Capoluogo del Salento, ribattezzata la Firenze del Sud per la sua ricchezza di monumenti e opere d’arte, deve la sua notorietà internazionale allo straordinario sviluppo dell’architettura Barocca. Fondata da Malennio re dei Salentini, fu colonia dei greci, prima di essere conquistata dai Romani che innamoratisi, la fortificarono e la difesero dai nemici provenienti dal mare. A testimonianza dell’importanza della Lupiae latina, si ammirano oggi i resti del maestoso  Anfiteatro Romano, nella piazza S. Oronzo, il cuore della città, e dell’antico porto Adriano nella marina di S. Cataldo. 

 Divenne città residenziale per principi e signori e centro culturale e artistico di primo piano per tutto l’Impero. Alla dominazione normanna seguì quella spagnola degli Aragonesi, quindi quella di origine francese dei Borboni, i quali diedero alla città un’impronta più europeista.Il periodo di massimo splendore artistico e culturale è senza dubbio il Barocco: irripetibili le contorsioni floreali e allegoriche, scolpite nella pietra locale, morbida appena estratta dalle cave e perciò facilmente lavorabile, indurisce esposta all’aria, per restituire alla nostra ammirazione le fantasie e gli slanci decorativi delle facciate e degli altari,  della basilica di S. Croce, di Palazzo Celestini, del complesso architettonico di piazza Duomo, con il Seminario e il Palazzo Vescovile, della chiesa di San Matteo, delle Porte monumentali Napoli,  Rudiae e S. Biagio, del Sedile in piazza S. Oronzo, e di quasi ogni angolo, ogni balcone, ogni corte del centro storico … tutto, qui, è un’opera d’arte.  

Oggi, con una popolazione intorno ai centomila abitanti, Lecce è una città a misura d’uomo, e protesa verso lo sviluppo del  turismo culturale. In un contesto geografico sfavorevole, perché tagliato fuori dalle grandi infrastrutture – a Lecce non arriva un’autostrada, non c’è un aeroporto e il raddoppio della linea ferroviaria per Bari è ancora insufficiente – la città e l’intera provincia è tuttavia un’isola felice, potrebbe ambire anche a maggiori riconoscimenti, se avesse la piena consapevolezza del suo invidiabile patrimonio di risorse artistiche e naturali.

Abbiamo a portata di mano uno scrigno di rara bellezza; è ora di aprirlo per contemplare le meraviglie in esso contenute. Le suggestive cripte basiliane, gli antichi frantoi ipogei, le stupende ville ottocentesche, i resti delle gloriose mura messapiche.

        

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