Le stelle sono enormi sfere di gas reso incandescente a causa dell'energia che si sviluppa in seguito alle reazioni nucleari che avvengono al loro interno. Esiste una grandissima varietà di stelle, che si differenziano l'una dalle altre per dimensioni ( dalle nane alle supergiganti ), luminosità e temperatura ( dai 20000°C delle stelle bianco-azzurre ai 3000°C delle stelle rosse ). Le stelle nascono da enormi nubi di gas e polvere che si trovano all'interno delle galassie. Se tali nebulose hanno punti che sono sufficientemente densi, ecco che in tali punti si innesca un processo di contrazione a causa della forza di attrazione gravitazionale. Via via che diventano più piccoli e più densi, questi punti aumentano la loro temperatura fino a quando, raggiunti valori di pressione e di temperatura molto alti, si innescano le reazioni nucleari. A questo punto la bolla di gas si è accesa per diventare una vera stella, che produrrà luce e calore per milioni, se non miliardi, di anni. Influenza della massa delle stelle sugli altri parametri Le stelle ricavano
la loro grande energia dalle reazioni nucleari che
trasformano l'idrogeno in elio. Esistono limiti alle loro
dimensioni: una bolla di gas con meno del 6% della massa
del Sole non è in grado di diventare una stella, in
quanto le condizioni che vengono a crearsi al suo centro
non permettono l'avvio delle reazioni nucleari. Nel
nostro Sistema Solare c'è un esempio molto evidente di
tutto ciò: Giove. Se questo pianeta avesse avuto una
massa superiore di circa 60 volte rispetto a quella che
ha effettivamente oggi, ecco che Giove sarebbe diventato
una piccola stella e la storia del Sistema Solare sarebbe
stata ben diversa. All'altro estremo, le stelle più
grandi hanno una massa 100 volte superiore a quella del
Sole. Il colore delle stelle, le classi spettrali ed il diagramma HR Il colore di una
stella è in stretta relazione con la sua temperatura ed
il modo più preciso di misurarla consiste nell'analizzare
lo spettro di luce dell'astro. Le stelle vengono così
classificate in classi spettrali, secondo la loro
temperatura. Le stelle più blu e più calde appartengono
alle classi spettrali O e B. Di seguito vengono le stelle
bianco-azzurre della classe A e poi le bianche della
classe F. Le stelle di classe G hanno un colore bianco-giallastro
( come il Sole ), mentre quelle di classe K sono ancora
più fredde ed hanno un colore arancione. Le più fredde
di tutte sono le stelle che fanno parte della classe M.
Ognuna delle precedenti classi è poi ulteriormente
suddivisa in 10 sottoclassi, numerate da 0 a 9. In questa
scala più precisa, il Sole è classificato come G2.
Le Supernovae Le stelle con una
massa equivalente a diverse masse solari sono però
soggette ad una fine molto più violenta e spettacolare.
Esse diventano, in prossimità della loro fine,
innanzitutto delle stelle molto grandi, dette
supergiganti che risultano essere luminosissime. Esse non
hanno alcuna possibilità di raggiungere lo stadio di
nebulose planetarie. La loro massa è tale che le
reazioni nucleari al loro interno diventino assolutamente
incontrollate, finchè la stella diventa instabile ed
esplode. Questa esplosione viene detta supernova. Nell'esplosione
di supernova, lo splendore della stella aumenta in
maniera impressionante: milioni di volte. In tal modo,
per un breve periodo di tempo, la singola stella può
competere in splendore addirittura con un'intera galassia.
Gli strati esterni dell'astro esploso, vengono
catapultati nello spazio interplanetario con una velocità
di 5000 Km al secondo. Nel 1054, astronomi cinesi
osservarono una supernova nella costellazione del Toro.
La stella esplosa diventò più brillante di Venere e fu
visibile in pieno giorno per circa 3 settimane. Ad un
anno dalla sua apparizione, però, il suo splendore calò
così tanto da non risultare più visibile ad occhio nudo.
