é null'altro che miele, usualmente di acacia, addizionato con pappa reale in una percentuale uguale o superiore al 10%. Infatti la pappa reale pura é acidissima e assai poco gradevole al palato. Per fare miele alla pappa reale basta ridurre la dose di questa, per mero esempio all'1%. Ricordiamo però che la pappa reale é  delicata e deve essere conservata in frigo, per un tempo limitato.

  • 10/09/00 chiede MAX: gradirei sapere che distanza e' sufficiente per evitare la fecondazione della regina con un altra razza, disponendo di una razza divesa di regina che distanza mi basta per evitare che mi si formino ibridi?
    Risponde Giovanni : i fuchi hanno un raggio d'azione che può arrivare anche a 5 Km.. Si assembrano in aree definite ove le regine si recano per la fecondazione. L'ideale, per ottenere una fecondazione pura (ciò della stessa razza della regina), é di saturare l'area di fuchi della razza desiderata e porre l'apiario a una distanza di almeno 5 Km. da altri di razza diversa (sperando che non ci siano sciami naturali presenti nella zona).
  • 28/08/00 chiede Marco: quale sia il momento più idoneo per colonizzare le nuove arnie con la tecnica del travaso. inoltre mi domando come sia opportuno posizionare le arnie?
    Risponde Alberto: nel nostro sito abbiamo già risposto a tali quesiti. Il popolamento di arnie può andare dalla primavera ad agosto, dipende dai climi e dalle possibilità nettarifere della zona. Lo scopo, del primo anno di vita della famiglia, é di superare l'inverno, dunque avere sufficienti scorte. In agosto si effettuano ancora sciami artificiali con regine feconde, ma devono essere seguiti per il loro buon invernamento. Mentre in primavera, le sciamature naturali offrono un facile metodo di popolamento e  la stagione propizia offre ampi raccolti. Localizzando l'apiario bisogna tener conto che le api hanno un raggio d'azione  ottimale di circa 1 Km. ma si spostano anche oltre. Un luogo tranquillo, con fioriture, senza ristagni di umidità ma con acqua pulita disponibile andrà benissimo. Tenete conto che la possibilità di raggiungerlo con un veicolo vi faciliterà tutte le operazioni di carico e scarico.
  • 01/08/00 chiede Raimondo:  perché non create un calendario anche per i climi continentali?  Essendo un principiante mi conviene smielare ad Agosto, oppure posso smielare anche a Settembre.
    Risponde Paolo: questo calendario é puramente indicativo e dovrebbe essere adattato alle singole regioni (anticipando per il meridione e posticipando per il settentrione e zone interne). Inoltre ogni zona ha un suo microclima, dunque l'apicoltore deve saper adeguarsi di conseguenza . Per la smelatura, é consigliabile farla presto (quando almeno  i 3/4 della superfice del favo é opercolata), a causa di mieli che cristallizzano repentinamente, inoltre il caldo favorisce la centrifugazione, poiché il miele é meno viscoso.
  • 28/07/00 Chiede Marco: ho due famiglie che apparentemente sembrano forti uguali; la prima famiglia ha prodotto un melario di acacia e uno di millefiori. La famiglia accanto non è ancora andata a melario, tutto ciò che ho notato è una sorta di intasamento del nido circa 3 telai per lato di miele  rose di covata sono piccole nonostante importi polline. Risponde Giovanni: forse la tua arnia ha il nido intasato da miele e polline, dunque la regina non riesce ad avere spazio per la covata. Prova a dare  favi costruiti, uno alla volta, nel centro e guarda se la regina Vi deposita covata.
  • 27-7-2000 Marco chiede: è possibile avere delle informazioni sul rotenone: che tipo di prodotto è?
