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I - Figli della Carità - servi dei poveri e dei giovani |
consacrati
e inviati |
55.
Lo Spirito del Signore Gesù è su di noi e ci manda, per
mezzo della Chiesa, ad annunciare ai poveri la buona
novella. |
la
grazia dellapostolato |
56.
Riconoscenti per la grazia dell'apostolato, ci impegniamo
a far conoscere Cristo che ci ha amati.
Mentre infatti eravamo ancora peccatori, Egli ha dato la
sua vita per noi. Salvati gratuitamente dalla sua croce,
desideriamo ardentemente condividere con altri la sua
salvezza.
Siamo poveri e piccoli, ma l'amore di Dio riversato nei
nostri cuori ci riempie di gioia e di speranza, e lo
Spirito ci guida nella testimonianza della morte e
risurrezione del Signore Gesù. |
con
lo stesso amore del Crocifisso |
57.
Ora noi, quali Figli della Carità, siamo mandati ai
fratelli con lo stesso spirito di generosità e gratuità
del Crocifisso, e quali servi dei poveri, e dei giovani
in particolare, siamo chiamati a dare la vita per essi,
che sono lunico scopo del nostro Istituto nei
ministeri di carità. |
unimmagine
da ritrovare e da ricostruire |
58.
Nell'uomo bisognoso e sofferente ritroviamo l'immagine
del Cristo nuovamente crocifisso; nel fanciullo e nel
giovane siamo chiamati a ricostruire questa immagine.
Ogni volta che assistiamo uno di questi fratelli più
piccoli, affamato o assetato, forestiero o nudo, malato o
in carcere, serviamo Gesù. |
Dio
solo e il bene dei fratelli |
59.
Tutta la nostra vita, posta al servizio dei fratelli, è
pure rivolta al Padre, perché l'amore è da Dio e
chiunque ama è da Lui generato.
Siamo figli di questo amore se nell'apostolato impariamo
ad incontrare Dio solo come nella preghiera, e se,
realizzando il vero bene del fratello, cerchiamo la
divina gloria. |
|
II - Un servizio umile... |
come
Cristo servo |
60.
Compiamo il nostro apostolato nell'umile servizio delle
opere di carità.
Già il Cristo non considerò un tesoro geloso la sua
eguaglianza con Dio, ma, assumendo la condizione di servo,
si fece uguale a noi e umiliò se stesso, realizzando il
disegno del Padre, fino alla morte di croce.
Anche noi accettiamo di diventare servi dei poveri:
vivendo in mezzo a loro vogliamo farci poveri con loro
per essere partecipi del Regno. |
virtù
del servo |
61.
Non intendiamo far da padroni della loro fede, ma
vogliamo essere collaboratori della loro gioia. Sono essi
piuttosto i nostri padroni.
Per questo esercitiamo la nostra azione apostolica in
obbedienza alle loro vere esigenze, cercando di capire e
realizzare ciò che Dio chiede a noi per loro: con l'umiltà,
non sentendoci superiori a nessuno, in povertà di vita,
per essere vicini a coloro che serviamo. |
un
servizio comunitario e disinteressato |
62.
Il ministero di carità comunitario esige pure un
distacco da noi stessi e dal nostro lavoro. Nessuno viva
quindi come proprietà il suo apostolato. Ognuno sia
pronto a dare e a ricevere, ad aiutare e ad essere
aiutato, a sostituire e ad essere sostituito.
Accettiamo di fare anche i lavori più umili, perché
nella casa di Dio ogni ministero ed ogni impiego è
sempre grande.
Stiamo attenti a non identificarci con il nostro ruolo e
a non dare troppa importanza a quello che facciamo: siamo
sempre servi inutili. Non leghiamoci all'ambiente o alle
persone, perché sappiamo di vivere nel provvisorio. |
Cristo
fonte della nostra identità |
63.
Nel Cristo, venuto per servire e dare la vita, cerchiamo
il senso e il valore delle nostre opere e della stessa
nostra esistenza.
Saremo beati se metteremo in pratica il suo insegnamento. |
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III - ... gratuito |
con
amore gratuito |
64.
