CATANIA |
Seminari di formazione e aggiornamento
Gli psicologi nel Dipartimento Materno Infantile
Dotazione organica degli psicologi dei SerT
18 ottobre 2001
"Dirigenza psicologica e procedure di valutazione aziendale" - Relatore: Rinaldo Perini, Segreteria Nazionale AUPI.
30 marzo 2001
"Servizi e prodotti psicologici nelle Aziende Sanitarie" - Relatori: P. Bozzaro, L. Raciti, S. Scardilli
8 marzo 2001
"SANITA' e MINORI: cornici e deontologiche degli interventi professionali" - relatrice: Dott.ssa F. Pricoco, Giudice presso il Tribunale dei Minorenni di Catania
19 gennaio 2001
"Gruppi di auto-aiuto" - relatore R. Pezzano
19 dicembre 2000
“Cartella clinica e trattamento dei dati personali" - relatore P. Bozzaro
Il personale dei SerT attualmente presente in Sicilia deriva dalla programmazione prevista dal D.A. n. 233 del 29.6.92, mai del tutto portata a compimento, anche a causa della diversa “efficienza” organizzativa delle 62 USL allora esistenti, poi ridotte a 9 nel 1994.
Per la provincia di Catania, che allora comprendeva 11 USL, venivano previsti 10 SerT con un personale complessivo di: medici=24; psicologi=33; assistenti sociali= 28; infermieri professionali=23; pedagogisti= 11; educatori= 10; amministrativi=10.
Al marzo 2000 i SerT che risultano “aperti” sono 10, con dotazione di personale differenziato e volume di attività - in base alle relazioni periodiche dei Responsabili dei vari servizi – tale da richiedere maggiori risorse tecniche e umane. Per quanto riguarda gli psicologi, invece, si è assistito ad un progressivo depauperamento di presenze, fino alla attuale situazione che presenta una carenza netta di 9 unità, a carico soprattutto dei SerT del territorio provinciale.
Questo il prospetto analitico per Distretto:
DISTRETTO |
PSICOLOGI PREVISTI (233/92) |
PSICOLOGI PRESENTI |
CARENZE |
Ex
USL 29 – Caltagirone |
4 |
½ |
- 3 |
Ex
USL30 – Palagonia |
- |
- |
- |
Ex
USL 31 – Paternò |
4 |
4 |
0 |
Ex
USL 32 – Adrano |
2 |
2 |
0 |
Ex
Usl 33 – Gravina |
2 |
1 |
- 1 |
Ex
USL 34 – Catania1 |
8 |
6 |
2 |
Ex
USL 35 – Catania 2 |
5 |
4 |
- 1 |
Ex
USL 36 – Catania 3 |
2 |
2 |
0 |
Ex
USL 37 – Acireale |
2 |
½ |
-
1 |
Ex
USL 38 – Giarre |
2 |
2 |
0 |
Ex
USL 39 – Bronte |
2 |
½ |
- 1½ |
Totale
|
33 |
24 |
-
9 |
La tendenza dell’Amministrazione è di affrontare il problema del personale in modo ambiguo. Alla dichiarazione generica di “carenza di personale”, fa seguire – per inevitabili ragioni di contenimento della spesa – una utilizzazione del personale esistente, "spalmandolo” sul territorio in modo da colmare i buchi! Assegnazioni a scavalco o trasferimenti temporanei, che si cronicizzano velocemente con il duplice risultato di destrutturare i servizi più attivi e funzionanti senza creare premesse solide e certe per quelli da avviare.
