|
I - L'autorità di Cristo servo |
Cristo
modello dellautorità |
236.
Cristo, che ci presenta il vero volto del Padre e compie
sempre la sua volontà, è per noi il modello dell'autorità,
Lui che è venuto non per essere servito, ma per servire
e dare la vita. |
carisma
dellautorità |
237.
Il fratello che tra noi è posto in autorità,
legittimamente eletto o nominato e riconosciuto dalla
Chiesa, rappresenta per noi il Padre ed è segno di unità.
È al servizio di Dio, da cui ha ricevuto il carisma dell'autorità
a nostro bene, per trasmetterci la sua volontà, affinché
assieme la possiamo adempiere.
Sia dunque il primo obbediente a Dio attraverso la Regola
di cui è il garante e stia in mezzo a noi come Colui che
serve.
All'inizio del suo servizio emetterà davanti al
Preposito generale, o suo delegato, la professione di
fede, secondo la formula approvata dalla Sede Apostolica. |
|
II - A servizio dell'unità in Cristo |
segno
del Padre |
238.
Il superiore è prima di tutto a servizio dell'unità in
Cristo: faccia memoria della presenza del Padre nella
comunità, tenendo a Lui rivolti gli occhi per camminare
con tutti i fratelli verso la sua santità. |
anima
la comunione e il dialogo
|
239.
Favorisca la comunione nel rispetto della diversità
delle membra del corpo di Cristo. Tenga vivo il dialogo,
perché con il dono dello Spirito, la carità si
arricchisca sempre più in conoscenza ed in ogni genere
di discernimento, e possiamo distinguere sempre il meglio
per noi e per i fratelli ai quali dobbiamo annunciare il
Regno. |
invita
tutti alla partecipazione responsabile
|
240.
Stimoli dunque alla partecipazione responsabile ed
effettiva alla vita e all'azione della comunità;
promuova la vera libertà, lasciando spazio alliniziativa
dei singoli e dei gruppi nella programmazione del lavoro;
applichi il principio di sussidiarietà perché la
comunità possa crescere nella piena maturità di Cristo
con l'apporto di tutti. |
ascolta
la Parola
|
241.
Solo Dio è Colui che fa l'Opera; il superiore si impegni
perciò ad ascoltarne la Parola nella Scrittura, nella
preghiera e nei fratelli della comunità, per poter
meglio discernere, orientare, decidere e correggere con
evangelica imparzialità. |
pratica
e custodisce la Regola |
242.
Si ricordi di occupare un ruolo che esige una particolare
imitazione di Cristo a testimonianza per i fratelli: sia
perciò primo nella fedeltà alla Regola di Vita per
poterla proporre senza attenuazioni, guidando alla santità
prima che all'attività e mai dimenticando che la norma
principale deve essere sempre la carità. |
|
III - Servizio di mediazione della volontà del Padre |
per
una autentica mediazione |
243.
Servizio specifico del superiore è mediare la volontà
del Padre, indicandola ai fratelli e vivendola con loro.
Consideri ogni cosa davanti a Dio, in atteggiamento di
vero ascolto dei suggerimenti dello Spirito; sappia
coglierli in ogni realtà, ma particolarmente nella
comunità, cercando non se stesso, ma il bene dell'Istituto,
il vantaggio del prossimo e la gloria di Dio.
A un buon amministratore si chiede di restare sempre
fedele. |
lo
stile della mediazione |
244.
Presenti le sue decisioni nello spirito della Regola,
come riflesso della volontà del Padre e nel rispetto
della libertà dei fratelli, facilitandone un'accettazione
responsabile e illuminata dalla fede.
Comandi con umiltà e dolcezza, sapendo di fare un
servizio al Regno, ma anche con coraggio e fermezza,
senza abdicare alla propria responsabilità, né
coprendosi dietro l'anonimato della comunità: resta
ferma in ogni caso la sua autorità di discernere e di
decidere quanto si deve fare. |
animatore
dellapostolato |
245.
Animi l'apostolato stimolando tutti ad un vero servizio
nelle opere e cercando di conciliare nella comunità le
diversità delle persone e delle tendenze, le necessità
e le aspirazioni della vita interna con gli appelli che
vengono dai poveri e dai giovani. |
guida
della comunità |
246.
