Cap. VIII

AUTORITÀ

 
I - L'autorità di Cristo servo
Cristo modello dell’autorità 236. Cristo, che ci presenta il vero volto del Padre e compie sempre la sua volontà, è per noi il modello dell'autorità, Lui che è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la vita.
carisma dell’autorità 237. Il fratello che tra noi è posto in autorità, legittimamente eletto o nominato e riconosciuto dalla Chiesa, rappresenta per noi il Padre ed è segno di unità.
È al servizio di Dio, da cui ha ricevuto il carisma dell'autorità a nostro bene, per trasmetterci la sua volontà, affinché assieme la possiamo adempiere.
Sia dunque il primo obbediente a Dio attraverso la Regola di cui è il garante e stia in mezzo a noi come Colui che serve.
All'inizio del suo servizio emetterà davanti al Preposito generale, o suo delegato, la professione di fede, secondo la formula approvata dalla Sede Apostolica.
 
II - A servizio dell'unità in Cristo
segno del Padre 238. Il superiore è prima di tutto a servizio dell'unità in Cristo: faccia memoria della presenza del Padre nella comunità, tenendo a Lui rivolti gli occhi per camminare con tutti i fratelli verso la sua santità.
anima la comunione e il dialogo… 239. Favorisca la comunione nel rispetto della diversità delle membra del corpo di Cristo. Tenga vivo il dialogo, perché con il dono dello Spirito, la carità si arricchisca sempre più in conoscenza ed in ogni genere di discernimento, e possiamo distinguere sempre il meglio per noi e per i fratelli ai quali dobbiamo annunciare il Regno.
invita tutti alla partecipazione responsabile… 240. Stimoli dunque alla partecipazione responsabile ed effettiva alla vita e all'azione della comunità; promuova la vera libertà, lasciando spazio all’iniziativa dei singoli e dei gruppi nella programmazione del lavoro; applichi il principio di sussidiarietà perché la comunità possa crescere nella piena maturità di Cristo con l'apporto di tutti.
ascolta la Parola… 241. Solo Dio è Colui che fa l'Opera; il superiore si impegni perciò ad ascoltarne la Parola nella Scrittura, nella preghiera e nei fratelli della comunità, per poter meglio discernere, orientare, decidere e correggere con evangelica imparzialità.
pratica e custodisce la Regola 242. Si ricordi di occupare un ruolo che esige una particolare imitazione di Cristo a testimonianza per i fratelli: sia perciò primo nella fedeltà alla Regola di Vita per poterla proporre senza attenuazioni, guidando alla santità prima che all'attività e mai dimenticando che la norma principale deve essere sempre la carità.
 
III - Servizio di mediazione della volontà del Padre
per una autentica mediazione 243. Servizio specifico del superiore è mediare la volontà del Padre, indicandola ai fratelli e vivendola con loro.
Consideri ogni cosa davanti a Dio, in atteggiamento di vero ascolto dei suggerimenti dello Spirito; sappia coglierli in ogni realtà, ma particolarmente nella comunità, cercando non se stesso, ma il bene dell'Istituto, il vantaggio del prossimo e la gloria di Dio.
A un buon amministratore si chiede di restare sempre fedele.
lo stile della mediazione 244. Presenti le sue decisioni nello spirito della Regola, come riflesso della volontà del Padre e nel rispetto della libertà dei fratelli, facilitandone un'accettazione responsabile e illuminata dalla fede.
Comandi con umiltà e dolcezza, sapendo di fare un servizio al Regno, ma anche con coraggio e fermezza, senza abdicare alla propria responsabilità, né coprendosi dietro l'anonimato della comunità: resta ferma in ogni caso la sua autorità di discernere e di decidere quanto si deve fare.
animatore dell’apostolato 245. Animi l'apostolato stimolando tutti ad un vero servizio nelle opere e cercando di conciliare nella comunità le diversità delle persone e delle tendenze, le necessità e le aspirazioni della vita interna con gli appelli che vengono dai poveri e dai giovani.
guida della comunità 246. Egli è chiamato a guidare il cammino della comunità: per essa come per i singoli fratelli ha una particolare responsabilità nel mantenere vivi il carisma e lo spirito dell'Istituto.
 
