, www.alateus.it - PRIMA IPOTESI: ANN0 783 a.u.c.

ANNO 783 (a.u.c.)



IL MITO - LE IPOTESI - LE NOTE


RIFERIMENTI STORICI


ANNO 783 (a.u.c.) (30 e.v.) * GESU: ANNI 36

M-783.05.1
IL FURTO DEI TESTI SACRI
Uno dei due ladroni che accompagneranno Gesu sulla croce, DEMAS (Tito), aveva, qualche tempo prima, rubato i libri della Legge, custoditi nel Tempio dalla profetessa SARRA, figlia di Caifa.

(Rif. 085)

M-783.05.3
IL TRASFERIMENTO DEI LADRONI
DEMAS (Tito) e l'altro ladrone GESTA (Dumaco), arrestati e condannati a morte a Cafarnao, per tutta una serie di misfatti, vengono tradotti a Gerusalemme per ordine di Pilato.

(Rif. 085)

M-783.05.5
ACCORDI CON GIUDA
La folla minaccia di rivalersi su Sarra e di bruciarla viva in quanto, mancando i testi sacri, era praticamente impossibile celebrare la Pasqua.
Anna e Caifa si accordano con Giuda affinche' venga gettata su Gesu la colpa del furto. Per il servizio Giuda riceve "ufficialmente" 30 monete d'oro piu' un altro lauto compenso versato, sotto banco, dai due sacerdoti.

(Rif. 085)
(App. 095-MISURE E MONETE)

M-783.05.7
L'UNZIONE DI BETANIA (Sabato, 1 Aprile)
Gesu si trova a Betania ospite di SIMONE IL LEBBROSO (il Fariseo), amico anche di Marta, Maria e Lazzaro.
Durante la cena, una donna (Maria?) prende un vasetto di alabastro e versa sul capo di Gesu una libra di profumo di nardo puro del valore di 300 denari.
Tutti i presenti, Giuda in particolare, si scandalizzano per l'enorme spreco.

(Rif. 005,010,020)
(App. 040-LA MOGLIE)

NOTA - L'unzione era uno dei riti previsti per il conseguimento della dignita' regale. Di qui' la successiva accusa a Gesu di essersi proclamato "Re dei giudei". Vedi M-783.17.7 e M-783.35.5.
A conferire la dignita' regale sarebbe stata Maria Maddalena, supposta consorte di Gesu. Se, come alcuni autori sostengono, Maria Maddalena era molto ricca allora questo presunto spreco ha una sua valida giustificazione.
I 300 denari dovrebbero corrispondere al controvalore di circa 1155 grammi d'argento.

(App. 095-MISURE E MONETE)

M-783.05.8
LA CONDANNA DI LAZZARO
A causa del fatto precedente e di precedenti rapporti con Gesu, il Sinedrio condanna a morte anche Lazzaro.

(Rif. 995)

M-783.05.9
L'ASINO DI BETHFAGE (Domenica, 2 Aprile)
Gesu e' deciso di rientrare nuovamente in Gerusalemme. Manda pertanto gli apostoli in un vicino villaggio (Bethfage) per procurargli un asino, sul quale nessun uomo abbia mai cavalcato.

(Rif. 005,010,015)

NOTA - L'asino era considerato la cavalcatura delle persone autorevoli. Se a questo si aggiunge l'autoproclamazione a re d'Israele, mediante l'unzione, c'e' quanto basta per portare sacerdoti, scribi, farisei, ecc. al massimo furore. Questa e' la prima apparizione pubblica di Gesu come messia di fatto.

M-783.07.1
LA BARDATURA DELL'ASINO
Trovato l'asino, questo viene bardato ed addobbato con i mantelli degli stessi apostoli.

(Rif. 005,010,015,020)

M-783.07.3
ENTRATA IN GERUSALEMME
Gesu entra trionfalmente in Gerusalemme preceduto e seguito da turbe di discepoli osannanti. Durante la marcia di avvicinamento Gesu formula cupe previsioni sul destino della citta'.

(Rif. 005,010,015,020)

M-783.07.5
I GRECI DEVOTI
A Gerusalemme Gesu si intrattiene con alcuni greci "devoti" che desiderano conoscerlo.

(Rif. 020)

NOTA - Questi greci sarebbero stati inviati dal re di Edessa Abgaro V, molto ammalato (lebbra, gotta?). Il re offre a Gesu protezione ed asilo politico in cambio di una sua miracolosa guarigione. Gesu gli scrive una lettera declinando l'invito ma promettendo l'invio di un suo discepolo.

(Rif. 995)

M-783.07.7
RITORNO A BETANIA
Gesu si reca in visita al Tempio e poi in serata ritorna a Betania con i 12 apostoli.

(Rif. 010)

M-783.07.9
IL FICO MALEDETTO (Lunedi, 3 Aprile)
Uscendo da Betania, per tornare a Gerusalemme, Gesu scorge un fico con i rami privi di frutti; Gesu lo maledice.

(Rif. 005,010)

NOTA - Atteggiamento alquanto bizzarro visto che i fichi, nell'emisfero a nord dell'equatore, maturano normalmente tra Giugno e Settembre. Ad Aprile non e' stagione di fichi.

M-783.09.1
SECONDA CACCIATA DEI MERCANTI
Giunto al Tempio Gesu caccia i mercanti che con la loro presenza offendono la sacralita' del luogo.

(Rif. 005,010,015)

NOTA - Vale sempre quanto riportato in nota al punto M-781.16.

(App. 025-IL TEMPIO)

M-783.09.3
GUARIGIONI DIVERSE
Gesu opera, nel Tempio, parecchie guarigioni di ciechi e storpi tra i commenti indignati dei sacerdoti e degli scribi. Ritorno a Betania.

(Rif. 005)

M-783.09.5
DICHIARAZIONE DI AUTORITA (Martedi, 4 Aprile)
Nuovamente al Tempio. Anziani, scribi e sacerdoti chiedono a Gesu di indicare chi gli ha conferito l'autorita' in base alla quale egli agisce ed opera in modi cosi' inconsueti. Gesu nega la risposta.

(Rif. 005,010,015)

M-783.09.7
UNA GIORNATA IMPEGNATIVA (Mercoledi, 5 Aprile)
Stando ai vari autori, in questo giorno Gesu si sarebbe espresso su molteplici argomenti che qui' vengono elencati solo per memoria:
- predicazione mediante diverse parabole
- tributo a Cesare
- i sadducei e la risurrezione
- primo comandamento
- il messia figlio di Davide
- ipocrisia di scribi e farisei
- l'obolo della povera vedova
- sette invettive contro scribi e farisei
- delitti e castighi degli ebrei
- discorso escatologico, dottrinario

(Rif. 005,010,015)

M-783.09.9
LA CONGIURA - ULTIMI ACCORDI CON GIUDA (Versione A)
Anziani e sacerdoti sono giunti al limite della sopportazione. Si riuniscono per escogitare il modo migliore di uccidere Gesu. Accordi con Giuda per la cattura del messia. (Qui' si parla di 30 sicli d'argento).

(Rif. 005,010,015)
(App. 095-MISURE E MONETE)

M-783.09.11
LA CONGIURA - ULTIMI ACCORDI CON GIUDA (Versione B)
I sacerdoti e gli anziani tengono consiglio nel palazzo di Caifa e decidono di catturare Gesu ed ucciderlo prima di Pasqua. Anania, membro del Sinedrio, propone di contattare Giuda per farsi rivelare il luogo delle riunioni notturne di Gesu.
Caifa consegna ad Anania 100 denari, pari a 30 sicli e cioe' circa 350 grammi di argento.
Anania si reca a Betania e contatta, in segreto, Giuda proponendo uno stratagemma: fare incontrare Gesu con i sacerdoti per discutere (di cosa?).
Giuda riceve i 30 sicli che allora equivalevano al valore di uno schiavo in buone condizioni fisiche.

(Rif. 995)
(App. 095-MISURE E MONETE)

NOTA - Secondo Giuseppe di Arimatea, Giuda era un infiltrato nel gruppo degli apostoli, retribuito giornalmente dai sacerdoti.
Di piu': Giuda era il cassiere del gruppo e ne gestiva la borsa; sposato con una donna avida di denaro, veniva continuamente istigato a sottrarre contanti dalla cassa comune.

(Rif. 085)

M-783.11.1
LA PREPARAZIONE DELLA CENA (Giovedi, 6 Aprile)
Gesu fiuta il pericolo e da' precise istruzioni agli apostoli sul luogo segreto, in citta', ove dovra' svolgersi la cena pasquale. Manda pertanto Pietro e Giovanni, in citta', ad incontrare segretamente un uomo con una brocca d'acqua (Giuseppe d'Arimatea?) che li avrebbe guidati alla casa di un amico fidato (Nicodemo?)

(Rif. 005,010,015)

M-783.11.3
LA LAVANDA DEI PIEDI
Prima di dare inizio alla cena Gesu provvede personalmente al lavaggio dei piedi dei suoi apostoli.

(Rif. 020,065)

M-783.11.5
LO SVOLGIMENTO DELLA CENA
Secondo i vari autori, durante la cena Gesu interviene e si sofferma sui seguenti argomenti:
- preannuncia il tradimento da parte di uno degli apostoli
- istituisce l'eucaristia
- prevede il rinnegamento di Pietro
- annunzia il paraclito (parakletos)
- ammonimenti vari agli apostoli
- preghiere
Durante lo svolgimento della cena Giuda si allontana e va dai sacerdoti.
A fine cena Gesu invita categoricamente i presenti a munirsi di una spada in previsione di cio' che dovra' avvenire.

