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IL 1799 A CHIAROMONTE

 (Breve racconto storico sulla rivoluzione napoletana)

 III Premio Pollino al Concorso di poesia e narrativa per ragazzi, anno 1999.

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Anche in Basilicata arrivò la notizia della fuga del re Ferdinando e della regina Maria Carolina a Palermo e della rivolta dei "giacobini" rivoluzionari sostenuti dai francesi. Dopo Carbone, Lagonegro, Latronico, Lauria, Castelluccio e Rotonda anche a Chiaromonte ci fu l'innalzamento dell'albero della libertà. Era il febbraio del millessettecentonovantanove (1).

Una notte alcuni popolani chiaromontesi, guidati da Giovanni Giura e Deodato Leo si riunirono in una casa con la parola d'ordine "evviva la rivoluzione" per decidere i particolari del piano architettato e instaurare un governo repubblicano in paese. Finita la discussione si diressero vicino al fiume Sinni per tagliare un faggio. Lo sradicarono e poi lo portarono in paese attraverso il Portiello (antica porta mediovale) con l'aiuto di alcune guardie complici. Si diressero così verso l'attuale Piazza Garibaldi con bandiere, sciarpe, coccarde tricolore. Lì fecero una buca e vi piantarono l'albero della libertà. Il mattino successivo per la contentezza, il popolo cominciò a festeggiare sotto l'albero; si ballava, si cantava, si scherzava e si mangiava. Alcune persone attaccavano all'albero i loro simboli di libertà: sulla punta un cappelo frigio.

Nel frattempo i signorotti, riuniti nella torre di Giura e molto preoccupati, decisero di far finire la rivoluzione e di tagliare l'albero della libertà. Il 4 marzo (2) mandarono alcuni soldati e uomini fedeli a tagliare il faggio; la gente impaurita si nascose nelle cantine e in altri rifugi sicuri. L'albero fu fatto a pezzi e poi bruciato nella piazza (3).

I rivoluzionari furono costretti a nascondersi o a scappare. Dopo il ritorno del Re e dei borboni, furono istituiti dei tribunali speciali per giudicare i nemici del trono e della chiesa. Anche a Chiaromonte molti cittadini vennero condannati come "rei di stato" per aver combattuto contro la monarchia e il re (4), tra questi Giovanni Giura scontò il carcere nella Torre del suo paese.

 

testo di Giosuè De Salvo, curato dall'attuale classe III B

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  1. Cfr. Antonio Lerra, Il 1799 in Basilicata, p.128; Giuseppe Guida, Il lagonegrese nel XIX sec., Napoli 1966, p.35.

  2. Cfr. Antonio Lerra, op. cit., p.135

  3. Cfr. Antonio Lerrra, op. cit., p.235; ASP "Notaio Diodato Leo" vol.4835,......

  4. Nell'elenco dei "rei di stato" di Chiaromonte c'erano: Giovanni Giura, De Marco Filippo, Grezzi Domenico, De Maria Gioacchino, Rossi Lorenzo, Rossi Nicola, Rossi Michele (?).
    Cfr. Tommaso Pedio, "I rei di Stato lucani", in Uomini aspirazioni e contrasti nella Basilicata del 1799, 1961, p.p. 179-180;
    Giuseppe Guida, op. cit., p.36;
    Francesco Elefante, Saggio storico su Chiaromonte, Racioppi, Chiaromonte 1987, p.96

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