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I - Spiritualità della croce |
il
Crocifisso ci rivela Dio |
24.
Gesù Cristo elevato da terra ci attrae a sé: ci rivela
il culmine e la perennità del mistero di Dio amore e
infonde in noi il suo Spirito affinché diveniamo veri
adoratori del Padre. |
unifica
la vita |
25.
Come Maria stiamo ai piedi della croce per imprimere nel
nostro cuore la generosità senza limiti del Crocifisso,
e riviverla in ogni momento della nostra vita.
Su questo amore, gratuito e generoso, costruiamo la
nostra identità e unifichiamo la nostra esistenza, nell'obbedienza
alla volontà del Padre, nella ricerca di Dio solo, nell'identificazione
con Cristo. |
in
abbandono al Padre |
26.
La nostra preghiera vissuta nello Spirito ci porta a
familiarizzare con Dio e a godere di stare con Lui, ma
passa per la via della croce.
La ricerca a volte difficile della volontà del Padre, l'abbandono
totale nelle sue mani, le esperienze di solitudine
renderanno la nostra preghiera simile a quella del
Crocifisso: un cammino paziente per ricostruire in noi la
sua immagine e rinascere in Lui, finché sia Cristo a
vivere e a pregare in noi. |
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II - In ascolto di Dio e del fratello |
davanti
a Dio |
27.
Pregare come il Crocifisso è imparare a stare davanti a
Dio, nell'ascolto attento e silenzioso della sua Parola,
luce sul nostro cammino e cibo che ci dà vita. |
in
ascolto della Parola
|
28.
Ogni giorno il Padre ci svela il mistero del Figlio e il
senso della nostra vita, nascosto nella sua morte e
risurrezione e c'invita a vivere l'unione più intima,
cordiale, familiare e continua con Lui solo.
La meditazione e gli spazi di silenzio d'ogni nostra
giornata sono il tempo privilegiato dell'intimità con
Dio e dell'ascolto di Colui che ci manda, perché ogni
nostro pensiero e desiderio siano sempre davanti a Lui.
Dedichiamo alla meditazione almeno mezz'ora al giorno,
normalmente al mattino.
Il ritiro spirituale mensile e gli esercizi annuali siano
particolari momenti di grazia per un più prolungato
dialogo col Signore, affinché la sua Parola si compia
nella nostra vita. |
del
fratello e della storia |
29.
Come Maria mettiamoci in ascolto di Gesù incarnato nell'uomo,
anche il più piccolo, e nella storia, ponendo attenzione
ai segni dei tempi e agli avvenimenti, accogliendo in
tutti il Signore che si manifesta in modo sempre nuovo.
Viviamo il dialogo comunitario come particolare momento
di risonanza della Parola, di condivisione serena e
fraterna dei doni d'ispirazione, e di educazione all'ascolto
di Dio, per comprendere la realtà in cui viviamo ed
essere attenti ai poveri. |
per
discernere la presenza di Dio |
30.
Ascoltando il fratello ci disponiamo così all'ascolto di
Dio: ascoltando la Scrittura abbiamo lo Spirito che ci
guida a discernere i segni della presenza di Dio nel
mondo. |
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III - I poveri lodano il Signore |
Preghiera
del povero |
31.
Di fronte a questi segni e a tutto ciò che Dio opera per
noi ci sentiamo piccoli e scopriamo la povertà della
nostra preghiera. Ma con Cristo rendiamo lode al Padre
perché ha rivelato ai piccoli il mistero del Regno ed
esaudisce sempre la preghiera dell'umile.
Pregando coi piccoli e gli ultimi diverremo come loro;
imparando a lodare Dio nella semplicità del cuore e
nello stupore per le sue meraviglie ci sentiremo sempre
più figli d'un Padre che sa di che cosa abbiamo bisogno.
Come Maria allora il nostro spirito esulta in Dio, perché
ha guardato all'umiltà dei suoi servi. |
Cristo
prega con noi |
32.
La nostra preghiera è semplice e povera, ma la presenza
d'ogni fratello, con la sua fede e il suo amore, aiuta ed
arricchisce la preghiera di tutti. Ma soprattutto Cristo
è sempre presente in mezzo a noi, prega con noi e
continua, mediante la nostra orazione, la sua
intercessione presso il Padre. |
preghiera
ecclesiale |
33.
Con la Liturgia delle Ore ci uniamo alla Chiesa orante e
al suo incessante cantico di lode e invocazione a Dio per
il mondo intero.
La nostra vita non ci permette una regolare preghiera
corale, ma è nondimeno dovere ed esigenza per noi
pregare ogni giorno insieme almeno alcune parti,
preferibilmente Lodi mattutine e Vespri, della Liturgia
delle Ore. La recita comunitaria dell'Ufficio divino ci
faccia sentire maggiormente fratelli nell'ascolto del
Padre, e dia vigore al nostro impegno apostolico lungo la
giornata.
Quando è possibile preghiamo con la comunità cristiana
e soprattutto coi laici che condividono la nostra fatica
per il Vangelo: ci sentiremo ancor più popolo di Dio che
loda il suo Signore mentre ne attende la venuta.
