Rientrai
tardi, quella sera, la testa pesante ma piena di speranza. Per un istante mi sentivo
forte, mi sentivo importante. I miei pensieri soffocavano il dolore nel mio cuore, e avrei
tanto desiderato difendere questo sentimento affinché durasse più a lungo. Ma la vita è
fatta così, e avevo imparato già dalla più tenera età a rassegnarmi al destino. Dopo
aver dissellato il cavallo e averlo sistemato nella scuderia, scivolai furtivamente in
casa dalla porta sul retro( "la nostra porta" mi aveva ricordato tante volte la
nonna , anche se io accompagnavo oscar dalla porta principale tutti i giorni, "non
dimenticarlo mai").
No, non potevo dimenticarlo, ed era per questo
che avevo cominciato ad andare a queste riunioni nella chiesetta, e che continuavo a
parteciparvi perché avevo una debole speranza , ora.
Ad ogni modo, la vita non era male qui. Oscar non mi
aveva mai trattato da domestico: io ero il suo complice, lei era la mia vita, il tutto, il
mio amore. Ma non ne aveva mai approfittato.
Forse non si rendeva conto dei miei sentimenti? Ero
dunque soltanto il cane docile che seguiva ogni suo passo?
No, mi rifiutati di pensare simili cose, dopo una serata
tanto piacevole.
Quando passai dalla cucina per arrivare prima nella mia
stanza, notai la luce nel salone: Oscar. Probabilmente stava leggendo, mi dissi, ma sentii
un suono soffocato e il rumore di un bicchiere posato pesantemente sul tavolo. Allora
realizzai cosera quello che avevo appena sentito
.singhiozzi. Soffocati.
Oscar, la mia cara Oscar, testarda, forte
Oscar
piangeva e questo mi spezzava il cuore. La mia allegria sera dissolta come bruma al
mattino. Leco delle sue lacrime riempiva il mio cuore , e lo straziava.
Avrei voluto precipitarmi nel salone, strapparla dalla
sedia, stringerla forte, vicino, tenerla tra le mie braccia e lasciarla piangere
dolcemente sulla mia spalla, mormorando parole dolci. Avrei voluto sapere cosa
laveva ferita e occuparmene, perché niente e nessuno aveva il dritto di offuscare
il sorriso di Oscar
qualunque cosa sia, Oscar, ti giuro, me ne preoccuperò
io
Quando sentii un rumore di vetro infranto decisi di
entrare. Che importa quello che avrebbe detto, almeno mi sarei assicurato che non si fosse
ferita.
La visione che si presentò ai miei occhi mi lasciò
senza voce.
Oscar, accasciata sul divano, un fondo di bicchiere
ancora in mano e i pezzi sparsi sul pavimento, una bottiglia vuota per tre quarti.
La mia Oscar, gli occhi persi, le guance infiammate
dallalcol. Oscar, semisvestita, la camicia slacciata che quasi scivolava dalle sue
spalle. Oscar, i piedi nudi, la pelle così bianca e così vicina al vetro tagliente.
Oscar, la testa reclinata sul braccio, senza forze, le lacrime che le sfuggivano. Ma anche
mezza morta di fatica, anche dopo aver bevuto tanto tentava di trattenersi, tentava di
comportarsi come un uomo. Un uomo che non deve piangere.
Mia povera Oscar, avevi perso questa battaglia.
Levò il viso, mi scorse, la vidi socchiudere gli occhi
per vedere meglio, nonostante lalcol le offuscasse la vista I suoi occhi ripresero
vita, un poco, e abbozzo un piccolo sorriso imbarazzato. " André", disse
semplicemente. Tentò di alzarsi, ma avevo troppa paura che su ferisse sul vetro rotto e
mi slanciai verso di lei quando vacillò. Era tra le mie braccia. Una Oscar tremante e
incerta. Una Oscar ubriaca e straziata.
Dividerai il tuo dolore con me, Oscar? Perché piangi?
Posai la mano sulla sua spalla delicata, per riassestare
la camicia che scivolava, ma ella la ributtò indietro con un colpetto di spalla e la mia
mano si posò involontariamente vicino al suo cuore, le mie dita così ruvide sulla sua
pelle tanto dolce. Realizzai immediatamente che avrei voluto strapparle via quella
camicia, posare le mie mani sul suo corpo, il solo corpo che mai avrei voluto toccare, da
sempre.
Ma lei era così delicata
Oscar ha un
bellessere ostinata e suscettibile: il suo carattere non le impedisce di apparire
fragile, quando luniforme è tolta.
Accarezzai di un movimento appena visibile quella pelle
che mi bruciava, il desiderio mi avvolse, il mondo sarebbe potuto crollare in quel
momento, non avrebbe avuto importanza.
Improvvisamente, sentii, fu la fine:
Oscar, la testa contro la mia camicia, posò le labbra
sul mio petto. Le sue braccia, intorno alla mia vita, risalirono la mia schiena, con
movimenti leggeri. Mi serrava contro di lei come se non avesse mai dovuto lasciarmi. Ed
io, io sarei rimasto così uneternità. Uneternità non è abbastanza con
Oscar.
Le sue mani si erano insinuate sotto la mia camicia,
mani brucianti che sembravano essere ovunque.
Ero folle damore e di desiderio. Ero più ebbro di
lei.
E infine disse, ritrovando un tono di voce più sicuro,
quello che conoscevo:
"Andrè, tu sei il solo di cui io mi fidi. Poiché
non sarò mai una sposa, almeno fa di me una donna
"
Stavolta, tutto il mio corpo si irrigidì: quante volte
avevo sentito queste parole nei miei sogni
ma ora, mi ferivano più che la lama di
una spada.
