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La Rivista Pedagogica (1908-1939)
di Marco Antonio D'Arcangeli |
2. Le vicende dellAssociazione Nazionale per gli Studi Pedagogici
La
nota introduttiva di Credaro ci ha permesso
di venire a conoscenza delle circostanze dalle quali scatur la fondazione
dellA.N.S.P., significative in funzione di un contesto nel quale era doveroso
presentare latto di nascita della Rivista. Ma altrettanto essenziale ci
sembra ora intraprendere un discorso a sé stante sullAssociazione, per quanto pur
sempre condotto in vista delladempimento dei fini essenziali di questa ricerca, e
dunque privo di ogni pretesa di contestuale esaustività, volto comunque alla sintetica
ricostruzione delle vicende attraversate dal sodalizio oltre che delle essenziali sue
caratteristiche quantitative (struttura istituzionale ed organizzativa,
diffusione sul territorio nazionale, articolazione interna dal punto di vista degli status
professionali e sociali ai quali appartenevano i suoi componenti) e
qualitative (definizione del suo programma e verifica della sua effettiva
attuazione attraverso uno sguardo rivolto alle concrete attività che venivano svolgendosi
nel suo seno). Questo ed altri dati possiamo ricavare dalla rubrica Atti
dellAssociazione Nazionale per gli Studi Pedagogici della Rivista, la quale
costituisce lunica fonte che abbiamo avuto modo di consultare al fine di ricostruire
la storia dellA.N.S.P.
Gli
anni immediatamente successivi alla sua creazione vedono una grande espansione
dellAssociazione con la nascita di sempre nuove Sezioni sul territorio nazionale;
nel maggio 1908 risultano costituite quelle di Alessandria, Bari, Bologna, Castignano
(Marche), Catania, Chieti, Fabriano, Firenze (Presidente F. De Sarlo, Vice-presidente G.
Calò), Genova (Presidente Benzoni), Gubbio, Lanciano, Lodi, Messina, Milano (Presidente
A. Piazzi), Napoli (Presidente onorario N. Fornelli), Palermo (Presidente G. A. Colozza),
Roma (sezione provinciale e sezione universitaria), Sassari, Sinigaglia, Sondrio, Torino
(Presidente A. Loria, Vice-presidente P. Romano) e San Benedetto del Tronto[149]. Ma mancano ancora
allappello numerosi altri nuclei che si costituiranno nei mesi immediatamente
sucessivi[150], alcuni dei quali, fra
laltro, si distingueranno per unintensa attività (come la Sezione di
Perugia). Il 3 maggio 1908 si svolse il primo Consiglio Generale dei Soci che nominò
lUfficio di Presidenza[151].
Il Consiglio Generale, come appare dallo Statuto definitivo approvato nella stessa
occasione [152], era composto dai delegati
delle singole Sezioni e dai Soci isolati, e, presieduto dal Presidente
dellAssociazione, era chiamato a riunirsi ordinariamente con scadenza annuale per
deliberare sui temi proposti dallUfficio di Presidenza, o dalle Sezioni o dai Soci
isolati stessi (oltre che esaminare, discutere e approvare i bilanci consuntivo e
preventivo compilati dallufficio di Presidenza e per nominare due Revisori dei
Conti). Lufficio di Presidenza, formato da un Presidente, due Vicepresidenti e otto
Consiglieri scelti fra i residenti in Roma, membri unitamente eletti dal Consiglio
Generale e la cui carica aveva scadenza biennale, svolgeva una funzione di vigilanza
generale sullandamento dellAssociazione compilando oltre ai bilanci una
relazione morale e finanziaria da discutere in Consiglio Generale. La Rivista
Pedagogica, va specificato, costituiva il terzo Organo dellAssociazione, la
quale nominava attraverso lUfficio di Presidenza il Direttore, e su proposta di
questultimo il Comitato di Redazione ed un Segretario di Redazione. Lo Statuto non
si pronunziava (né consentiva, né escludeva esplicitamente) sulleventualità che
le due cariche di Presidente dellAssociazione e Direttore della Rivista
coincidessero nella stessa persona: sta di fatto che a partire dal 1908, e fino al 1910,
fu Luigi Credaro a rivestirle congiuntamente. I fini del sodalizio erano riassunti nel
promuovere gli studi pedagogici e nel rinnovamento della scuola dogni ordine e
grado, particolarmente quello della scuola normale, della scuola elementare e della scuola
popolare. Erano ammessi a far parte dellAssociazione in qualità di soci gli
insegnanti, i funzionari degli istituti educativi e delle pubbliche amministrazioni
scolastiche, oltre alle associazioni dinsegnanti e di cultura e gli istituti
educativi, con gli stessi diritti e doveri delle persone. I fini dellAssociazione
sarebbero stati perseguiti, a norma di Statuto, oltre che per mezzo della Rivista,
col promuovere esposizioni, congressi, musei scolastici e biblioteche, con pubbliche
conferenze ed altre iniziative; collazione parlamentare; collazione della
stampa politica e didattica; con listituire dei laboratori scolastici. Le Sezioni
(minimo di dieci soci) avevano lobbligo di tenere informato lufficio di
Presidenza dei lavori e degli studi compiuti, ed era consentito loro di eleggere un
delegato al Consiglio Generale per ogni intera decina di soci.