(Rif. 005,010,015,020)

NOTA - La cena da un punto di vista pratico.
Gesu arriva con altri 10 apostoli verso le ore 22.30. La sala e' dotata di bassi divani e di una tavola semicircolare, apparecchiata con piatti di colore scuro e con uncini in funzione di forchette.
Gesu e' sdraiato al centro con Pietro alla sua destra e Giovanni alla sinistra. Secondo la consuetudine, allora in atto, il menu comprendeva:
- agnello cotto tra le lattughe (da mangiarsi in piedi secondo la tradizione)
- contorno di verdure amare
- charoset (composto da datteri, uva e aceto)
- pane azimo
- vino
La sacra cena era un rito molto importante della comunita essena. Comprendeva la benedizione del pane azimo e del vino da parte del capo famiglia.
Secondo la tradizione ebraica la cena avrebbe dovuto svolgersi Venerdi, 7 Aprile. Gesu ha in effetti anticipato la cena di un giorno. Se, come alcuni ritengono, Gesu era esseno allora ha seguito il calendario esseno di Qumran.
Se effettivamente si trattava della tradizionale cena pasquale (rito tipicamente familiare) come mai mancano le donne che fanno parte della famiglia di Gesu e che lo hanno seguito nelle sue peregrinazioni attraverso la Palestina?

M-783.11.7
ATTESA AL GETSEMANI
Gesu si reca a trascorrere la notte, con i suoi apostoli, in un podere appartato (orto di Getsemani) dove, in precedenza, era solito riunirsi segretamente con i suoi discepoli.
Il podere distava circa 600 metri dalle mura di Gerusalemme. Si ritira in preghiera assistito e confortato da un angelo. Rimprovera i suoi apostoli che, malgrado le sue esortazioni, non riescono a stare svegli.

(Rif. 005,010,015,020,065)

NOTA - Forse la cena era stata piuttosto abbondante e la sonnolenza degli apostoli puo' essere in parte giustificata.

M-783.11.9
ARRIVA LA TRUPPA
Giuda arriva scortato da una coorte di soldati romani e da una folla di gente armata e munita di fiaccole, reclutata dai sacerdoti.

(Rif. 005,010,015,020)

NOTA - Una coorte romana era composta da circa 600 uomini. Tenuto conto di questi e della folla al seguito, si puo' presumere che almeno 1000(!) uomini abbiano partecipato alla cattura di Gesu.

M-783.13.1
IL RICONOSCIMENTO
Gesu viene riconosciuto dalle guardie:

- perche' si presenta egli stesso

(Rif. 020)

- perche Giuda lo indica con un bacio

(Rif. 005,010,015)

M-783.13.3
TENTATIVO DI RESISTENZA
Pietro cerca di opporsi all'arresto. Con un colpo di spada taglia l'orecchio destro di un certo MALCO (un servo del sommo sacerdote). Gesu lo rimprovera e riattacca l'orecchio a Malco.

(Rif. 015,020)

M-783.13.5
LA FUGA DEI DISCEPOLI
A questo punto le cose precipitano. I discepoli e gli apostoli che erano con Gesu fuggono disordinatamente. Uno di essi scappa nudo lasciando nelle mani di chi lo tratteneva il lenzuolo che indossava in quel momento. Fortunatamente il padrone del podere di Getsemani, un certo Massaliano, gli da di che rivestirsi.

(Rif. 005,010)

NOTA - Gerusalemme e' situata ad oltre 700 metri sul livello del mare e nel mese di Aprile le notti sono ancora abbastanza fredde. Chi e' questo singolare personaggio (discepolo o apostolo) che sfida il freddo della notte in deshabille, nell'orto di Getsemani, proteggendo le sue pudenda con un leggero lenzuolo invece della tradizionale tunica e del manto di lana? Perche' un abbigliamento cosi inconsueto?
Che facesse molto freddo e' anche confermato dal fatto che Pietro, poco dopo, rischiera' grosso pur di scaldarsi al fuoco nel cortile di Caifa. (v. oltre)

M-783.13.7
L'ARRESTO (Giovedi, 6 Aprile; presunte ore 24)
Gesu viene legato e scortato a destinazione.

(Rif. 005,010,015,020)

M-783.13.9
GESU VIENE CONDOTTO ALLA CASA DI ANNA (Venerdi, 7 Aprile)
Anna era lo suocero di Giuseppe Caifa. Caifa, in quell'anno, era il sommo sacerdote di turno.

(Rif. 020)

M-783.15.1
PIETRO SEGUE A DISTANZA
Pietro segue il corteo , a debita distanza, con un altro discepolo (Giovanni?)

(Rif. 005,010,015,020)

M-783.15.3
PIETRO NEL CORTILE DI ANNA
Pietro entra nel cortile di Anna mediante l'aiuto dell'altro discepolo che conosceva bene la portinaia del palazzo.

(Rif. 020,065)

M-783.15.5
INTERROGATORIO DI ANNA
Gesu risponde alle domande di Anna con tono polemico.

(Rif. 020)

M-783.15.7
GESU VIENE SCHIAFFEGGIATO
Una delle guardie schiaffeggia Gesu per il tono poco riguardoso tenuto nei confronti di Anna.

(Rif. 020)

M-783.15.9
GESU VIENE SCORTATO DA CAIFA

(Rif. 005,010,015,020,085)

NOTA - Trasferimento inutile considerato che Anna e Caifa vivevano nella stessa casa.

(M. 2-GERUSALEMME)

M-783.17.1
L'ATTESA ED IL RINNEGAMENTO DI PIETRO
In attesa, nel cortile di Caifa, Pietro rischia di essere scoperto e nega di essere un apostolo di Gesu.
Alla terza negazione un gallo canta, Gesu getta uno sguardo su Pietro e questo fugge pieno di vergogna.

(Rif. 005,010,015,020)

M-783.17.3
L'ATTESA E GLI OLTRAGGI
In attesa di comparire davanti a Caifa, le guardie che custodiscono Gesu, lo deridono e lo percuotono.

(Rif. 015)

M-783.17.4
RIUNIONE DEL SINEDRIO (Venerdi, 7 Aprile - appena giorno)
Si riuniscono i capi del popolo, i sacerdoti e i dottori in legge. Gesu viene condotto davanti al Sinedrio. Presiede Caifa vestito in pompa magna. Era detto anche Tribunale di Gazith, situato presso il muro ovest del Tempio, l'attuale muro del pianto.

(Rif. 015,378)
(M. 2-GERUSALEMME)

NOTA - Questo processo era praticamente e formalmente impossibile.

(App. 052-PROCESSI EBRAICI)

M-783.17.5
PARTECIPANTI DI SPICCO
Tra i partecipanti al Sinedrio si segnalano in particolare: Anna, Caifa, Semes, Dathae, Gamaliele, Giuda, Levi, Neftalim, Alessandro, Giairo e Siro.

(Rif. 080)

M-783.17.7
CAPI DI ACCUSA
Le accuse formulate contro Gesu, sia presso il Sinedrio che presso Pilato, sarebbero state le seguenti:


* Bestemmia per essersi dichiarato figlio di Dio (Bar-Abba)

(Rif. 005,010,015)

* Minaccia di distruzione del Tempio (e sua riedificazione in tre giorni)

(Rif. 005,010)

* Avere eseguito guarigioni di sabato

(Rif. 080)

* Furto dei libri sacri

(Rif. 085)

* Essere nato da adulterio

(Rif. 080)

* Essere stato la causa prima della strage degli innocenti dell'anno 748 a.u.c.

(Rif. 080)

* Essersi proclamato re dei Giudei.

(Rif. 080)

M-783.17.9
FALSI TESTIMONI A CARICO
Durante l'udienza presso il Sinedrio vengono rintracciati ed ascoltati alcuni falsi testimoni. Solo Nicodemo tenta una debole difesa in favore di Gesu.

(Rif. 005,010)

M-783.19.1
COMPORTAMENTO DI GESU DAVANTI AL SINEDRIO
Alle domande che gli vengono poste Gesu non risponde oppure risponde in maniera evasiva.

(Rif. 005,010,015)

M-783.19.3
LE VESTI STRACCIATE
Gesu alla fine dice, o lascia intendere, di essere figlio di Dio. Caifa la considera una enorme bestemmia e si straccia le vesti.

(Rif. 005,010)

M-783.19.5
CONDANNA A MORTE
Il Sinedrio giudica Gesu meritevole di morte.

(Rif. 005,010)

NOTA - Potra' sembrare una stranezza ma, secondo la Legge Mosaica, quando un colpevole veniva condannato a morte all'unanimita', questi doveva essere immediatamente liberato, per sospetta faziosita' del tribunale. Nel caso specifico di Gesu la condanna a morte era formalmente valida perche' mancava almeno un voto all'unanimita': quello di Nicodemo.

M-783.19.6
NESSUNA CONDANNA
Secondo Giovanni non c'e' stato nessun processo ebraico e nessuna condanna a morte. Gesu, dopo un primo sommario interrogatorio da parte di Anna, e' stato inviato a Caifa affinche' lo custodisse in attesa di comparire innanzi a Pilato.

(Rif. 020)
(App. 052-PROCESSI EBRAICI)

M-783.19.7
NUOVI OLTRAGGI
Dopo la condanna del Sinedrio Gesu viene percosso, gli sputano in faccia e lo dileggiano. In seguito viene rinchiuso nelle cantine di casa Caifa.

(Rif. 005,010)

M-783.19.9
UNA DELEGAZIONE DA PILATO
Tenuto consiglio, una delegazione del Sinedrio si reca da Pilato per rinnovare le accuse contro Gesu e chiedere l'esecuzione della condanna capitale. I componenti la delegazione sono gli stessi elencati in M-782.17.7.

