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La millenaria storia di Lungro si è sviluppata in due periodi distinti: 1. il periodo italo-greco, dal sec. XI al sec. XV; 2. il periodo italo-albanese, dal XV secolo ad oggi.

Il periodo italo-greco è stato caratterizzato dalla presenza del monastero di "S.Maria delle Fonti", intorno al quale è sorto il casale di Lungro. Diverse sono le ipotesi sull'origine delparas.jpg (120834 byte) toponimo. Quella che trova più conferma da parte degli studiosi è la provenienza greca,da "igròs", cioè umido,in quanto il territorio era pieno di acque; tanto è vero che il monastero era intitolato a "S. Maria delle Fonti o delle Acque. Accanto al monastero vi era anche una chiesetta in stile bizantino di cui ci resta un affresco (conservato in cattedrale) raffigurante Santa Parasceve.

Il feudatario Ogerio del Vasto, della contea di Brahalla (Altomonte),nel 1156, concesse ad alcuni monaci italo-greci un vasto terreno per far costruire il monastero che, in poco tempo, divenne un punto di riferimento e un centro di cultura greca. Fiorì l'attività degli amanuensi e degli innografi di cui ci restano alcuni apolitìkion in onore di San Leonardo Abate, venerato a Lungro fin dal XIV secolo, conservati nel monastero italo-greco di Grottaferrata (Roma), segnati col n° 1037.

Il monastero era dotato anche di una ricca libreria di codici antichi, inventariati da due visitatori mandati a verificare lo stato dei monasteri italo-greci della Calabria, nel 1575.

Tra codici, conservati nella Biblioteca Vaticana, risultano più antichi la "Vita di san Nicolò di Mira" e "Dottrina di Pietro", vescovo alessandrino.

L'attività spirituale e culturale dei monaci italo-greci portò enormi vantaggi al casale di Lungro nel momento in cui gli abati assunsero i diritti di giurisdizione civile "in perpetuum" ed ebbero elargite parecchie concessioni. I monaci italo-greci abbandonarono il monastero nel 1525, anno in cui fu affidato ai monaci domenicani di Altomonte.

Quando ormai la civiltà italo-greca stava scomparendo nel meridione d'Italia, arrivarono i profughi Albanesi che continuarono a perpetuare la tradizione orientale. Oggi, dell'antico monastero non restano che alcuni ruderi e una segnaletica con la scritta "nd'Abati", che ricorda alle presenti e future generazioni le origini italo-greche di Lungro.

G.B. Rennis