Resta dovere di ciascun religioso completare
individualmente la recita della Liturgia delle Ore con l'Ora
media e la Compieta e, se possibile, con l'Ufficio delle
letture (salvo l'obbligo per i diaconi e i sacerdoti):
anche se individualmente pregata, è sempre orazione
della Chiesa. |
"sia
santificato il tuo nome" |
34.
La preghiera è il nostro primo servizio ecclesiale,
perché sia innanzitutto santificato il nome del Padre. |
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IV - L'Eucaristia ci fa dono |
lEucarestia
fonte del nostro amore |
35.
Gesù, venuta l'ora di passare da questo mondo al Padre,
dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino
a farsi Eucaristia. Da questo amore ha origine il nostro
essere comunitario e il servizio apostolico; qui la
nostra vita consacrata diventa offerta al Padre e
salvezza per il mondo.
Comunicandoci all'unico Pane e bevendo ad un solo calice
nella celebrazione eucaristica, particolarmente in quella
comunitaria, viviamo e diamo un segno dell'amore che in
Cristo ci fa uno col Padre affinché il mondo creda. La
celebrazione dell'Eucaristia sia dunque quotidiana. |
trasforma
in dono la nostra vita |
36.
Con essa lo Spirito Santo ci trasforma in offerta gradita
al Padre a bene dei fratelli; ci sollecita ad
atteggiamenti di ascolto e di accoglienza; ci stimola ad
un servizio ai poveri, non secondo gli uomini, ma secondo
Dio; ci invita ad annunciare con la nostra vita la morte
e risurrezione di Cristo fino a che Egli venga. |
"venga
il tuo regno" |
37.
Nella frazione del pane con i fratelli sentiamo lurgenza
di condividere con loro anche i nostri beni e più ancora
di donare per essi la nostra vita, perché si realizzi in
terra il Regno del Padre. |
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V - Preghiera di intercessione |
"sia
fatta la tua volontà" |
38.
Cristo nella vita terrena offrì preghiere e suppliche
con forti grida e lacrime a Colui che poteva salvarlo da
morte, e fu esaudito per la sua filiale obbedienza.
Anche noi rivolgiamoci a Dio con insistenza perché ci
liberi dalle sofferenze, dalle fatiche, dalle lotte,
dagli scoraggiamenti della vita. Ma chiediamo prima di
tutto lo Spirito Santo perché ci dia il coraggio di
accettare difficoltà e opposizione, e di continuare ad
annunciare con franchezza la Parola, perché sia fatta la
sua volontà, non la nostra. |
"Padre,
custodisci quelli che mi hai dato" |
39.
Intercedendo per i fratelli, cui siamo mandati, scopriamo
l'amore che il Padre ha per loro: erano suoi e li ha
affidati a noi perché noi li riconduciamo al suo amore,
senza possederli e dominarli.
Nell'apostolato noi sperimentiamo ogni giorno la povertà
delle nostre forze per un compito così grande: per
questo preghiamo incessantemente il Padre perché
custodisca nel suo nome quelli che ci ha affidato, e sia
Lui a far crescere quanto noi abbiamo solo piantato. |
"dacci
oggi il nostro pane quotidiano" |
40.
Chiedendo ogni giorno il pane ricordiamo chi ha fame o
manca del necessario, o non ha capacità e mezzi, o è
senza amore, o senza speranza, o senza Dio.
E quando chiediamo il pane per noi, ricordiamo che primo
cibo è compiere la volontà del Padre. |
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VI - Preghiera di conversione e di perdono |
convertirsi
per seguire Cristo |
41.
L'invito di Cristo a rinnegare se stessi e a prendere la
croce ci chiama alla conversione, come abituale
atteggiamento di vita del discepolo. |
esame
di coscienza, confessione e direzione spirituale |
42.
Ogni giorno la Parola ci spinga su questa via e, nell'esame
di coscienza quotidiano, ci faccia scoprire quanto in noi
non è ancora conforme all'immagine del Figlio crocifisso
e risorto, invitandoci a celebrare nel sacramento della
Penitenza la misericordia del Padre, la cui gioia è
perdonare.
La confessione frequente, momento centrale d'un progetto
di conversione, segni la nostra continua rinascita di
figli nellabbraccio del Padre; la direzione
spirituale ci aiuti a conoscerci meglio e a discernere più
facilmente la volontà di Dio. |
"rimetti
a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori" |
43.
L'esperienza del perdono che il Padre continuamente ci dà,
e la contemplazione di Gesù che sulla croce intercede
per i suoi crocifissori ci rendano strumenti di
misericordia con i nostri fratelli: capaci di chiedere e
dare il perdono, coscienti dei nostri errori e della
nostra parte di responsabilità in quelli altrui,
comprensivi nella correzione fraterna e nella revisione
comunitaria, e desiderosi di fare assieme un cammino di
conversione e riconciliazione.
Imploriamo ogni giorno il Padre perché rimetta a noi i
nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. |
"liberaci
dal male" |
44.