(Rif. 005,010,080)

NOTA - La residenza abituale dei Procuratori romani era a Cesarea. La presenza di Pilato a Gerusalemme, in questo contesto, e' inspiegabile.
La richiesta di esecuzione capitale fatta a Pilato viene giustificata asserendo che gli ebrei, sotto dominazione romana, non potevano eseguire una sentenza di morte (negazione dello Jus Gladiis).
Non e' esatto; era solo vietato agli ebrei eseguire condanne a morte mediante la spada o la croce. Avevano invece la facolta' di procedere alla lapidazione, allo strangolamento ed alla decapitazione con la scure. (v. Giovanni Battista)

M-783.21.1
LE RICHIESTE A PILATO
La delegazione accusa Gesu di varie colpe tra le quali quella di essersi dichiarato re dei giudei. Viene chiesto a Pilato di dare corso all'esecuzione della condanna a morte.

(Rif. 005,010,015,020,085)

M-783.21.3
LA MOGLIE DI PILATO
La moglie di Pilato, Claudia Procula, ha fatto un sogno premonitore. Avverte pertanto il marito di non immischiarsi in quella che viene ritenuta una bega tra giudei.

(Rif. 005,080)

M-783.21.5
PILATO CERCA DI DESTREGGIARSI
Memore dell'amonimento della moglie e non riconoscendo particolari colpe a carico di Gesu, Pilato si dichiara incompetente ad esprimere un giudizio.

(Rif. 080)

M-783.21.7
CONVOCAZIONE DI GESU
Pressato dalle insistenze dei giudei, Pilato ordina ad un suo corriere/messo di condurre Gesu in sua presenza per interrogarlo.

(Rif. 080)

M-783.21.9
IL MANTELLO DEL CORRIERE
Il corriere introduce Gesu facendolo camminare sul suo mantello steso a terra.

(Rif. 080)

M-783.23.1
I GIUDEI PROTESTANO
I giudei protestano per l'atto di formale ossequio reso a Gesu con il mantello.

(Rif. 080)

M-783.23.3
LE INSEGNE SI INCHINANO
Quando Gesu entra le insegne imperiali, rette da 12 portainsegne, si inchinano riverenti senza che i portainsegne se ne rendano conto.

(Rif. 080)

M-783.23.5
ALTRA PROTESTA DEI GIUDEI
I giudei protestano vivamente contro i portainsegne per l'omaggio reso a Gesu.

(Rif. 080)

M-783.23.7
SOSTITUZIONE DEI PORTAINSEGNE
I portainsegne si discolpano; Pilato vuole essere conciliante e chiede ai giudei di reggere essi stessi le insegne.

(Rif. 080)

M-783.23.9
LE INSEGNE SI INCHINANO ANCORA
Gesu viene introdotto una seconda volta e le insegne si inchinano nuovamente malgrado gli sforzi dei giudei.

(Rif. 080)

M-783.25.1
PRIMO INTERROGATORIO DI PILATO
Pilato interroga Gesu circa la sua pretesa di considerarsi re dei giudei e sulle altre accuse che il Sinedrio muove contro di lui. Risposte evasive di Gesu.

(Rif. 005,010,015,020,080)

M-783.25.3
TESTIMONI A FAVORE
Durante l'interrogatorio di Pilato si presentano spontaneamente alcuni testimoni a favore di Gesu:
  • Nicodemo
  • un ex paralitico
  • un ex cieco dalla nascita
  • un ex storpio
  • un ex lebbroso
  • Bernice, ex emorroista
Proteste e contestazioni a non finire da parte dei giudei.

(Rif. 080)

M-783.25.5
PILATO NON VEDE COLPE
Pilato e' sempre piu' perplesso e non riesce a capire di quali colpe possa essere accusato Gesu.

(Rif. 015,020,080)

M-783.25.7
INVIO AD ERODE ANTIPA
Quando viene informato che Gesu e' originario della Galilea, Pilato cerca di liberarsi del problema e lo manda da Erode Antipa, competente per giurisdizione.

(Rif. 015,080)

NOTA - Alcuni autori sono dell'avviso che il personaggio inviato ad Erode non fosse quello interrogato da Pilato. Da notare che i palazzi di Pilato e di Erode erano prospicienti.

(App. 054-BARABBA)
(M. 2-GERUSALEMME)

M-783.25.9
ERODE CURIOSO ED INTERESSATO
Erode desidera da tempo conoscere Gesu ed assistere a qualcuno dei suoi prodigi.

(Rif. 080)

M-783.27.1
LA TUNICA BIANCA
Gesu non e' propenso a compiere prodigi per il divertimento di Erode. Questo si spazientisce, lo fa rivestire con una tunica bianca e lo oltraggia con i suoi soldati.
Comportamento strano: la tunica bianca era la veste degli adepti esseni, simbolo di dignita' sacerdotale.

(Rif. 015,080)

M-783.27.3
RINVIO A PILATO
Gesu viene rinviato al giudizio di Pilato.

(Rif. 015,080)

M-783.27.5
SECONDO INTERROGATORIO DI PILATO
Su insistenza dei giudei Pilato interroga ancora Gesu.

(Rif. 015,080)

M-783.27.7
NESSUNA COLPA
Malgrado tutto Pilato non riesce a giudicare Gesu colpevole, mentre i giudei continuano a chiedere la sua morte, minacciando una sommossa.

(Rif. 080)

M-783.27.9
PILATO PROPONE UNA SCELTA
Secondo tradizione, Pilato aveva il potere di graziare, in occasione delle feste pasquali, un condannato a morte.
Un altro condannato, in attesa di esecuzione, era un certo BARABBA, reo di ribellione ed omicidio. Richiesti di esprimere la loro preferenza i giudei chiedono a gran voce la liberazione di Barabba e la crocifissione di Gesu.

(Rif. 005,010,015,020,065)

NOTA - Secondo il diritto romano e nell'ambito delle sue funzioni di procuratore, Pilato non aveva nessun potere di grazia. Se avesse rispettato questa presunta tradizione si sarebbe reso responsabile di un grave errore, o quanto meno di un abuso di potere, nei confronti dei suoi diretti superiori. E poi, se di scelta si trattava, c'erano anche i due ladroni, Gesta e Disma, da far entrare in concorso.
A parte cio' Pilato era consapevole di dover reprimere, con estrema durezza, qualsiasi tentativo insurrezionale e condannare qualsiasi sedicente liberatore, o messia. Non avrebbe mai condizionato i suoi poteri ad un referendum popolare. Da questo mitico episodio del ballottaggio si e' sviluppato un odio assurdo contro gli ebrei accusati di "deicidio". Solo nel 1962 Giovanni XXIII (bonta sua!) discolpera' gli ebrei da questa accusa.

Alcune recenti tesi sostengono che Pilato non ha dovuto fare nessuna scelta. Agendo molto pragmaticamente, e nell'ambito delle sue competenze, avrebbe semplicemente:
a) liberato Gesu Nazareno perche' le accuse a suo carico erano inconsistenti;
b) condannato a morte Barabba per sedizione ed omicidio.
Se e' andata cosi' la grande figura del figlio di dio che si sacrifica per redimere l'umanita' crolla come un castello di carte.

(App. 054-BARABBA)

M-783.29.1
PILATO SI LAVA LE MANI
Pilato si lava pubblicamente le mani dichiarandosi, con questo gesto, non responsabile della morte di Gesu che egli continua a ritenere innocente.

(Rif. 005,080)

NOTA - Il Pilato che si lava le mani e' una immagine retorica molto bella e suggestiva ma ha un grosso difetto: Pilato non era uno sprovveduto!

M-783.29.3
LA SENTENZA: QUELLA DI PILATO
La sentenza di Pilato prevede, secondo la legge, che Gesu venga flagellato prima di essere crocifisso (flagellazione di 49 colpi di frusta).

(Rif. 080)
(App. 060-SENTENZA DI PILATO)

M-783.29.5
LA SENTENZA: QUELLA DI ERODE
Stando al Vangelo di Pietro si puo' desumere che la sentenza sia stata emessa da Erode Antipa e che la stessa sia stata eseguita dalle sue guardie.

(Rif. 075)

M-783.29.7
I GIUDEI CORROMPONO I FLAGELLANTI
I giudei corrompono quattro soldati (o tre?) affinche' la flagellazione venga eseguita con particolare violenza e crudelta'.

(Rif. 065)

M-783.29.9
LA FLAGELLAZIONE
Gesu viene denudato, legato ad una colonna e flagellato da tre soldati (o quattro), muniti di fruste a molte code e pesi terminali (flagrum).

(Rif. 005,010,020)

M-783.31.1
LA PARODIA
Dopo la flagellazione, i soldati organizzano una specie di parodia di incoronazione del sedicente re dei giudei:

- rivestono Gesu con un manto di porpora, simbolo di dignita' regale

(Rif. 005,010,020,075)

- gli pongono in capo una corona di spine (o un cestello di rovi intrecciati come simulacro di mitra regale), fissata con un laccio

(Rif. 005,010,020,075,080)

- gli mettono nella mano destra una canna come simulacro di scettro regale

(Rif. 005,080)

- si abbandonano ad una serie di beffe e di oltraggi.

(Rif. 005,010,020,075)

NOTA - Che mattacchioni questi romani! Sarebbe stato piu' naturale che la parodia l'avessero inscenata i giudei: loro avevano degli ottimi motivi per farlo.

M-783.31.3
PILATO NON DESISTE
Dopo i trattamenti inflitti, Pilato espone Gesu, alquanto malridotto, agli ebrei pensando che la punizione subita potesse essere sufficiente a soddisfare la loro sete di vendetta. Niente da fare. Gli ebrei insistono a gran voce per la crocifissione.(Schelappo!)