" No Oscar, lo sai bene, non posso. Sei triste e
non sei in te, ma passerà presto
e io sarò sempre con te per aiutarti."
Lo sguardo che mi gettò, pieno di dolore e di collera,
mi annunciò che non era questa la fine della discussione. Oscar è testarda è un tratto
del suo carattere che ho imparato a conoscere ben presto. Solo
.solo che la
desideravo tanto! E ora Oscar, disfatta
mi si donava
" Andrè, eppure tu mi hai visto indossare un
vestito
forse non sono una donna ai tuoi occhi?"
Era ancora vicino a me: le sue mani si posarono sul mio
collo, le sue labbra sulle mie. Stavo morendo, volevo andarmene , prima di fare qualcosa
di cui mi sarei ben presto pentito. Oscar non me lo avrebbe mai perdonato, no se lo
sarebbe mai perdonato.
" Ti amo tanto, Oscar, sei tutto per me. Ma sei
triste e hai bevuto fino a tardi. Non potrei mai fare questo e vedere il tuo disgusto
domani mattina. Perdonami."
Dissi queste parole con voce morta, non osai guardarla.
Non avrei potuto resisterle se avesse insistito ancora. Mossi qualche passo in direzione
della porta.
"No!Ti prego, non andartene!Sono desolata, no so
cosa mi sia preso!Credo di aver bevuto più di quanto sia in grado di
sopportare
Andrè, mi faresti un favore?Puoi restare con me finché non mi sarò
addormentata? Mi sentirei meglio
ho avuto dei pensieri orribili oggi e ho bisogno di
una buona notte di sonno."
Il mio cuore era pieno di gioia. La mia Oscar, aveva
capito, aveva voluto evitarmi la pena del rifiuto,limbarazzo, le parole che ci
avrebbero fatto pentire al mattino.
" Certo Oscar,tutto ciò che vuoi."
Non disse più nulla. Sparì in camera a prepararsi. Io
aspettai che mi chiamasse e quando non la sentii farlo, scivolai silenziosamente nella sua
stanza.Era distesa sul letto,addormentata, e il suo viso era bello e sereno.Avevo voglia
di piangere e pensai come fosse buffo che Oscar, una donna, tentasse di trattenere le
lacrime più di quanto non facessi io.Lentamente, la girai sulla schiena e la
coprii,sfiorai le sue guance e le sue labbra.Quelle labbra, che avevano toccato le mie
qualche minuto prima, quella pelle che avrei potuto possedere, onorare,amare fino al
mattino, e poi non rivedere mai più.Sono desolato, Oscar:non potevo. Morirei se tu mi
odiassi, se non potessi più vederti .
La mattina era chiara , e calda. La primavera saturava
laria, scacciando le ventate fredde, illuminando i fiori
il mio primo pensiero
fu per una rosa
Mi alzai e mi vestii rapidamente. Speravo di non dovermi
sorbire prediche della nonna a proposito del bicchiere. Avevo detto di essere stato io a
romperlo e avevo già pulito tutto ieri sera.
Al pensiero della serata, feci una smorfia.Non avrei
voluto essere al posto di Oscar al risveglio e sperai che il Generale non fosse lì per
dargli una lezione con la sua voce forte. Cominciai a sentirmi a disagio ricordandomi
della notte appena trascorsa.
" Spero che la metteremo sul ridere
"
dissi ad alta voce.
" Ridere di cosa?" domandò la voce di Oscar.
Stava scendendo le scale, vedevo la sua testa pesante.
Cercava di non darlo a vedere, ma doveva star male.
" Prometto di non fare più battute sulla tua
capacità di bere, sono stato veramente impressionato ieri sera! Dopo volevi darmi la
buonanotte ma sei crollata sul letto addormentata!"
"Oh, questo spiega perché ho dormito sopra le
coperte!Spero di non aver fatto nulla di imbarazzante
per dirti la verità, Andrè,
quando sono tornata da Versailles ieri sera ero talmente scoraggiata che ho cominciato a
bere prima di cena. Non ho mangiato, spero che Nonna non sia arrabbiata con me, glielo
chiederai vero?Scusami se ti ho impedito di dormire ieri sera ma, è esasperante!, non mi
ricordo nulla. Ho veramente bevuto tanto?"
"Oh, molto più di quanto pensi, Oscar!Ma non fa
niente, sei andata a letto e non penso che ci riproverai presto, stando lo stato in cui
sei oggi, vero?Ma promettimi una cosa, Oscar, ti prego
"
Alzò la testa e mi guardò dritto negli occhi, sentendo
il tono disperato che avevo usato. Non ne avevolintenzione, ma credo che mi
dispiacesse ancora per lei, anche se non ricordava quello che era successo.
"
la prossima volta che la corte ti deprime,
vieni da me.Rimanderò quello che devo fare.Potremo parlare, andare a cavallo e se proprio
devi ubriacarti,almeno potrò tenerti compagnia. Vuoi, Oscar?"
Questo la turbò:
"Oh, va bene , Andrè
ma..va tutto bene?"
"Ma si, certo. Non mi piace vederti in questo stato
lindomani, è tutto qui.Così non ho nessuno con cui passeggiare o esercitarmi alla
spada!"
Mi lanciò un piccolo sguardo perplesso, poi decise di
sorridere.Sicuramente non lavevo ingannata, ma non mi incalzò per saperne di più.
In verità, non ne abbiamo più parlato.
*Fine*
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