Noi invece vorremmo che l’Amministrazione, dai dati in possesso, tenendo conto dei bacini di utenza e della tipologia di domanda registrata in questi anni – nonché dei carichi di lavoro del personale –, dichiarasse chiaramente se il personale è adeguato, carente o sovradimensionato e fornisse i numeri, in modo da predisporre eventuali mobilità (interna, regionale…) o incarichi, convenzioni, concorsi. In assenza di indicazioni oggettive, è facile che il discorso sul personale diventi vago e opinabile: per alcuni gli psicologi sono troppi, per altri sono pochi…
SEMINARI
GLI PSICOLOGI NEL DIPARTIMENTO
MATERNO-INFANTILE
9 GIUGNO 2000 - 13 OTTOBRE 2000 - 10 DICEMBRE 2000 - 12 GENNAIO 2001 - 26 APRILE 2001
Sono continuati con periodicità gli incontri degli psicologi dei Consultori Familiari dell'ASL 3 miranti a definire le problematiche professionali dell'area: ne sta risultando una maggiore consapevolezza e unitarietà, che si sta consolidando in una pratica progettuale comune che tenga conto del Progetto Obiettivo materno-infantile e di quanto indicato con chiarezza nel Piano Sanitario Regionale che propone una organizzazione dipartimentale specifica.
PSICOLOGI NEI CONSULTORI
FAMILIARI
I compiti che la Legge 405/75 assegna ad ogni consultorio familiare sono “compiti d’istituto’; riguardano cioè una serie di interventi specifici (assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità e alla paternità responsabile e per i problemi della coppia e della famiglia, anche in ordine alla problematica minorile; la somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità scelte dalla coppia o dal singolo in ordine alla procreazione responsabile; tutela della salute della donna e del nascituro) e di attività di promozione, sensibilizzazione, prevenzione e educazione sulla popolazione del territorio, che il consultorio deve promuovere attivamente e stabilmente. La contrazione del personale psicologico (come di ogni altra figura prevista nello “standard” del personale consultoriale) di fatti vanifica il lavoro consultoriale di tutta l’équipe, incentivando solo richieste di consulenze personali di tipo ginecologico o psicologico. | |
Le normative successive (sia quelle sui minori, come la Legge Turco,
che il Piano Sanitario Nazionale) hanno ribadito questa “funzione” dei
consultori familiari come “servizio territoriale di base”, al punto
che ne promuovono e ne auspicano il potenziamento, ai fini del
raggiungimento del IV Obiettivo (Rafforzare la tutela dei soggetti
deboli). |
|
IL PSR (2000-2002) riprende in toto le indicazioni del PSN e ne esplicita maggiormente obiettivi, mezzi e strategie, impossibili da portare avanti senza un’adeguata copertura e formazione del personale. |
Dalla ricognizione che l’AUPI ha fatto su tutto il territorio siciliano risulta che a fronte di 186 consultori familiari attivi gli psicologi sono solo 146, con numerose situazioni a scavalco e con parecchi consultori completamente privi dello psicologo. |
AZIONI
1)
promuovere negli psicologi
dei consultori una forte ripresa della “cultura e della professione
psicologica”, dalle quali desumere delle “linee guida per il lavoro psicologico nei consultori”;
2) sollecitare a livello regionale degli interventi prioritari (da parte dell’ Assess. Alla Sanità) per potenziare la “rete dei consultori” e da parte dell’Ass. Enti Locali per dotare i Comuni di personale psicologico autonomo (interventi di comunità, adozioni, affidi…)
3) sollecitare ogni ASL a rispettare gli standard di personale previsto, denunciando le situazioni ‘permanenti’ di scavalco o di assenza.
ASL 3 CATANIA
Consultori Familiari aperti: 32. |
Pur prevedendo la Legge Reg. 1 psicologo per ogni Consultorio, attualmente gli psicologi presenti nell’ambito dei consultori familiari sono in tutto 24, tre dei quali a metà tempo. | |
Ben 13 consultori sono coperti dalla psicologo solo tre giorni la settimana (Acicastello – S. Venerina – Adrano – Bronte – Randazzo – Caltagirone – M. Imbaccari – S. Giovanni La Punta – Giarre – Fiumefreddo – Linguaglossa – Militello – Scordia); 3 consultori (Vizzini – Ramacca - Palagonia) completamente scoperti. |
Il ginecologo è presente in tutti i consultori familiari a tempo pieno. |
PROGETTI
Anche al fine di acquisire una metodologia di lavoro comune sono stati proposti, negli ultimi due incontri alcuni progetti, da proporre nella prossima programmazione di Dipartimento, progetti con una valenza psicologica più marcata in modo da equilibrare la tendenza degli ultimi anni che ha visto nei consultori dell'azienda una prevalenza medico-ginecologica.