Fra
le iniziative di spicco dellAssociazione emerge, in questi primi mesi, il progetto
di una Esposizione Scolastica Nazionale ed Internazionale che si sarebbe voluta realizzare
nel 1911 a Roma[153]
che fallì, probabilmente, per uninsufficiente rispondenza delle autorità
governative: Credaro, Ministro dal 1910, si volse, una volta alla Minerva, a quel problema
della scuola elementare chegli giudicava prioritario, e con la legge che ne
prevedeva la statizzazione, nell11, impegnò severamente il Bilancio dello Stato,
dovendo poi giocoforza rinunziare a concretizzare tutta una serie di proposte ideate
antecedentemente allassunzione della carica - fra le quali, è da ipotizzare,
rientrava anche questultima[154].
Come
nel caso dellEsposizione, del resto, fu dalla Sezione Romana dellA.N.S.P. che
partì lidea di convocare nella città capitolina, nel 1909, un Convegno Nazionale
sul tema della Riforma della Scuola Normale. Il consesso, tenutosi a Roma il 20-21 maggio
1909, vide ladesione non soltanto di numerose Sezioni dellAssociazione, ma
della Federazione Nazionale Insegnanti Scuola Media, dellUnione Magistrale Nazionale
- con la sezione di Perugia - e di numerose altre associazioni professionali oltre a
svariati Istituti Normali della penisola [155]. Fra i temi trattati, oltre ai mali
e difetti ed alle finalità della Scuola normale,
lordinamento del tirocinio e la coeducazione dei sessi, che
si proponeva dintrodurre in questo Istituto. Un secondo convegno dellA.N.S.P.
sullo stesso tema si tenne il 17-18 maggio dellanno successivo, sempre nella
Capitale[156] e si occupò degli
Istituti di cultura femminili, dellistituzione di una Scuola
normale maschile a Roma, delle borse di studio, degli insegnanti senza
titolo, della pedagogia correttiva e delle educatrici
dellinfanzia. Iniziativa ancor più di rilievo fu la convocazione, sempre a
Roma, del Primo Congresso Nazionale di Pedagogia ordinato dallAssociazione, il
27-28-29 settembre del 1911, con interventi di rilievo di Varisco, Tarozzi e di Giovanni
Vidari [157]. Un articolato commento al
Congresso, che ne ricostruì esaustivamente i contenuti, fu pubblicato due mesi dopo il
suo svolgimento sulla Rivista da Tarquinio Armani col titolo Affermazioni e
negazioni pedagogiche nel Congresso di Pedagogia in Roma[158]; gli Atti del Congresso,
invece, furono distribuiti nel periodico fra i fascicoli di aprile[159], maggio-giugno [160] e luglio[161] dellannata successiva.
