UN ANGUILLARINO RACCONTA LA VITA IN PAESE
Fino agli anni '50 ad Anguillara si viveva persone esercitavano
tutti e due i mestieri, "al tempo de la butta(1), le reti se mettevano a galla, se
veniva tramontana se attorcijavano tutte e allora nun se recuperava più gnente, se
lavorava pure a terzo o a quarto, se spartiva er pesce cor padrone de la rete", la
metà del pescato spettava di diritto al proprietario della rete e l'altra metà si
divideva tra i lavoranti che di solito erano tre o quattro. Il lavoro dell'agricoltore era
"tribbolato", iniziava all'alba e terminava " a calata de sole" , non
vi era un orario stabilito e nessuna distinzione tra uomini, donne e bambini.
"Mi matre me riccontava cha da giovane 'nava a lavorà a piedi giù a Precojetto... a
Ciartrone, sotto er Gallo, vicino a Santa Maria de Galeria. Laggiù c'era seminato er
granoturco e se femmine n'avano a stotorà(2). Alle due de notte passava er chiamerino(3)
che svejava li braccianti e doppo tutte s'ore de lavoro rientravano a casa la sera tardi.
Quarche vorta se fermavano a dormì sur campo pe la stracchezza".
Gli agricoltori che non avevano " er somaro o i bovi pe lavorà la terra, seminavano
a cappasodo, nun roppevano la terra ma mettevano er seme sopra sopra l'erba, facevano un
sorchetto affianco e usavano la terra pe ricoprì er seme, possibbilmente a vantaggio de
la pennenza der campo". Il Comune affidava ai contadini, per un biennio, le terre per
la semina, era consuetudine dare una particella a famiglia, la quota in assegnazione era
uguale per tutti e naturalmente una famiglia numerosa non riusciva a mantenersi, allora
"hanno 'nvenato le cocce(4), ne davano una a capoccia, così le famije numerose
pijavano de più, era un modo più umano pe spartì la terra". Un'altra delle usanze
che purtroppo si è persa, era la possibilità di carico della legna sui terreni Comunali.
Ogni anno il Comune provvedeva ad abbattere con asce, alcuni alberi in un appezzamento di
macchia, sufficienti a soddisfare il bisogno di legna dell'intera comunità.
Gli interessati facevano domanda al Comune pagando una quota in base all'animale da carico
e successivamente tagliavano gli alberi abbattuti in pezzi da un metro.
"Potevi caricà 'na soma de cerqua, a mulo o a somaro, er prezzo era diverso, quanno
rientravi da Marveto e Martignano c'era Giovanni er guardiano che se metteva alla Mola
Vecchia e controllava i carichi, je facevi vedè er bijetto che te dava er diritto de
carico e te portavi a casa la legna, chi nun ciaveva le bestie, se faceva prestà un
somaro e caricava na sometta de fascine, me ricordo che quattro fasci era na soma".
Allora la legna era l'unico combustibile utilizzato sia per cucinare che per scaldarsi,
"mi matre metteva la brace dentro a 'n barattolo de latta poi la metteva dentro ar
prete e ce scallava el letto... che si per caso pijava foco, senti tu!!". Se in casa
c'era un uomo anziano, il nonno o uno zio, si ascoltava sempre con molta attenzione
perché era considerato un uomo di esperienza e saggio, "guai se provavi a risponneje
male, a piallo
'n giro o a nun faije na faccenna, 'nvece oggi er vecchio lo mettono a n'angoletto come 'n
cane, nun è considerato gnente, anzi a sti munelli de oggi sembra quasi che je dà
fastidio, sta cosa a me me mette 'n po' paura". La vita era sicuramente più sofferta
a causa dei turni di lavoro massacranti, non è possibile fare un confronto con la vita
moderna, allora un uomo era già vecchio a cinquant'anni, mentre oggi con tutti i
ritrovati e le conoscenze scientifiche, s'invecchia molto più lentamente, "però
quarcosa era mejo prima, la gente colloquiava de più e te poetvi aiutà uno cò n'antro,
'nvece oggi se te la passi male
nun te vede nessuno".
(1) semina del pesce
(2) svagare le pannocchie di granturco
(3) uomo che aveva il compito di chiamare i braccianti passando sotto le loro case
(4) particelle di terreno
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