IV - A servizio dei fratelli
il superiore, servo come Cristo 247. Il superiore è a servizio dei religiosi e dell'Istituto come Cristo, il Signore e Maestro, che ha lavato i piedi ai suoi discepoli. Ricordi che non avrebbe nessun potere se non gli fosse dato dall'alto: stia quindi davanti al Padre cercando il suo volto e chiedendo nella preghiera la grazia particolare d'esserne viva trasparenza.
virtù del servizio dell’autorità 248. Sia comprensivo e paziente con chi è debole, abbia stima sincera verso tutti; la sua correzione sia sempre fraterna, dettata da vero amore e dalla disponibilità a caricarsi dei pesi degli altri, e interceda ogni giorno per quelli che il Padre gli ha affidati.
La preghiera e l'obbedienza dei fratelli l’aiuteranno ad essere servitore fedele, nonostante i suoi limiti e incapacità, o addirittura il suo peccato.
La sua umana fragilità non dovrà impedire ad alcuno di accettarlo quale rappresentante di Dio e di obbedirgli.
capacità di soffrire e donare speranza 249. Proverà in certi momenti la solitudine: la viva nella comunione con Dio, perché anche altri fratelli non vivano più soli.
Dovrà talvolta soffrire per sé e per gli altri ; sarà allora testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi. Cercherà però di non far soffrire inutilmente, ma di essere seminatore di pace, di gioia e di speranza nello Spirito Santo.
rinuncia allo spirito di dominio 250. Il suo servizio è di pascere il gregge di Dio, con serenità e senza vili interessi, non spadroneggiando sulle persone, ma facendosi modello del gregge: non dimentichi che il voto di obbedienza è rinuncia per tutti allo spirito di dominio.
disponibilità a lasciare 251. Quando cesserà dall’ufficio sappia dare una testimonianza gioiosa di obbedienza ai nuovi superiori, accettando anche i servizi più umili.
 
V - Organizzazione e autorità nella nostra famiglia religiosa
un’unica famiglia 252. Noi, Figli della Carità, siamo un'unica famiglia religiosa sparsa per il mondo, animata dello stesso spirito e impegnata nella stessa missione al servizio dei fratelli bisognosi, secondo il carisma della Fondatrice.
autorità dei superiori 253. I superiori adempiono il loro ufficio ed esercitano la loro potestà a norma del diritto comune e nostro.
autorità centrale 254. Un'autorità centrale, esercitata in modo ordinario dal Preposito generale, assistito dal consiglio e dagli ufficiali generali, e straordinariamente dal Capitolo generale, anima, guida ed unifica tutto l'Istituto.
composizione dell’Istituto 255. L'Istituto si compone di case religiose legittimamente erette, sotto l'autorità del superiore assistito dal consiglio locale e dal consiglio di famiglia.
Qualora si rendesse necessario, spetterà al Preposito generale col voto deliberativo del consiglio, dividere l’Istituto in parti, con qualunque nome designate, erigerne di nuove, fondere quelle già costituite o circoscriverle in modo diverso.
in obbedienza al Papa 256. Riconosciamo la suprema autorità della Chiesa universale, essa autentica il nostro spirito e legittima la nostra missione. Nel carisma specifico dell'Istituto accogliamo con fede, in forza pure del voto, le disposizioni del romano Pontefice come nostro superiore supremo.
a servizio delle chiese locali 257. È compito di tutti i religiosi, ma particolarmente di chi esercita l'autorità, inserire il nostro apostolato nell'attività pastorale delle comunità cristiane locali, come parte della vita ecclesiale.
 
VI - Autorità ordinaria
i superiori, testimoni di Cristo pastore 258. I superiori, nel quotidiano esercizio del loro servizio di unità tra i fratelli, di animazione della vita religiosa, di mediazione della volontà del Padre, sono testimoni di Cristo, il buon pastore, che conosce e guida le sue pecorelle, cammina davanti a loro, ricerca quella smarrita e dà la vita per esse.
 