Egli è chiamato a guidare il cammino della comunità:
per essa come per i singoli fratelli ha una particolare
responsabilità nel mantenere vivi il carisma e lo
spirito dell'Istituto. |
|
IV - A servizio dei fratelli |
il
superiore, servo come Cristo |
247.
Il superiore è a servizio dei religiosi e dell'Istituto
come Cristo, il Signore e Maestro, che ha lavato i piedi
ai suoi discepoli. Ricordi che non avrebbe nessun potere
se non gli fosse dato dall'alto: stia quindi davanti al
Padre cercando il suo volto e chiedendo nella preghiera
la grazia particolare d'esserne viva trasparenza. |
virtù
del servizio dellautorità |
248.
Sia comprensivo e paziente con chi è debole, abbia stima
sincera verso tutti; la sua correzione sia sempre
fraterna, dettata da vero amore e dalla disponibilità a
caricarsi dei pesi degli altri, e interceda ogni giorno
per quelli che il Padre gli ha affidati.
La preghiera e l'obbedienza dei fratelli laiuteranno
ad essere servitore fedele, nonostante i suoi limiti e
incapacità, o addirittura il suo peccato.
La sua umana fragilità non dovrà impedire ad alcuno di
accettarlo quale rappresentante di Dio e di obbedirgli. |
capacità
di soffrire e donare speranza |
249.
Proverà in certi momenti la solitudine: la viva nella
comunione con Dio, perché anche altri fratelli non
vivano più soli.
Dovrà talvolta soffrire per sé e per gli altri ; sarà
allora testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe
della gloria che deve manifestarsi. Cercherà però di
non far soffrire inutilmente, ma di essere seminatore di
pace, di gioia e di speranza nello Spirito Santo. |
rinuncia
allo spirito di dominio |
250.
Il suo servizio è di pascere il gregge di Dio, con
serenità e senza vili interessi, non spadroneggiando
sulle persone, ma facendosi modello del gregge: non
dimentichi che il voto di obbedienza è rinuncia per
tutti allo spirito di dominio. |
disponibilità
a lasciare |
251.
Quando cesserà dallufficio sappia dare una
testimonianza gioiosa di obbedienza ai nuovi superiori,
accettando anche i servizi più umili. |
|
V - Organizzazione e autorità nella nostra famiglia
religiosa |
ununica
famiglia |
252.
Noi, Figli della Carità, siamo un'unica famiglia
religiosa sparsa per il mondo, animata dello stesso
spirito e impegnata nella stessa missione al servizio dei
fratelli bisognosi, secondo il carisma della Fondatrice. |
autorità
dei superiori |
253.
I superiori adempiono il loro ufficio ed esercitano la
loro potestà a norma del diritto comune e nostro. |
autorità
centrale |
254.
Un'autorità centrale, esercitata in modo ordinario dal
Preposito generale, assistito dal consiglio e dagli
ufficiali generali, e straordinariamente dal Capitolo
generale, anima, guida ed unifica tutto l'Istituto. |
composizione
dellIstituto |
255.
L'Istituto si compone di case religiose legittimamente
erette, sotto l'autorità del superiore assistito dal
consiglio locale e dal consiglio di famiglia.
Qualora si rendesse necessario, spetterà al Preposito
generale col voto deliberativo del consiglio, dividere lIstituto
in parti, con qualunque nome designate, erigerne di nuove,
fondere quelle già costituite o circoscriverle in modo
diverso. |
in
obbedienza al Papa |
256.
Riconosciamo la suprema autorità della Chiesa universale,
essa autentica il nostro spirito e legittima la nostra
missione. Nel carisma specifico dell'Istituto accogliamo
con fede, in forza pure del voto, le disposizioni del
romano Pontefice come nostro superiore supremo. |
a
servizio delle chiese locali |
257.
È compito di tutti i religiosi, ma particolarmente di
chi esercita l'autorità, inserire il nostro apostolato
nell'attività pastorale delle comunità cristiane locali,
come parte della vita ecclesiale. |
|
VI - Autorità ordinaria |
i
superiori, testimoni di Cristo pastore |
258.
I superiori, nel quotidiano esercizio del loro servizio
di unità tra i fratelli, di animazione della vita
religiosa, di mediazione della volontà del Padre, sono
testimoni di Cristo, il buon pastore, che conosce e guida
le sue pecorelle, cammina davanti a loro, ricerca quella
smarrita e dà la vita per esse. |
|
Preposito generale |
il
Preposito generale, centro di unità |
259.
