Corso di Formazione - Lleida, 10/14 aprile 2000
Sintesi della relazione dell’EAP - Segrià-Sector B
Equipe d’Assessorament i Orientaciò Psicopedagogica di Lleida-Spagna.
Introduzione
Nel definire la proposta del corso di formazione, abbiamo considerato
molto importanti i tre seguenti obiettivi:
In primo luogo la necessità di partire da un quadro concettuale che utilizzi i contributi della ricerca sociologica che si riferiscono alle idee di base di questo progetto: Multiculturalità e Educazione Interculturale. Secondo noi questa riflessione è necessaria perché non esiste una buona pratica senza una buona teoria. In questo modo, la proposta di formazione vuole individuare punti di riferimento nella teoria (obiettivi, la meta a cui tendiamo) e nella pratica (le attività e le azioni attraverso le quali si possono realizzare gli obiettivi).
In secondo luogo, volevamo descrivere la realtà delle politiche
educative sviluppate dal Governo Autonomo della Catalogna e dall’Amministrazione
Locale (Municipio di Lleida: IME, Istituto Municipale d’Educazione), le
quali vengono attuate con differenti metodi e programmi educativi e configurano
una rete dei servizi che rispondono alle esigenze di spazi educativi “formali”
(Centri educativi) e “non formali” (Servizi materno infantili, servizi
sociali di Atención Primaria, Ludoteche, Colonie, ecc.).
In terzo luogo, poter condividire la formazione con un gruppo di professionalità
ampio e dalle caratteristiche diverse, per il loro percorso formativo,
per le loro specifiche professioni e per l’ambito in cui hanno sviluppato
le loro esperienze di lavoro: psicologi, pedagogisti, operatori sociali,
educatori, insegnanti di scuole d’infanzia e della scuola primaria e secondaria,
studenti, e tirocinanti. Ora possiamo descrivere lo svolgimento delle differenti
attività sviluppate in questo corso. Per facilitare la presentazione
e la lettura delle attività realizzate, abbiamo pensato di suddividerle
in tre gruppi, secondo il loro contenuto:
* Quadro concettuale
* Presentazione delle risorse e programmi educativi delle Amministrazioni
Autonoma e Locale.
* Visita a Centri educativi.
Quadro concettuale
Il Dottor Fidel Molina, Cattedratico e Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università di Lleida, ha tenuto la conferenza: “Società ed educazione: la prospettiva interculturale”, con l’obiettivo di sottolineare una serie di concetti teorici e alcuni contributi di esperienze realizzate e favorire così un’occasione di riflessione e dibattito attorno alla diversità culturale, la multiculturalità e l’educazione interculturale.
La relazione ha toccato i seguenti punti:
1. Diversità culturale: realtà sociale ed educativa.
1.1. Introduzione socioeconomica della situazione attuale.
1.2. Fondamenti socio-antropologici della diversità.
1.3. Accenni alla realtà sociale ed educativa.
1.4. Quadro concettuale e teorico.
2. Multiculturalismo e interculturalità.
2.1. La società multiculturale.
2.2. Educazione interculturale.
2.2.1. Rassegna teorica dei modelli di intervento.
2.2.2. Educazione “compensatoria” ed educazione interculturale.
2.2.3. I soggetti dell’azione educativa: gli educati e gli educatori.
3. Possibilità educative: tra l’educazione “formale” e l’educazione
“informale”.
3.1. Alcune proposte e alternative.
3.2. Il racconto popolare e il gioco tradizionale come elementi di
animazione socioculturale.
4. Riflessioni per una discussione
5. Riferimenti bibliografici.
Riguardo ai contenuti della conferenza, riferiamo in modo sintetico:
1. Fondamenti e sviluppo della sociologia del razzismo
2. Le “funzioni-rappresentazioni” della cultura: cultura “espressiva”
e cultura “strumentale”;
3. Gli elementi che costituiscono la cultura di un gruppo sociale.
4. Educazione interculturale: definizione
5. Educazione interculturale: le contraddizioni.
6. La “cucina” socioeducativa.
7. Conclusioni: limiti e possibilità.
CONCLUSIONI: limiti e possibilità
- La diversità esiste e l'apprendimento interculturale è un processo dinamico che si sviluppa nell'ambito di questi due principi: da un lato l'atteggiamento con cui ciascuno affronta questa realtà e dall'altro il tempo necessario per interiorizzare e assimilare il cambiamento che ciò richiede.
- Noi pensiamo che gli atteggiamenti non si apprendono "con carta e penna", bensì che il "tirocinio" debba essere "un'esperienza di vita", attraverso un insieme di relazioni, e quando parliamo di tempo, ci riferiamo al "tempo emotivo", che non coincide con il tempo cronologico bensì con l'interiorizzazione del bagaglio che si acquisisce attraverso le tappe del nostro ciclo di vita.
- Al finedi rendere possibile un'educacione interculturale, noi non possiamo partiresoltanto dalla scuola, bensì dobbiamo coinvolgere tutte le istituzioni che in diverso modo e in differenti situazioni si interessano dello sviluppo dell'individuo, con obiettivi comuni e con una rete di coordinamento che possa facilitare la "permeabilità" degli uni verso gli alri.
- La funzione di consulenza che è alla base del nostro lavoro, ci colloca in un contesto (dentro e fuori delle istituzioni) e in relazione con situazioni di conflitto. Uno dei nostri obiettivi principali è quello di conoscere le diverse situazioni, cercando di comprendere le rappresentazioni che le diverse parti hanno di una stessa realtà e poter trovare insieme possibili alternative o soluzioni. In questo modo noi possiamo interpretare il conflitto non come qualcosa di negativo bensì come un occasione che ci offre la possibilità di conoscere, pensare, interiorizzare e in definitiva di costruire insieme all'altro.
- Sviluppando le riflessioni qui riportate, noi consideriamo che la formacionedi qualsiasi professione che riguarda l'educazione debba essere basata sulla gestione dei conflitti, la mediazione e le competenze sociali, e non basarsi soltanto su discipline curricolari.
- Crediamo che uno degli aspetti che possono essere posti al centro
per continuare la formazione delle professioni che partecipano a questo
progetto debba essere la formazione nella gestione dei conflitti, la mediazione
e le competenze sociali.