(Rif. 020,080)

M-783.31.5
ANCORA UN COLLOQUIO
Pilato parla ancora con Gesu sperando, in qualche modo, di trovare una via di salvezza. Gesu non lo aiuta molto e viene quindi condannato a morte.

(Rif. 020)
(App. 060-SENTENZA DI PILATO)

M-783.31.7
PARTENZA PER IL GOLGOTA (ore 11.30)
Gesu viene spogliato dalla veste di porpora e rivestito con i suoi panni.
Caricato della croce, si avvia verso il Golgota, seguito da altri due condannati e scortato dai soldati romani. Percorso in salita di circa 1000 metri. Aprivano il corteo alcuni sinedristi, seguiti da Gesu, dai due ladroni e da quattro soldati romani.

(Rif.005,010,015,080)

NOTA - Il Golgota e' detto anche il "Cranio" perche' si supponeva che in quel luogo fosse stato sepolto il cranio di Adamo. Si trattava di una vecchia cava abbandonata dalla quale emergeva un piccolo rilievo roccioso di circa 4 metri di altezza.

(Rif. 378)
(M. 2-GERUSALEMME)

M-783.31.8
LA VERONICA
Una donna, Veronica (sorella dell'ex emorroissa Bernice?), asciuga il volto affaticato di Gesu, con uno scialle (vera eicon). I tratti del volto rimangono impressi sul tessuto come in un ritratto. (Immagine acheropita ?)

(Rif. 090,095)
(App. 080-REPERTI E RELIQUIE)

M-783.31.9
PRECETTAZIONE DEL CIRENEO
Durante il percorso i soldati fermano un contadino, Simone il Cireneo (con i suoi due figli Alessandro e Rufo) e li obbligano a caricarsi della croce di Gesu.

Le cadute durante il percorso, che fanno parte del rituale della "via crucis", non sono mai avvenute.

(Rif. 005,010,015,080)

M-783.33.1
LA CHIAMATA DI MARIA
Giovanni, uno dei discepoli di Gesu, che aveva assistito agli eventi descritti, corre a chiamare Maria che non ne sapeva nulla.

(Rif. 080)

M-783.33.3
MARIA ACCORRE
Maria accorre accompagnata da Marta, Maria Maddalena, Salome' ed altre donne.

(Rif. 080)

M-783.33.5
LAMENTAZIONE DI MARIA
Maria si lamenta e piange sulla sorte del figlio. I giudei cercano di allontanarla.

(Rif. 080)

M-783.33.7
ARRIVO AL CALVARIO
Il corteo arriva al luogo previsto per le esecuzioni, una cava abbandonata fuori le mura.

(Rif. 080)

M-783.33.9
LA SPOGLIAZIONE
Gesu viene privato dei suoi indumenti. Solo una fascia, probabilmente offerta da uno dei presenti, gli cinge le reni. (Panno di pudicizia/subligacum)

(Rif. 080)

M-783.35.1
LA BEVANDA
Viene offerta a Gesu una bevanda a base di vino e mirra (vino e fiele) ma egli la rifiuta.

(Rif. 005,010)

NOTA - Era una specie di narcotico, un tranquillante o un anestetico affinche' il condannato non si agitasse troppo durante l'affissione alla croce.

M-783.35.3
CROCIFISSIONE (Venerdi, 7 Aprile - ore 12)
Gesu viene affisso al patibulum. Le modalita' di esecuzione variano secondo gli autori. Comunque si ritiene che sia stato inchiodato ai palmi.

(Rif. 005,010,015,020,075,080,085)
(App. 055-LA CROCE)
(App. 080-REPERTI E RELIQUIE)

NOTA - La chiodatura ai polsi lede il nervo mediano; il dolore molto forte provoca lo svenimento ed uno stato di incoscienza che accelera la morte del condannato. Se Gesu fosse stato inchiodato ai polsi allora molti degli eventi compresi tra M-783.37.5 e M-783.39.9 non potrebbero essere giustificati. Comunque Giovanni dichiara esplicitamente che e' stato inchiodato per i palmi.

(Rif. 020)

M-783.35.4
ELEVAZIONE
Durante l'elevazione ci si accorge che la buca scavata nel terreno(?) non e' sufficiente e la croce pencola pericolosamente. Alcuni "volenterosi" modificano la buca.

(Rif. 995)

M-783.35.5
IL CARTIGLIO
Per ordine di Pilato, sopra la croce viene affisso un cartiglio recante la pseudo motivazione della sentenza in tre lingue:
"Gesu Nazareno re dei giudei".

(Rif. 005,010,015,020,075,080)

M-783.35.7
PROTESTE PER IL CARTIGLIO
I giudei non ritengono appropriata la dicitura del cartiglio e protestano presso Pilato. La protesta non viene accolta.

(Rif. 020,080)

M-783.35.9
I DUE LADRONI
Nel contempo anche i due ladroni vengono messi in croce ai fianchi di Gesu.

(Rif. 005,010)

NOTA - La croce era la pena per chi si ribellava all'autorita' di Roma. Quindi questi due condannati non erano "ladroni" ma, probabilmente, partigiani zeloti; altrimenti sarebbero stati uccisi in altro modo: spada o strangolamento.

M-783.37.1
LE TENEBRE
A partire dalle ore 12 e sino alle ore 15, il sole si oscura e le tenebre avvolgono la terra. Nicodemo riferisce a Pilato, alquanto preoccupato, che si tratta di una eclissi di sole.

(Rif. 005,010,015,075,080,085)

M-783.37.3
SPARTIZIONE E SORTEGGIO
I soldati romani si spartiscono i vestiti di Gesu. La tunica, tessuta in un unico pezzo, viene sorteggiata.

(Rif. 005,010,015,020,075,080)

NOTA - I soldati romani, oltre a quelle di Gesu, si spartiscono anche le vesti dei due ladroni. Non era un atto di brutale ladrocinio; i soldati erano autorizzati a farlo da un'apposita legge (Lex Pannicularia).
Era una specie di indennizzo o di sovrassoldo per l'adempimento della funzione poco piacevole di carnefici.
La Lex Pannicularia e' applicata anche ai nostri giorni: i boia moderni ricevono un adeguato indennizzo per ogni esecuzione di sentenza capitale. Nei secoli passati, agli inquisiti per eresia, venivano carpiti tutti i beni, mobili ed immobili e divisi in parti adeguate tra:
- inquisitore
- scribi
- delatori
- testimoni di comodo
- esecutori
- quota pontificale.
In realta', i soldati romani cosa si sono divisi? Secondo gli usi i Giudei vestivano una tunica a pelle ed un mantello, entrambi di lana. In particolare, non si sa con precisione se Gesu portasse sandali.

(Rif. 378)

M-783.37.5
OLTRAGGI DELLA FOLLA E DEI SOLDATI
La folla che assite all'esecuzione beffeggia e deride Gesu. I soldati lo percuotono con colpi di canna sulla testa.

(Rif. 005,010,015,080)

M-783.37.7
LA DERISIONE DEI DUE LADRONI
Anche i due ladroni, crocifissi ai suoi fianchi, lo deridono per la sua impotenza e la sua incapacita' a sottrarsi al suplizio.

(Rif. 005,010)

Alla fine pero' il ladrone alla sua destra, Disma, ha un ripensamento e si pente della sua condotta e dei suoi peccati.

(Rif. 075)

M-783.37.9
LE DONNE
Assistono alla crocifissione:

- Maria V., Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, Salome'

(Rif. 005,010)

- Maria V., Maria Maddalena, Maria di Cleofa

(Rif. 020)

M-783.39.1
AFFIDAMENTO DI MARIA
Gesu, dalla croce, affida Maria alle cure dell' apostolo Giovanni.

(Rif. 020,080)

M-783.39.3
ALLONTANAMENTO DELLE DONNE
I giudei, infastiditi dai lamenti di Maria, l'allontanano dalla croce, con le altre donne e con Giovanni.

(Rif. 080)

M-783.39.5
IL LADRONE ALLA SINISTRA (Gesta/Dumaco)
Questo ladrone non si da pace ed inveisce contro Gesu. Dopo la morte si trasformera' in un orrendo mostro.

(Rif. 080,085)

M-783.39.7
IL LADRONE ALLA DESTRA (Disma/Demas/Tito)
Il ladrone di destra, pentito dei suoi peccati, riceve da Gesu:
- la promessa di un posto in paradiso
- l'incarico di recarsi, appena morto, dai cherubini e dalle dominazioni, che custodiscono il paradiso, per portare un suo messaggio
- la facolta' di dimorare in paradiso, non solo come anima ma conservando anche il suo corpo, reso incorruttibile.
Qualche ora dopo, al momento della deposizione, il corpo di Demas risultera' scomparso.

(Rif. 015,080,085)

M-783.39.9
GLI ULTIMI MOMENTI
Gesu manifesta il desiderio di bere e gli viene offerta una spugna imbevuta di aceto.

(Rif. 005,010,015,020,075,080)

M-783.41.1
LA MORTE (Venerdi, 7 Aprile - ore 15)
Gesu invoca una ultima volta il padre e poi muore.

(Rif. 005,010,015,020,075,080,085)

NOTA - La frase esatta che tutti riportano e': "Eloi, Eloi, lema' sabactani" dal che si puo' arguire che Gesu parlasse normalmente in aramaico.

