Inverness-Thurso-Ullapool
 

Per arrivare ad Inverness dalla costa Est, gli itinerari percorribili sono 2: o passando per l'interno seguendo la A96 da Abeerdeen verso Elgin (percorso più facile e diretto), oppure costeggiando l'intera costa, toccando così le cittadine di Peterhead, Fraserburgh, Banf e Macduff; avendo sentito dire che il litorale orientale non fosse particolarmente attraente, per la presenza delle piattaforme petrolifere, noi abbiamo optato per il primo percorso, ma consiglio vivamente, a chi fosse interessato, di seguire invece la seconda strada o almeno fare una breve visita a Banf e Macduff.

Inverness, essendo ormai meta d'obbligo per chiunque visiti la Scozia, si è presentata ai nostri occhi come un vero e proprio villaggio per turisti: un centro pieno di negozi di souvenirs, un immenso ufficio per le informazioni turistiche, l'immancabile MacDonald e un'infinità di Bed &Breakfast. Nei due giorni di soggiorno, finito il giro turistico nei dintorni, ci eravamo abituati a fare una sosta sulla collina davanti all'entrata del castello, una passeggiata lungo la riva del fiume Ness (osservando gli immancabili pescatori di salmone) e poi sorseggiare una pinta di birra (che poi diventavano 2 e anche 3...) nel pub "Balnain House".
 

Nelle vicinanze di Inverness, tornando verso Est, si incontra il Culloden Battlefield, il campo in cui ebbe luogo la battaglia decisiva tra l'esercito indipendentista scozzese e quello regolare britannico (poco da vedere, ma molto interessante per chi volesse approfondire la storia di Bonnie Prince Charlie e l'indipendenza della Scozia). Molto interessanti anche le tombe primitive (Clava Cairns), poste un po' più in là, vicino la sponda del fiume Nairn. Andando invece verso Sud-Ovest, seguendo il fiume Ness, si arriva all'omonimo lago (loch Ness), dimora del mitico mostro (a proposito, l'abbiamo incontrato e Giusy ha solennemente dichiarato che è più bello lui!)! L'intero paese di Drummadrochit vive esclusivamente grazie alla leggenda del mostro, e a dir la verità, non ci è piaciuto molto, più bella è stata la visita al castello di Urquhart e l'escursione alle falls of Moriston (la gente si faceva il bagno lì!!!).

Abbandonata Inverness, dopo una visita al piccolissimo museo di Fortrose sulla Black Isle, per comprendere meglio la storia dei Pitti (i primi abitanti della Scozia) e al maestoso Dunrobin Castle, ci siamo avventurati verso il Nord estremo, verso le Highlands ed il grande freddo!!


 

 


Più ci dirigevamo verso Nord, più ci accorgevamo di come l'ambiente intorno a noi stesse nuovamente cambiando; il paesaggio diventava sempre più aspro, come il vento che sferzava sempre più costante e gelido. Niente più alberi, solo rada e bassa vegetazione su un terreno roccioso (ci veniva in mente la Murgia Barese!). Anche le strade si restringevano e in molti tratti ad un'unica corsia (le Single Track), quando si incontrava un veicolo in senso opposto, eravamo costretti ad arrestarci per farlo passare. Procedendo così a bassa velocità, ammiravamo incantati la solitudine di questo posto, abitato esclusivamente da pecore e capre (molte di queste tranquillamente al pascolo sulla carreggiata!!). Immancabili sono state la sosta a Dunnet Head (la scogliera più a Nord) e a John O' Groats (punto di imbarco per le Orcadi).

Dopo aver passato la notte vicino Thurso, nel B&B più bello ed economico di tutto il nostro viaggio (camera da 4 Stelle per sole 12 Sterline!!), il viaggio è continuato costeggiando il mare, verso un altro punto tanto famoso quanto inaccessibile: il faro di Cape Wrath; per la verità, visto quanto tempo abbiamo perso e quanto abbiamo pagato per poterlo vedere, se ne poteva fare tranquillamente a meno; oltretutto, l'idea di desolatezza, le capre onnipresenti, le spiagge tipo Sardegna e le scogliere da capogiro, ce le eravamo già gustate abbastanza lungo tutto il tragitto da Thurso.
 


 

Tutti quelli a cui si chiedeva (sia turisti che scozzesi) ci dicevano che la costa Ovest è indubbiamente la migliore, ne abbiamo avuto conferma non appena svoltato verso Sud, diretti ad Ullapool. Tutti i bei panorami visti fino a quel momento si sono annullati al confronto con la vista interminabile delle cime delle Highlands, le vallate verdi ed il riflesso del sole sulle acque argentee dei fiumi che vi scorrevano in mezzo!

Arrivati verso sera ad Ullapool, dove il giorno appresso avremmo dovuto imbarcarci per l'isola di Lewis, abbiamo avuto una bella sorpresa: tutte le camere (comprese quelle in albergo) erano piene, così abbiamo dovuto arrangiarci in un'angusta camera singola, pagandola profumatamente. Per la verità (avendo con noi anche il minimo indispensabile per il campeggio) io mi sarei volentieri accampato in un'aiuola, vicino dei camper, ma il gelo polare di quei giorni (ed era Estate e non pioveva!), ha fatto sì che Giusy si trasformasse in zavorra tanto pesante da farmi prendere la camera!
 

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