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Direttiva 318/95
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C.M. 31/96
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Direttiva n. 318/95

NUCLEO OPERATIVO PER LE TECNOLOGIE DIDATTICHE 
Nucleo Operativo di Tecnologie per la Didattica

Direttiva n. 318 del 4 ottobre 1995

OGGETTO: Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche nel sistema scolastico

1. FINALITA' DEL PROGRAMMA

Negli ultimi tempi si è sempre più intensamente avvertita l'opportunità di modificare e integrare la didattica, tradizionalmente imperniata sulla parola orale e sul libro di testo, con un'attività di insegnamento e apprendimento in un ambiente caratterizzato dalla presenza di più tecnologie didattiche, con particolare riguardo ai personal computers, anche multimediali, e al lavoro in rete. Ciò nell'ambito di una generale attivazione di più codici di comunicazione che facilitino la didattica (integrazione tra libro di testo, oralità dell'insegnante, attività con tecnologie, learning by doing ecc.) e che consentano altresì di promuovere una familiarizzazione di una larga parte di giovani con le nuove tecnologie e con i modelli di informazione e comunicazione che esse veicolano.

Le tecnologie didattiche, secondo molte ricerche, consentono di: 
a) avvicinare la scuola alla realtà che sempre più i ragazzi vivono a casa e in altri ambienti, caratterizzata dall'interazione tra parola orale, testi scritti, suoni e immagini; 
b) accrescere l'efficacia del processo di insegnamento/apprendimento, utilizzando il naturale interesse del ragazzo, attivando l'espressione di alcuni ragazzi penalizzati da altri codici e linguaggi, facilitando un lavoro attivo e cooperativo dei ragazzi, nonchè l'articolazione delle attività in modo guidato e documentato nelle diverse dimensioni della classe, del piccolo gruppo di lavoro, nell'apprendimento attivo individuale; 
c) rompere l'isolamento della classe e della scuola con il mondo esterno e con realtà anche assai distanti utilizzando, in un processo formativo e nell'ambito di una metodologia didattica sperimentata, risorse e informazioni disponibili in rete.

Considerando l'attuale contesto del sistema scolastico nazionale, uno sviluppo delle tecnologie didattiche nella scuola richiede: 
a) un modello istituzionale e organizzativo, stabile nel tempo, che interfacci in modo coordinato i diversi ordini e gradi di istruzione; 
b) una sperimentazione nell'ambito della quale mettere a punto una metodologia didattica, creare una rete di scuole attrezzate e con docenti formati che possano poi fungere da tutor nella successiva fase a regime, definire standard tecnologici e organizzativi;
c) un obiettivo di diffusione e di infrastrutturazione che punti in un decennio a diffondere su larga scala aule multimediali (con mezzi e applicazioni che rispondano alle più diverse esigenze);
d) un clima di fiducia da parte dei docenti nell'accettazione dell'innovazione e della sfida che pone loro la maggiore familiarità dei ragazzi con tali mezzi;
e) l'inserimento del programma in un più generale sistema di aggiornamento che punti allo sviluppo e all'integrazione dei diversi codici comunicativi tra docente e studente;
f) una crescente attenzione nel tempo alla flessibilizzazione degli orari tra lezione frontale, lavoro di gruppo e apprendimento individuale dei ragazzi; 
g) un processo di revisione dei programmi al fine di individuare essenzialmente le abilità minime che i ragazzi devono assumere in un contesto sempre più dominato dalla disponibilità di una grande massa di informazioni direttamente fruibili, dall'estrema variabilità delle specializzazioni, dal diffondersi di saperi aperti, tra loro comunicanti e non più rigidamente ordinati in forma sequenziale.

Ciò premesso, con la presente direttiva si intende pertanto avviare un programma di sviluppo delle tecnologie didattiche nel sistema scolastico che consenta in un arco di tempo decennale di incidere significativamente sulla qualità del processo di insegnamento e di apprendimento. Il programma si articola nella definizione e implementazione di un modello istituzionale e organizzativo, in un' apposita sperimentazione, in attività di impulso e coordinamento di esperienze locali e settoriali, in iniziative di informazione, orientamento e promozione della produzione di strumenti didattici.

