Cap. III

VITA DI PREGHIERA

 
I - Spiritualità della croce
il Crocifisso ci rivela Dio 24. Gesù Cristo elevato da terra ci attrae a sé: ci rivela il culmine e la perennità del mistero di Dio amore e infonde in noi il suo Spirito affinché diveniamo veri adoratori del Padre.
unifica la vita 25. Come Maria stiamo ai piedi della croce per imprimere nel nostro cuore la generosità senza limiti del Crocifisso, e riviverla in ogni momento della nostra vita.
Su questo amore, gratuito e generoso, costruiamo la nostra identità e unifichiamo la nostra esistenza, nell'obbedienza alla volontà del Padre, nella ricerca di Dio solo, nell'identificazione con Cristo.
in abbandono al Padre 26. La nostra preghiera vissuta nello Spirito ci porta a familiarizzare con Dio e a godere di stare con Lui, ma passa per la via della croce.
La ricerca a volte difficile della volontà del Padre, l'abbandono totale nelle sue mani, le esperienze di solitudine renderanno la nostra preghiera simile a quella del Crocifisso: un cammino paziente per ricostruire in noi la sua immagine e rinascere in Lui, finché sia Cristo a vivere e a pregare in noi.
 
II - In ascolto di Dio e del fratello
davanti a Dio 27. Pregare come il Crocifisso è imparare a stare davanti a Dio, nell'ascolto attento e silenzioso della sua Parola, luce sul nostro cammino e cibo che ci dà vita.
in ascolto della Parola… 28. Ogni giorno il Padre ci svela il mistero del Figlio e il senso della nostra vita, nascosto nella sua morte e risurrezione e c'invita a vivere l'unione più intima, cordiale, familiare e continua con Lui solo.
La meditazione e gli spazi di silenzio d'ogni nostra giornata sono il tempo privilegiato dell'intimità con Dio e dell'ascolto di Colui che ci manda, perché ogni nostro pensiero e desiderio siano sempre davanti a Lui. Dedichiamo alla meditazione almeno mezz'ora al giorno, normalmente al mattino.
Il ritiro spirituale mensile e gli esercizi annuali siano particolari momenti di grazia per un più prolungato dialogo col Signore, affinché la sua Parola si compia nella nostra vita.
…del fratello e della storia 29. Come Maria mettiamoci in ascolto di Gesù incarnato nell'uomo, anche il più piccolo, e nella storia, ponendo attenzione ai segni dei tempi e agli avvenimenti, accogliendo in tutti il Signore che si manifesta in modo sempre nuovo.
Viviamo il dialogo comunitario come particolare momento di risonanza della Parola, di condivisione serena e fraterna dei doni d'ispirazione, e di educazione all'ascolto di Dio, per comprendere la realtà in cui viviamo ed essere attenti ai poveri.
…per discernere la presenza di Dio 30. Ascoltando il fratello ci disponiamo così all'ascolto di Dio: ascoltando la Scrittura abbiamo lo Spirito che ci guida a discernere i segni della presenza di Dio nel mondo.
 
III - I poveri lodano il Signore
Preghiera del povero 31. Di fronte a questi segni e a tutto ciò che Dio opera per noi ci sentiamo piccoli e scopriamo la povertà della nostra preghiera. Ma con Cristo rendiamo lode al Padre perché ha rivelato ai piccoli il mistero del Regno ed esaudisce sempre la preghiera dell'umile.
Pregando coi piccoli e gli ultimi diverremo come loro; imparando a lodare Dio nella semplicità del cuore e nello stupore per le sue meraviglie ci sentiremo sempre più figli d'un Padre che sa di che cosa abbiamo bisogno.
Come Maria allora il nostro spirito esulta in Dio, perché ha guardato all'umiltà dei suoi servi.
Cristo prega con noi 32. La nostra preghiera è semplice e povera, ma la presenza d'ogni fratello, con la sua fede e il suo amore, aiuta ed arricchisce la preghiera di tutti. Ma soprattutto Cristo è sempre presente in mezzo a noi, prega con noi e continua, mediante la nostra orazione, la sua intercessione presso il Padre.
preghiera ecclesiale 33. Con la Liturgia delle Ore ci uniamo alla Chiesa orante e al suo incessante cantico di lode e invocazione a Dio per il mondo intero.
La nostra vita non ci permette una regolare preghiera corale, ma è nondimeno dovere ed esigenza per noi pregare ogni giorno insieme almeno alcune parti, preferibilmente Lodi mattutine e Vespri, della Liturgia delle Ore. La recita comunitaria dell'Ufficio divino ci faccia sentire maggiormente fratelli nell'ascolto del Padre, e dia vigore al nostro impegno apostolico lungo la giornata.
Quando è possibile preghiamo con la comunità cristiana e soprattutto coi laici che condividono la nostra fatica per il Vangelo: ci sentiremo ancor più popolo di Dio che loda il suo Signore mentre ne attende la venuta.
Resta dovere di ciascun religioso completare individualmente la recita della Liturgia delle Ore con l'Ora media e la Compieta e, se possibile, con l'Ufficio delle letture (salvo l'obbligo per i diaconi e i sacerdoti): anche se individualmente pregata, è sempre orazione della Chiesa.
"sia santificato il tuo nome" 34. La preghiera è il nostro primo servizio ecclesiale, perché sia innanzitutto santificato il nome del Padre.
 