Il dono dello Spirito rende gratuito il nostro amore:
gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo. |
una
vita donata
|
65.
Il servizio dei poveri, l'assistenza agli abbandonati, l'educazione
dei piccoli e la formazione dei giovani esigono il
sacrificio d'una vita donata.
Accogliendo questa vocazione nello Spirito, oltre a
rinunciare ai nostri beni personali e comunitari,
scegliamo di annunciare gratuitamente il Vangelo, senza
usare del diritto da esso conferitoci: è un dovere
infatti per noi evangelizzare.
Partecipiamo perciò alla comune legge del lavoro per
condividere la fatica dei poveri e rendere il più
possibile gratuita la nostra opera. |
fino
alla croce |
66.
Ringraziamo Dio quando rende fruttuoso il nostro
apostolato e rallegriamoci non per i nostri meriti, ma
perché i nostri nomi sono scritti in cielo.
Nelle difficoltà ed insuccessi non ci fermiamo, ma
perseveriamo nella paziente attesa del Regno. E se
sperimentiamo la delusione e lo scoraggiamento, o anche
il rifiuto della nostra persona e di quello che
annunciamo, ricordiamo che il discepolo non è più del
maestro.
La croce è la misura della nostra gratuità e fa
crescere il nostro amore. |
a
gloria di Dio solo |
67.
Nel servire i fratelli non abbiamo come scopo ultimo la
realizzazione di noi stessi e della nostra affettività,
dei nostri interessi e progetti: cerchiamo prima il Regno
di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose ci saranno
date in aggiunta.
Non cerchiamo l'approvazione degli uomini, ma la gloria
che viene da Dio solo. |
|
IV - ... ecclesiale e universale |
vocazione
missionaria |
68.
I1 Signore Gesù ci manda in tutto il mondo ad invitare i
poveri al banchetto del Regno preparato per loro.
La nostra vocazione è per natura sua missionaria e ci
chiede la disponibilità ad andare in ogni parte della
terra, attenti alle varie povertà che ci interpellano. |
servizio
ecclesiale |
69.
Il nostro servizio pastorale si attui però secondo le
esigenze reali della chiesa locale, in collaborazione
ausiliaria dell'autorità responsabile e nella specificità
del nostro carisma.
In questo servizio ecclesiale si manifesta
particolarmente il nostro spirito, in una disponibilità
umile e attiva, serena e gioiosa, che non cerca posizioni
di potere e di prestigio, e sceglie di preferenza le
attività dirette ai più poveri e alla gioventù
bisognosa e abbandonata, nei servizi di carità che
spesso altri rifiutano, ma che il Signore ci chiede. |
|
V - ... comunitario |
"
perché
il mondo creda" |
70.
Il nostro apostolato è comunitario perché Cristo lo
affida anzitutto alla testimonianza di unità della
nostra comunità, affinché il mondo creda che Egli è l'inviato
del Padre, e riconosca in noi i suoi discepoli. |
unica
vocazione unico apostolato |
71.
Ogni nostra comunità apostolica quindi, prima ancora di
organizzarsi per il buon funzionamento dell'opera, vive
per questa testimonianza. Così esprime la Chiesa,
manifestando anche la nostra unità di vocazione, pur
nella diversità di compiti e di ministeri.
Ogni fratello, anche quando opera da solo, agisce in nome
della comunità e grazie ad essa: resti quindi in
comunione con tutti i fratelli. E pur se non opera
direttamente, si senta responsabilmente partecipe dell'apostolato
altrui, e lo sostenga con la sua preghiera e il
sacrificio, con lincoraggiamento e il suo apporto
concreto. |
insieme
per meglio servire |
72.
Cerchiamo di sviluppare le varie forme di collaborazione
e partecipazione che rendono più attivo ed efficace il
nostro apostolato; sforziamoci di camminare insieme, nel
rispetto di chi procede più lentamente e nella
valorizzazione dei doni di tutti. |
in
collaborazione coi laici |
73.