2. MODELLO ISTITUZIONALE E ORGANIZZATIVO

Il programma richiede in primo luogo le seguenti scelte istituzionali e organizzative:

- 2.1 istituzione, in una prima fase come gruppo di lavoro presso il Gabinetto, poi, nell'ambito della riforma del Ministero, come apposita divisione, di un nucleo operativo per le tecnologie didattiche, assistito da un comitato di esperti e da un gruppo di lavoro interdirezionale. I compiti del nucleo consistono essenzialmente nella indicazione e nel coordinamento delle metodologie didattiche, dei contenuti e metodi formativi, nell'organizzazione di sperimentazioni, nel coordinamento di iniziative in materia autonomamente avviate da Direzioni Generali e dai livelli locali, nella definizione e gestione di apposite figure di sistema, nella pubblicizzazione del programma;
- 2.2 istituzione presso il Ministero (sotto la supervisione del nucleo di cui al punto 2.1 e in collegamento con le Direzioni generali) di un laboratorio prova per testare hardware e software e per la produzione di un bollettino di orientamento per le scuole (vedi punto 5);
- 2.3 avvio da parte del CEDE di un'attività di coordinamento e di impulso alla produzione di strumenti didattici innovativi all'interno e all'esterno del sistema scolastico. Il CEDE concorrerà altresì a produrre pacchetti per la formazione dei docenti e per il monitoraggio delle sperimentazioni e sarà utilizzato come sede per attività formative e di sensibilizzazione; 
- 2.4 istituzione presso il Ministero (sotto la supervisione del nucleo di cui al punto 2.1 e in collegamento con le Direzioni generali) di un centro di assistenza tecnico - didattica per le scuole in relazione a problemi sia esclusivamente tecnici sia di progettazione didattica (ivi compresa la regolazione, gestione e animazione del traffico in rete); tale centro, che si doterà di strumenti di comunicazione rapida con le scuole, potrebbe poi decentrare le attività a livello provinciale;
- 2.5 con successivo atto del Ministro, affidamento in ogni Regione ad almeno tre ispettori (uno per grado di istruzione) dell' incarico di promuovere e di coordinare funzionalmente le attività in materia di tecnologie didattiche, con particolare riguardo al piano di sperimentazione di cui al successivo punto 3), sotto la supervisione del Sovrintendente e avvalendosi degli IRRSAE. A livello provinciale i Provveditori, avvalendosi degli ispettori coordinatori regionali, individueranno un referente nell'ambito dei propri uffici, promuoveranno l'istituzione di comitati per lo sviluppo delle tecnologie didattiche con tutti i soggetti interessati, sia interni che esterni alla scuola, inclusi i rappresentanti degli Enti locali;
- 2.6 coordinamento da parte del nucleo operativo delle attività concordate o affidate al CEDE e all' ufficio studi per la definizione dei campioni, nonchè per la verifica e la valutazione delle sperimentazioni;
- 2.7 coordinamento da parte del nucleo di cui al punto 2.1 di attività di ricerca e documentazione in ordine alle esperienze internazionali sulle tecnologie didattiche di altri paesi europei e mondiali ( concordate o affidate al CEDE, alla BDP, alla Direzione Generale per gli Scambi culturali);
- 2.8 definizione di una strategia di coinvolgimento in tutte le attività che sono oggetto del programma delle scuole non statali;
- 2.9 definizione di convenzioni con esperti e Istituti universitari o di ricerca per compiti di studio, elaborazione, ricerca, formazione, documentazione e catalogazione;
- 2.10 attività di documentazione della BDP nell'ambito delle iniziative di cui al successivo punto 5;
- 2.11 avvio di contatti per la definizione di convenzioni con il gruppo del cocessionario pubblico di telecomunicazioni, con la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, le associazioni dei produttori di hardware e software, il concessionario pubblico per l'energia elettrica, finalizzate al sostegno del programma di sviluppo;a tale scopo si potranno anche utilizzare convenzioni già in vigore (es.ENEA). In particolare a tutti i soggetti andrebbe richiesta la disponibilità a costituire un comitato nazionale e più comitati locali per approfondire e assumere iniziative connesse allo sviluppo del programma. 
Tra i possibili contenuti delle collaborazioni si possono evidenziare: 
a) gruppo del concessionario pubblico di telecomunicazioni: assistenza alla sperimentazione, supporto alla formazione di docenti e figure di sistema, disponibilità a tariffe incentivanti per l'allaccio alla rete ISDN, soluzioni per l'accesso delle scuole a INTERNET, sviluppo delle iniziative di teledidattica negli ospedali; 
b) concessionario pubblico per l'energia elettrica: collaborazione alla realizzazione di pacchetti formativi e prodotti che applicano metodologie didattiche innovative con particolare riguardo alle materie scientifiche e all'energia, assistenza alla sperimentazione e sostegno alla formazione; 
c)concessionaria per il servizio pubblico radiotelevisivo : collaborazione alla realizzazione di pacchetti e di prodotti con uso di filmati, catalogazione e utilizzo degli archivi;
d) associazioni dei produttori di hardware e software: consulenza per formule contrattuali in materia di acquisto, manutenzione e assistenza di hardware e software, collaborazione alle attività di assistenza e formazione, disponibilità in comodato di macchine e di software per il laboratorio prova, supporto per il centro di assistenza nazionale e per i centri locali;
e) ENEA: collaborazione per attività formative e per l'accesso ad INTERNET da parte di un certo numero di scuole;
- 2.12 verifica dell'opportunità di una convenzione con l'associazione degli editori per promuovere l'editoria multimediale al servizio della didattica (vedi punto 5).