IV - L'Eucaristia ci fa dono
l’Eucarestia fonte del nostro amore 35. Gesù, venuta l'ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino a farsi Eucaristia. Da questo amore ha origine il nostro essere comunitario e il servizio apostolico; qui la nostra vita consacrata diventa offerta al Padre e salvezza per il mondo.
Comunicandoci all'unico Pane e bevendo ad un solo calice nella celebrazione eucaristica, particolarmente in quella comunitaria, viviamo e diamo un segno dell'amore che in Cristo ci fa uno col Padre affinché il mondo creda. La celebrazione dell'Eucaristia sia dunque quotidiana.
trasforma in dono la nostra vita 36. Con essa lo Spirito Santo ci trasforma in offerta gradita al Padre a bene dei fratelli; ci sollecita ad atteggiamenti di ascolto e di accoglienza; ci stimola ad un servizio ai poveri, non secondo gli uomini, ma secondo Dio; ci invita ad annunciare con la nostra vita la morte e risurrezione di Cristo fino a che Egli venga.
"venga il tuo regno" 37. Nella frazione del pane con i fratelli sentiamo l’urgenza di condividere con loro anche i nostri beni e più ancora di donare per essi la nostra vita, perché si realizzi in terra il Regno del Padre.
 
V - Preghiera di intercessione
"sia fatta la tua volontà" 38. Cristo nella vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a Colui che poteva salvarlo da morte, e fu esaudito per la sua filiale obbedienza.
Anche noi rivolgiamoci a Dio con insistenza perché ci liberi dalle sofferenze, dalle fatiche, dalle lotte, dagli scoraggiamenti della vita. Ma chiediamo prima di tutto lo Spirito Santo perché ci dia il coraggio di accettare difficoltà e opposizione, e di continuare ad annunciare con franchezza la Parola, perché sia fatta la sua volontà, non la nostra.
"Padre, custodisci quelli che mi hai dato" 39. Intercedendo per i fratelli, cui siamo mandati, scopriamo l'amore che il Padre ha per loro: erano suoi e li ha affidati a noi perché noi li riconduciamo al suo amore, senza possederli e dominarli.
Nell'apostolato noi sperimentiamo ogni giorno la povertà delle nostre forze per un compito così grande: per questo preghiamo incessantemente il Padre perché custodisca nel suo nome quelli che ci ha affidato, e sia Lui a far crescere quanto noi abbiamo solo piantato.
"dacci oggi il nostro pane quotidiano" 40. Chiedendo ogni giorno il pane ricordiamo chi ha fame o manca del necessario, o non ha capacità e mezzi, o è senza amore, o senza speranza, o senza Dio.
E quando chiediamo il pane per noi, ricordiamo che primo cibo è compiere la volontà del Padre.
 
VI - Preghiera di conversione e di perdono
convertirsi per seguire Cristo 41. L'invito di Cristo a rinnegare se stessi e a prendere la croce ci chiama alla conversione, come abituale atteggiamento di vita del discepolo.
esame di coscienza, confessione e direzione spirituale 42. Ogni giorno la Parola ci spinga su questa via e, nell'esame di coscienza quotidiano, ci faccia scoprire quanto in noi non è ancora conforme all'immagine del Figlio crocifisso e risorto, invitandoci a celebrare nel sacramento della Penitenza la misericordia del Padre, la cui gioia è perdonare.
La confessione frequente, momento centrale d'un progetto di conversione, segni la nostra continua rinascita di figli nell’abbraccio del Padre; la direzione spirituale ci aiuti a conoscerci meglio e a discernere più facilmente la volontà di Dio.
"rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori" 43. L'esperienza del perdono che il Padre continuamente ci dà, e la contemplazione di Gesù che sulla croce intercede per i suoi crocifissori ci rendano strumenti di misericordia con i nostri fratelli: capaci di chiedere e dare il perdono, coscienti dei nostri errori e della nostra parte di responsabilità in quelli altrui, comprensivi nella correzione fraterna e nella revisione comunitaria, e desiderosi di fare assieme un cammino di conversione e riconciliazione.
Imploriamo ogni giorno il Padre perché rimetta a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.
"liberaci dal male" 44. Se come Cristo e la prima comunità sperimenteremo la lotta e la persecuzione, perdoniamo, nella preghiera, chi ci fa del male.
Assumiamo nella nostra supplica quotidiana le difficoltà e sofferenze nostre e di tutti; facciamoci carico del peccato del mondo; lottiamo anche con la nostra preghiera perché il Padre ci liberi dal male.
mortificazione e penitenza 45. Con la rinuncia, il digiuno, la mortificazione, soprattutto col costante sacrificio richiesto dalla nostra vita di servizio, completiamo nella nostra carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a bene del suo corpo che è la Chiesa. Volontarie scelte penitenziali personali e comunitarie, specialmente in particolari tempi liturgici, ci rendano più responsabilmente partecipi del mistero della redenzione.
la nostra vita culto offerto a Dio 46. Tutta la nostra vita potrà così diventare progressivamente preghiera, culto offerto a Dio e donazione gratuita di noi stessi, per essere sempre più conformi all'immagine del Figlio, e non far vivere in noi stessi altro che Dio.
 
