La Storia della Baronia di PosadaOttiolu.net

  La Baronia di Posada (1431-1869)
  • Aragona e Arborea: 1 - 2 - 3

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ARAGONA E ARBOREA - 3

Nei paraggi del Castello, nel 1362, morto Pere de So, gli succede nella carica Alfons Dunyell, seguito la Rocca e il Castello di Posada visti da Nord-Ovestdopo poco da Oliviero Togores, poi nel 1366 da Uguet de Santa Pau, castellano e capitano di Gallura; quest'ultimo era uno dei migliori ufficiali dell'armata di Aragona e non fu scelto a caso se nel 1367, l'anno successivo, come previsto Mariano d'Arborea dichiaro' guerra ed assedio' (e probabilmente espugno') il Castello.
Cercando di estirpare il male alla radice, nel 1368 Aragona provo' ad attaccare Oristano, sede del Giudicato; l'imponente corpo di spedizione, comandato da un convinto Pietro Lopez de Luna, allesti' l'assedio alla citta'.
L'assedio fu imponente, e da esso si generarono numerose leggende che vedevano la giovanissima Eleonora (pressoche' bambina) prodursi in spericolate mirabolanti imprese; ma muovendo in provvidenziale soccorso, Ugo d'Arborea giunse alle spalle dei catalani, i quali vennero stritolati dall'azione simultanea e bilaterale di Ugo che li stringeva da un lato e della Guarnigione di Oristano che fuoriusciva dall'altro.
Il De Luna cadde sul campo, il suo esercito si disperse miserabilmente; la terribile sconfitta fu anche vagamente beffarda e certo incise sensibilmente sul morale delle truppe iberiche.
L'anno dopo, la conquista di Sassari si aggiungeva a quella di quasi tutti i domini aragonesi. Tutto sembrava far pensare ad una possibile vittoria definitiva degli Arborensi.

Fu Brancaleone Doria, un uomo che torneremo ad incontrare piu' volte in queste lande, a fermare a Monteleone l'avanzata del Giudicato. E in ogni caso nel 1370 Aragona riprese il controllo dell'area posadina (anche perche' il mantenimento dell'assedio e dell'occupazione di cosi' tante aree di scontro erano molto faticosi per l'Arborea), nominando Andreu Dez Puig Castellano e capitano di Gallura; a questo succedettero nell'ordine Dalmau Dez Jardi, Johan de Montbuy, Pere Rodeya.

Nel 1376 moriva di peste Mariano d'Arborea.
Gli successe il figlio Ugone III che nel 1383 verra' ucciso insieme alla figlioletta perche' il suo iperattivo progetto di riordino interno dello Stato giudicale contrastava gli interessi comodi dell'aristocrazia;
Eleonora d'Arboreala corona sara' a quel punto raccolta dalla sorella di Ugone, Eleonora come reggente al posto del figlio Federico Doria, minorenne.

Il matrimonio fra Eleonora d'Arborea e Brancaleone DoriaColei che diverra' in Sardegna l'Eleonora per antonomasia, l'indiscussa e leggendaria Eroina nazionale sarda, aveva sposato pochi anni prima l'ex-avversario Brancaleone Doria, eccolo qui, il quale le aveva portato in dote un'alleanza dei Genovesi con gli Arborensi e dandole un erede maschio le consentiva di insinuarsi nel percorso dinastico.

Il progetto del grande Mariano IV, per l'unificazione in uno stato nazionale, proseguiva.

Nel 1380 due sardi ricevettero l'investitura di alcune parti del feudo posadino: Mariano de Turqui ebbe Posada, Loquilla, Arischion e Stelaya, mentre un certo Fulcono Cavada ebbe Siniscola, Torpe' e Gurgurai (alcune delle frazioni qui citate scomparvero in seguito - eccellenti lavori di ricerca stanno anzi riesumando le tracce di numerosi piccoli villaggi oggi estinti).
Poi Arborea riprese militarmente alcuni villaggi, e le scaramucce proseguirono finche' finalmente non giunse una interruzione provvidenziale per entrambe le parti, sollecitata da Arborea, forzata da Aragona.

Brancaleone Doria era infatti andato a Barcellona in qualita' di principe consorte per intavolare delle trattative di pace, ma dopo aver resistito un soave tentativo di corruzione (gli fu attribuito il titolo di Conte di Monteleone), fu arrestato e condotto in ceppi alle carceri di Cagliari. Gli aragonesi contavano con questo di poter sfruttare un importante elemento psicologico, soprattutto avendo a che fare con una donna, nelle trattative di pace; l'avvicinamento a Cagliari del prigioniero era quasi un supplemento di tortura, a questi fini.
Ed Eleonora a dire il vero, aveva in effetti l'animo viziato da ovvio turbamento, ricattata dallo stato di prigionia del consorte; ma aveva anche un interesse generale a far allentare la tensione bellica perche' i rapporti fra Aragona ed Arborea riguardavano in fondo qualcosa di piu' complesso del semplice (si fa per dire) conflitto su Posada, specialmente in un momento di grave crisi economica.
E' sempre stata buona regola di ogni sovrano ricordarsi che il potere si perde piu' facilmente quando i borghesucci che lo sostengono stringono la cinghia, poiche' essi premeranno fastidiosamente sui notabili di corte; Eleonora lo sapeva bene, ed il "mestiere" di titolare di un Giudicato le calzava come un guanto.
Percio' si mosse per restituire al suo stato una vivibilita' meno sofferta.

