Sono state
individuate dodici motivazioni psicologiche e sociologiche comuni a tutte le religioni.
Il pellegrinaggio è: ricerca (della verità, del Paradiso); missione
( proselitismo per diffondere la fede); cammino spirituale (crescita interiore
attraverso lo sforzo fisico senza cedere alla stanchezza, ascesi); rottura della
routine ( si lascia la famiglia, non si lavora più, non si guadagna più, si evade
dalla sfera economica quotidiana); desiderio di rinascita (non si tratta solo di
partire, ma è decidere di cambiare tutto nella propria vita); affermazione di nuovi
valori (il pellegrino si identifica nello straniero, diventa un nomade); sete di
Assoluto (è il sogno di Abramo, di Ulisse, dei Re Magi, del Buddha
); ricerca
di una comunità (anche se individuale il pellegrinaggio si fa con gli altri compiendo
una ristrutturazione delle gerarchie sociali e una loro semplificazione); bisogno di
espiare (il pellegrino si libera dei pesi che non sopporta più); paura del futuro
(si interroga e si ascolta per sapere ciò che riguarda la vita futura); paura della
morte (una volta giunti al santuario si chiedono le guarigioni); non rassegnazione
alla morte (toccare le reliquie è come ricevere la virtù del santo, è ritrovare i
propri antenati).