    Risponde Paolo: il rotenone e un principio attivo estratto dalle radici di una leguminosa tropicale (Derris ellipt. o altre varietà), é un insetticida, non selettivo, utilizzato e commercializzato per la lotta agli afidi, cavolaia, dorifera, etc.. La sua azione é superiore a quella dei piretroidi, con cui può essere combinata. Questo principio attivo, a mia conoscenza, non ha ottenuto la relativa autorizzazione sanitaria, per uso apistico, anche se in Francia é utilizzato dagli apicoltori. Porrei estrema attenzione all'uso di questo prodotto, poiché é nocivo agli insetti pronubi ( anche il piretro lo é, tutto dipende dal dosaggio ) e può far insorgere ceppi di varroa resistenti al prodotto, qualora utilizzato dissennatamente.
  • 26/07/00 Chiede Roberto: come posso fare per far ripulire i melari, li devo rimettere sopra le arnie oppure li posso
    mettere distanti dall'apiario in modo che tutte le api possono ripulirli , non ci sono pericoli di saccheggio?
    Risponde Alberto: personalmente installo nuovamente i melari vuoti, verso sera, per evitare saccheggi. Lasciare i melari incustoditi, oltre al rischio di saccheggi, può attirare vespe e calabroni.

 

  • 18/07/00 Chiede Luciano:  mi interessa anche la ricetta per la propoli in soluzione alcoolica per adulti e quella in soluzione idromiele per i piu piccoli.
    Risponde Jean-Luc:  vedi la Rubrica Ricettine e RICETTONE con i prodotti delle Nostre API.

  • 11/07/00 Chiede Max: Qual' è il modo più pratico per tenere in magazzino i favi del melario evitando che vengano attaccati dalle tarme? L'acido acetico (se utile) come può essere applicato? E' conveniente conservare in magazzino dei favi da nido contenenti scorte di miele e polline per l' inverno? In tal caso, come posso conservarli? Ho notato che l' uso degli apiscampo non comporta l' abbandono totale delle api dal melario. Avete consigli per ottenere una maggior efficacia degli apiscampo?
    Risponde Giovanni: non conosco metodi di conservazione tramite l'acido acetico. Attualmente l'uso di questo acido é testato negli USA contro la varroa. Per conservare i favi che hanno contenuto solo miele, basta impilarli e metterli in un luogo fresco, ben aerato e luminoso (all'aperto e sollevati da terra é l'ideale, anche sopra le arnie), le tarme odiano la luce le correnti d'aria e il freddo. Per gli altri casi puoi usare l'anidride solforosa (anche in bomboletta spray) o il batterio Thuringiensis, che uccide le larve. Puoi conservare favi di miele opercolato (in molti casi cristallizzerà), mentre  il polline tende ad ammuffire e fermentare, in Australia mettono il polline o i telai nello zucchero semolato. L'apiscampo non elimina il 100% delle api, puo agevolare l'uscita dal melario con qualche sbuffo di fumo (quando l'installi), il resto delle api andrà spazzolato via.
  • 08/07/00 Chiede Roberto: Volevo sapere quali sono le condizioni limite (temperatura °C) per il trasferimento dell' apiario? La località del trasferimento dista circa 2,5 Km in linea d 'aria.Come mi devo comportare visto la mia vicinanza? Trovo un posto provvisorio più lontano di 3 Km? Quanto tempo devo lasciarle nel posto provvisorio prima di portarle al posto definitivo?                       Risponde Paolo: Per muovere le arnie sono sempre preferibili le ore più fresche dell'alba e del tramonto. Attualmente le arnie con fondo mobile permettono una buona ventilazione, anche con la porticina chiusa. Non é solo la temperatura esterna che può dare problemi, quanto l'aerazione e la capacità delle api di mantenere una buona temperatura interna, tenendo conto che al di sopra dei 40° la cera  rammollisce. Il metodo del trasferimento in due fasi può essere fatto nel giro di pochi giorni. Se invece hai a disposizione un luogo fresco, magari all'oscuro, puoi lasciare le tue api rinchiuse per 1 giorno. Le piazzerai e riaprirai il giorno seguente, senza grossi problemi di ritorno al precedente luogo di dimora.