Preposito generale
il Preposito generale, centro di unità 259. II Preposito generale, supremo moderatore dell'Istituto, ha piena potestà ordinaria sull'intero Istituto, le singole case e i singoli religiosi, tanto per il foro esterno che per quello interno a norma del diritto. È il padre e il centro di unità della nostra famiglia e la rappresenta ufficialmente.
Presiede con diritto di voto le adunanze del consiglio generale.
condizioni per l’elezione 260. Viene eletto dal Capitolo generale per sei anni e può essere rieletto per un secondo sessennio consecutivo. Deve essere sacerdote, aver compiuto trentacinque anni di età ed aver emesso la professione perpetua da almeno dieci.
Non può dimettersi dalla carica senza il consenso della Santa Sede, alla quale devono pure rivolgersi i consiglieri generali quando ritenessero necessaria la sua rimozione dall'ufficio.
in ascolto di Dio… 261. Sia attentamente in ascolto di Dio: è Lui solo che edifica la casa. Lo sappia ascoltare anche quando accosta i singoli fratelli e le comunità nella vita quotidiana e soprattutto nei momenti delle difficoltà e sofferenze.
Alimenti la fedeltà al Signore nella varietà dei carismi e dei ministeri, orientando tutti a trovare unità nel nostro spirito e nell'osservanza della Regola, di cui è principale custode e interprete.
per interpretare la sua volontà 262. Egli media per l'intero Istituto la volontà del Padre, avvalendosi nell'affrontare i problemi più importanti della corresponsabilità e collaborazione dei consiglieri e degli ufficiali generali e, nei limiti di competenza, anche dei superiori locali.
visita canonica 263. Compia la visita canonica alle varie case, secondo le modalità indicate nel Regolamento. Dia spazio allora ad un più prolungato accostamento e ascolto dei singoli religiosi e promuova una revisione globale della vita delle comunità e della loro missione, correggendo eventuali deviazioni ed incitando coraggiosamente ad una sempre più perfetta sequela di Cristo.
primo animatore 264. Ha speciale responsabilità della vitalità della vocazione canossiana.
Spetta a lui principalmente animare la crescita spirituale dei membri, la presa di coscienza e l'approfondimento del carisma, l'attività apostolica e la fecondità dell'azione caritativa.
È suo compito la promozione vocazionale e l'accettazione dei nuovi membri, la programmazione e l'attuazione della formazione specifica permanente.
autorità sulle case di formazione 265. Esercita una particolare autorità sui nostri seminari e noviziati, nei quali procurerà d'essere spesso presente, ricordando come Cristo anteponeva a tutto la preparazione dei suoi apostoli.
apertura di nuove case 266. L'apertura di nuove case è segno di vitalità dell'Istituto e spetta esclusivamente al Preposito generale con il consenso del suo consiglio, osservate le condizioni del diritto comune e nostro.
Prima di qualsiasi fondazione abbia però ben presenti le finalità apostoliche e gli indirizzi specifici previsti nella Regola di Vita. Valuti adeguatamente le necessità del popolo di Dio, ma insieme le possibilità e i limiti della Congregazione. Esamini pure se ci sono le condizioni che garantiscono, il più possibile, la gratuità delle opere.
Tutto procuri di regolare per mezzo di chiare convenzioni con le competenti autorità.
nuove opere 267. Attento ai suggerimenti dello Spirito Creatore, non tema di dar vita anche ad opere coraggiose e inedite, fedeli al carisma e che siano segno della novità del nostro spirito e dell'attualità della nostra missione.
chiusura di case 268. È pure di sua competenza l'eventuale chiusura di case, sempre col consenso del consiglio generale, osservate le norme del diritto. Agisca con prudenza e fermezza, quando lo richiede il bene generale dell'Istituto o le opere non rispondono più alle finalità ed allo spirito con cui furono avviate.
collaborazione di tutti 269. I religiosi vivano in comunione con lui e partecipino alle sue preoccupazioni per il bene dell'Istituto. Sappiano che la loro disponibilità ed obbedienza gli saranno di grande aiuto per guidare i singoli e le comunità alla ricerca della gloria del Padre.
Per la pubblicazione di scritti che trattano questioni di religione o di morale, i religiosi necessitano anche della licenza del Preposito generale.
 
