LA SARDEGNA PRENURAGICA
IL PALEOLITICO
Sono ancor poche e incerte in Sardegna le
testimonianze paleolitiche, dell' antica "età della pietra
scheggiata", che ben si osservano invece ,durante le fasi
pleistoceneiche del Quaternario, nella penisola italiana e nelle
altre terre del mediterraneo:mancano obiettivi riscontri
culturali per i supposti focolari musteriani, del Paleolitico
medio, già indicati negli anni cinquanta in strati wurmuriani
del Dorgalese , sulla costa orientale ;si attendono con grande
interesse ulteriori conferme e valutazioni critiche alle
recentissime notizie che segnalano al nord , nel Sassarese, lungo
il corso del rio Altana di Perfugas, le prime tracce di un
Paleolitico Inferiore riconducibile a tempi della glaciazione di
Riss tra i 400.000 e 350.000 anni da oggi -caratterizzato da un
industria litica scheggioide clactoniana, in selce e in quarzite,a
"schegge e grossolane lame con qualche ritocco sui bordi,...piani
di percussione piatti e inclinati e bulbi più o meno espansi".
Incerte anche le tracce riferibili al Mesolitico :le più
attendibili, sembrano quelle offerte dalle lamelle in ossidiana d'importazione
sarda rinvenute nella Corsica meridionale sui monti granitici di
Levie, nei livelli di base del Riparo sotto roccia di Curacchiàghiu
datati col carbonio 14 al VII millennio a.c.
IL NEOLITICO
La storia archeologica sarda muove dunque dai primi
momenti della colonizzazione neolitica che agli inizi del VI
millennio a.c investe precocemente da Oriente le fasce costiere e
le isole del Mediterraneo occidentale,sospingendo per mare i
germi della nuova civiltà conseguente alla " rivoluzione
agricola" e alle straordinarie innovazioni socio-economiche
strutturate sulle nuove basi di sostentamento e d'invenzione
tecnologica.
A grandi linee,gli avvicendamenti più accreditati si presentano
nelle seguenti successioni:
Neolitico Antico o inferiore (VI-V millennio a.c):cultura di su
Carroppu;cultura della grotta verde
Neolitico Medio (IV millennio a.c):cultura di Bonu Ighinu;
Neolitico Recente o Superiore(IV-III millennio a.c):cultura di
Ozieri;cultura di Arzachena
Eneolitico oCalcolitico(III-II millennio a.c):cultura di Ozieri;cultura
di Filigosa;cultura di Abealzu;cultura di monte Claro;cultura del
vaso campaniforme..
Cultura di Su Carroppu:
Il quadro culturale più ricco e indicativo è quello
sinora apparso sulle colline calcaree di Sirri-Carbonia nel
Riparo sotto roccia di Su Carroppu, una piccola e poco profonda
cavità aperta a nord per una decina di metri, che domina dall'alto
di un'erta parete rocciosa un'amena e chiusa valletta, regno
ancor oggi incontrastato di pastori e di mandriani.
Sono stati rinvenuti numerosi frammenti ceramici di grossolano
impasto nerogrigiastro, in prevalenza di forte spessore, con
superficie bruna a chiazze nerastre, si riferiscono a ciotole e
pentole panciute a fondo convesso munite talora di piccole anse a
maniglia orizzontale od obbliqua forate verticalmente; presentano
decorazioni, attuate mediante impressioni a crudo obblique o
verticali del bordo dentellato di conchiglie marine del genere
"Cardium".
L' industria litica appare esclusivamente in ossidiana, nelle
qualità traslucide e opache che in Sardegna si trovano nel monte
Arci.
I resti di pasto documentano un' economia basata sulla caccia, l'allevamento,
la pesca. Presenti le ossa di selvatici quali il cervo e il
cinghiale, quelle abbondanti del "Prolagus sardus wagner, il
piccolo roditore senza coda da tempo estinto, e quelle di
probabile montone.