  • 01/07/00 Chiede Rai: ci sono da cambiare altri 5 favi. Come procedere visto che tutti sono propolizzati. Vorrei chiedere come si usa la forchetta per disopercolare. Le costruzioni non regolari delle api (quali favi sotto il coprifavo ecc ecc) vanno rimosse sempre oppure le si lascia stare sino alla smielatura? dopo quanti anni si cambia un favo? Risponde Alberto:  togli il primo telaino di riva (destro o sinistro se sei mancino), poi devi staccare tutti i tre lati del telaino seguente , a destra a sinistra e sotto, con la punta della leva (allontana le api con il fumo). Sollevalo staccando le orecchiette. La forchetta serve solo per lacerare gli opercoli ( a freddo), se il miele é liquido lo smelatore farà il resto. Le formazioni di cera anomale (brace comb) é meglio eliminarle, ostacolano solo le operazioni.  I favi vanno cambiati quando divengono neri, ogni 3-4 anni.

 

  • 16/06/00 Chiede Alessandro: ispezionando l'alveare ho notato nel favo del melario un buco tra le celle di 15 celle? Nel fondo di un favo del melario ho notato macchiette di colore arancione, cosa sono?   Risponde Paolo: Alcune volte le api, se vi é poco raccolto possono erodere la cera in prossimità dei fili d'intelaiatura. Siccome il fenomeno é nel melario, non comporta nessun danno. Si i grani colorati che trovi può essere polline.
  • 14/06/00 Chiede Roberto: ho riscontrato la presenza di varroe, osservando qualche giovane ape deformata e vedendo il fuggi fuggi della varroe tra una cella e l'altra con telaio alla mano.Chiedevo consiglio, visto l' assenza del melario, di come intervenire e di che tipo di trattamento fare.
    Risponde Giovanni: si premette che tutti i trattamenti estivi sono palliativi, poiché le varroe sono annidate nell'abbondante covata opercolata, non raggiungibile dai prodotti usuali. Un vero trattamento di pulizia sarebbe il trattamento termico dei telai di covata ( a 43 gradi), ma bisogna disporre di una scatola termica a termostato magnetico, trattando con ossalico o formico le api adulte. Come palliativi, in questo periodo, potresti usare l'acido formico ( col metodo ad evaporazione delle spugne imbevute di soluzione acquosa al 65%), l'api life var, il timolo in polvere (10/15 gr ad arnia spolverato ogni settimana per 4 settimane), l'acido lattico od ossalico. Potresti anche confinare la regina  e dopo 3 settimane, a sfarfallamento avvenuto di tutta la covata, distruggere il favo dove ai confinato la regina ( bisogna sempre trattare le api adulte come sopra ). Efficace,  ma solo di supporto, il trattamento FGMO con olio di vasellina  spalmato sul bordo superiore dei telaini e sul coprifavo, ripetuto ogni settimana per alcune settimane (almeno 4).
 
  • 12/06/00 Chiede Fabrizio: in uno dei miei tre alveari avevo notato che, dopo aver messo il mielaro, i telaini non erano stati tirati (cioè fatte le cellette), mentre nel secondo le cellette del mielaro erano state fatte.
    Risponde Alberto: Così come per i telai da nido anche i telai del melario, al fine di veder costruito il foglio cereo, necessitano di un flusso nettarifero (reale o simulato) per poter essere costruiti. La costruzione dei favi può risultare rallentata, anche dalla mancanza di api ceraiole (giovani api, mancanza possibile alla ripresa primaverile  o in casi di manipolazione di sciami artificiali inesatte). In questo particolare caso, essendo i favi da melario, bisogna vedere se il nido era già pieno e se le api "imbiancavano i favi", cioé se allungano all'estremo i bordi dei favi esistenti, per riempirli al massimo. Questo é un segno importante e significativo. In ultimo per favorire la salita delle api (se vi é flusso nettarifero, altrimenti non saliranno mai) potresti aggiungere qualche favo già costruito (2-3 telaini) e non aggiungere subito l'escludiregina, ma solo una volta che le api occuperanno il melario. Una pagina sarà dedicata all'argomento nella rubrica "Tecnica Apistica".
