La città fu fondata nel 470
a.C. da un gruppo di coloni greci che la chiamarono Neapolis (nuova città)
in contrapposizione con la preesisteste Palaepolis (vecchia città), fondata secoli
prima sulla tomba della mitologica sirena Parthenope. Da qui il termine 'partenopeo',
usato oggi per indicare ciò che pertiene al capoluogo campano. La città fu in seguito
sottomessa dai Romani tanto che l'attuale chiesa di S. Lorenzo corrisponde allo spazio
dell'agorà di epoca greca e del foro di epoca romana.
Napoli divenne presto un importante scalo marittimo e lo rimase per tutta l'età
imperiale. Nel frattempo i romani, attirati dalla splendida posizione e dal clima
estremamente dolce, elessero Napoli e i dintorni a luogo privilegiato di villeggiatura.
Tra i personaggi illustri che qui ebbero una residenza si annoverano Virgilio e Lucullo.
Oggi non è facile imbattersi a Napoli in resti di origine greca o romana che spesso, tra
l'altro, sono sotterranei. Sono visibili qua e là parti di mura di terme, di teatri e di
altri edifici, spesso inglobate in costruzioni più recenti.
Sono maggiormente frequenti le testimonianze dell'epoca paleocristiana, quali le basiliche
di S. Giorgio Maggiore e S. Giovanni Maggiore, e gli affreschi nelle Catacombe
di S. Gennaro.
Napoli, dopo aver fatto parte nell'alto medioevo del dominio bizantino e dopo esser stata
capitale per oltre tre secoli di un ducato autonomo, nel XII secolo entrò a far parte del
Regno Normanno e di quello Svevo; con quest'ultimo iniziano i primi
mutamenti dell'assetto urbanistico che dall'epoca romana era rimasto sostanzialmente
invariato. Ma un vero cambiamento, con una vivace espansione della città e un grande
fervore artistico, lo si ebbe davvero nel XIII secolo, con l'avvento degli Angioini.
Carlo I d'Angiò, infatti, fece di Napoli la capitale del proprio regno, avviando così la
costruzione di molti nuovi edifici e un conseguente ampliamento della cinta muraria.
Sorsero contemporaneamente chiese gotiche di impronta francese quali S. Chiara, S.
Lorenzo Maggiore, S. Maria Donna Regina. Sul sito di una basilica
paleocristiana fu iniziata l'edificazione del Duomo che, nel corso dei secoli,
sarà più volte rimaneggiato. Carlo I volle anche dotare la città di una robusta
fortezza e alla fine del XIII secolo fece erigere Castel Nuovo (o Maschio
Angioino), che in seguito gli Aragonesi fecero ricostruire quasi completamente.
Durante la prima metà XIV secolo, Roberto I il Saggio, amante delle belle arti, attrasse
a corte numerosi artisti fra cui Petrarca, lo scultore senese Tino da Camaino, Simone
Martini e Giotto, i cui lavori napoletani sono sfortunatamente andati perduti. Allo stesso
tempo venne edificata in magnifica posizione sul Vomero la Certosa di S. Martino che oggi,
a causa dei profondi rifacimenti, conserva ben poco della costruzione originaria.
Verso la metà del Quattrocento, gli Aragonesi successero agli Angioini e Napoli
visse un ulteriore periodo di sviluppo urbanistico. Il Rinascimento napoletano si esprime
soprattutto nelle sculture di S. Anna dei Lombardi, nella Porta Capuana, in Palazzo
Cuomo e nella ricostruzione di Castel Nuovo che fu eletta sede reale.
Ai primi del Cinquecento Napoli, insieme alla Sicilia, passò sotto il controllo
spagnolo e per due secoli fu governata dai viceré. Verso la metà del secolo, il
viceré don Pedro Alvarez de Toledo mutò parte dell'assetto urbanistico di Napoli con
l'apertura di un'importante arteria, via Toledo, che collegava la zona
settentrionale al centro vitale della città. Ancora oggi, via Toledo, in parte diventata
via Roma, è una strada importante e una delle passeggiate preferite dai napoletani. Don
Pedro richiamò inoltre i baroni dai loro feudi nella capitale, promuovendo così la
costruzione di un gran numero di palazzi nobiliari.
Col Seicento inizia per Napoli un periodo artistico di eccezionale intensità: in
particolare, l'architettura e la pittura si distinsero per ricchezza della produzione e
originalità. Nel corso del Seicento fu edificato il Palazzo Reale e fiorirono
contemporaneamente belle chiese barocche, tanto numerose che oggi costituiscono un
elemento caratteristico del paesaggio urbano partenopeo. Fra le tante: S. Maria degli
Angeli alle Croci, S. Ferdinando, S. Pietro ad Aram, i Santissimi
Apostoli, Santa Teresa; alcune sono costruzioni originali, altre rifacimenti di
chiese preesistenti.
In seguito al soggiorno di Caravaggio a Napoli, nacque una scuola pittorica di
grande ricchezza espressiva che occupa un posto importante nella storia dell'arte
italiana; ne fecero parte Artemisia Gentileschi, Jusepe de Ribera, Salvator Rosa.
Per i napoletani, quello dei viceré, fu comunque un periodo molto duro a causa del
carattere dispotico del regime e della pesantezza delle tasse. E' in quest'ottica che si
inseriscono alcuni episodi di ribellione, fra cui quello del 1647 guidato dal giovane
pescivendolo Tommaso Aniello, detto Masaniello. A peggiorare la situazione, pochi anni
dopo, una terribile pestilenza uccise 400.000 napoletani.
Nel 1704 iniziò un breve periodo di dominazione austriaca che vide da un lato una
forte crescita del potere ecclesiastico e dall'altro la supremazia di Napoli come centro
culturale di rinomanza internazionale.
Nel 1724 Napoli passò ai Borboni che dieci anni dopo la faranno capitale del loro
regno. I Borboni resteranno a Napoli praticamente fino all'unità d'Italia, con due
interruzioni: la breve esperienza della Repubblica Partenopea nel 1799, ispirata agli
ideali della Rivoluzione Francese, e il periodo napoleonico 1806-1815.
I Borboni avviarono una serie di interventi di trasformazione urbanistica con la
costruzione di un gran numeri di edifici civili, principalmente allo scopo di adeguare
l'immagine della città a quella delle altre capitali europee. Se questo scopo fu
raggiunto, non si ebbe di contro una valida risposta alle nuove esigenze della popolazione
che già allora conosceva qualche disagio per la forte densità abitativa dell'area
cittadina. A questa fase risalgono la prima costruzione del Teatro S. Carlo, la Caserma
al Ponte della Maddalena, ad opera del Vanvitelli, la Reggia di Capodimonte nel
parco della quale sorge la fabbrica delle celebri porcellane, il Reale Albergo dei
Poveri, il Palazzo Serra di Cassano, il collegio militare della Nunziatella,
ecc..
Dopo l'unità d'Italia e nel periodo fra le due guerre si affrontarono i problemi
urbanistici della città con interventi tesi a riqualificare il centro storico, aumentare
le infrastrutture e aprire nuove arterie stradalia: regolarmente, a causa della
rapidissima espansione demografica, l'effetto dei provvedimenti fu solo temporaneo. Negli
ultimi decenni, l'edificazione selvaggia incontrollata, che si è praticamente diffusa
ovunque, intorno e anche dentro la città, ha reso addirittura drammatici i problemi della
vivibilità nel centro urbano. |
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