Consiglio e ufficiali generali
consiglieri e ufficiali generali 270. Il consiglio e gli ufficiali generali, che insieme al Preposito generale formano la prima famiglia dell'Istituto, diano il segno dell'unità pur nella diversità degli apporti e degli impegni personali, facendosi carico dei molteplici problemi della Congregazione. Loro ispirazione e modello sia la prima comunità degli apostoli, che, assieme a Maria, attendeva, pregando, lo Spirito Santo.
compiti dei consiglieri 271. Il compito principale dei consiglieri è di collaborare con il Preposito generale, soprattutto dando il loro voto. Lo aiutano ad animare e promuovere la vita spirituale e l’attività apostolica della Congregazione attendendo, sempre in comunione con lui, agli impegni che egli ritenesse opportuno loro affidare.
voto deliberativo e consultivo 272. I casi per i quali è richiesto il voto deliberativo o consultivo del consiglio generale sono indicati nella Regola. Così pure quelli nei quali il consiglio opera collegialmente.
norme e requisiti per l’elezione 273. I consiglieri, in numero di quattro come pure il procuratore e l'economo generali, vengono eletti dal Capitolo generale con votazione distinta per ognuno, secondo le norme fissate dalla Regola. Abbiano almeno cinque anni di professione perpetua e trenta di età. Durano in carica sei anni e possono essere rieletti.
Se un consigliere o un ufficiale generale viene a cessare per qualsiasi motivo dall'incarico, il Preposito generale, con il consenso del consiglio, lo sostituisca con altro religioso idoneo fino al termine del sessennio in corso.
il vicario generale 274. Vicario generale è il primo consigliere eletto ed è il più stretto collaboratore del Preposito nel governo dell'Istituto. È sacerdote ed ha potestà ordinaria vicaria. Fa le veci del Preposito generale quando è assente o impedito.
Il vicario compie un delicato servizio di aiuto alla prima autorità della Congregazione; dovrà spesso dimenticare se stesso per lavorare con disinteresse ed amore a sola gloria di Dio.
In caso di rinuncia, deposizione o morte del Preposito generale, governa l'Istituto e deve convocare entro sei mesi il Capitolo generale.
il procuratore generale 275. Il procuratore generale rappresenta il Preposito generale, il suo consiglio e l'intera Congregazione di fronte alla Sede Apostolica, con la quale mantiene abitualmente i contatti. È segno della nostra fedeltà alla Chiesa universale.
Renda il suo servizio secondo le direttive del Preposito generale e del suo consiglio.
l’economo generale 276. L'economo generale, sotto la responsabilità del Preposito generale e del suo consiglio, amministra i beni dell'Istituto, secondo le norme del diritto comune e particolare; aiuta il Preposito generale nel coordinare e controllare l'amministrazione delle comunità e delle opere perché siano sanamente condotte e i beni vengano utilizzati nello spirito della nostra povertà e a servizio della nostra missione.
il segretario generale 277. Il segretario generale aiuta direttamente il Preposito. Interviene, senza diritto di voto, alle adunanze del consiglio e ne redige i verbali. È responsabile dell'archivio generalizio e dei documenti più importanti che tiene in ordine e non trasmette a nessuno senza licenza del Preposito generale.
Compia il suo umile servizio con discrezione ed in armonia con l'autorità.
 