Dobbiamo avere un cuore grande per comprendere le vere
esigenze dei poveri e dei giovani: a tal fine, in
continuità con la nostra tradizione, è per noi
importante lavorare con i laici e promuovere nelle nostre
opere il loro fattivo e responsabile coinvolgimento, nel
rispetto della loro giusta autonomia. Essi vivono,
infatti, più di noi immersi nella realtà locale, e
meglio di noi possono comprendere certe situazioni.
Cerchiamo di trasmettere loro la nostra ansia di amore e
di servizio ai poveri e ai piccoli, perché anche ad essi
è concessa la grazia non solo di credere in Cristo, ma
ancora di soffrire per Lui, sostenendo la nostra stessa
lotta per il Vangelo. |
|
VI - ... di promozione umana e formazione catechetica |
luomo
nuovo in Cristo Gesù |
74.
Cristo è morto e risorto per ristabilire nell'uomo l'originaria
immagine del Creatore, sfigurata dal peccato e da tutti i
mali che la degradano.
Tutta la nostra opera caritativa è già in se stessa
annuncio di Cristo per ricostruire nell'uomo quest'immagine,
ed esperienza dell'amore di Dio che salva: noi sappiamo
infatti che siamo passati dalla morte alla vita perché
amiamo i fratelli. |
salvezza
integrale |
75.
Quanto facciamo per liberare l'uomo da mali fisici o
morali, economici o sociali, o per rispondere alle sue
esigenze spirituali e religiose, favorisce l'educazione
integrale della persona, e conduce alla rinascita dell'uomo
nuovo in Cristo Gesù. |
segno
del Regno |
76.
La nostra opera è dunque un segno che il Regno sta per
venire. Una obiettiva analisi della situazione locale
alla luce della fede ci renda attenti e disponibili alle
più urgenti necessità dei poveri, tra i quali diamo un'attenzione
primaria ai ragazzi e ai giovani, perché anche noi
contribuiamo a edificare la famiglia di Dio nella verità,
nella giustizia, nella speranza.
La nostra fedeltà all'uomo nelle sue povertà è fedeltà
a Dio e al suo amore, nellattesa che Egli venga per
liberarlo definitivamente da ogni male. |
catechesi,
pane quotidiano per conoscere Dio |
77.
La catechesi è momento culminante e caratteristica
specifica della nostra opera. È risposta alla povertà
più radicale dell'uomo: quella di Dio e della sua Parola.
Con essa accompagniamo coloro che sono ancora deboli
verso una crescita continua nella mentalità di fede e
alla edificazione di se stessi nella comunità, per
arrivare tutti all'unità della fede e allo stato di uomo
perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità
di Cristo.
La catechesi sia quindi il pane quotidiano che spezziamo
ai fratelli in tutte le attività pastorali e caritative,
usando dei vari metodi secondo le età e le situazioni.
Il desiderio di far loro conoscere Cristo ci renderà
creativi nell'annuncio: Egli infatti non è amato perché
non è conosciuto. |
sacramenti,
esperienza di salvezza |
78.
Questo cammino di fede avviene nella Chiesa e deve
portare ad una più intensa partecipazione alla sua vita
liturgica e alla celebrazione dei sacramenti,
specialmente della Penitenza e dell'Eucaristia. L'annuncio
della salvezza e dell'amore di Dio diventa allora
esperienza personale della misericordia del Padre che
redime e perdona, e dona il Figlio perché ci nutriamo
della sua stessa vita.
La nostra azione apostolica ha infatti solo questo scopo:
formare Cristo nei nostri fratelli più bisognosi. |
|
VII - La nostra presenza tra i poveri e i giovani |
nostro
stile educativo |
79.
Il nostro servizio ai poveri e ai giovani, spesso
emarginati, esige un preciso stile educativo. In linea
con la nostra tradizione esso si esprima in un
accostamento umile e diretto alle persone, in una
presenza quotidiana e premurosa, nel coraggio di
condividere il più possibile la loro vita, nella capacità
di voler bene perché ognuno si senta amato e compreso.
Come lEmanuele siamo chiamati a incarnarci nelle
reali situazioni di necessità, così che i poveri siano
la nostra prima preoccupazione. Affrontiamo i casi più
difficili con la dedizione del Buon Pastore che lasciò
le novantanove pecorelle per una sola: su questo amore
saremo giudicati. |
accogliere
con gioia
donare con amore |
80.