Dopo 10 giorni di laboriose trattative tenutesi a Posada, nella bellissima chiesa di S. Antonio, il trattato di pace del 1388 fu sottoscritto, anche questo a Sanluri, per una parte da Eleonora d'Arborea e per l'altra da Giovanni I d'Aragona, figlio di Pietro IV morto l'anno prima.
Le trattative furono dirette da un celebre mediatore gavoese, Bernardu Lepore (o Leporo), il quale da Eleonora ottenne per riconoscenza alcune agevolazioni fiscali per Gavoi, oltre ad un alto patronato della Giudicessa, con denaro, per l'istituzione di una corsa di cavalli che poi sarebbe proseguita sino ai nostri giorni (oggi "su Palu", nella sagra della Madonna d'Itria, nelle campagne di Gavoi). I gavoesi ne ottennero anche una sorta di patente di commercio, un salvacondotto generalizzato che avrebbe consentito loro in seguito di sviluppare l'attivita' dei celebri "Zillonargios", venditori ambulanti di selle, sproni, orbace, che presto tutta l'Isola avrebbe conosciuto.
Il Lepore, dopo aver presieduto anche alla firma del trattato di pace, si sarebbe poi trattenuto a corte, si suppone con estrema vicinita' alla Giudicessa; da lui avrebbe avuto origine la stirpe dei conti Lepore, in seguito trasferitisi nel Continente a Napoli.

Il trattato venne firmato, dunque, ma Brancaleone Doria non venne liberato subito. Il ritardo convinse Eleonora a studiare altre manovre capaci di riportare gli spagnoli alla correttezza.
La liberazione avvenne solo due anni dopo, nel 1390, quando infatti la minaccia di assaltare Cagliari con l'appoggio dei Genovesi spavento', stavolta seriamente, i catalani.

Non appena il Doria venne liberato, Eleonora si rimise in azione, organizzandosi di nuovo per l'attacco che sarebbe iniziato l'anno dopo, nel 1391, riprendendosi tutti i castelli che erano stati ceduti ai catalani.
Quello di Posada fu ripreso probabilmente grazie alla corruzione del Castellano Gil Ferrandez de Bilxes.
Sotto il profilo dell'amministrazione interna, nel 1392 Eleonora emanava la "
Carta de Logu", una delle piu' antiche costituzioni europee e di fatto la vera carta costituzionale dei sardi, che sarebbe stata la legge fondamentale dell'Isola sino al Codice di Carlo Felice (1827).

Benedetto XIIILa Casa di Aragona visse l'anno dopo un momento di grande prestigio internazionale, con l'elezione di Benedetto XIII a Papa di Avignone; al secolo era Pedro Martinez De Luna, che qualcuno vuole imparentato con il convinto De Luna dell'assalto di Oristano.

Eleonora mori', pure lei di peste, nel 1402 ma Brancaleone continuo' la guerra, che ormai era divenuta insostenibile anche per la sua eccessiva durata.
In Casa d'Arborea la successione fu alquanto articolata, interessando anche il ramo di Beatrice, sorella di Eleonora; un nipote di Beatrice, Guglielmo III di Narbona, divenne Giudice, ma nell'interregno le funzioni furono assunte da Leonardo Cubello, nipote di Mariano IV.
Nel frattempo Martino il Giovane si organizzava con serio impegno per una grande spedizione di conquista dell'Isola. Le controversie dinastiche, con le conseguenti spiacevolezze, spinsero ben presto Brancaleone Doria a rinchiudersi nel Castello di Monteleone, a Castelgenovese.

Il 1409 fu l'anno della caduta: in gennaio Guglielmo III fu incoronato Giudice ed in primavera vi fu un tentativo di pace che vide anche Brancaleone Doria provare ad ottenere una pace separata con i Catalani (ma fu fatto prigioniero e dopo poco mori'). In giugno, il 30 giugno 1409, gli eserciti si affrontarono in campo aperto a Sanluri. Fu qualcosa di piu' di una disfatta: Guglielmo III si ritiro', Sanluri fu conquistata, dopo poco cadde anche Iglesias.
Martino il Giovane mori' di malaria nel momento di sferrare l'attacco decisivo e Guglielmo III riparo' in Francia in cerca di un aiuto che di fatto non ottenne.

La capitolazione fu sottoscritta da Leonardo Cubello il 29 marzo del 1410 dinanzi a Pietro Torrelles.
Il Cubello divenne marchese di Oristano e dei tre Campidani; il Giudicato di Arborea, ultimo Stato indipendente della storia della Sardegna, rendeva l'Isola dei Sardi, un tempo detta Ichnusa per la sua forma rassomigliante un piede, solo un'orma di piede straniero. Oscura come un'ombra e schiacciata come un'orma.
E cosi' fu sempre da allora in poi.

Gli Aragonesi si cucirono addosso un'immagine di pacificatori ed imposero una indubbiamente superiore capacita' organizzativa, recuperando qualche posizione di gradimento presso i sardi, che erano stremati da quasi un secolo di combattimenti.
Nel frattempo la riorganizzazione dello stato catalano subi' gli effetti dell'agitazione di una classe aristocratica in fermento, inflazionata di nuovi feudi concessi senza grande severita' (di qui nascono infatti gran parte dei numeorsi titoli nobiliari sardi) da una corona che dopo le crisi dinastiche tardo' ad ottenere dal tiepido Guglielmo III, ora relegato in Sassari, la definitiva rinuncia alle pretese di Arborea, che gli poterono essere remunerate solo nel 1420.

Nel 1421 il nuovo re Alfonso V di Aragona celebro' il primo parlamento di Cagliari.

continua
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Gianfranco Buttu per
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