Sul luogo di quella colossale esplosione, oggi se ne
riscontrano le inequivocabili tracce: la Nebulosa del
Granchio, della quale è presente un'immagine nella
pagina dedicata agli oggetti della Via Lattea. Nei
prossimi 50000 anni i gas della Nebulosa del Granchio,
che sono i resti in frantumi della supernova, si
espanderanno ulteriormente. L'ultima supernova nella
nostra Galassia fu osservata nel 1604; da allora ne sono
state viste molte altre, situate però su altre galassie,
più o meno lontane. Molti astronomi e scienziati in
genere aspettano con trepidazione da molto tempo l'esplosione
di un'altra supernova nella Via Lattea. Quando ciò
avverrà ci potrebbe essere uno spettacolo incredibile. Sistemi di stelle multiple Viste ad occhio
nudo, le stelle appaiono come oggetti isolati e solitari.
In realtà ciò non è vero, in quanto la maggioranza
delle stelle conosciute ( circa il 75% ) possiede in
realtà una o più compagne. Da questo punto di vista il
Sole rappresenta una importante eccezione. Stelle variabili Alcune stelle hanno una luminosità che varia nel tempo e vengono quindi dette stelle variabili. Per stimarne la luminosità si può ad esempio confrontare tale parametro con quello di stelle vicine, la cui magnitudine è nota e, ovviamente, non variabile nel tempo. Di solito, la causa di una simile variazione di luminosità è un'effettiva variazione della luce che essa emette. In altri casi, invece, la stella è una componente di un sistema binario nel quale una stella eclissa periodicamente l'altra. In questi casi si parla di stella binaria ad eclisse, come la famosa Algol, situata nella costellazione del Perseo. Per le stelle la cui luminosità varia intrinsecamente, nella maggioranza dei casi questo si verifica a causa di una variazione delle dimensioni. Queste stelle sono chiamate variabili pulsanti. Parecchio importanti per gli astronomi sono le cosiddette "variabili cefeidi", così chiamate per il prototipo di questa classe di stelle, che è la stella delta Cephei. Le variabili cefeidi sono supergiganti gialle che compiono un ciclo di pulsazioni in un periodo oscillante tra i 2 ed i 40 giorni, mentre la luminosità subisce delle variazioni anche dell'ordine di una magnitudine. L'importanza delle variabili cefeidi sta nel fatto che la lunghezza del periodo di variazione luminosa è direttamente proporzionale alla loro magnitudine assoluta: quanto più è brillante la cefeide, tanto più essa impiega a completare il ciclo di variazione. Quindi, per determinare la magnitudine assoluta di queste stelle si osserva semplicemente il loro periodo di variazione. Confrontando poi la magnitudine assoluta con quella apparente è inoltre poi possibile determinare la distanza della stella. Le stelle Novae Le più spettacolari di tutte le stelle variabili sono le stelle novae, che all'improvviso aumentano la loro luminosità di un fattore anche pari a 10000 ( equivalenti a 10 magnitudini ). In virtù di ciò queste stelle possono apparire improvvisamente in aree di cielo fino a quel tempo prive di astri significativamente luminosi. In realtà queste non sono stelle nuove ( come invece il termine novae potrebbe far capire ), bensì stelle vecchie e deboli che sono soggette a temporanee esplosioni. E' da sottolineare inoltre il fatto che la natura di queste esplosioni non ha nulla a che fare con quella che si registra durante l'esplosione delle supernovae. Secondo le teorie attuali, le novae sono stelle doppie strette in cui una delle componenti è una nana bianca. Il gas che affluisce nella nana bianca, e che proviene dall'altra stella che costituisce il sistema binario, viene espulso in un'eruzione. Nell'esplosione di una nova non c'è alcun tipo di autodistruzione della stella ed alcune novae sono spesso soggette a fenomeni di questo tipo e sono dette novae ricorrenti. Una nova può aumentare il suo splendore fino al massimo possibile in pochi giorni e spesso l'individuazione di questi tipi di stelle è da attribuirsi non tanto agli astronomi professionisti, bensì agli astrofili ( un po' come succede per ciò che riguarda la scoperta di nuove comete ).
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