A
seguito dei tre consessi fin qui citati, si svolsero le Adunanze del Consiglio Generale
dellAssociazione[162],
al quale spettava, come sappiamo, la nomina dellUfficio di Presidenza: la
composizione di questo, in ogni caso, e possiamo riferirci anche alla successiva assise
del 1912 [163], rimase sostanzialmente
invariata: Credaro anche dopo la nomina a Ministro della P.I. conservò saldamente la
carica di Presidente dellAssociazione, come del resto Vecchia e Raulich quella di
Vice-presidenti. Fra gli otto Consiglieri[164]
lunica novità fu rappresentata, proprio nel 12, dallingresso di
Tarquinio Armani, che, come sappiamo, anche nella Rivista fu, in questo periodo,
personaggio di primo piano. Sempre dal 1912, con lassunzione della Direzione del
periodico, dellUfficio di Presidenza venne a far parte, a norma dello Statuto
dellA.N.S.P., Guido Della Valle.
LA.N.S.P.
in questa fase sembrò consolidarsi e possiamo notare, attraverso lapposita rubrica
della Rivista, una notevole attività delle Sezioni, che dibattevano al loro
interno non soltanto temi di politica scolastica, come abbiam visto per la riforma della
Scuola Normale [165], ma le
più svariate questioni pedagogico-didattiche: con un raggio problematico che andava,
esemplificando, da temi come quello del Diario Scolastico, affrontato
dallIspettore Scolastico Valenza in una conferenza presso la Sezione di Lodi [166], a quelli, senzaltro più
impegnativi, oggetto delle relazioni presentate presso la Sezione Fiorentina da Giuseppina
Pistolesi e Paola Bencini, concernenti rispettivamente le tendenze dei
fanciulli ed i modi migliori per studiarle) ed il disegno
adoperato come mezzo di misura delle funzioni psichiche[167]. Per una ulteriore
acquisizione di elementi possiamo considerare lattività della Sezione di Torino,
che mostrò una certa sensibilità nella disamina dei rapporti fra istruzione e contesto
socioculturale esaminando ad esempio Lo stato morale e sociale delle fanciulle del
popolo al termine della scuola elementare [168], ed ancora occupandosi de Il
trattamento dei minorenni delinquenti[169]
e della Assistenza scolastica, pedagogico-sociale e medico-pedagogica degli anormali[170]. Lattività delle
Sezioni riflette ed esprime, a nostro avviso, un bisogno diffuso e intimamente sentito
nella nostra classe insegnante, in direzione di un marcato salto di qualità nella propria
preparazione professionale - è un desiderio che a volte appare quasi ingenuo ma che in
ogni caso si dimostra assai vivace di discussione e approfondimento: un moto spontaneo che
non va sottovalutato anche se in alcuni casi risultano evidenti i limiti delle modalità
nelle quali tale intenzionalità era in effetti perseguita. Eppure vi sono iniziative
interessanti, che fanno pensare ad un progressivo innalzamento qualitativo nella
definizione ed organizzazione di tali finalità - come il Corso rapido di psicologia
sperimentale che venne tenuto presso la Sez. Perugina dal Dr. F. Consoni, Assistente
al Laboratorio di Psicologia Sperimentale dellUniversità di Roma[171].
Allinterno
di questi sodalizi, del resto, operavano - ovviamente, vista la stretta interdipendenza
Associazione-Rivista - tutti i principali e più assidui collaboratori del
periodico, spesso in funzione direttiva, come, ribadiamo un nominativo per tutti, il De
Sarlo a Firenze. A monte delliniziativa rappresentata dalla costituzione
dellA.N.S.P. cera dunque un fermento ideale ed organizzativo al tempo stesso
che pervadeva il nostro mondo scolastico; una tendenza associazionistica da cui era
scaturita, nel 1901, la nascita congiunta dellU.M.N. e della F.N.I.S.M. - anche se,
col passare degli anni, le piattaforme unitarie con le quali alcune di tali associazioni
si erano costituite si dissolsero a causa delle profonde divaricazioni ideologiche che
vennero alla luce al loro interno[172].
