Per non dimenticare..............
Ho conosciuto Giuseppe Giusti, come lhanno conosciuto
quelli della mia età o che hanno qualche anno di più. Beninteso
non parlo del poeta e scrittore risorgimentale, ma di Beppe di
Sperino, come veniva da tutti chiamato. Si guadagnava la vita
facendo piccoli lavori di manutenzione di oggetti da casa (riparava
ombrelli, vasi, conche di cotto ed altro) perché, essendo zoppo,
e dopo vi dirò come lo divenne, non poteva dedicarsi a lavori più
pesanti.
Beppe era un uomo piuttosto colto, anche se era assolutamente un
autodidatta. Aveva per quellepoca una discreta biblioteca
in cui non mancavano alcuni testi classici dellanarchia (Bakunin,
Pietro Gori ed altri) e professava in maniera semplice e pacifica
idee anarchiche che aveva tratto dalle sue letture, anche se non
mi risulta appartenesse a nessun circolo dei senza Patria e
senza Dio.
E quindi ovvio che nel ventennio dei fasti della
Patria e di Roma fosse considerato un sovversivo, tanto che
più volte era stato minacciato dalle squadracce fasciste.
Un giorno, sul far della sera, mentre stava facendo la consueta
partita a carte ad un tavolino davanti al bar della Lilla
che si affacciava sulla piazza S.Lorenzo, lato Casa di Riposo,
gli si avvicinarono alcuni ben noti picchiatori fascisti. Beppe,
viste le cattive intenzioni, si dette alla fuga sulla piazza,
rincorso da quella masnada di delinquenti. Uno di questi, con un
placcaggio degno di un giocatore di rugby, lo afferrò alle gambe
facendolo stramazzare sui gradini della chiesa. Gli furono tutti
sopra e lo bastonarono a sangue.
Infine a calci gli spezzarono la gamba destra, per cui rimase
zoppo per tutta la vita.
Non voglio citare i nomi di coloro che parteciparono a questa
eroica impresa, credo che ormai siano tutti morti.
I vivi devono meditare e ricordare!
Ivo Bacci
("Il Quadro", agosto 1996)