DUBBI SULLA MORTE DI GESU
Non tutti concordano con i vangeli. Ad esempio:
  • I musulmani non credono che Gesu sia morto sulla croce ma che sia stato liberato (Sura 4:157)
    .... e per aver detto: "Abbiamo ucciso il Cristo, Gesu figlio di Maria, messaggero di Dio", mentre ne lo uccisero, ne lo crocifissero, bensi' qualcuno fu reso ai loro occhi, simile a Lui....che, per certo, essi non lo uccisero.
    Secondo alcune versioni del Corano, Gesu si sarebbe fatto sostituire sulla croce da una terza persona. Doveva essere un tipo molto volenteroso! Alcuni sostengono si trattasse di Simone il Cireneo. (M-783.31.9)

(Rif. 135,995)

  • Papia sostiene che Gesu continuo' la sua missione e mori in eta' avanzata.
  • S. Ireneo nel trecento sosteneva che Gesu era morto a 50 anni.
  • Secondo Il Vangelo degli Ebrei Gesu avrebbe iniziato la predicazione a 46 anni e sarebbe morto a 49 anni.

    Da piu' autori e' stato poi rilevato l'esiguo numero di ore (15 ore!) intercorse tra la cattura di Gesu e la sua morte. Trascurando molti fatti non salienti, catalogati a partire da M-783.11.9 sino a M-783.41.1, rimane da comprimere in 12 ore lo svolgersi dei seguenti eventi:
    1 - cattura al Getsemani...........................ore 00.00
    2 - trasferimento alla casa di Anna
    3 - interrogatorio di Anna
    4 - trasferimento alla casa di Caifa
    5 - attesa che si riunisca il Sinedrio
    6 - svolgimento del processo presso il Sinedrio
    7 - formazione della delegazione che si reca da Pilato
    8 - trasferimento di Gesu davanti a Pilato
    9 - primo interrogatorio di Pilato
    10 - trasferimento di Gesu presso Erode Antipa
    11 - interrogatorio di Erode Antipa
    12 - trasferimento di Gesu davanti a Pilato
    13 - secondo interrogatorio di Pilato
    14 - ballottaggio con Barabba
    15 - flagellazione e parodia
    16 - trasferimento dal Pretorio al Golgota
    17 - affissione alla croce ed elevazione............ore 12.00

    In qualsiasi modo si consideri la cosa, tutto questo da l'impressione di un film che scorre ad una velocita' folle. Avrebbe senso se si fosse trattato di una esecuzione sommaria (tipo SS di triste memoria), nel qual caso sarebbero significativi solo i punti 1,12,15,16 e 17. E poi anche la morte dopo solo tre ore lascia alquanto perplessi.

    (App. 052-PROCESSI EBRAICI)
    (App. 055-LA CROCE)
  • M-783.41.3
    EVENTI STRAORDINARI
    Alla morte di Gesu si sarebbero verificati i seguenti fatti straordinari:

    - la lacerazione della cortina del santuario del Tempio

    (Rif. 005,010,015,080)

    - lo scoperchiamento di numerose tombe e relativi cadaveri (12000!) vaganti per le vie della citta'

    (Rif. 005,080)

    - il crollo di una grande architrave del Tempio

    (Rif. 065)

    - migliaia di ebrei che improvvisamente si convertono (8000)

    (Rif. 065)

    - un grande terremoto che scuote la terra

    (Rif. 085)

    - il crollo del santuario e del pinnacolo del Tempio.

    (Rif. 085)
    (M. 3-IL TEMPIO)

    NOTA - La cortina del santuario del Tempio (detta anche velo) separava la zona proibita del Tempio (santo dei santi) dalla parte riservata all'accesso pubblico.

    M-783.41.5
    DISCESA DI GESU NELL'ADE (Tartaro)
    Appena morto, ed ancora in croce, Gesu scende nell'ade.
    Due gemelli, LEUCO e CARINO, risuscitati come riferito al punto precedente ed interrogati dal Sinedrio, forniscono un dettagliato resoconto scritto di come si sono svolti i fatti.
    Sintetizzando il loro racconto:

    a - concitata discussione tra Satana ed Inferno che paventano l'arrivo di Gesu e quindi predispongono la chiusura delle porte di accesso all'ade;
    b - le porte non resistono e Gesu entra trionfalmente nell'ade;
    c - Gesu cattura Satana, lo lega e lo consegna ad Inferno perche' lo custodisca;
    d - incontro con Adamo e con suo figlio Seth che giacciono nell'ade da 5500 anni;
    e - incontro con patriarchi, profeti, antenati, ecc.;
    f - Gesu pianta la sua croce nel centro dell'ade;
    g - Gesu conduce Adamo e tutti gli altri personaggi menzionati al punto e) in paradiso e li affida alle cure dell'arcangelo Gabriele.

    (Rif. 080,100)
    App. 058-INFERNO E PARADISO

    Per quanto precisi e puntigliosi nella loro relazione, Leuco e Carino hanno dimenticato un particolare importante che, per nostra fortuna, ci viene ricordato da Tommaso.
    Dopo il punto g) i personaggi interessati vengono fatti "morire" una seconda volta per poter concedere loro l'impagabile privilegio di risuscitare la domenica seguente contemporaneamente a Gesu.

    (Rif. 115)

    NOTA - Visto che abbiamo incontrato Adamo (ed anche se non e' molto pertinente), riportiamo, dal Vangelo di Filippo, una particolare versione della Genesi.
    .83 - Adamo e' stato fatto da due vergini: lo spirito e la terra vergine. Per questo motivo, Cristo e' stato generato da una vergine: per riparare alla caduta che e' avvenuta alle origini.
    .84 - Ci sono due alberi in mezzo al Paradiso: uno produce animali, l'altro produce uomini. Adamo ha mangiato dell'albero che produce animali ed e' diventato animale ed ha generato animali. Per questo (i figli) di Adamo venerano dei che hanno forma di (animali). L'albero (di cui Adamo ha mangiato) i frutti e' l'albero della (conoscenza. Per questo i peccati sono divenuti) numerosi. Se egli avesse mangiato (dell'altro albero), i frutti (dell'albero della vita), che produce uomini, (gli dei venererebbero) l'uomo.

    (Rif. 120,330)

    Un grave sbaglio, non c'e' che dire!

    M-783.41.71
    MORTE DI GIUDA - Prima versione
    Visto come sono andate le cose, Giuda si pente del suo tradimento e cerca di restituire i trenta sicli ai sacerdoti.
    I sacerdoti rifiutano di riprendere il denaro ed allora egli lo getta nel tempio e fugge a casa.
    Colloquio con la moglie con la quale paventa cio' che potrebbe accadere alla prevista risurrezione di Gesu. La moglie prende la cosa con leggerezza e dichiara di non credere possibile la risurrezione.
    Improvvisamente un gallo, che stava arrostendo in un tegame, stende le ali e canta tre volte; a questo punto Giuda si impicca.

    (Rif. 005,080)

    M-783.41.73
    MORTE DI GIUDA - Seconda versione
    Giuda pentito getta le monete d'argento ai sacerdoti e corre ad impiccarsi.
    I sacerdoti utilizzeranno il denaro per comprare un appezzamento di terreno, il "campo del vasaio" da destinarsi alla sepoltura degli stranieri.
    Il terreno verra' ribattezzato "campo del sangue".

    (Rif. 005)

    M-783.41.75
    MORTE DI GIUDA - Terza versione
    Con i soldi del tradimento Giuda si compra un campo. "Precipita" nel campo stesso, si spacca in due e sparge intorno le sue viscere.
    Il campo assumera' il nome di Akeldama ossia campo del sangue.

    (Rif. 140)
    (M. 2-GERUSALEMME)

    M-783.41.77
    MORTE DI GIUDA - Quarta versione
    Giuda viene ucciso, qualche giorno dopo, da seguaci di Gesu (forse da Pietro) e le sue viscere vengono sparse in giro come monito a tutti i traditori.

    (Rif. 995)

    M-783.41.9
    IL PERMESSO DI SEPOLTURA
    Maria prega Giuseppe d'Arimatea (fariseo e membro del Sinedrio) di ottenere da Pilato il permesso per un rapida sepoltura di Gesu, nella tomba di nuova costruzione, offerta dallo stesso Giuseppe.
    La tomba e' ubicata presso il Calvario, nel giardino di Sloam. Giuseppe d'Arimatea chiede a Nicodemo di accompagnarlo da Pilato ma questi, timoroso, si rifiuta di seguirlo.
    Pilato, alla richiesta di Giuseppe d'Arimatea, manifesta qualche perplessita' ma alla fine concede il debito permesso.

    (Rif. 010,015,020,080)

    Secondo Pietro, il permesso di sepoltura sarebbe stato richiesto a Pilato ed anche ad Erode, prima ancora che Gesu fosse crocifisso.

    (Rif. 075)

    M-783.43.1
    FRATTURA DELLE GAMBE E COLPO DI LANCIA
    I giudei chiedono a Pilato di affrettare la morte dei condannati al fine di poterli rimuovere prima della festivita' del sabato. Pilato ordina pertanto che vengano loro spezzate le gambe. L'ordine viene eseguito sui due ladroni; quanto a Gesu un soldato (LONGINO) ne accerta la morte con un colpo di lancia nel costato.

    (Rif. 020,080)

    NOTA - La morte in croce era caratterizzata da una agonia molto lunga. L'esitazione di Pilato nel concedere il permesso di sepoltura era dovuta al breve periodo di permanenza di Gesu sul patibolo.

    La frattura delle gambe poteva anche affrettare la morte del condannato; certamente ne aumentava le sofferenze.
    L'operazione veniva eseguita, a titolo cautelativo, onde impedire, che di notte, parenti ed amici deponessero il condannato ancora vivo e ne favorissero la fuga.

    (App. 055-LA CROCE)

    Longino (soldato o centurione? e' stato in seguito proclamato santo martire. Ricorrenza: 15 Marzo (Mantova-Brunswick).