Daltro canto i problemi delleducazione ed istruzione delle classi meno
abbienti e della lotta allanalfabetismo (percepiti ormai, oltre che come
imprescrittibili doveri morali, anche come necessità sociali) costituivano lo stimolo ad
altre, numerosissime iniziative collettive, che coinvolgevano oltre al mondo della scuola
larghi strati dellopinione pubblica, del mondo politico, delle classi intellettuali,
quali lUnione Italiana per lEducazione Popolare, costituitasi nel dicembre
1908, chebbe a proprio organo il periodico La Cultura Popolare[173]. La Rivista
testimonia del resto lesistenza e la vitalità di molti sodalizi - torneremo
sullimportanza della Rubrica denominata prevalentemente, nel corso della storia del
periodico, Notizie - certo alcuni strettamente legati a finalità ed obiettivi di
carattere meramente settoriale. Ma se andiamo ad esaminare, ad esempio, gli Atti del II
Congresso Nazionale dei Capi dIstituto, svoltosi a Roma fra il 24 ed il 27
settembre 1908 [174] ed
incentrato sul tema della riforma della scuola media, possiamo notare come anche
allinterno di associazioni chiaramente connotate da uno specifico status
professionale i problemi - anche se non mancano interventi concernenti precipuamente
glinteressi di categoria, e connotati dalla difesa di questi - vengano affrontati
con ampiezza di prospettive, a largo giro dorizzonte.
Vorremmo
parlare, in sostanza, di una crescita di spirito partecipativo, attivo, di mentalità e
intenzionalità democratica nel nostro corpo insegnante: un moto progressista, pur con
tutti i limiti che facilmente possiamo ipotizzare, un soffio riformista ed innovatore. Al
centro di tutto ciò si ponevano lAssociazione e la Rivista, come punto di
raccolta e di riferimento: ma non solo. Il sodalizio promosso da Credaro, sorgendo
programmaticamente al di là di ogni finalità professionale e congiuntamente con
glintenti di carattere scientifico che si prefiggeva, tentava di convogliare ed
accelerare queste spinte, promuovendo come un secondo livello di presa di coscienza:
prescindendo dal particolare settore dellistruzione pubblica in cui poteva trovarsi
ad operare, linsegnante italiano era invitato a legarsi idealmente e fattivamente
allinsieme della sua categoria, tramite labbandono di ogni arcaico pregiudizio
radice di artificiali divisioni, nella considerazione della peculiare ed essenziale comune
funzione svolta allinterno del corpo sociale; il che avrebbe significato, da un
lato, acquisire più chiara consapevolezza dei propri imprescrittibili diritti - per
esempio, quello che per una sostanziale ed efficiente riorganizzazione delle strutture
educative venissero effettivamente ascoltate le proprie osservazioni e proposte - e
maggior forza nella loro rivendicazione ma anche, dallaltro, lassunzione reale
e piena di tutti gli ineludibili ed impegnativi doveri derivanti dalla delicatezza del
compito a cui si era chiamati, primo fra tutti quello di prestare seria attenzione e
costante cura alla qualità della propria preparazione professionale, il che significava,
oltrepassando empirismi e luoghi comuni, in specie quello che nel sapere riponeva il saper
insegnare, attingere alle conquiste che le scienze umane avevano reso possibili sul
terreno didattico - oltre che maturare una chiara visione delle finalità etiche e sociali
proprie dellopera educativa intesa nel suo complesso (mediante il superamento di
visuali e prospettive angustamente specialistiche).
Continua
[149] Cfr. Atti
dellAssociazione ..., in Riv. Ped., 1908, n. IV-, pp. 490-92 (Elenco
Sezioni).
[150] Citiamo le altre
Sezionii che risultano essersi costituite nel biennio 1908-1909, stando agli Atti
dellAssociazione ...: Taranto, Pisa, Cupramarittima, Brescia, Modena ( Segretario A.
F. Formíggini, Casteltermini, Perugia, Forlì, Parma, Verona, Rovigo, Ascoli Piceno,
Pesaro, Altamura-Cassano Murge-Acquaviva delle Fonti-Gravina (in ununica Sezione),
Cerignola, Cagliari, Camerino, Chiasso, Cremona, Terni. Sempre dagli Atti
dellAssociazione ... risulta che la Presidenza della Sez. di Bologna venne assunta
successivamente alla sua fondazione da G. Tarozzi, mentre quella di Torino passò a G.
Vidari
[151] Cfr. Atti
dellAssociazione ..., in Riv. Ped., 1908, n. VI, Consiglio Generale Soci, pp.
581-84.
[152] Lo Statuto
definitivo - dal quale trarremo le citazioni che seguiranno - apparve sulla copertina del
n. XII (dicembre) del 1908 della Rivista Pedagogica, mentre quello provvisorio, che
in realtà si può definire equivalente, era stato pubblicato già sulla copertina del
primo numero del periodico.