N |
PROGETTO |
OBIETTIVI |
DESTINATARI |
COMMITTENTE |
DURATA |
SEDE |
1 |
Divenire Genitori
|
Prevenzione
Formazione |
Giovani
coppie |
Ospedale
Bambino Consultorio |
10
incontri |
Consultorio |
2 |
Abilità genitoriali
|
Prevenzione
Formazione |
Genitori
con figli in età scolare |
Comune
Scuola |
10
incontri |
Scuola
Comune |
3 |
Separazioni
|
Prevenzione
Assistenza |
Genitori
separati |
Tribunale
Comuni |
10
incontri |
Consultorio |
4 |
Adozioni Internazionali
|
Prevenzione
Assistenza Formazione |
Genitori
con domande di adozione |
Tribunale
Comuni Associazioni
Famiglie |
15
incontri |
Consultorio |
5 |
Violenza in famiglia
|
Indagine
conoscitiva |
Polizia
– Carabinieri Pronto Soccorso – Scuole - Associazioni |
Autorità
giudiziaria |
3
mesi |
Consultorio |
6 |
Contraccezione
e adolescenti |
Informazione
Prevenzione Consulenza |
Adolescenti
|
Scuola
Famiglie Giovani |
10
incontri |
Consultorio |
DAL PIANO SANITARIO REGIONALE 2000-2002
(Approvato dalla Giunta Regionale di Governo nella seduta del 27 aprile
2000)
"2.4.3
Consultori Familiari
Costituiscono le strutture cardine per la piena atttuazione della Legge 194/78. Dovrà essere attuato il completamento della rete consultoriale e l’eventuale potenziamento delle équipes consultoriali.
….
Pag.
35
5.
GLI OBIETTIVI REGIONALI DI SALUTE
Il Piano Sanitario Regionale, sulla base delle indicazioni contenute nel Piano Sanitario Nazionale 1998-2000, ha come obiettivo la promozione alla salute… Gli obiettivi che si intendono raggiungere in relazione anche alle necessità assistenziali ed epidemiologiche della Regione così si individuano:
-
promuovere comportamenti e stili di vita per la salute;
-
contrastare le principali patologie;
-
migliorare il contesto ambientale;
-
rafforzare la tutela dei soggetti deboli;
-
migliorare la sanità siciliana con riferimento ai livelli europei più
avanzati.
Pag.
54
5.5
OBIETTIVO N. 4 - RAFFORZARE
LA TUTELA DEI SOGGETTI DEBOLI
5.5.1 Tutela materno - infantile
L'area d'intervento materno - infantile, intesa nella sua accezione più ampia di tutela della salute della donna in età fertile e della popolazione in età pediatrica, è stata tra quelle che maggiormente hanno sofferto della mancanza di una organica programmazione. E’ questo uno dei settori nei quali l'assenza di coordinamento delle attività sanitarie e di queste con le attività sociali si traduce in una serie di prevedibili eventi negativi.
Il Dipartimento materno - infantile (DI.M.I.)
Il
Dipartimento materno infantile è la struttura tecnica identificata in ogni
Azienda USL per il raggiungimento degli obiettivi del PSN 1998-2000 e dal
presente Piano sanitario regionale per l'area materno-infantile.
Il D.I.M.I. integra organizzativamente tutte le Unità Operative
ospedaliere e le U.0. territoriali coinvolte nella salvaguardia della salute
delle donne in età fertile e dei soggetti in età pediatrica. Le singole U.0.
mantengono la loro collocazione all’interno delle strutture operative previste
dal presente PSR, dal D.Lvo n. 502/92 come modificato dal D.L.vo n. 229/99.
