LA MIA ANGUILLARA
LE DONNE
Ricordo con gioia gli anni spensierati dell'adolescenza, il
tempo in cui il cuore del mio
paese pulsava di vita. I vicoli erano piccoli mondi da scoprire, le stradine tortuose che
salgono dal lago, risuonavano delle canzonette delle donne davanti ai fornelli o intente a
stendere il bucato alla finestra. Risuonavano degli strilli delle madri ai loro ragazzi
che giocando a "sbilli latri"(1), chiassosi come stormi di rondini, correvano a
perdifiato giù per le scale dello "sfonnato"(2). Quelle stesse donne che
facevano il bucato lungo il lago o al "lavatore"(3) e con le "
bagnarole" in testa cariche di panni, tornavano a casa, stanche ma felici, sempre
pronte a far "mucchio" per spettegolare. Donne meravigliose che nella settimana
di Pasqua si dedicavano a creare i dolci e soprattutto le famose pizze.
Quelle pizze che nelle notti Sante adagiate su lunghe tavole, sopra le loro teste, in un
andirivieni frenetico, percorrevano vicoli, piazzette e scale per andare al forno,
impregnando l'aria del borgo di odori forti e dolci che non potrò più assaporare.
Restavo a guardare affascinato e oggi ricordando quelle notti dal dolce sapore di cose
antiche, mi accorgo che quel mondo sta lentamente scomparendo.
Scivolavo lentamente lungo i muri delle case per godere degli odori che uscivano dalle
vecchie cucine, mi riempivo le narici cercando di indovinare la pietanza preparata.
(1) sbirri e ladri
(2) Via Garibaldi
(3) lavatoio pubblico situato in Piazza del Lavatoio
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