[153] Già in Atti
dellAssociazione ... del n. III del 1908 (la rubrica apparve in copertina) è
menzionata questa iniziativa della Sezione Romana. Nel numero successivo (aprile-maggio
1908, Atti dellAssociazione ..., pp. 489-90) è riportata la notizia di un incontro
( 24 aprile) fra il Sindaco della città capitolina, Nathan, ed una rappresentanza
dellA.N.S.P. Risulta qui che il Nathan annuì, di massima, alla richiesta di un
edificio scolastico modello che avrebbe dovuto costituire la sede dellEsposizione
stessa. In Atti dellAssociazione ... (pp. 585-87) del n. VI del 1908 (Per
lEsposizione scolastica nazionale ed internazionale in Roma, 1911) è infine
riportata la composizione di una Commissione organizzativa ( presieduta dal Credaro che
lA.N.S.P. nominò in proposito.
[154] Unultimo
cenno alliniziativa appare in Atti ..., Riv. Ped., n. gennaio 1909, pp.
441-442.
[155] Cfr. Convegno
Nazionale per la riforma della scuola normale, Roma, 20-21 maggio 1909, in Rivista
Pedagogica, giugno 1909, pp. 876-910. Ed anche Atti dellAssociazione ..., Convegno
per la Riforma della scuola normale: Ordini del giorno pervenuti al Convegno da parte
delle Sezioni dellAssociazione Nazionale per gli studi pedagogici e delle Scuole
Normali, in Riv. Ped., luglio 1909, pp. 1022-1054.
[156] Cfr. Atti
dellAssociazione ..., Secondo Convegno Nazionale per la Riforma della scuola
normale..., in Riv. Ped., giugno 1910, pp. 561-580.
[157] Giovanni Vidari
(Vigevano, Pavia 1871 - Torino, 1934), siscrisse nel 1889 allUniversità di
Pavia ove fu allievo di Credaro, laureandosi nel 1893 con una tesi di Storia della
Filosofia su Gerolamo Cardano discussa con lo stesso Credaro e con Carlo Cantoni. Nel 1894
trascorse un anno di perfezionamento allIstituto di Firenze presso Felice Tocco;
insegnò Filosofia Morale dapprima a Palermo (1902), successivamente (1903) a Pavia, ed
infine (dal 1909) a Torino, dove nel 1912 sostituì Giuseppe Allievo sulla cattedra di
pedagogia. Insieme a Guido Villa diresse la Biblioteca di filosofia e pedagogia
delleditore Formiggini. La prima fase della ricerca di Vidari sincentrò sulla
problematica etico-morale (Letica di Guglielmo Wundt, 1899; Rosmini e
Spencer, 1899; Problemi generali di Etica, 1901; Elementi di Etica,
1902; Lindividualismo nelle dottrine morali del secolo XIX, 1909), muovendo -
dalla collocazione del fondamento del Dovere al di là della scienza, al di fuori della
vita, e dalla definizione del fine etico quale assoluto e supremo - in direzione della
determinazione del fine etico reale, fondandosi sui dati dellesperienza, in quanto
poi per lui lideale, se non cala mai perfettamente e interamente nella vita, pure
non è qualcosa di estraneo alla realtà e alla vita stessa, in una prospettiva che
tentava pertanto di coniugare il carattere trascendentale-trascendente del valore al suo
radicarsi e manifestarsi nella dimensione storico-sociale. Giunta la sua indagine
assiologica ad individuare nella Nazione lespressione concreta
contemporanea della suprema idealità solidaristico-umanitaria linteresse di Vidari
venne progressivamente a concentrarsi sul terreno della teoresi educativa. Su Vidari, che
al 1893 e si laureò con lui con una tesi su Gerolamo Cardano, v. lAppendice allop.
cit. di G. Chiosso (pp. 203-262) che riporta le Lettere di Credaro e
Lombardo-Radice a Vidari ed il Carteggio Vidari-Varisco e il successivo volume
dello stesso Chiosso Educazione e valori nellepistolario di Giovanni Vidari,
Brescia, La Scuola, 1984.
