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Una fonte di convinzione dell’esistenza di Dio, connessa alla ragione e non ai sentimenti, è data dall’estrema difficoltà o piuttosto impossibilità di concepire questo universo meraviglioso come il cieco risultato del caso o della necessità. Ma chi è che ha inventato l'idea che fede e
scienza siano incompatibili?
La certezza cristiana è che il Dio Creatore è anche il Dio Rivelatore: dunque, le scienze naturali, in quanto investigazione delle meraviglie della Sapienza divina, sono in qualche modo atti di culto, motivi di meditazione religiosa. E anche per questo che le opere matematiche e geometriche degli antichi (primo fra tutti Euclide) giunsero a noi, devotamente ricopiate dai monaci e poi — appena fu possibile — subito stampate e diffuse da altri religiosi. E ci sarà pure una ragione se al tempo di Galileo le università, questa tipica creazione del Medio Evo cattolico, erano 108 in Europa, se ne contava qualcuna nelle Americhe spagnole e non ce n’era nessuna nelle terre non cristiane. Del resto, basta. pensare che la storia delle scienze, anche fisiche, è piena di nomi di credenti, spesso preti e frati. Proprio nel secolo del positivismo ateo, del razionalismo agnostico, uno dei maggiori scienziati, fra i più grandi della storia (e fra i suoi più preziosi benefattori) è quell’uomo di profonda e conclamata fede cattolica che è Louis Pasteur. Nello stesso secolo, per fare un solo altro nome, il grande Johann Gregor Mendel, il biologo che formulò le leggi sulla ereditarietà, era un frate. Ma sì, bisogna stare attenti a non cascare nel trappolone che vorrebbe convincerci di un divorzio irreparabile e unanime tra scienza e fede. Prendi, ad esempio, uno dei simboli e dei fattori più potenti della «modernità»: l’energia elettrica. Alessandro Volta era un uomo da messa e da rosario quotidiani; André-Marie Ampère scrisse addirittura delle "Prove storiche della divinità del Cristianesimo"; Michael Faraday alternava straordinarie invenzioni a predicazioni del vangelo sulle strade inglesi; Luigi Galvani era devoto terziario francescano; Galileo Ferraris un austero, esemplare cattolico praticante; Léon Foucault, il primo che calcolò la velocità della luce, un convertito... Come vedi, mi sono limitato al campo «elettrico», ma potrei tediarti dandoti lite analoghe per ogni altra disciplina scientifica. Questo precisato, ti confesserà però che mi sconcerta che, almeno alcuni (e, talvolta, non tra i minori), si siano messi a pensare che la scienza ponga in crisi, se non addirittura sostituisca, la teologia, proprio quando quella scienza diventa moderna. Dunque, quando si munisce di strumenti tecnici e di metodi di ricerca che mostrano l’incredibile complessità dell’universo in cui siamo immersi. Ad esempio, il cielo stellato in una notte serena d’estate è stato sempre per gli uomini un motivo potente per riconoscere un Mistero; per avere, almeno, l’intuizione di Dio. Dai pastori preistorici sino a Pascal ("il silenzio eterno di questi spazi infiniti mi sgomenta») o sino a Kant («Due cose riempiono la mia anima di un’ammirazione senza eguali: il cielo stellato sopra la mia testa e la legge morale dentro il mio cuore»), passando per il salmo biblico («I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani»)." Tratto da: "Qualche ragione per credere", di Vittorio Messori Copyright 1998 Vittorio Messori Agli scienziati nominati da Messori possiamo aggiungere:
N.B.: se ne conoscete altri, fatemelo sapere! SCIENZA, SCIENZIATI, ATEISMO E FEDE: RELAZIONI PERICOLOSE? "Che cosa può spingere non certo tutti, ma molti
(nell’Ottocento, fra gli scienziati, pare fosse quasi la metà del
totale) a negare un Creatore, proprio quando il creato letteralmente esplode,
rivelando— e non ha ancora finito di farlo, né finirà mai
—la sua complessità, la sua sapienza, così spesso la sua
bellezza? quando gli strumenti mostrano che tutto non solo è ordinato
in sé, ma che è ordinato al Tutto, in un rapporto di interdipendenza
che unisce, tanto per dire, la formica alle fasi lunari?
DIO RAZIONALE E RAZIONALITA' DEL CREATO:
"L'amor che move il sole e l'altre stelle", come Dante definisce l'azione di Dio, non è irrazionale, antiscientifico, paradossale, ignoto: ma scientifico, razionale. Dio è Logos, cioè... logico! |