II Preposito generale, supremo moderatore dell'Istituto,
ha piena potestà ordinaria sull'intero Istituto, le
singole case e i singoli religiosi, tanto per il foro
esterno che per quello interno a norma del diritto. È il
padre e il centro di unità della nostra famiglia e la
rappresenta ufficialmente.
Presiede con diritto di voto le adunanze del consiglio
generale. |
condizioni
per lelezione |
260.
Viene eletto dal Capitolo generale per sei anni e può
essere rieletto per un secondo sessennio consecutivo.
Deve essere sacerdote, aver compiuto trentacinque anni di
età ed aver emesso la professione perpetua da almeno
dieci.
Non può dimettersi dalla carica senza il consenso della
Santa Sede, alla quale devono pure rivolgersi i
consiglieri generali quando ritenessero necessaria la sua
rimozione dall'ufficio. |
in
ascolto di Dio
|
261.
Sia attentamente in ascolto di Dio: è Lui solo che
edifica la casa. Lo sappia ascoltare anche quando accosta
i singoli fratelli e le comunità nella vita quotidiana e
soprattutto nei momenti delle difficoltà e sofferenze.
Alimenti la fedeltà al Signore nella varietà dei
carismi e dei ministeri, orientando tutti a trovare unità
nel nostro spirito e nell'osservanza della Regola, di cui
è principale custode e interprete. |
per
interpretare la sua volontà |
262.
Egli media per l'intero Istituto la volontà del Padre,
avvalendosi nell'affrontare i problemi più importanti
della corresponsabilità e collaborazione dei consiglieri
e degli ufficiali generali e, nei limiti di competenza,
anche dei superiori locali. |
visita
canonica |
263.
Compia la visita canonica alle varie case, secondo le
modalità indicate nel Regolamento. Dia spazio allora ad
un più prolungato accostamento e ascolto dei singoli
religiosi e promuova una revisione globale della vita
delle comunità e della loro missione, correggendo
eventuali deviazioni ed incitando coraggiosamente ad una
sempre più perfetta sequela di Cristo. |
primo
animatore |
264.
Ha speciale responsabilità della vitalità della
vocazione canossiana.
Spetta a lui principalmente animare la crescita
spirituale dei membri, la presa di coscienza e l'approfondimento
del carisma, l'attività apostolica e la fecondità dell'azione
caritativa.
È suo compito la promozione vocazionale e l'accettazione
dei nuovi membri, la programmazione e l'attuazione della
formazione specifica permanente. |
autorità
sulle case di formazione |
265.
Esercita una particolare autorità sui nostri seminari e
noviziati, nei quali procurerà d'essere spesso presente,
ricordando come Cristo anteponeva a tutto la preparazione
dei suoi apostoli. |
apertura
di nuove case |
266.
L'apertura di nuove case è segno di vitalità dell'Istituto
e spetta esclusivamente al Preposito generale con il
consenso del suo consiglio, osservate le condizioni del
diritto comune e nostro.
Prima di qualsiasi fondazione abbia però ben presenti le
finalità apostoliche e gli indirizzi specifici previsti
nella Regola di Vita. Valuti adeguatamente le necessità
del popolo di Dio, ma insieme le possibilità e i limiti
della Congregazione. Esamini pure se ci sono le
condizioni che garantiscono, il più possibile, la
gratuità delle opere.
Tutto procuri di regolare per mezzo di chiare convenzioni
con le competenti autorità. |
nuove
opere |
267.
Attento ai suggerimenti dello Spirito Creatore, non tema
di dar vita anche ad opere coraggiose e inedite, fedeli
al carisma e che siano segno della novità del nostro
spirito e dell'attualità della nostra missione. |
chiusura
di case |
268.
È pure di sua competenza l'eventuale chiusura di case,
sempre col consenso del consiglio generale, osservate le
norme del diritto. Agisca con prudenza e fermezza, quando
lo richiede il bene generale dell'Istituto o le opere non
rispondono più alle finalità ed allo spirito con cui
furono avviate. |
collaborazione
di tutti |
269.
I religiosi vivano in comunione con lui e partecipino
alle sue preoccupazioni per il bene dell'Istituto.