[158] In Riv. Ped.,
novembre 1911, pp. 91-133. In questo saggio è condotta una vibrata polemica nei confronti
di Varisco, il cui intervento, che sarà da noi citato più avanti, evidenziava un
orientamento nettamente spiritualistico. Il filosofo di Chiari negava lesistenza di
una scienza pedagogica diversa dallaggregato delle discipline
pedagogiche; posto il fine delleducazione nella padronanza di sé
stessi, implicante, a sua volta, la cognizione di sé stessi, la
pedagogia, secondo Varisco, andava ridotta a filosofia, intendendo questultima come
scienza delluomo, delluomo in quanto conscio di sé.
[159] Cfr. Riv. Ped.,
aprile 1912: Cronaca, adesioni e discorsi inaugurali, pp. 313-22, B. Varisco, Lunità
delle discipline pedagogiche, pp. 323-35; R. Benzoni, Come promuovere
lincremento delle discipline pedagogiche in Italia, pp. 336-379.
[160] Cfr. Riv. Ped.,
maggio-giugno 1912: G. Vidari, La geografia come mezzo delleducazione nazionale,
pp. 459-485; G. Tarozzi, La preparazione del professore di pedagogia nella scuola
normale, pp. 486-514.
[161] Cfr. Riv. Ped.,
luglio 1912, pp. 651-667. Il fascicolo riporta numerose brevi comunicazioni: segnaliamo
quella di R. Resta, I caratteri dellazione educativa, pp. 661-663 e di E.
Troilo, Filosofia e Pedagogia, pp. 666-667.
[162] Cfr. Atti
dellAssociazione ..., Verbale dellAdunanza del Consiglio Generale: 22
maggio 1909, in Riv. Ped., giugno 1909, pp. 911-917; Atti
dellAssociazione ..., Consiglio Generale dei Soci (18 maggio 1910), in Riv.
Ped., giugno 1910, pp. 580-584; Consiglio Generale dei Soci, Resoconto finanziario,
29 settembre 1911 (in calce ad Atti del I Congresso Nazionale di Pedagogia), in
Riv. Ped., luglio 1912, pp. 667-668.
[163] Cfr. Atti
dellAssociazione ..., Consiglio Generale dei Soci, Adunanza del 28 settembre,
in Riv. Ped., novembre 1912, pp. 228-239.
[164] Nel 1908: Alcide De
Angelis, Lorenzo Sferra-Carini, Federico Di Donato, Raffaele Resta, Pasquale Grossi, Adele
Menghini, Cleofe Pellegrini, Albino Zenatti
[165] Cfr., in proposito,
la relazione di Pietro Romano alla Sez. di Torino, in Riv. Ped., febbraio 1909, pp.
525-535 (in Atti dellAssociazione ...).
[166] Cfr. Atti
dellAssociazione ..., in Riv. Ped., marzo-aprile 1909, pp. 679-686.
[167] Cfr. Atti
dellAssociazione ..., in Riv. Ped., luglio 1909, pp. 1054-1061.
[168] Cfr. Atti
dellAssociazione ..., in Riv. Ped., (agosto-settembre) ottobre 1912, pp.
107-111. La Sezione di Torino, presieduta da Vidari, discusse nelloccasione anche il
tema delleducazione prescolastica. Sempre qui abbiamo notizia di una conferenza del
Prof. Ettore Patini presso la Sezione di Napoli, concernente Il problema
filosofico-pedagogico della volontà.
[169] Cfr. Atti
dellAssociazione ..., in Riv. Ped., maggio 1915, pp. 481-483 - contenente
anche il resoconto dellintervento successivamente citato nel testo. Per quanto
concerne questo primo tema, va ricordato che ne fu relatore il Presidente della Sezione,
G. Vidari.
[170] Cfr. Nota
precedente. Largomento fu introdotto dal Segretario della Sezione torinese,
lAvv. Gino Bernabò-Silorata
[171] Cfr. Atti
dellAssociazione ..., in Riv. Ped., dicembre 1909, pp. 305-312.
[172] Nel 1907, ad
esempio, si ebbe la costituzione dellassociazione magistrale cattolica N.
Tommaseo che venne ad infrangere lunità degli insegnanti elementari
nellU.M.N.
[173] Anche in questa
iniziativa - va ricordato - giocò un ruolo non secondario Luigi Credaro
[174] Pubblicati in un
apposito Supplemento al n. 5 della. II (febbraio 1909).
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