Offriamo a tutti un accoglienza gioiosa e un ambiente di
famiglia, soprattutto a quei ragazzi che non hanno una
vera famiglia.
Agiamo con prontezza, senza lasciarci sfuggire le
occasioni presenti per le incerte speranze del futuro; e
doniamo con tutta la ricchezza della nostra umanità,
amando i fratelli così da desiderare di offrir loro non
solo il Vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita. |
presenza
qualificata |
81.
Limportanza del compito che ci è affidato e il
nostro desiderio di fare un servizio autentico c'impongono
il dovere di una formazione adeguata.
Attraverso lo studio e l'esercitazione pratica
prepariamoci ad essere educatori qualificati per la
catechesi e per un'azione di promozione umana; capaci di
dare ai giovani una vera formazione e agli emarginati la
possibilità di inserirsi nella vita professionale e
sociale e nella comunità cristiana; in grado di animare
associazioni e gruppi come pure di organizzare attività
ricreative ed iniziative utili per una formazione
integrale, umana e cristiana. Restiamo però sempre
disponibili per gli umili servizi richiesti da un'opera
rivolta ai poveri. |
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VIII - I nostri ministeri di carità |
pluralità
e continuità di ministeri |
82.
Siamo chiamati ad evangelizzare i poveri nei ministeri di
carità.
Le necessità più urgenti delle popolazioni e dei tempi
ci indicano le opere concrete nelle quali il nostro
spirito apostolico si esprime.
La nostra missione si apre perciò a una pluralità di
attività e servizi che, pur essendo soltanto dei mezzi,
unificano il nostro apostolato in un'azione comunitaria e
gli danno continuità, perché lo spirito di carità
formi una durevole e perenne sorgente. |
oratorio
quotidiano |
83.
L'oratorio quotidiano è nella tradizione l'opera in cui
maggiormente si è identificata lattività
apostolica dellIstituto.
Esso esprime l'efficace ed umile servizio della comunità
cristiana a beneficio soprattutto dei giovani; è aperto
alle varie attività e adattabile alle esigenze dei
luoghi e dei tempi, e ci permette quello stile di
amicizia cordiale, di semplicità di tratto, di presenza
costante che è caratteristica precipua del nostro
spirito. |
opere
di assistenza |
84.
Le opere di assistenza ci offrono la possibilità di un'azione
educativa continua, attraverso un ministero di carità
assiduo e a volte faticoso, a favore della gioventù
povera e abbandonata. |
parrocchie |
85.
Le parrocchie sono assunte dalla Congregazione come
spazio che può consentire l'espressione del nostro
carisma apostolico ed in risposta alle indicazioni della
Chiesa, pur tenendo presente la preoccupazione della
Fondatrice.
Diamo la preferenza a quelle dove maggiori sono le povertà
e dove concretamente possiamo servire i più bisognosi.
Nel ministero parrocchiale restiamo fedeli al nostro
spirito di umiltà e nascondimento, dando sempre un'attenzione
privilegiata al servizio dei poveri e dei giovani. |
"la
carità è un fuoco che sempre più si dilata
" |
86.
La carità apostolica dell'Istituto, fondata su un amore
che non ha confini, può realizzarsi anche in altre forme
che attuino il servizio affidatoci dal Signore Gesù di
rendere testimonianza al suo amore per noi e per i poveri. |
missioni |
87.
In ogni paese, anche in quelli di missione, dove meglio
possiamo manifestare il carattere universale della nostra
vocazione, siamo chiamati a vivere lo stesso carisma, con
le opere richieste dalle povertà locali. Tali opere si
ispirino ai criteri di scelta e, per quanto possibile,
alle forme usate dalla nostra tradizione, in fedeltà al
ministero che abbiamo ricevuto dal Signore, al fine di
adempierlo. |
a
gloria di Dio |
88.
Glorifichiamo il Padre sulla terra quando avremo portato
a termine l'opera che ci ha dato da compiere. |