3. SPERIMENTAZIONE NAZIONALE

In secondo luogo il programma prevede l'avvio di una specifica sperimentazione con l'allestimento in altrettante scuole di almeno 120 aule multimediali (con installazioni ex novo ovvero con adeguamento dell'hardware esistente) collegate in rete e in Internet, ciascuna fruibile fino a un massimo di dieci classi, con la possibilità di attivare diverse applicazioni: lezioni multimediali, esercitazioni e atelier di produzione, lavoro su PC in rete locale e con prodotti off-line, lavoro in rete per posta elettronica, accesso a banche dati, computer conferences. A tale modalità di infrastrutturazione va aggiunta la fornitura di un certo numero di PC in almeno 20 scuole materne. Per garantire una sperimentazione coordinata sul territorio e diffusa per ogni ordine e grado di scuola in ogni Regione, gli Ispettore incaricati del coordinamento sceglieranno almeno sette scuole con i seguenti criteri: 
a) individuazione di un campione rappresentativo la realtà nazionale; 
b) deve trattarsi di due scuole superiori, due medie, due elementari, più una materna; 
c) di tali scuole almeno una deve avere già esperienza nel campo delle tecnologie didattiche, altre invece possono essere agli inizi, con la disponibilità di preside e docenti a coinvolgersi in un processo di innovazione; 
d) in tali scuole occorre che i docenti delle classi da coinvolgere si impegnino, per quanto in loro potere, a seguire la sperimentazione e a permanere in servizio anche nell'anno successivo, anche per applicare concretamente la sperimentazione ed essere utilizzati come tutor per la replica del programma su più larga scala ;
e) le scuole devono impegnarsi all'apertura pomeridiana per attività di esercitazione e di atelier di produzione, utilizzando anche la recente convenzione per l'impiego di cassintegrati per compiti di manutenzione e custodia; 
f) le scuole devono dare garanzie, anche utilizzando i cassintegrati, per quanto riguarda l'adeguatezza dei locali da utilizzare per l'aula.

Con l'AIPA va studiata la possibilità, trattandosi di interventi di sperimentazione, ricerca e sviluppo, di acquisire le forniture con procedure accelerate, testando su diverse scuole diversi tipi di hardware e software, nell'ambito di accordi quadro con le associazioni dei produttori. La sperimentazione dovrebbe attenersi al seguente iter: 