Le sepolture erano di sicuro in grotta , dalla testimonianza di
due scheletri umani trovati in posizione contratta, con accanto
oggetti d'ornamento, diverse conchigliette di "columbella"
e di "pectunculus" levigate e forate.
Cultura di Bonu Ighinu
Il Neolitico medio si evidenzia in Sardegna
sostanzialmente sul clichè culturale restituito dai livelli
inferiori della grotta di Sa Ucca de Su Tintirriolu, recentemente
scavata in località Bonu Ighinu di Mara(Sassari).
Le terrecotte danno in prevalenza ciottole a calotta sferica,
ciottole profonde, ciottole concatenate, vasi globulari a collo
distinto più o meno sviluppato, svasato o rientrante,con orli più
o meno semplici, arrotondati e rastremati, e ansette o piccole
presine impostate agli orifizi e alle carenature, frequentemente
sormontate da bottoni o bitorzoli che si presentano ornati
talvolta da faccine umane rotonde a contorno graffito e occhi
punteggiati oppure sviluppati con deciso gusto plastico.
Le categorie vascolari emergenti, più fini e d'impasto duro
depurato, a superfici ben levigate e lucide, talvolta quasi
vellutate, in prevalenza di color bruno-cuoio o nero-grigiastro,
appaiono diffusamente impreziosite dal gusto di sobrie e delicate
ornamentazioni impresse o graffite a file semplici o doppie di
puntolini o di sottili e minute taccheggiature che segnano quasi
di regola il labbro e la carena dei recipienti,i bordi delle anse,ecc.;
Di particolare interesse , tra le altre è la scoperta nei
livelli Bonu Ighinu della sequenza stratigrafica della grotta di
Mara, di due frammenti litici,in arenaria giallo rossiccia,
decorati con sottili linee graffite, riferibili a uno stesso vaso
o forse, alla forma di una particolare statuette della "Dea
Madre" .
Cultura di Ozieri
In un panorama ben più ricco e articolato di
aspetti culturali diffusi in ogni angolo dell' isola si presenta
,a un secolo dalle prime scoperte,la cultura di Ozieri.Le prime
evidenze stratigrafiche la interpongono fra livelli inferiori di
cultura Bonu Ighinu e livelli superiori chiaramente riferibili a
età calcolitica. I più importanti e obbiettivi riferimenti
riconducono alla grotta di Sa Ucca,alla serie di trincee di scavo,vi
appaiono nette le sequenze Bonu Ighinu-Ozieri-Monte Claro.
La cultura di Ozieri si insedia dappertutto,coste ,pianure,colline,monti,sviluppando
economie agricole,pastorali,di caccia di pesca e di raccolta,ma
anche attività industriali e di commercio ,come lo sfruttamento
e il commercio dell' ossidiana e anche nuove ricerche di
carattere minerario,come dimostrano gli oggetti in rame e argento
ritrovati.
Le abitazioni erano di pali e frasche rotondeggianti o allungate
di sei-sette metri ,coi pavimenti più o meno incavati tra i 40 e
i 70 cm.
I resti di pasto dimostrano il consumo del muflone,bue,maiale,cervo,la
pecora.
La ceramica dimostra un progresso tecnologico avanzato,restituisce
oggetti di varie dimensioni,e talora anche di minuscole ma fedeli
riproduzioni"giocattolo".
Famose nella cultura di Ozieri le "Domus De Janas",
"lecase delle fate o delle streghe",queste in realtà
sono le tombe di quel periodo.Straordinaria è la varietà di
queste grotticelle artificiali:da tipi semplici monocellulari,di
pianta rotonda o quadrangolare,si passa a quelli con poche celle
in disposizione a T o a croce fino alle grandi proliferazioni
radiali degli ambienti in schemi simmetrici o liberi,talora
abnormi,con sviluppi ipogeici da un ingresso a pozzetto o da
corridoi ribassati e infossati, o con stesure planimetriche
longitudinali che si sviluppano in piano dietro l'apertura di
finestrelle rettangolari su balze rocciose verticali.
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