    (Rif. 440)

    Periodicamente viene proposto sugli schermi televisivi un filmato (DER GRAAL), molto lungo ed altrettanto noioso e farneticante, dove gli autori tedeschi piangono lacrime di coccodrillo sui fasti e nefasti del passato regime nazista. Tra le altre cose si vedono alcune immagini della presunta lancia di Longino.
    Questa "reliquia", affiorata dalle brume della storia una decina di secoli or sono, sarebbe passata per le mani di numerose famiglie di nobili bricconi teutonici per poi approdare nella Cancelleria del Terzo Reich dove pare che il cattolicissimo Adolfo Hitler la tenesse in gran conto. Tutto da dimostrare!!

    (Rif. 995)
    (App. 080-REPERTI E RELIQUIE)

    M-783.43.3
    MATERIALI PER LA SEPOLTURA
    Giuseppe d'Arimatea, unitamente a Nicodemo, provvede all'acquisto di quanto necessario per la sepoltura e cioe':
    - cento libbre di mirra e aloe (Nicodemo)
    - una pietra sepolcrale nuova (Giuseppe d'Arimatea)
    - un lenzuolo (sindone) (Giuseppe d'Arimatea)

    (Rif. 020,080)

    NOTA - Cento libbre di mirra e aloe corrispondono a circa 33 chilogrammi e dovevano costare un patrimonio.
    E' una quantita' sufficiente per comporre la salma di un elefante.
    Se erano tutti convinti che Gesu sarebbe risorto a che cosa serviva tanta roba?
    I magi, che passano per essere munifici e generosi, si erano limitati ad una offerta di un solo chilogrammo di mirra. Quanto al sudario era una pezza lunga m. 4.36 e larga m. 1.10, tessuta a spina di pesce su un telaio a quattro pedali, di fattura probabilmente siriaca.

    (Rif. 378)

    M-783.43.5
    MARIA MADDALENA SI RIBELLA
    Durante la preparazione del corpo per la sepoltura, Maria Maddalena piange e manifesta il suo sdegno, minacciando di recarsi a Roma dall'imperatore per chiedere giustizia.

    (Rif. 080)

    NOTA - Difficilmente avrebbe potuto farlo. Non essendo cittadina romana non aveva alcun diritto di appellarsi a Cesare. E poi Tiberio non risiedeva a Roma ma a Capri (Villa Iovis).

    M-783.43.6
    LA PREPARAZIONE
    - Gesu e' stato deposto nella tomba semplicemente avvolto in un lenzuolo funebre (sindone).

    (Rif. 005,010,015)
    (App. 080-REPERTI E RELIQUIE)

    - Gesu e' stato deposto nella tomba avvolto con bende intrise di aromi.

    (Rif. 020)

    NOTA - Se Giovanni ha ragione allora la Sindone e' un falso conclamato. Vedere anche M-783.45.11.

    M-783.43.7
    LA SEPOLTURA (Venerdi, 7 Aprile - in prima serata)
    Gesu viene deposto nel sepolcro. Secondo Luca "era la vigilia di Pasqua e gia' cominciava a sorgere il sabato".
    Provvedono e/o presenziano alla sepoltura, oltre a Giuseppe d'Arimatea:

    - Maria Maddalena e Maria madre di Giacomo e di Giovanni

    (Rif. 005)

    - Maria Maddalena e Maria di Joset

    (Rif. 010)

    - "le donne venute dalla Galilea"

    (Rif. 015)

    - Nicodemo

    (Rif. 020)

    - Nicodemo, Maria V., Maria Maddalena, Salome' ed "altre donne"

    (Rif. 080)

    NOTA - Si dice che, durante la deposizione e le operazioni di sepoltura, Giuseppe d'Arimatea abbia raccolto alcune gocce del sangue di Gesu nella coppa usata per l'ultima cena. Dopo la distruzione di Gerusalemme, Giuseppe d'Arimatea emigrera' in Inghilterra portando con se' la coppa, probabilmente una tazza di onice. Da questo episodio hanno origine le varie leggende sorte intorno al Graal.
    Quello che lascia perplessi e' come poteva Gesu ancora sanguinare se era morto da qualche ora.
    A parte questo, alcuni autori, considerata la breve permanenza in croce di Gesu e la fretta di Giuseppe d'Arimatea nel volerlo deporre, hanno ipotizzato un vero e proprio giallo: Giuseppe d'Arimatea avrebbe deposto Gesu ancora vivo e, con la complicita' di Longino, avrebbe simulato la sepoltura mentre Gesu veniva nascostamente affidato a terzi che avevano l'incarico di rimetterlo in sesto.

    (Rif. 995)

    Secondo le usanze di allora il sabato iniziava verso le ore 18 del venerdi quando la tromba del Tempio, suonata da un sacerdote, imponeva la sospensione di ogni attivita'.

    M-783.43.9
    RICHIESTA DI SORVEGLIANZA (Sabato, 8 Aprile - mattino)
    I Giudei temono che gli apostoli possano trafugare il corpo di Gesu per poi sostenere che e' risorto; viene pertanto chiesto a Pilato di far sorvegliare la tomba. Pilato incarica per la sorveglianza:

    - Petronio(?) ed un centurione con alcuni soldati, dotati di tenda

    (Rif. 075)

    - un corpo di guardia di 50 soldati

    (Rif. 080)

    - un corpo di guardia di 550(!) soldati (l'intera guarnigione di Gerusalemme?)

    (Rif. 090,378)

    - un corpo di guardia.

    (Rif. 005)

    M-783.45.1
    SETTE SIGILLI
    I soldati incaricati della sorveglianza sigillano l'ingresso della tomba con sette sigilli.

    (Rif. 075,080)

    M-783.45.2
    ARRESTO DI GIUSEPPE D'ARIMATEA (Sabato, 8 Aprile - sera)
    Conosciuta la parte svolta da Giuseppe d'Arimatea nella sepoltura di Gesu, Anna e Caifa lo fanno imprigionare in attesa di condannarlo a morte. Giuseppe d'Arimatea viene rinchiuso in una cella di massima sicurezza dalla quale e' impossibile fuggire. Essendo Giuseppe un membro del Sinedrio, il suo comportamento viene considerato un vero e proprio tradimento.

    (Rif. 080,085)

    M-783.45.3
    RISURREZIONE (Domenica, 9 Aprile - mattino)
    Su come sia avvenuta la risurrezione e l'uscita di Gesu dalla tomba esistono le versioni piu' disparate e fantasiose.
    I vari autori riferiscono di terremoti, voci celesti, guardie tramortite, apparizioni angeliche, ecc.
    Comunque sia andata, resta il fatto che domenica mattina, sul presto, la tomba era vuota.

    (Rif. 005,010,015,020,075,080)

    M-783.45.5
    CORRUZIONE DEI SOLDATI
    Avuta notizia della scomparsa di Gesu, i sacerdoti versano una grossa somma di denaro ai soldati perche' spargano la voce che il corpo e' stato trafugato, con un colpo di mano, dai suoi discepoli.

    (Rif. 080)

    M-783.45.7
    LIBERAZIONE DI GIUSEPPE D'ARIMATEA
    Gesu, insieme al buon ladrone Disma, libera Giuseppe d'Arimatea dal carcere, sollevando, per i quattro lati, l'edificio della prigione.

    (Rif. 080,085)

    M-783.45.8
    PRIMA APPARIZIONE DI GESU RISORTO (Domenica, 9 Aprile-mattina)
    Uscito dal sepolcro, Gesu si solleva in aria e vola sul Calvario dove incontra Maria Vergine, la consola e poi sparisce.

    (Rif. 995)

    M-783.45.9
    GESU RISORTO APPARE ALLE BUONE DONNE (Domenica, 9 Aprile-matt.)
    Gesu appare ad un gruppo di donne che, di buon mattino, si recavano al sepolcro per meglio comporre la salma. Gesu annuncia loro che si rechera' in Galilea.
    Le donne erano:

    - Maria Maddalena e Maria madre di Giovanni

    (Rif. 005,010,020)

    - Maria Maddalena, Maria di Salome', Maria di Cleofa e Giovanna moglie di Chuza

    (Rif. 995)

    - Maria Maddalena, Giovanna moglie di Chuza, Maria di Giacomo ed altre donne

    (Rif. 015)

    M-783.45.11
    CONSTATAZIONE DI PIETRO E GIOVANNI
    Gli apostoli Pietro e Giovanni, avvertiti da Maria Maddalena, corrono al sepolcro per constatare la scomparsa di Gesu. Essi vedono soltanto alcune bende sparse per terra.
    Quindi, secondo (Giovanni 20,2-5), la "sindone" e' un reperto inventato.

    (Rif. 015,020)

    Pietro e Giovanni incontrano presso il sepolcro un gruppo di angeli che confermano la resurrezione di Gesu.

    (Rif. 995)

    M-783.45.13
    APPARIZIONE A MARIA MADDALENA
    Gesu appare a Maria Maddalena ma le impedisce di toccarlo.

    (Rif. 010,020)

    NOTA - Nei primi secoli del cristianesimo, ai tempi di Origene, alcuni sostenevano che la resurrezione e l'apparizione a Maria Maddalena fossero frutto della folle fantasia di quest'ultima, impazzita per la morte del compagno.

    M-783.47.1
    SULLA VIA DI EMMAUS
    Dirigendosi verso Emmaus, Gesu si accompagna con due discepoli (Zaco e Cleofa) che, inizialmente, non lo riconoscono. Quando lo riconoscono i due si precipitano a Gerusalemme per informare gli apostoli.

    (Rif. 010,015)

    M-783.47.3
    APPARIZIONE AGLI APOSTOLI (Domenica, 9 Aprile - sera)
    Gesu appare agli apostoli, che si tenevano prudentemente nascosti, e cena con loro.
    Gli autori non concordano sul numero dei presenti:
    - 11 secondo Marco e Luca
    - 10 secondo Giovanni (manca Tommaso)
    - 10 secondo il Vang. dei Nazarei (manca Giacomo)

    (Rif. 010,015,020,065)

    M-783.47.5
    OTTO GIORNI DOPO
    Gesu riappare agli apostoli otto giorni dopo. In questa occasione Tommaso si toglie i dubbi toccando le piaghe di Gesu.