  • 15/05/00 Chiede Gianfranco: Qual'é il ritmo di crescita  di un nucleo in salute partito da uno sciame artificiale su 5 telaini? Quanti giorni ci vogliono perché sia costruito un favo su un intero telaino nuovo?  Risponde Paolo: i dettagli sono alquanto approssimati, non si specifica se il nucleo é con regina, con cella reale o nulla di tutto ciò, quanti telai di covata ( aperta e chiusa), quante api sui telai e di che età, scorte di polline e miele, etc..???? Diciamo che in questo periodo e con tempo buono, un nucleo  forte ( con regina) può in 20-30 giorni  riempire un'arnia Dadan da 10 tlx e richiedere il melario. In tutti gli altri casi i tempi sono più lunghi e dipendono dalle diverse variabili esposte. Una famiglia forte può trasformare  un foglio cereo in favo anche in 2 giorni, dopo deve riempirlo.
  • 09/05/00 Chiede Massimo: Come posso recuperare uno sciame che si è annidato in un' intercapedine di un muro. Risponde Giovanni: Metodi possibili: diretto, indiretto, soppressione. Metodo diretto rompi il muro sottrai i favi con covata e polline affrancandoli con rafia su telai vuoti, piazzando l'arnia sul posto per recuperare le api ( gran baillame e rischio di uccidere la regina tagliando i favi e manipolandoli.  Metodo indiretto dal foro di uscita delle api piazzi un tubo di gomma ( almeno 3 cm di diam.) che entra in un nucleo (es. dal foro del nutritore) e inserisci due favi di covata aperta e fogli cerei, le api sono costrette a passare dal nucleo e si  prendendo  cura della covata, con un pò di fortuna potrebbe arrivare anche la regina. Altrimenti poco male dopo qualche tempo se vi sono molte api nel nucleo, lo stacchi, e dando covata fresca fai erigere celle reali. Purtroppo (sich) quello nel muro dovrai muralo vivo, oppure con moltissimo fumo farlo uscire (anche per ore, provocandone una sciamatura a mò d'incendio nella foresta). Vi sono anche repellenti chimici, in commercio, che possono far fuoriuscire le api.
  • 09/05/00 Chiede Salvatore: Cos'é uno sciame artificiale, come si mette un nutritore, posso fondere  piccoli sciami. Risponde Paolo e la Redazione:  per sciame artificiale s'intende la formazione di una nuova famiglia tramite unione di favi con covata, riserve e api provenienti da una o più famiglie. Vedi la nostra rubrica Tecnica Apistica. Vi sono diversi tipi di nutritori per sciroppo, i più comuni sono:  a tasca piazzabile al posto di un telaio di riva, da tetto si piazza sul coprifavo tramite un foro in questo, da porticina con una specie di beccuccio abbeveratoio. Si  é consigliabile unire  sciametti, resterà la regina più forte, altrimenti non saranno in grado di superarel'inverno.
  • 03/05/00 Chiede Roberto F: mi è sfuggito uno sciame la famiglia da dove è uscito  si è indebolita parecchio,ora penso di poterlo riunire o inarniarlo. Ho controllato le altre arnie, ho trovato circa 20 celle reali,eliminandole, ho fatto bene?può influire sulla famiglia?direi che sono molto forti,ma dopo cosa succederà?
    Risponde Alberto: Non riunirei lo sciame d'origine con la famiglia da cui proviene. E' sicuramente molto forte e potrebbe risciamare. Ormai é cosa fatta. Meglio prevenire, vedi SCIAMATURA PREVENZIONE E CONTROLLO Rinforza l'arnia d'origine con qualche telaio di covata opercolata delle altre arnie, servirà a far spazio nella camera di covata e a placare gli ardenti bollori sciamatori ( metti al loro posto fogli cerei ). Con tutte quelle belle celle reali potresti fare dei nuclei di fecondazione. Attenzione a quando si tolgono le celle reali, che siano veramente di sciamatura e non di emergenza o sostituzione.  