VII - Preghiera apostolica
chiamati alla preghiera 47. Chiamati per grazia ad essere apostoli siamo per questo chiamati a dedicarci, assidui e concordi, alla preghiera.
guidati dallo Spirito 48. Noi non sappiamo cosa sia conveniente chiedere, ma lo Spirito che ci è stato dato intercede con insistenza in noi, rendendo viva e creativa, spontanea e comunitaria la nostra preghiera.
testimoni della salvezza 49. Se il Signore si è rivelato a noi nell'orazione o se abbiamo contemplato la sua salvezza nel nostro apostolato, partecipiamo con gioia e gratitudine la nostra esperienza alla comunità: noi stessi diverremo più consapevoli dell'azione di Dio, la comunità potrà godere della sua salvezza, e tutti daremo gloria al Padre. Sarà così resa ancor più manifesta la bontà del nostro Dio, che è sempre con noi nel nostro servizio apostolico e dà efficacia al nostro annuncio.
Noi siamo solo suoi servi, tutta la nostra speranza sia in Lui, non nella nostra riuscita e nelle nostre capacità, perché solo Dio edifica la casa e custodisce la città.
chiamati a stare con Cristo e inviati agli uomini 50. La nostra vita è tesa tra la necessità della preghiera e l'urgenza dell'apostolato.
Inviati agli uomini dal Cristo, siamo pure chiamati a stare con Lui. É un difficile equilibrio. Dobbiamo sentire in noi l'ansia e il desiderio di stare tra la gente, come il pastore con il suo gregge, per soccorrere chi soffre o ha bisogno di noi; ma anche avvertire l'esigenza pressante di rimanere soli col Padre, perché la sua parola d'amore risuoni nelle profondità del nostro spirito.
Ritiriamoci dunque nel segreto della nostra stanza a pregare, magari di notte come Cristo e come i nostri primi Padri.
povertà e fatica nella preghiera dell’apostolo 51. E se a volte non ci verrà spontaneo il desiderio dell’orazione, o saremo particolarmente affaticati per il lavoro compiuto, ricordiamoci che la preghiera è il nostro primo servizio. Lo sforzo di perseverare in essa, semplicemente stando di fronte al Padre, è già preghiera che sale gradita a Dio, perché allora, quando possiamo offrire solo povertà e stanchezza, è lo Spirito a pregare in noi.
La fedeltà anche in quei momenti alla preghiera personale e comunitaria proposta dalla Regola è fedeltà a Dio.
 
VIII - Preghiera mariana
nostra madre e nostra speranza 52. Nelle mani e nel cuore di Maria la nostra Fondatrice ha messo l'Istituto fin dai primi difficili tempi della sua esistenza.
Madre di Dio e della Chiesa, La sentiamo in modo particolare nostra madre e nostra speranza: imitiamola nella sua preghiera perseverante e nel suo ascolto attento della Parola, ricorrendo a Lei con illimitata fiducia e tenera devozione anche con la recita del rosario.
la Vergine Addolorata 53. Per noi e nella nostra tradizione Maria Addolorata è Colei che, offrendo tutto se stessa, è stata da Cristo associata al mistero della Redenzione ed è esempio di costanza nell'adempimento della volontà del Padre e di dono ai fratelli.
Colui che ci genera nell’amore 54. Quando è difficile anche per noi comprendere quanto Dio ci chiede e la nostra preghiera è solo un silenzioso e faticoso stare di fronte a Cristo, preghiamo Maria Addolorata perché ci trasmetta la sua fede e il suo amore, il suo coraggio e la sua fedeltà.
Allora La sentiremo ancor più madre nostra che ci genera all'amore e ci introduce nell'intimità con il suo Figlio, insegna a contemplare il Crocifisso e ad essere apostoli della carità.