Sono
da prevedere forme di collaborazione fra aziende per coordinare i relativi
programmi dell'area materno-infantile. L'organizzanone
e le attività del DI.M.I. vanno coordinate con l'emanando "Progetto
obiettivo materno-infantile nzionale" già esitato dal Consiglio Superiore
di sanità.
Considerata
la variabilità delle dimensioni territoriali, della numerosità della
popolazione residente e della sua distribuzione sul territorio, le Direzioni
Generali delle AUSL definiranno il numero dei dipartimenti più opportuno in
funzione delle risorse umane disponibili e della richiesta di assistenza.
Per
quanto attiene all’attività dei consultori, si procederà all’adeguamento
della rete ed a una riqualificazione delle attività svolte, all’attuazione
dei corsi di formazione permanente per la conduzione di specifici programmi di
prevenzione dedicati alla educazione alla salute degli adolescenti e della
famiglia per una maternità e paternità responsabile. Un programma specifico
potrà essere realizzato nelle aree in cui questo abbia particolare rilevanza
sulla base dei dati elaborati annualmente dal sistema di sorveglianza regionale
dell’IVG.
E’
necessario, per una responsabile contraccezione, attivare o potenziare
l’integrazione tra l’attività dei consultori, servizi IVG e i servizi
sociali del Comune.
Per
la promozione dell’attività dei consultori e per rispondere ad un bisogno
dell’utenza, si prevede che ogni consultorio istituisca uno “spazio”
adolescenti appositamente dedicato con esclusività d’accesso preferibilmente
pomeridiano.
Inoltre,
poìché, di fatto, non esiste alcuna struttura specificataniente deputata a
fornire assistenza alle famiglie e ai minori sottoposti a maltrattamenti e ad
abuso, è necessario individuare
percorsi che rendano il consultorio naturale terminale di questa probleniatica
in collaborazione con i servizi di Psicologia, neuropsichìatria infantile ed i
servizi sociali dei Comune.
Tali
obiettivi saranno raggiunti anche attraverso:
-
l’integrazione dei servizi consultoriali con le altre componenti del
dipartimento materno infantile, con particolare riguardo alle azioni di presa in
carico gloable del paziente e della famiglia, assicurando la continuità
dell’assistenza dal momento della dimissione fino al raggiungimento ed al
mantenimento del più alto grado di autonomia possibile.;
-
la promozione nell’ambito dei servizi consultoriali di azioni volte
alla prevenzione ed alla individuazione precoce del disagio giovanile in ambito
scolastico, familiare e relazionale in riferimento ad abusi, maltrattamenti e
sfruttamento sessuale.
5.5.3 Obiettivi Strategici
Gli
obiettivi strategici da raggiungere nel triennio sono:
-
la riduzione della mortalità perinatale a livelli tendenzialmente vicini ai
migliori livelli europei;
-
il miglioramento della funzionalità dei servizi di diagnosi prenatale,
ponendoli in condizione di potere rispondere, almeno, al 90% del fabbisogno
stimato;
-
un percorso nascita adeguato sotto il profilo organizzativo, strutturale e
tecnologico, secondo le specifiche previsioni contenute nel Progetto obiettivo
materno infantile nazionale approvato dal Consiglio superiore di Sanità;
-
la promozione della salute del neonato e la diagnosi precoce delle anomalie
congenite e delle malattie genetiche c/o rare come chiave di volta per la
prevenzione degli handicap;
-
il ricovero quando necessario deve preferibilmente avvenire in strutture idonee
all'età dei minori e non in strutture dedicate agli adulti; deve altresì
essere predisposto tutto quanto è necessario per lo svago, per la continuità
dei rapporti con la famiglia;
-
la promozione della salute della donna con interventi volti alla diagnosi
tempestiva della patologia neoplastìca (tumori del collo dell’utero e della
mammella, per cui è documentata l'efficacia d'interventi di screening) e della
osteoporosi in menopausa; particolare attenzione dovrà essere rivolta, sia per
la rilevanza anche nella vita di relazione, sia per la frequenza sempre più in
aumento (visto il prolungarsi dell'età media della donna a 83 anni), alle
problematiche uro-ginecologiche;
-
la piena attuazione della legge n. 194/78.