Sappiano che la loro disponibilità ed obbedienza gli
saranno di grande aiuto per guidare i singoli e le
comunità alla ricerca della gloria del Padre.
Per la pubblicazione di scritti che trattano questioni di
religione o di morale, i religiosi necessitano anche
della licenza del Preposito generale. |
|
Consiglio e ufficiali generali |
consiglieri
e ufficiali generali |
270.
Il consiglio e gli ufficiali generali, che insieme al
Preposito generale formano la prima famiglia dell'Istituto,
diano il segno dell'unità pur nella diversità degli
apporti e degli impegni personali, facendosi carico dei
molteplici problemi della Congregazione. Loro ispirazione
e modello sia la prima comunità degli apostoli, che,
assieme a Maria, attendeva, pregando, lo Spirito Santo. |
compiti
dei consiglieri |
271.
Il compito principale dei consiglieri è di collaborare
con il Preposito generale, soprattutto dando il loro voto.
Lo aiutano ad animare e promuovere la vita spirituale e lattività
apostolica della Congregazione attendendo, sempre in
comunione con lui, agli impegni che egli ritenesse
opportuno loro affidare. |
voto
deliberativo e consultivo |
272.
I casi per i quali è richiesto il voto deliberativo o
consultivo del consiglio generale sono indicati nella
Regola. Così pure quelli nei quali il consiglio opera
collegialmente. |
norme
e requisiti per lelezione |
273.
I consiglieri, in numero di quattro come pure il
procuratore e l'economo generali, vengono eletti dal
Capitolo generale con votazione distinta per ognuno,
secondo le norme fissate dalla Regola. Abbiano almeno
cinque anni di professione perpetua e trenta di età.
Durano in carica sei anni e possono essere rieletti.
Se un consigliere o un ufficiale generale viene a cessare
per qualsiasi motivo dall'incarico, il Preposito generale,
con il consenso del consiglio, lo sostituisca con altro
religioso idoneo fino al termine del sessennio in corso. |
il
vicario generale |
274.
Vicario generale è il primo consigliere eletto ed è il
più stretto collaboratore del Preposito nel governo dell'Istituto.
È sacerdote ed ha potestà ordinaria vicaria. Fa le veci
del Preposito generale quando è assente o impedito.
Il vicario compie un delicato servizio di aiuto alla
prima autorità della Congregazione; dovrà spesso
dimenticare se stesso per lavorare con disinteresse ed
amore a sola gloria di Dio.
In caso di rinuncia, deposizione o morte del Preposito
generale, governa l'Istituto e deve convocare entro sei
mesi il Capitolo generale. |
il
procuratore generale |
275.
Il procuratore generale rappresenta il Preposito generale,
il suo consiglio e l'intera Congregazione di fronte alla
Sede Apostolica, con la quale mantiene abitualmente i
contatti. È segno della nostra fedeltà alla Chiesa
universale.
Renda il suo servizio secondo le direttive del Preposito
generale e del suo consiglio. |
leconomo
generale |
276.
L'economo generale, sotto la responsabilità del
Preposito generale e del suo consiglio, amministra i beni
dell'Istituto, secondo le norme del diritto comune e
particolare; aiuta il Preposito generale nel coordinare e
controllare l'amministrazione delle comunità e delle
opere perché siano sanamente condotte e i beni vengano
utilizzati nello spirito della nostra povertà e a
servizio della nostra missione. |
il
segretario generale |
277.
Il segretario generale aiuta direttamente il Preposito.
Interviene, senza diritto di voto, alle adunanze del
consiglio e ne redige i verbali. È responsabile dell'archivio
generalizio e dei documenti più importanti che tiene in
ordine e non trasmette a nessuno senza licenza del
Preposito generale.
Compia il suo umile servizio con discrezione ed in
armonia con l'autorità. |
|
Superiore locale |
il
superiore locale |
278.
Il superiore della comunità è il fratello nominato dal
Preposito generale, con il consenso del suo consiglio,
perché sia in mezzo a noi come immagine del Padre e
testimone di Cristo, venuto per servire e non per essere
servito.
Egli interpreta per noi la volontà di Dio nella vita
ordinaria, dopo aver ascoltato, quando è necessario, il
consiglio locale o il consiglio di famiglia. |
il
consiglio di famiglia |
279.