Se come Cristo e la prima comunità sperimenteremo la
lotta e la persecuzione, perdoniamo, nella preghiera, chi
ci fa del male.
Assumiamo nella nostra supplica quotidiana le difficoltà
e sofferenze nostre e di tutti; facciamoci carico del
peccato del mondo; lottiamo anche con la nostra preghiera
perché il Padre ci liberi dal male. |
mortificazione
e penitenza |
45.
Con la rinuncia, il digiuno, la mortificazione,
soprattutto col costante sacrificio richiesto dalla
nostra vita di servizio, completiamo nella nostra carne
quello che manca ai patimenti di Cristo, a bene del suo
corpo che è la Chiesa. Volontarie scelte penitenziali
personali e comunitarie, specialmente in particolari
tempi liturgici, ci rendano più responsabilmente
partecipi del mistero della redenzione. |
la
nostra vita culto offerto a Dio |
46.
Tutta la nostra vita potrà così diventare
progressivamente preghiera, culto offerto a Dio e
donazione gratuita di noi stessi, per essere sempre più
conformi all'immagine del Figlio, e non far vivere in noi
stessi altro che Dio. |
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VII - Preghiera apostolica |
chiamati
alla preghiera |
47.
Chiamati per grazia ad essere apostoli siamo per questo
chiamati a dedicarci, assidui e concordi, alla preghiera. |
guidati
dallo Spirito |
48.
Noi non sappiamo cosa sia conveniente chiedere, ma lo
Spirito che ci è stato dato intercede con insistenza in
noi, rendendo viva e creativa, spontanea e comunitaria la
nostra preghiera. |
testimoni
della salvezza |
49.
Se il Signore si è rivelato a noi nell'orazione o se
abbiamo contemplato la sua salvezza nel nostro apostolato,
partecipiamo con gioia e gratitudine la nostra esperienza
alla comunità: noi stessi diverremo più consapevoli
dell'azione di Dio, la comunità potrà godere della sua
salvezza, e tutti daremo gloria al Padre. Sarà così
resa ancor più manifesta la bontà del nostro Dio, che
è sempre con noi nel nostro servizio apostolico e dà
efficacia al nostro annuncio.
Noi siamo solo suoi servi, tutta la nostra speranza sia
in Lui, non nella nostra riuscita e nelle nostre capacità,
perché solo Dio edifica la casa e custodisce la città. |
chiamati
a stare con Cristo e inviati agli uomini |
50.
La nostra vita è tesa tra la necessità della preghiera
e l'urgenza dell'apostolato.
Inviati agli uomini dal Cristo, siamo pure chiamati a
stare con Lui. É un difficile equilibrio. Dobbiamo
sentire in noi l'ansia e il desiderio di stare tra la
gente, come il pastore con il suo gregge, per soccorrere
chi soffre o ha bisogno di noi; ma anche avvertire l'esigenza
pressante di rimanere soli col Padre, perché la sua
parola d'amore risuoni nelle profondità del nostro
spirito.
Ritiriamoci dunque nel segreto della nostra stanza a
pregare, magari di notte come Cristo e come i nostri
primi Padri. |
povertà
e fatica nella preghiera dellapostolo |
51.
E se a volte non ci verrà spontaneo il desiderio dellorazione,
o saremo particolarmente affaticati per il lavoro
compiuto, ricordiamoci che la preghiera è il nostro
primo servizio. Lo sforzo di perseverare in essa,
semplicemente stando di fronte al Padre, è già
preghiera che sale gradita a Dio, perché allora, quando
possiamo offrire solo povertà e stanchezza, è lo
Spirito a pregare in noi.
La fedeltà anche in quei momenti alla preghiera
personale e comunitaria proposta dalla Regola è fedeltà
a Dio. |
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VIII - Preghiera mariana |
nostra
madre e nostra speranza |
52.
Nelle mani e nel cuore di Maria la nostra Fondatrice ha
messo l'Istituto fin dai primi difficili tempi della sua
esistenza.
Madre di Dio e della Chiesa, La sentiamo in modo
particolare nostra madre e nostra speranza: imitiamola
nella sua preghiera perseverante e nel suo ascolto
attento della Parola, ricorrendo a Lei con illimitata
fiducia e tenera devozione anche con la recita del
rosario. |
la
Vergine Addolorata |
53.
Per noi e nella nostra tradizione Maria Addolorata è
Colei che, offrendo tutto se stessa, è stata da Cristo
associata al mistero della Redenzione ed è esempio di
costanza nell'adempimento della volontà del Padre e di
dono ai fratelli. |
Colui
che ci genera nellamore |
54.
Quando è difficile anche per noi comprendere quanto Dio
ci chiede e la nostra preghiera è solo un silenzioso e
faticoso stare di fronte a Cristo, preghiamo Maria
Addolorata perché ci trasmetta la sua fede e il suo
amore, il suo coraggio e la sua fedeltà.
Allora La sentiremo ancor più madre nostra che ci genera
all'amore e ci introduce nell'intimità con il suo Figlio,
insegna a contemplare il Crocifisso e ad essere apostoli
della carità. |