Superiore locale
il superiore locale 278. Il superiore della comunità è il fratello nominato dal Preposito generale, con il consenso del suo consiglio, perché sia in mezzo a noi come immagine del Padre e testimone di Cristo, venuto per servire e non per essere servito.
Egli interpreta per noi la volontà di Dio nella vita ordinaria, dopo aver ascoltato, quando è necessario, il consiglio locale o il consiglio di famiglia.
il consiglio di famiglia 279. Il consiglio di famiglia è l'assemblea di tutti i membri della comunità. Il superiore è tenuto a convocarlo nei tempi e con le modalità indicati dal Regolamento, e deve ottenerne il consenso nei casi previsti dal diritto proprio e da delibere capitolari.
il consiglio locale 280. Il consiglio locale, invece, è istituito dal Preposito generale. Composizione, funzionamento e finalità sono indicati nel Regolamento.
requisiti e norme per la durata del mandato 281. Il superiore locale viene scelto fra i religiosi professi perpetui da almeno tre anni. Il suo mandato è triennale, ma egli in qualsiasi momento può essere rimosso o destinato ad altro ufficio per cause previste dal Regolamento. Può essere riconfermato per un secondo triennio e, in casi eccezionali, anche per un terzo.
compiti del superiore locale 282. Il superiore locale vive assieme ai fratelli le scelte comuni, fedele allo Spirito e alla Regola di Vita, che per primo è chiamato ad osservare e a far osservare.
Egli anima l'apostolato, riconosce, accoglie e coordina i carismi personali, sta vicino a chi è in difficoltà e favorisce con particolare impegno la comunione. Spetta al superiore affidare i vari compiti ai fratelli, che li attueranno sempre in comunione con lui e con la comunità.
Vinca la tentazione del potere, sempre pronta a manifestarsi, e sia disposto a rinunciare a se stesso perché Cristo cresca nella comunità.
Viva in stretto dialogo con Dio solo, operando unicamente a gloria del Padre.
 