Il consiglio di famiglia è l'assemblea di tutti i membri
della comunità. Il superiore è tenuto a convocarlo nei
tempi e con le modalità indicati dal Regolamento, e deve
ottenerne il consenso nei casi previsti dal diritto
proprio e da delibere capitolari. |
il
consiglio locale |
280.
Il consiglio locale, invece, è istituito dal Preposito
generale. Composizione, funzionamento e finalità sono
indicati nel Regolamento. |
requisiti
e norme per la durata del mandato |
281.
Il superiore locale viene scelto fra i religiosi professi
perpetui da almeno tre anni. Il suo mandato è triennale,
ma egli in qualsiasi momento può essere rimosso o
destinato ad altro ufficio per cause previste dal
Regolamento. Può essere riconfermato per un secondo
triennio e, in casi eccezionali, anche per un terzo. |
compiti
del superiore locale |
282.
Il superiore locale vive assieme ai fratelli le scelte
comuni, fedele allo Spirito e alla Regola di Vita, che
per primo è chiamato ad osservare e a far osservare.
Egli anima l'apostolato, riconosce, accoglie e coordina i
carismi personali, sta vicino a chi è in difficoltà e
favorisce con particolare impegno la comunione. Spetta al
superiore affidare i vari compiti ai fratelli, che li
attueranno sempre in comunione con lui e con la comunità.
Vinca la tentazione del potere, sempre pronta a
manifestarsi, e sia disposto a rinunciare a se stesso
perché Cristo cresca nella comunità.
Viva in stretto dialogo con Dio solo, operando unicamente
a gloria del Padre. |
|
VII - Autorità straordinaria: il Capitolo generale |
il
Capitolo generale, segno di unità |
283.
Il Capitolo generale è il principale segno di unità
dell'Istituto e l'organo normativo supremo. Il suo
compito più importante è quello di promuovere e
interpretare dinamicamente il carisma della Fondatrice e
di discernere attentamente i segni dei tempi per leggervi
il volere di Dio sulla Congregazione, nella fedeltà al
Crocifisso, ai poveri e ai piccoli. |
la
partecipazione di tutti |
284.
Davanti a un impegno tanto delicato occorre che tutti,
chiamati ad una partecipazione diretta o indiretta, ci
lasciamo guidare dallo Spirito del Signore, dall'amore
alla nostra famiglia religiosa, dall'obbedienza alle
indicazioni del Magistero. |
convocazione |
285.
Il Capitolo generale ordinario si raduna ogni sei anni o
in caso di vacanza del Preposito generale. Viene
convocato dal Preposito generale col consenso del suo
consiglio ed è presieduto dallo stesso Preposito o, in
sua assenza, dal Vicario generale. |
compiti
preincipale del Capitolo ordinario |
286.
Nella tutela del patrimonio dell'Istituto il Capitolo
generale:
esamina i più importanti problemi che interessano
l'Istituto, come la vita spirituale e comunitaria, la
formazione, il governo e l'amministrazione;
fissa orientamenti e norme per imprimere nuovo
impulso e sviluppo alla Congregazione, attualizzando la
sua missione in opere rispondenti alle esigenze dei
poveri e dei piccoli in tempi e paesi diversi;
interpreta ed aggiorna gli articoli del
Regolamento;
prende deliberazioni che vincolano tutto l'Istituto,
in fedeltà alla Regola e al suo spirito. |
norme
per le elezioni |
287.
È pure compito del Capitolo generale ordinario eleggere
il Preposito generale, i consiglieri ed ufficiali
generali.
Rinunciando ad ogni simpatia puramente umana, i
capitolari diano il loro voto ispirandosi unicamente alla
volontà di Dio, che cercheranno di conoscere con
prolungata ed intensa preghiera.
Chi viene eletto accetti confidando nel Signore: Lui che
lo chiama al servizio lo sosterrà con la sua forza. |
elezione
del Preposito generale |
288.
È eletto Preposito generale il religioso sacerdote che
nelle votazioni consegue la maggioranza assoluta dei
presenti. Se tale maggioranza non si ottiene nei primi
tre scrutini, si procede ad una quarta votazione sui due
religiosi sacerdoti che hanno conseguito il maggior
numero di voti nel terzo scrutinio. Essi non avranno voce
attiva.