Tali
obiettivi potranno essere raggiunti attraverso la realizzazione di una serie di
programmi di intervento le cui priorità saranno identificate dal DIMI in
funzione delle necessità della popolazione, delle strutture e professionalità
esistenti e della loro capacità operativa.
Per
il raggiungimento degli obiettivi si indicano quali interventi prioritari:
-
il rispetto della dignità e dei diritti della donna del bambino e della coppia,
della soggettività culturale e psicofisica della persona utente;
-
la programmazione degli interventi assistenziale e dei servizi in relazione alla
eterogeneità della domanda proveniente dall’utenza (corsi diversificati di
preparazione al parto, attività ambulatoriale ostetrica per le gravidanze in
normale evoluzione, consulenza genetica);
-
l'umanizzazione dell'assistenza e l’adeguamento degli ambienti fisici in cui
la stessa viene resa ai criteri d'umanizzazione dell'assistenza medesima; in
tale spirito, i reparti verranno strutturati in modo da garantire ambienti
singoli confortevoli, la presenza dei partner durante il travaglio ed il parto,
il “rooming in” (compresenza del neonato nella stessa stanza con la madre).
Per
quanto sopra può prevedersi la necessità di fornire un'accurata informazione
alla donna sugli argomenti in precedenza riportati; tale informazione va svolta
sia nelle scuole che negli ambienti di lavoro.
Altro
punto qualificante é costituito dall'avvio di un controllo e monitoraggio
sull'incidenza dei parti operatori rispetto ai parti spontanei. La conoscenza di
questi dati, che pongono la Sicilia al di sopra della media nazionale per quanto
riguarda i parti operatori, deve spingere ad una accurata valutazione delle
motivazioni che ad essi sottende. Andrà
pertanto potenziato, nel rispetto della dignità della donna e nella scrupolosa
osservanza delle indicazioni mediche, un accurato controllo di qualità
specifico sulla questione.
Andrà,
infine, favorito l'approfondimento di un ulteriore qualificazione dell'arte e
della scienza ostetrica.
Inoltre,
occorrerà procedere a:
a)
Razionalizzazione delle U.0. di ostetricia, di pediatria, e di terapia intensiva
neonatale.
Si
prevedono tre livelli di assistenza a seconda della complessità dell'intervento
necessario ed in rapporto ai requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici
posseduti dalle singole U.0.
Le U.0. di terzo livello fanno parte di Aziende ospedaliere, Aziende
Ospedaliero-Universitarie e IRCCS in grado di garantire per la madre e per il
neonato, le massime competenze diagnostico-terapeutiche a livello
subspecialistico.
In
caso dì particolare attrazione dì casistica da parte delle U.0. chirurgiche
subspecialistiche dovrà essere adeguata la dotazione dei posti letto.
Valutazioni
particolari dovranno essere fatte nel caso che la U.0. sia centro di riferimento
di gravide e neonati HIV positivi.
I
criteri di distribuzione, gli standards qualitativi e le funzioni delle stesse
sono dettagliatamente previste dal 'Progetto obiettivo materno-infantile'
nazionale già esitato dal Consiglio superiore di sanità.
In
considerazione della disomogenea e talora anomala distribuzione territoriale
delle U.O., oltre al collegamento funzionale delle stesse con la rete regionale
di emergenza deve essere realizzato un servizio di trasporto neonatale.
A
tale scopo, il Governo regionale provvederà con apposito atto ad identificare i
bacini di utenza che debbono afferire alle singole unità di terapia intensiva
neonatale (terzo
livello di assistenza).