VII - Autorità straordinaria: il Capitolo generale
il Capitolo generale, segno di unità 283. Il Capitolo generale è il principale segno di unità dell'Istituto e l'organo normativo supremo. Il suo compito più importante è quello di promuovere e interpretare dinamicamente il carisma della Fondatrice e di discernere attentamente i segni dei tempi per leggervi il volere di Dio sulla Congregazione, nella fedeltà al Crocifisso, ai poveri e ai piccoli.
la partecipazione di tutti 284. Davanti a un impegno tanto delicato occorre che tutti, chiamati ad una partecipazione diretta o indiretta, ci lasciamo guidare dallo Spirito del Signore, dall'amore alla nostra famiglia religiosa, dall'obbedienza alle indicazioni del Magistero.
convocazione 285. Il Capitolo generale ordinario si raduna ogni sei anni o in caso di vacanza del Preposito generale. Viene convocato dal Preposito generale col consenso del suo consiglio ed è presieduto dallo stesso Preposito o, in sua assenza, dal Vicario generale.
compiti preincipale del Capitolo ordinario 286. Nella tutela del patrimonio dell'Istituto il Capitolo generale:
— esamina i più importanti problemi che interessano l'Istituto, come la vita spirituale e comunitaria, la formazione, il governo e l'amministrazione;
— fissa orientamenti e norme per imprimere nuovo impulso e sviluppo alla Congregazione, attualizzando la sua missione in opere rispondenti alle esigenze dei poveri e dei piccoli in tempi e paesi diversi;
— interpreta ed aggiorna gli articoli del Regolamento;
— prende deliberazioni che vincolano tutto l'Istituto, in fedeltà alla Regola e al suo spirito.
norme per le elezioni 287. È pure compito del Capitolo generale ordinario eleggere il Preposito generale, i consiglieri ed ufficiali generali.
Rinunciando ad ogni simpatia puramente umana, i capitolari diano il loro voto ispirandosi unicamente alla volontà di Dio, che cercheranno di conoscere con prolungata ed intensa preghiera.
Chi viene eletto accetti confidando nel Signore: Lui che lo chiama al servizio lo sosterrà con la sua forza.
elezione del Preposito generale 288. È eletto Preposito generale il religioso sacerdote che nelle votazioni consegue la maggioranza assoluta dei presenti. Se tale maggioranza non si ottiene nei primi tre scrutini, si procede ad una quarta votazione sui due religiosi sacerdoti che hanno conseguito il maggior numero di voti nel terzo scrutinio. Essi non avranno voce attiva.
In quest'ultima votazione è eletto chi ha riportato il maggior numero di voti e, in caso di parità, chi ha emesso prima la professione temporanea; qualora la professione sia stata emessa lo stesso giorno, risulterà eletto il più anziano di età.
elezione dei consiglieri, del procuratore, dell’economo generali 289. Per la elezione dei consiglieri, del procuratore e dell'economo generali è necessaria la maggioranza assoluta di coloro che sono presenti. Se nei primi due scrutini nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta, nel terzo scrutinio risulterà eletto quel religioso che otterrà la maggioranza anche relativa.
il Capitolo straordinario 290. Il Capitolo generale straordinario è convocato dal Preposito generale, con il consenso del consiglio, per ragioni ed affari gravi e d'interesse dell'intera Congregazione, con le modalità fissate per il Capitolo generale ordinario.
membri del Capitolo 291. Intervengono al Capitolo membri di diritto e membri eletti. Il numero degli ultimi non potrà essere inferiore a quello dei primi.
membri di diritto 292. Sono membri di diritto: il Preposito generale, i consiglieri ed ufficiali generali, l'ex Preposito generale nel primo Capitolo ordinario dopo la cessazione dall'incarico e in quelli straordinari eventualmente celebrati in precedenza.
membri eletti 293. Sono invece membri delegati i religiosi che risultano eletti con regolari votazioni, secondo modalità e proporzioni numeriche indicate nel Regolamento e nei Capitoli generali.
norme per la validità degli atti capitolari 294. Per la validità degli atti capitolari si richiede la presenza dei due terzi degli aventi diritto.
e per l’approvazione dei temi trattati 295. Per l'approvazione degli argomenti e soggetti trattati e sottoposti a votazione in Capitolo è sufficiente la maggioranza assoluta dei presenti, eccetto per le modifiche alle Costituzioni, per le quali occorre la maggioranza qualificata dei due terzi e l'approvazione della Santa Sede.
clima spirituale del Capitolo 296. Le riunioni capitolari si svolgano in clima di ascolto, di preghiera e amore fraterno. I partecipanti si rivestano di umiltà scambievole, di disponibilità e pazienza, consapevoli di rendere un importante servizio alla Chiesa e all'Istituto.
Sui lavori capitolari sia osservata da tutti una saggia discrezione.
obbedienza alle deliberazioni 297. L'intera Congregazione accompagni con l'orazione i lavori del Capitolo e tutti i religiosi si impegnino ad obbedire alle deliberazioni capitolari, non appena saranno promulgate dal Preposito generale.
 
VIII - Nostra partecipazione al servizio dell'autorità
responsabilità comune 298. Noi tutti dobbiamo sentirci quotidianamente responsabili, con la vita e la nostra attività, del bene dell'intero Istituto: il Signore infatti ci ha scelti per abitare unanimi nella sua casa` e camminare insieme incontro a Lui.
organismi di partecipazione 299. Alcuni momenti ed organismi esprimono con maggiore evidenza la sollecitudine di tutti: operiamo in essi nello spirito del dialogo fraterno a comune edificazione.
a livello di Congregazione… 300. Spetta al Regolamento e a particolari disposizioni capitolari determinare la natura e l'ambito di questi organismi.
Alcuni, come la consulta, possono esprimere la partecipazione a problemi e scelte che riguardano tutta la Congregazione o un suo determinato settore. Essi sono convocati del Preposito generale con il consenso del consiglio ed hanno valore consultivo.
a livello comunitario 301. Altri organismi, come il consiglio locale o il consiglio di famiglia, rappresentano la partecipazione dei membri al bene della comunità. Il loro scopo è di animare, programmare e verificare la vita e l'apostolato.
Per alcune decisioni importanti, indicate dal Regolamento o da disposizioni capitolari, il consenso dell'organismo locale è vincolante per il superiore.
  302. Sforziamoci di agire nella pace e il Dio dell'amore sarà sempre con noi.