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AIRMANSHIP
Primavera 1999

Overrun accident sulla pista 29 dell’aeroporto di Genova:
un commento

È accaduto di nuovo. I mezzi di informazione hanno riscoperto l’aviazione e il trasporto aereo e i giornalisti incaricati di confezionare notizie sull’ultimo incidente sono a caccia di qualsiasi ipotesi da dare in pasto al pubblico, di qualsiasi elemento che indichi possibili responsabili in modo semplice e diretto.

In un rimescolamento di illazioni prolifera l’aggettivo "maledetto".

"Maledetto aeroporto", "maledetto muretto", "maledetti freni".

Si strumentalizzano le azioni delle persone coinvolte nel disastro per creare eroi (il pubblico ne ha bisogno) o per attribuire biasimo (i piloti che "sono scappati"!).

La realtà della dinamica di un incidente che ci sforziamo di comunicare ai cronisti che ci chiedono lumi non emerge dalle dichiarazioni che vengono riportate sui quotidiani. A volte il nostro parere di esperti è completamente travisato.

Per questo ho inviato il seguente fax a diversi mezzi di informazione.

"Al di la delle ragioni per cui mi sono state attribuite alcune dichiarazioni ed un tono eccessivo inappropriato all’evento, vorrei dare un contributo di chiarezza in questa fase confusa che segue un incidente aereo rilevante.

È necessario, innanzitutto, sgombrare il campo da elementi fuorvianti quali la polemica sul comportamento dei piloti dopo il disastro.

Nelle condizioni obiettive e riscontrabili di fatto dalle testimonianze e dalla logica della dinamica dell’impatto, la porta di comunicazione tra cabina piloti e cabina passeggeri presentava difficoltà di accesso ampiamente illustrate dai piloti ed incompatibili con l’urgenza di evacuare l’aeromobile e di prestare soccorso dall’esterno come previsto in questi casi e come di fatto attuato dai tre membri d’equipaggio.

In ogni caso, finché tutti gli elementi obiettivi disponibili non saranno stati raccolti ed esaminati da personale realmente competente, non è lecito fare illazioni e non è economico fare ipotesi.

Lo scopo dell’analisi dell’incidente è di evitare il ripetersi di fatti analoghi ed allora l’attenzione va posta sul comportamento dei piloti prima del disastro e sulla piena rispondenza dell’ aeromobile.

Ma le vere domande di fondo, dalle quali non deve distrarre la ricerca di risposte immediate, vanno poste sulle condizioni che hanno determinato uno scenario favorevole a tale comportamento. Esse vanno indirizzate sulle carenze gestionali che da tempo vengono individuate in aviazione come fattori organizzativi, i veri precursori del fattore umano".

I veri fattori causali dell’incidente, come di qualsiasi incidente in sistemi industriali a tecnologia avanzata e a rischio di danno rilevante, sono di carattere organizzativo o gestionale. Si tratta di carenze interne al sistema che rimangono latenti e trascurate fino a che si addensano in una sequenza logica negativa che l’operatore di front line (es.il pilota) non è in grado di arrestare.

È opportuno quindi interrogarsi sui processi interni della compagnia incidentata, con particolare riguardo ai criteri operativi e alla comunicazione formale e occulta degli obiettivi e della loro priorità; sulla capacità di verificare questo assetto organizzativo da parte delle compagnie che delegano l’esercizio delle linee in concessione; infine, sulla capacità dello Stato di verificare questi processi incrociati.

Com.te Aldo C. Pezzopane

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