- 3.1 formulazione di ipotesi di metodologie didattiche e di standard di aule multimediali da parte del livello nazionale, predisposizione di pacchetti formativi all'utilizzo del nuovo codice di comunicazione (anche utilizzando e rifunzionalizzando pacchetti già realizzati), scelta di tutor per l'assistenza in rete per aree disciplinari; 
- 3.2 scelta delle scuole da parte degli Ispettori, secondo i criteri già delineati;
- 3.3 definizione di un circuito di sensibilizzazione, e formazione, con l'individuazione di referenti per scuola, per aree disciplinari nelle stesse scuole e di personale di sostegno tecnico, incontri formativi in presenza per i presidi e i referenti per scuola, familiarizzazione locale sulle macchine (con attrezzaggio di un'aula di esercitazione per i docenti; in alternativa si può pensare ad un attrezzaggio immediato dell'aula multimediale, che sarebbe riservata per alcuni mesi esclusivamente ai docenti) , progettazione -simulazione della didattica in stile laboratorio e assistita in rete dai tutor nazionali, verifica;
- 3.4 progettazione di attività didattiche nelle aule multimediali con progetti di collegio dei docenti della singola classe o di gruppi di docenti di classi diverse nell'ambito dello stesso gruppo di di dscipline;
- 3.5 definizione di modalità di assistenza (docenti o operatori di sostegno, utilizzo delle convenzioni con soggetti esterni);
- 3.6 nell'anno scolastico 1996-97 avvio nelle 140 scuole della nuova didattica, con definizione di un sistema di verifica e valutazione.

4. COORDINAMENTO E PROMOZIONE DI ATTIVITA'SETTORIALI E LOCALI

Il programma si articola altresì in attività di coordinamento a cura del livello centrale (nucleo operativo e gruppo di lavoro interdirezionale) e degli ispettori locali delle iniziative nel campo delle tecnologie didattiche progettate e gestite dalle Direzioni Generali, dai Provveditorati, dalle Scuole, da enti esterni, allo scopo di definire standard, di conseguire economie di scala, di favorire l'interoperabilità dei sistemi, di promuovere la massima circolazione delle informazioni. Al riguardo, si potrà anche giungere a livello locale ad una estensione della sperimentazione avviata dal livello nazionale, nonchè ad iniziative orientate alla medesima finalità, purchè rispondano a requisiti indicati dal livello centrale in termini di formazione, di assistenza, di infrastrutturazione e di verifica. Una particolare attenzione dovrà essere posta nell'attivare iniziative di teledidattica o didattica con uso di nuove tecnologie a favore dei disabili.

Il livello centrale in tale contesto definirà gli standard, offrirà indicazioni di metodologia didattica e di verifica, invierà i bollettini di informazione e di orientamento sui prodotti di cui al successivo punto 5, promuoverà l'aggiornamento dell'hardware e del software, metterà a disposizione il comitato nazionale con i soggetti esterni, i comitati locali e i Centri di assistenza, nonchè altri eventuali strumenti formativi e di assistenza. 

In particolare si potranno diffondere accessi ISDN, oltre che alle scuole previste dal piano di sperimentazione, anche a quelle interessate da progetti comunitari e da particolari attività nel campo delle tecnologie didattiche, attraverso incontri con TELECOM e con gli Enti locali al fine di definire i più idonei livelli e modalità di tariffazione; inoltre occorre favorire l'accesso ad INTERNET da parte delle scuole, in accordo con gli Enti locali, fornendo guide sull'utilizzo della rete per i suoi diversi usi (posta elettronica, conferenze elettroniche, accesso a banche dati). In particolare si possono identificare nodi INTERNET nel sistema scolastico con animatori che gestiscano bacheche elettroniche e supportino conferenze sui problemi della scuola.



5. ATTIVITA' DI INFORMAZIONE, ORIENTAMENTO E PROMOZIONE DELLA PRODUZIONE

Costituisce aspetto qualificante del programma un'attività di documentazione e di catalogazione dei software, dei prodotti multimediali e delle banche dati contenute o meno su INTERNET. Essa sarà promossa e coordinata dal nucleo operativo, ricorrendo a collaborazioni e a convenzioni con gli Istituti universitari e di ricerca, alla diffusione e distribuzione delle informazioni alle scuole da parte della BDP e alla redazione di un bollettino di orientamento per i docenti, con standard di qualità nell'uso dei prodotti.

Inoltre saranno avviate, eventualmente nell'ambito di una convenzione con l'Associazione degli editori, iniziative di promozione della produzione di software e di strumenti multimediali, favorendo la progettazione in comune tra gruppi di docenti ed editori esterni, lanciando concorsi nazionali e locali per tale tipo di produzione, fornendo adeguata informazione e orientamento ai docenti. In dipendenza delle risorse disponibili l'ufficio potrà bandire concorsi di idee per la realizzazione di strumenti didattici, insieme alla distribuzione alle scuole di risorse finanziarie per l'adeguamento dell'hardware e l'acquisto di prodotti. 