  • 03/05/00 Chiede Roberto F:  calabroni come posso fare per eliminargli? Non riesco a trovare il loro covo.
    Risponde la Redazione: provi con delle bottiglie di plastica tagliate a metà, con la parte superiore capovolta a mò d'imbuto, appese e riempite di acqua e aceto.
            Replica l'Apicoltura Riccio :Vi allego alcune foto che dimostrano la realizzazione del metodo e l'efficacia dello stesso vi prego pubblicarle sul vostro sito visto che e impossibile inviare allegati sul newsgroup tin.it.mondo-miele è consigliabile rinnovare la soluzione zuccherina almeno una volta a settimana  per rendere più appetibile la soluzione e per eliminare l'accumulo di calabroni che ostacolano l'annegamento dei successivi visitatori. personalmente ho usato la schiumatura del miele al posto dello zucchero. images/foto1.jpg   images/foto2.jpg
  • Chiede Robero V.:Qual'è il periodo più adatto per fare sciami artificiali, quanti sciami posso formare senza compromettereil raccolto?E' vero che formare sciami artificiali e un metodo per prevenire la sciamatura naturale,ci sono altri metodi di prevenzione alla sciamatura?  Quanti telai di covata opercolati e non necessitano per sciame artificiale? quanti di scorte?E' meglio procurare le regine già pronte per accelerare la crescita dello sciame o è meglio far costruire le celle reali dalla covata fresca?
    Risponde Paolo: pubblicheremo una pagina in proposito , vedi  anche SCIAMATURA PREVENZIONE E CONTROLLO. La sciamatura artificiale può servire a prevenire la sciamatura dunque questo é il periodo migliore. Il numero di telai di covata varia da 2 in sù idem per miele e polline. L'introduzione di regina  già fecondata accelera enormemente lo sciame artificiale. Sconsigliabile far crescere al nucleo le proprie celle reali, possono essere di scarsa qualità, meglio usare un arnia mamma.
  • 25/04/00 Chiede Paolo: in che modo e per quanto tempo,una regina ingabbiata ma non feconda può essere conservata viva. E poi, se una famiglia orfana accetterebbero una regina ingabbiata ma non feconda?
    Risponde Alberto e la redazione : Una regina vergine ha sicuramente meno feromoni di una fecondata. personalmente cercherei di introdurla in gabbietta su un favo di covata, ciò dovrebbe aiutarla nell'accettazione. Il grosso handicap sono i maggiori tempi per l'accettazione e il successivo volo di fecondazione ( oltre a quello di conservazione, hai al max 40/45 giorni per fecondarla), dunque un rischio di avere regine fucaiole o di  scarsa qualità. Vedi Introduzione di Regina in Gabbietta . Al posto dei nuclei di fecondazione potrai usare uno o due melari sovrapposti. Vedi anche il magnifico e poco costoso nucleo in cartone del nostro sponsor Apicoltura Casentinese ( manda loro un Email per dettagli ).
  • 21/04/00 Chiede Roberto: ho formato due nuclei , lasciando 4 telai di covata e 2 di scorta in entrambe. Ho cambiato la posizione all' arnia facendo in modo che il nucleo senza regina ricevesse le bottinatrici .Verificai che la famiglia orfana avesse costruito le celle reali, poi sfarfallate regolarmente.Nel nucleo orfano non ho trovato covata e peggio non vedo più ombra di regina vergine. Cosa devo fare?
    Risponde Giovanni:  purtroppo il cattivo tempo può aver disperso la regina vergina durante il volo, ho averne impedito, la fecondazione, Attendi ancora una settimana per essere sicuro che non vi sia covata, dunque regina. Se del caso potrai acquistare una regina da inserire ,non vi sono particolari accorgimenti visto che il nucleo é orfano purché la regina sia ingabbiata e il foro di passaggio munito di candito (metterai la gabbietta nel centro tra i listelli de