In quest'ultima votazione è eletto chi ha riportato il
maggior numero di voti e, in caso di parità, chi ha
emesso prima la professione temporanea; qualora la
professione sia stata emessa lo stesso giorno, risulterà
eletto il più anziano di età. |
elezione
dei consiglieri, del procuratore, delleconomo
generali |
289.
Per la elezione dei consiglieri, del procuratore e dell'economo
generali è necessaria la maggioranza assoluta di coloro
che sono presenti. Se nei primi due scrutini nessun
candidato raggiunge la maggioranza assoluta, nel terzo
scrutinio risulterà eletto quel religioso che otterrà
la maggioranza anche relativa. |
il
Capitolo straordinario |
290.
Il Capitolo generale straordinario è convocato dal
Preposito generale, con il consenso del consiglio, per
ragioni ed affari gravi e d'interesse dell'intera
Congregazione, con le modalità fissate per il Capitolo
generale ordinario. |
membri
del Capitolo |
291.
Intervengono al Capitolo membri di diritto e membri
eletti. Il numero degli ultimi non potrà essere
inferiore a quello dei primi. |
membri
di diritto |
292.
Sono membri di diritto: il Preposito generale, i
consiglieri ed ufficiali generali, l'ex Preposito
generale nel primo Capitolo ordinario dopo la cessazione
dall'incarico e in quelli straordinari eventualmente
celebrati in precedenza. |
membri
eletti |
293.
Sono invece membri delegati i religiosi che risultano
eletti con regolari votazioni, secondo modalità e
proporzioni numeriche indicate nel Regolamento e nei
Capitoli generali. |
norme
per la validità degli atti capitolari |
294.
Per la validità degli atti capitolari si richiede la
presenza dei due terzi degli aventi diritto. |
e
per lapprovazione dei temi trattati |
295.
Per l'approvazione degli argomenti e soggetti trattati e
sottoposti a votazione in Capitolo è sufficiente la
maggioranza assoluta dei presenti, eccetto per le
modifiche alle Costituzioni, per le quali occorre la
maggioranza qualificata dei due terzi e l'approvazione
della Santa Sede. |
clima
spirituale del Capitolo |
296.
Le riunioni capitolari si svolgano in clima di ascolto,
di preghiera e amore fraterno. I partecipanti si
rivestano di umiltà scambievole, di disponibilità e
pazienza, consapevoli di rendere un importante servizio
alla Chiesa e all'Istituto.
Sui lavori capitolari sia osservata da tutti una saggia
discrezione. |
obbedienza
alle deliberazioni |
297.
L'intera Congregazione accompagni con l'orazione i lavori
del Capitolo e tutti i religiosi si impegnino ad obbedire
alle deliberazioni capitolari, non appena saranno
promulgate dal Preposito generale. |
|
VIII - Nostra partecipazione al servizio dell'autorità |
responsabilità
comune |
298.
Noi tutti dobbiamo sentirci quotidianamente responsabili,
con la vita e la nostra attività, del bene dell'intero
Istituto: il Signore infatti ci ha scelti per abitare
unanimi nella sua casa` e camminare insieme incontro a
Lui. |
organismi
di partecipazione |
299.
Alcuni momenti ed organismi esprimono con maggiore
evidenza la sollecitudine di tutti: operiamo in essi
nello spirito del dialogo fraterno a comune edificazione. |
a
livello di Congregazione
|
300.
Spetta al Regolamento e a particolari disposizioni
capitolari determinare la natura e l'ambito di questi
organismi.
Alcuni, come la consulta, possono esprimere la
partecipazione a problemi e scelte che riguardano tutta
la Congregazione o un suo determinato settore. Essi sono
convocati del Preposito generale con il consenso del
consiglio ed hanno valore consultivo. |
a
livello comunitario |
301.
Altri organismi, come il consiglio locale o il consiglio
di famiglia, rappresentano la partecipazione dei membri
al bene della comunità. Il loro scopo è di animare,
programmare e verificare la vita e l'apostolato.
Per alcune decisioni importanti, indicate dal Regolamento
o da disposizioni capitolari, il consenso dell'organismo
locale è vincolante per il superiore. |
|
302.
Sforziamoci di agire nella pace e il Dio dell'amore sarà
sempre con noi. |