Deve
essere prioritariamente favorito comunque il trasporto
‘in utero'.
b)
Potenziamento dell’attività dei centri di diagnosi prenatale della Regione
con particolare riferimento alle sedi di Palermo Catania e Messina. Accanto al potenziamento delle strutture sono d’importanza
cruciale le campagne d’informazione che conducano alla identificazione delle
coppìe a rischio e l'offerta di consulenza genetica qualificata con particolare
riferimento alla talassemia, sindrome di Down, fibrosi cistica e malattia di
Duchenne. Partìcolare attenzione deve essere altresì riservata alle patologie
congenite d'organo, quali le malattie cardiovascolari per la loro incidenza e
peculiarità. Per quanto riguarda la talassemia, è già ben avviato un
programma di prevenzione e di diagnosi prenatale che ha condotto alla riduzione
di più dell’80% della natalità dei soggetti affetti da morbo di Cooley.La
Regione siciliana in base alle evidenze epidemiologiche, individua i centri per
la diagnosi prenatale e ne controlla periodicamente la qualità delle attività.
I centri di diagnosi prenatale per garantire
adeguati e completi interventi diagnostici (malformazioni connatalih,
aberrazioni cromosomiche, malattie genericamente trasmesse, infezioni ecc.) e di
consulenza genetica, trattamenti medici e chirurgici di alta specializzazione ai
neonati affetti attraverso la programmazione del parto e attraverso idonea
assistenza alla gestante, sia sotto il profilo medico che
psicologico, assicurano:
-
servizio di diagnostica ecografica di elevato livello qualitativo;
-
prestazioni diagnostiche invasive prenatali (amniocentesi c/o tecniche
alternative).
Devono
altresì funzionalmente essere collegati con:
-
laboratorio di analisi chimico-cliniche, radioimmunologiche, microbiologiche e
virologiche;
-
servizio di genetica;
-
laboratorio di citogenetica e biologia molecolare;
-
servizio di anatomia patologica con competenze in ambito perinatologico;
-
unità operativa di neonatologia, pediatria e specialità pediatriche
(neurochirurgia, cardiologia, cardiochirurgia ecc.).
c)
Effettuazione presso tutti i punti nascita, dei prelievi ematici da inviare per
l'esecuzione degli screening per la diagnosi precoce di malattie ereditarie,
come l'ipotiroìdismo congenito, la fenilchetonurìa e la fibrosi cistica ai
laboratori di primo livello già individuati dalla Regione Siciliana.
d) Diagnosi precoce nel neonato delle menomazioni che possono portare all'handicap, imperniati sull'attività del pediatra di base, che deve garantire:
-
l'esame dello sviluppo psicomotorio e degli organi di senso;
-
il controllo dello sviluppo somato - staturale;
-
la valutazione relazionale genitore - bambino.
Tali
indagini devono essere eseguite, se necessario, a domicilio, a tutti i nati
entro il trentesimo giorno, entro il sesto ed il nono mese ed ogni due anni dal
compimento del primo anno al dodicesimo anno d'età.
I dati dovranno essere trascritti in un libretto personale, secondo un
modello predisposto a tal fine dall'Assessorato regionale della sanità;
e)
Potenziamento dell'attività di rilevazione del registro regionale delle
malformazioní;
f)
Promozione dell'allattamento al seno, delle norme igieniche per la prevenzione
delle malattie a trasmissione oro-fecale nei lattanti e delle vaccinazioni.
Tale
attività dovrà essere prioritariamente rivolta alle donne identificate “a
rischio sociale" (per bassa scolarità, età della madre < 20 anni,
residenza in particolari aree metropolitane) nel contesto di programmi
d'integrazione con i servizi sociali del Comune che conducano alla presa in
carico dei nucleo familiare ed attraverso i quali sia possibile intervenire
sulla situazione di svantaggio nella quale sì trova il bambino."