L'attività didattica  I quaderni di Archeologia Mantovana L'attività del G.A.O
Il materiale esposto nel Museo Archeologico Le collezioni archeologiche riferite al territorio ostigliese

 

 

LA COLLEZIONE ARCHEOLOGICA
Le più remote tracce di frequentazione umana nell'ostigliese risalgono al Neolitico (circa diecimila anni fa); durante questo periodo si assiste infatti alla nuclei demici nella valle del Tartaro. Nella successiva età del Bronzo gli formazione dei primi insediamenti sono presenti su tutto il territorio. I più noti sono l'Ara di Spin, Mazzagatta e Isola Boschina, mentre una serie di scavi archeologici in località La Vallona ha portato alla luce una necropoli birituale di eccezionale interesse. Più sfumate appaiono le allo stato attuale delle conoscenze sono noti reperti di cultura Paleoveneta testimonianze dell'età del Ferro, all'Ara di Spin e alla Vallona.

Urna cineraria dell'Età del Bronzo

Seguiamo il fondamentale saggio di Raffaele de Marinis, Villaggi e necropoli dell'età del Bronzo nel territorio di Ostiglia (1987). Scrive lo studioso:
Le più antiche tracce di frequentazione umana finora conosciute nel territorio di Ostiglia sono costituite da un segmento e una punta a dorso bilaterale in selce rinvenuti rispettivamente a Ponte Molino e alla Vallona... Due ritrovamenti così limitati e senza contesto non consentono grandi deduzioni, e la stessa datazione non può rimanere che genericamente 'mesolitica', ma l'interesse si accresce quando si considera che qualche decina di chilometri più a ovest sono stati compiuti rilevamenti simili. Quindi, già nel mesolitico gli uomini si erano spinti fino nel cuore della pianura padana, certamente seguendo i percorsi fluviali...

Urna cineraria dell'Età del Bronzo

Fino a qualche tempo fa il Neolitico era del tutto sconosciuto nella zona di Ostiglia. Le recenti ricerche di superficie hanno consentito di individuare diversi siti... in specie la Corte Cavallette... Alla Corte Vallona è stata raccolta una punta foliata a base arrotondata con ritocco invadente su entrambe le facce... Qualche traccia della cultura del Vaso Campaniforme è stata recuperata in questi ultimi anni alle cave Sandrelli di Fontanelle, a Fiesse, a Gazzuolo e a Montanara... Durante il Neolitico, nella seconda metà del periodo Atlantico, il clima era divenuto più umido rispetto al precedente periodo Boreale e inoltre si manteneva caldo. E' in questo ambiente che si svolse il processo di neolitizzazione dell'area padana, vale a dire dell'introduzione dell'agricoltura e dell'allevamento degli animali.

Vaso troncoconico dell'Età del Ferro

L'età del Bronzo è il periodo meglio documentato della preistoria padana, anche per quanto concerne il territorio di Ostiglia... La sedentarietà degli insediamenti documentata chiaramente dalle fonti archeologiche presuppone un'agricoltura sviluppata e discretamente produttiva... Il processo di colonizzazione della pianura è graduale e progressivo...

Segue una descrizione puntuale dei ritrovamenti. All'Ara di Spin, riscontriamo la presenza di ceramica (capeduncole, grandi tazze a corpo carenato, scodelloni, ollette), di manufatti litici (falcetti, un grattatoio, punte di freccia), di frammenti di corni di cervo. Inoltre, riconosciamo tre frammenti di lame di pugnale in bronzo, un vaso di ambra a forma discoidale e la cosiddetta Tavoletta Enigmatica, attraversata da cinque solchi interrotti talvolta da una coppella.
Per quanto riguarda la tarda età del Bronzo, a Mazzagatta sono state ritrovate molte anse lunate, a corna e con appendici varie. Numerosi inoltre sono i manufatti in corno e gli oggetti in bronzo, tra cui un frammento di tagliente di ascia. I pezzi di maggior spicco sono un grande spillone del tipo Povegliano e un coltello a codolo piatto, che costituisce l'esemplare tipologicamente più arcaico di coltello finora rinvenuto in Italia.

Vaso picchiettato dell'età del ferro

Ma il vertice della collezione archeologica di Ostiglia è certamente rappresentato dai resti della necropoli della Vallona. Ricorda De Marinis:
L'immediato sopralluogo da parte dello scrivente consentiva di raccogliere più di un centinaio di frammenti ceramici, pertinenti ad orli, fondi e pareti di vasi dell'età del Bronzo, e di osservare che le ossa combuste si addensavano soprattutto in determinati punti, facendo supporre quindi che le recenti arature avessero intaccato e distrutto tombe a cremazione... Nel corso di due campagne di scavo si è esplorata un'area di 150 metri quadrati, portando alla luce 81 tombe a cremazione e 13 a inumazione... Il biritualismo è la nota caratteristica della necopoli. Le tombe a cremazione sono costituite da urne in ceramica contenenti le ossa combuste, prive di corredo... In alcuni casi l'urna è collocata in un pozzetto quadrangolare... Le urne sono disposte a caso, senza ordine apparente. Gli inumati sono deposti in fosse piuttosto strette... Su 13 casi di inumazioni, 7 sono adulti, 6 bambini o fanciulli... Le urne finora restaurate sono per la maggior parte urne biconiche inornate, senza labbro, a fondo quasi piatto, con due anse semicircolari orizzontali sulla metà superiore del corpo.
Lo scavo di una necropoli, soprattutto per le età più lontane da noi, oltre che per la conoscenza dei riti funerari ed eventualmente delle concezioni sull'aldilà, assume importanza anche per la conoscenza dell'organizzazione sociale e del livello di vita di una popolazione preistorica.