    (Rif. 020)

    M-783.47.7
    ULTIMA PESCA MIRACOLOSA
    Gesu si incontra sul lago di Tiberiade con Pietro, Tommaso, Natanaele, i figli di Zebedeo ed altri due.
    Inizialmente non viene riconosciuto. Invita Pietro, deluso da una magra pesca, a gettare nuovamente le reti. Vengono pescati 153 grossi pesci.

    (Rif. 020)

    M-783.47.9
    APPARIZIONE SUL MONTE
    Gesu raduna gli apostoli e i discepoli) sul monte Mamilch (Amalech). In questa occasione viene visto anche da:
    - FINEES sacerdote
    - ADAS rabbino
    - AGGEO levita
    I tre si affrettano a riferire la cosa a Gerusalemme.

    (Rif. 005,080)

    M-783.49.1
    LA VISTA DELL'ADE
    Sollecitato dagli apostoli, Gesu li conduce in localita' CHERUDEK. Qui la terra si spalanca e gli apostoli possono vedere gli orrori dell'ade. Svenimento generale.

    (Rif. 100)

    M-783.49.3
    LA VISTA DEL DIAVOLO
    L'apostolo Bartolomeo chiede a Gesu di poter vedere Satana. Gesu ordina all'arcangelo Michele di suonare la sua tromba ed ecco che il demonio appare, avvinto da catene di fuoco e tenuto a bada da 660 angeli. Secondo l'autore le misure del demonio sono:
    - altezza: 1600 cubiti (880 metri)
    - larghezza: 40 cubiti (22 metri)
    - apertura alare: 80 cubiti per ala (le due ali: 88 metri)
    Il Demonio racconta a Bartolomeo la "patetica" storia della sua decadenza da angelo del Signore ad angelo del Male.

    (Rif. 100)

    NOTA - Se Bartolomeo ha preso le misure esatte, il diavolo dovrebbe avere la forma e l'aspetto di un lungo biscione dotato di due misere alucce. Una creatura straordinariamente longilinea.

    M-783.49.5
    STATISTICHE
    Interrogato da Bartolomeo Gesu fornisce i seguenti dati "statistici":
    - decessi giornalieri in tutto il mondo: 3000
    - nascite giornaliere in tutto il mondo: 3001
    - anime di deceduti giornalieri, ritenute "giuste": 153
    - anime accolte immediatamente in paradiso: 3 su 153

    (Rif. 100)

    M-783.49.6
    ULTIMA APPARIZIONE
    Dopo 40 giorni dalla resurrezione Gesu appare agli apostoli, di buon mattino, e fa colazione con loro. Dopo colazione salgono sul Monte degli Ulivi dove Gesu fa loro le ultime raccomandazioni per la loro futura missione apostolica. Erano presenti a questa riunione anche Lazzaro, la moglie di Pilato ed il soldato Longino.

    (Rif. 995)

    M-783.49.7
    ASCENSIONE
    Gesu sale in cielo dopo 40 giorni dalla sua risurrezione. Prima di inalzarsi lascia una impronta del suo piede su di una pietra.

    (Rif. 010,015,080,995)

    M-783.49.9
    RELAZIONE DI PILATO A TIBERIO
    Pilato riferisce per iscritto, a Tiberio, gli eventi e le circostanze che lo avrebbero indotto a condannare Gesu, malgrado i suoi dubbi sulla colpevolezza dello stesso.

    (Rif. 090)

    NOTA - Comunicazione del tutto improbabile. Pilato non poteva rivolgersi direttamente a Tiberio scavalcando il suo diretto superiore Vitellio, Governatore della Siria.

    M-783.51.1
    LETTERA DI PILATO AD ERODE
    Pilato si lamenta con Erode Antipa e lo ritiene in qualche modo responsabile di averlo indotto a condannare Gesu. Gli riferisce anche che sua moglie Procula ed il legionario Longino hanno potuto vedere ed ascoltare Gesu mentre predicava, dopo essere risorto.

    (Rif. 090)

    M-783.51.3
    LETTERA DI ERODE A PILATO
    Erode Antipa e' in un mare di guai e li riferisce puntigliosamente a Pilato:
    - ha perso una figlia piccola, Erodiade, in circostanze davvero strane; mentre giocava la bimba e' caduta nell'acqua di un fiume. La madre l'ha afferrata per il capo ma la testa della bambina si e' staccata e le e' rimasta tra le mani, mentre il corpo e' stato trascinato via dalla corrente;
    - il figlio Lesbonace e' ormai in fin di vita per una misteriosa malattia;
    - egli stesso, Erode, e' immobilizzato dalla idropisia ed afflitto da vermi che gli escono dalla bocca;
    - inoltre la sfortunata madre della piccola Erodiade ha perso anche l'occhio sinistro.
    Infine Erode dichiara di non fidarsi piu' dei sacerdoti leviti e prega Pilato di volersi personalmente occupare dei suoi prossimi funerali.

    (Rif. 090)

    M-783.51.5
    SOSTITUZIONE DI GIUDA
    Gli apostoli reitegrano il loro numero (12), sostituendo Giuda con un nuovo apostolo designato con sorteggio. Il nuovo apostolo e' MATTIA.

    (Rif. 140)

    M-783.51.7
    SPIRITO SANTO E GLOSSOLALIA
    Gli apostoli si riuniscono e lo spirito santo scende su di loro in forma di fiammella. Dopo l'evento gli apostoli sono in grado di parlare tutte le lingue allora conosciute senza averle mai studiate.
    La folla che assiste all'evento e li ascolta li ritiene ubriachi.

    (Rif. 140)

    NOTA - Pare che questo fenomeno si manifesti anche oggi, durante le riunioni di una particolare setta cristiana (Pentecostale). In sede di preghiera collettiva, lo spirito santo scende su alcuni fedeli e questi iniziano a pregare in lingue totalmente sconosciute.
    Almeno, questo e' cio' che sostengono.

    M-783.51.9
    PRIMO DISCORSO DI PIETRO
    Pietro assicura i giudei che gli apostoli non sono sbronzi e tiene alla folla un lungo e convincente discorso.
    Alla fine del discorso 3000 giudei si convertono e si fanno battezzare.

    (Rif. 140)

    M-783.53.1
    GUARIGIONE DELLO STORPIO
    Presso la "Porta Bella" del Tempio Pietro guarisce un uomo di 40 anni, storpio dalla nascita.

    (Rif. 140)

    M-783.53.3
    SECONDO DISCORSO DI PIETRO - ARRESTO
    La guarigione precedente richiama nel Tempio una grande folla e Pietro, con Giovanni, coglie l'occasione per un altro lungo discorso.
    I sacerdoti intervengono ed ordinano l'arresto dei due.

    (Rif. 140)

    M-783.53.5
    GIUDIZIO IN SINEDRIO
    Pietro e Giovanni, tradotti davanti al Sinedrio ed accusati di predicare in nome di Gesu, si difendono al meglio.
    Alla fine vengono minacciati di ritorsioni in caso di altre predicazioni e rilasciati.

    (Rif. 140)

    I-783.05
    SECONDA IPOTESI DI QUMRAN: Prime reazioni
    Le gesta di Jeshu e dei suoi seguaci non sono passate inosservate. Il Sinedrio e probabilmente anche l'autorita romana cominciano a prendere in seria considerazione il problema.

    (Rif. 995)

    I-783.10
    SECONDA IPOTESI DI QUMRAN: Eleazar
    Jeshu contava molto sul sostegno di Eleazar e del gruppo di nazionalisti che a lui facevano riferimento. Eleazar Ben-Jair, che e' anche suo cognato, dopo una prima adesione al progetto di Jeshu, si rende conto delle scarse possibilita' di riuscita e ritira il suo appoggio. Jeshu avvertito dalla moglie (Maria Maddalena?) si reca a casa di Eleazar e lo convince a ritornare sulle sue decisioni.

    (Rif. 995)
    (App. 085-GENEALOGIA)

    I-783.15
    SECONDA IPOTESI DI QUMRAN: L'unzione di Betania (Sabato, 1 Aprile)
    In attesa del momento decisivo, Jeshu e' segretamente ospite di Eleazar a Betania. Tutte le decisioni ormai sono prese e per renderle, almeno simbolicamente, irrevocabili, Maria Maddalena procede all'unzione di Jeshu, attribuendogli dignita' regale secondo le antiche tradizioni bibliche.
    Non tutti sono d'accordo; non tutti credono nel successo di Jeshu e ritengono inopportuno anticipare abbastanza sconsideratamente i tempi.

    (Rif. 995)

    I-783.20
    SECONDA IPOTESI DI QUMRAN: Entrata trionfale (Domenica, 2 Aprile)
    Una vera e propria dimostrazione di forza. Approfittando della imminenza della Pasqua ebraica molti sostenitori di Jeshu si sono radunati a Gerusalemme senza dare troppo nell'occhio.
    L'entrata trionfale, oltre ad essere un gesto di sfida alle autorita', serve anche a risvegliare l'attenzione della gente su cosa bolle in pentola.

    (Rif. 995)

    I-783.25
    SECONDA IPOTESI DI QUMRAN: La cacciata dei mercanti (Domenica, 2 Aprile)
    Forse Jeshu ha voluto strafare. Spalleggiato da una nutrita scorta, ha rovesciato le bancarelle dei mercanti i quali, per evitare il peggio, non hanno reagito alla prepotenza. Secondo Marco, Jeshu e seguaci avrebbero occupato militarmente, per un certo periodo di tempo, una parte dell'edificio impedendo ai presenti l'accesso e l'uscita.
    Comunque sia si tratta di una ipotesi molto azzardata: i soldati romani forse dormivano?