6. RINNOVO E ADEGUAMENTO DELL'HARDWARE E SOFTWARE NELLE SCUOLE

In dipendenza dell'approvazione di un apposito disegno di legge ( o del varo di un decreto-legge) che sarà predisposto dal Ministero per utilizzare gli accantonamenti disponibili in tabella A del disegno di legge finanziaria 1996, il programma sarà integrato con un'estensione della sperimentazione e con una più ampia serie di iniziative volte a favorire l'adeguamento tecnologico dell'hardware e del software esistente presso le scuole, l'infrastrutturazione di scuole finora rimaste escluse dall'ammodernamento della didattica, la disponibilità di strumenti informatici per i docenti, con particolare attenzione al contemporaneo avvio di nuove iniziative di formazione e di assistenza. 

7. L'ARTICOLAZIONE DEL PROGRAMMA NEL TEMPO

Dopo un anno di sperimentazione si potrà avviare un processo di formazione - infrastrutturazione - modificazione della didattica più rapido : ad esempio, ipotizzando che da ogni scuola oggetto della sperimentazione si possano trarre dai due ai tre docenti- formatori, è possibile mettere in moto una processo di respiro decennale che consegua la realizzazione di aule multimediali in un numero di classi compreso tra il 20 e il trenta per cento del totale. Al riguardo il programma potrebbe richiedere dal 1997 un finanziamento attualmente stimabile in 300 miliardi l'anno, che potrebbe essere parzialmente coperto utilizzando una quota degli accantonamenti afferenti al Ministero della Pubblica istruzione , appostati in tabella A della finanziaria 1996. In aggiunta si verificherà la possibilità di utilizzare una quota delle risorse disponibili per le attività di servizio pubblico nelle telecomunicazioni (si veda il recente disegno di legge in materia di servizi di telecomunicazione e di tv via cavo, presentato dal Ministro delle poste e delle telecomunicazioni, approvato dal Consiglio dei Ministri), nonchè di ricorrere a finanziamenti da parte delle Fondazioni bancarie (attraverso apposita convenzione da stipulare), dalle Regioni e dagli Enti locali, nell'ambito dei fondi per il diritto allo studio. Inoltre è prevedibile un intervento diretto dei genitori, a fronte di un'ammodernamento della didattica.

8. LE RISORSE UTILIZZABILI

Per le attività formative e di supporto attivabili già negli ultimi mesi del 1995 si utilizzeranno, con apposito provvedimento e fino ad un massimo di 1,5 miliardi, le risorse rimaste disponibili sul piano aggiornamento 1995. Per le attività avviabili nel 1996 afferenti all'infrastrutturazione delle scuole, alla gestione di attività sperimentali, all'assistenza, all'informazione, all'orientamento e alla promozione della produzione si utilizzeranno in primo luogo le disponibilità di 15 miliardi rivenienti dall' attuazione di apposita norma inserita nel disegno di legge collegato alla finanziaria 1996 ovvero, qualora si verifichino tempi p-0* più rapidi, dall'approvazione di apposito disegno di legge (o dal varo di un decreto-legge) che utilizza per l'innovazione didattica quota parte dell'accantonamento in tabella A della finanziaria 1996. Il citato disegno di legge (o il decreto-legge) potrà quindi disporre ulteriori risorse, con successiva integrazione del programma. Tali atti, ovvero quelli in applicazione del collegato alla finanziaria disporranno altresì le risorse per gli anni 1997 e 1998, così come indicato al punto 7. Per quanto concerne le attività di ricerca e aggiornamento dei docenti si ricorrerà alle risorse disponibili sul piano di aggiornamento 1996, da definire in tale sede. Inoltre si studierà l'utilizzazione di risorse afferenti al programma operativo plurifondo 1994-1999 con riferimento al Mezzogiorno, tenendo conto dell'impatto professionalizzante derivante dall'introduzione di nuove tecnologie, con attrezzaggio di apposite aule-laboratorio e di relativi pacchetti formativi.


F.TO IL MINISTRO G. LOMBARDI

 

 

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