    (Rif. 010)
    (App. 025-IL TEMPIO)

    I-783.30
    SECONDA IPOTESI DI QUMRAN: Mandato di cattura
    Era inevitabile dopo le ultime provocazioni di Jeshu e dei suoi seguaci.
    Ponzio Pilato emette due mandati di cattura: uno contro Giacomo Il Giusto (fratello di Jeshu) sul quale peraltro non pesavano particolari accuse; il secondo a carico di Jeshu con la descrizione del ricercato.
    Secondo Giuseppe Flavio si ricercava:
    ....un uomo di eta' matura, dall'aspetto semplice e dalla complessione scura, non piu' alto di tre cubiti, gobbo, con il viso lungo, il naso prominente e le sopraciglie unite al centro, tali da rendere il volto torvo; i capelli sono radi, con la scriminatura al centro secondo l'usanza dei nazirei e la barba poco folta.

    (Rif. 186)

    NOTA - Siamo ben lontani dallo stereotipo del figlio di dio che la chiesa ci propina. L'altezza di tre cubiti (m. 1.65) non deve comunque meravigliare piu' di tanto. L'altezza media degli individui e' aumentata molto solo negli ultimi 100 anni. A quei tempi un individuo alto m. 1.65 non era certo un nano. Sono comunque in parecchi, tra i santi dei primi secoli, a sostenere che Jeshu fosse brutto (S.Giustino, S.Cipriano, ecc.).
    Il monaco Epifanio invece sosteneva che Jeshu fosse alto m. 1.80 circa; in questo caso ci troviamo di fronte ad un vero spilungone rispetto all'altezza media degli individui dell'epoca.
    La chiesa ha definito lo standard iconografico di Jeshu nel VI secolo e da allora tutti i pittori si sono adeguati a questo stereotipo.

    I-783.35
    SECONDA IPOTESI DI QUMRAN: Ultima cena (Giovedi, 6 Aprile)
    Jeshu e' ormai braccato dalle autorita' e deve tenersi nascosto. Organizza una riunione definitiva con i suoi luogotenenti (apostoli) in un luogo segreto, dove vengono discussi gli ultimi dettagli del piano rivoluzionario, da tempo programmato.

    (Rif. 995)

    I-783.40
    SECONDA IPOTESI DI QUMRAN: Il piano
    Cosi' come e' stato ipotizzato, il piano, di una ingenuita' infantile, verteva sui seguenti punti:
    - portare il "quartier generale" della sommossa all'orto di Getsemani che, per la sua posizione, permetteva di controllare a vista la Torre Antonia ed eventuali movimenti sospetti delle truppe di Roma;
    - attuare alcune manovre diversive: incendi, chiassate, zuffe per distrarre l'attenzione dei difensori, attaccare i depositi di armi e distribuire le stesse alla folla di pellegrini accampati intorno a Gerusalemme per la ricorrenza pasquale. Tra questi pellegrini vi erano mescolati parecchi individui sostenitori della causa di Jeshu;
    - attaccare i romani e le guardie del Tempio ed impossessarsi dei punti chiave della citta';
    - organizzare una difesa in previsione della inevitabile reazione delle truppe romane dislocate a Cesarea ed in altre parti della Palestina.

    (Rif. 995)

    I-783.45
    SECONDA IPOTESI DI QUMRAN: Il fallimento
    Il piano, cosi' come era stato concepito, non poteva che fallire per tutta una serie di buone ragioni:
    - Jeshu confidava molto nella reazione delle masse di fronte ad una precisa e concreta dimostrazione di forza. Questo e' forse l'errore piu' grave: in fondo cosa importava alle masse se sul trono d'Israele sedeva un idumeo oppure un discendente di Davide? Per la massa la miseria sarebbe restata comunque la stessa; percio' il popolo sarebbe rimasto a guardare per poi eventualmente accodarsi, osannando pecorinamente, al carro del vincitore;
    - grave scarsita' di armi disponibili anche solo per eseguire i primi attacchi ai depositi militari;
    - nessuna nozione sui rapporti di forza delle parti coinvolte. Era nota la consistenza della guarnigione romana, delle guardie del Tempio e di quelle di Erode ma quanti erano, realisticamente, gli esseni, seguaci di Jeshu, convenuti a Gerusalemme in vista di una possibile sommossa?
    - da tempo Jeshu aveva messo in allarme le autorita' con certe sue manifestazioni, a dir poco fuori luogo, da parte di uno che sta progettando in segreto un colpo di stato.
    Ponzio Pilato gioca percio' d'anticipo trasferendosi a Gerusalemme per poter controllare la situazione e disporre i provvedimenti necessari:
    - arresto di Giacomo Il Giusto (sospetto di complicita')
    - mandato di cattura contro Jeshu
    - truppe in stato di allerta.
    A Pilato manca solo una informazione per poter agire di sorpresa, bloccando Jeshu ed i suoi, senza scatenare reazioni che avrebbero portato inevitabilmente ad un bagno di sangue tra la numerosa folla che si era concentrata in citta'. Questa informazione la fornisce Giuda, l'unico che in tutta questa storia dimostra di avere la testa sul collo ed un notevole senso della realta'. Giuda sa benissimo che la cosa e' destinata a fallire miseramente e rifiuta coscientemente di rendersi complice di un inutile spargimento di sangue.

    (Rif. 995)

    NOTA - Un presunto "Vangelo di Giuda" (del quale fa cenno Ireneo di Lione), testo sacro della setta gnostica dei Cainiti, giustifica il tradimento di Giuda e l'assassinio di Abele come atti di salvezza dell'umanita' previsti e voluti da dio; Giuda sarebbe quindi stato uno strumento per la salvezza e la redenzione dell'uomo(?).

    I-783.50
    SECONDA IPOTESI DI QUMRAN: L'arresto (Giovedi, 6 Aprile)
    Un gruppo di soldati romani, coadiuvato da guardie del Tempio, sorprende Jeshu ed i suoi fedelissimi a Getsemani, poco prima dell'inizio della rivolta. Un piccolo tentativo di resistenza viene prontamente bloccato dallo stesso Jeshu che comprende subito di aver perso la partita prima ancora di cominciarla. Jeshu viene arrestato e condotto alla Torre Antonia, mentre gli altri si danno alla fuga.

    (Rif. 995)

    NOTA - Il luogo nominato Getsemani (il frantoio) era particolarmente indicato per riunioni segrete o come nascondiglio. Esistevano infatti numerose grotte, alcune anche grandi, come dimostrato da recenti scoperte archeologiche (1956 e.v.)

    (M. 2-GERUSALEMME)

    I-783.55
    SECONDA IPOTESI DI QUMRAN: Il processo (Venerdi, 7 Aprile)
    E' un processo militare, da legge marziale, senza tante garanzie per la difesa dell'accusato, considerato un nemico perdente, sconfitto dal tempestivo intervento dell'esercito imperiale.
    D'altro canto si sa che Ponzio Pilato era un duro e non andava tanto per il sottile quando si trattava di neutralizzare un nemico di Roma. Talmente duro e spietato da giocarsi la carriera a Garizim. (v. S-788.05 e S-789.05)
    Jeshu viene condannato alla croce dopo un breve, sommario interrogatorio.
    Alla folla di esseni, delusi e sconcertati, che intanto rumoreggia fuori dal pretorio, per la cattura dei due fratelli, Pilato offre lo "zuccherino": libera Giacomo Il Giusto, sul quale non gravavano accuse. Gli esseni apprezzano molto il gesto in quanto Giacomo (maestro di Qumran) godeva di grande stima e rispetto mentre lo stesso pare non potesse dirsi per Jeshu che, anche in famiglia, era considerato una "testa calda".

    (Rif. 995)

    I-783.60
    SECONDA IPOTESI DI QUMRAN: L'esecuzione (Venerdi, 7 Aprile)
    Jeshu viene flagellato e poi crocifisso con il cartiglio regolamentare recante la motivazione della condanna.
    Se Jeshu era effettivamente gobbo, come specificato nel mandato di cattura, allora deve essere morto dopo poche ore per evidenti difficolta' respiratorie.

    (Rif. 995)
    (App. 055-LA CROCE)

    I-783.65
    RIORGANIZZAZIONE
    Dopo la morte di Jeshu e superato un periodo di comprensibile sbandamento, il gruppo esseno-zelota degli "apostoli" si riorganizza e ricomincia ad operare. Si viene a costituire una comunita' settaria, politico-religiosa, di stampo nazionalista (la Nuova Chiesa di Gerusalemme) che ha, come scopo primario, quello di destabilizzare la casta sacerdotale al potere e sostituirsi ad essa. Oggi organizzazioni di questo tipo vengono chiamate PARTITI.
    I membri di questa comunita'/setta vengono indicati come Zelanti della Legge, di assoluta ortodossia ebraica. Si assiste ad uno strano scontro ideologico: la classe sacerdotale al potere e gli zelanti predicano, in fondo, le stesse cose; l'unica differenza e' il pulpito dal quale predicano, o vorrebbero predicare.
    Per la Nuova Chiesa di Gerusalemme sostituirsi alla classe sacerdotale al potere non e' solo una missione moralizzatrice; si tratta anche di controllare il notevole flusso di denaro che confluisce annualmente nelle casse del Tempio.
    Il capo della comunita' sara' per qualche tempo Pietro, sostituito poi da Giacomo Il Giusto ed infine da Giovanni il Minore (le cosidette "colonne")

    (Rif. 140,172,185)


    HOMEPAGE CATALOGO <> INDICE INIZ.PAG. CONTINUA