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1 Si dice che questo crinale si chiami "Serron del Monaco" poiché vi passava il religioso che da Fonte Avellana scendeva ad officiare S. Bartolomeo di Feruleta.
 
2 Pietre, calce e frammenti di coppi, che affioravano abbondanti durante i lavori agricoli, tra la vecchia strada per le Grotticciole e un'ansa del Cinisco, costituiscono gli ultimi resti della chiesa di S. Bartolomeo di Feruleta. Inoltre il rinvenimento di ossa umane sull'opposta riva del fiume è senz'altro da attribuirsi all'annesso cimitero. Per avere un'idea di come fosse, bisogna rifarsi ad una descrizione del XVIII secolo: "Era la chiesa di S. Bartolomeo, eccetto il tetto, di pietra lavorata, come dimostrano i resti delle sue spesse pareti, ma non di grandi dimensioni. Aveva un solo altare la cui grande mensa di pietra tuttora si vede lì rovesciata".
 
3 Nei pressi di un piccolo rifugio, costruito nel 1962 all'interno di un recinto che ospitava daini da ripopolamento, si rinvengono numerose piante di pervinca (Vinca minor), da apprezzare per la rarità sul Catria e per la bellezza dei fiori azzurro-violacei.
 
4 Ad addomesticare quello che negli anni '70 veniva descritto come un "paesaggio dantesco" è stata la costruzione della funivia del Catria. Nella valle delle Grotticciole sorge infatti l'edificio base di partenza della funivia, questa raggiunge la località Cupa delle Cotaline 800 m circa più in alto. Consegnato al comune di Frontone il 5 dicembre 1980, l'impianto non è più in funzione dal 1989.
 
5 Sulle rocce di questa gola, stretta tra le balze di Costa Rave e l'incombente massa verde del bosco della Muccicchiosa, cresce rigogliosa la pianta che, fin dal medioevo, dà il nome a questa zona: la Ferula.
 
6 "Travarco, Traforato, Bocca, Forchetta" sono nomi geografici generici che da secoli indicano i "passi" lungo i crinali e le serre del Catria. Tra questi passaggi, quelli obbligati sono chiamati "porte". Passaggio dei passaggi, varco all'ennesima potenza è Bocca della Porta. Qui il Cinisco si è scavato il letto negli strati quasi verticali della Maiolica, formando una suggestiva gola. Saxifraga lingulata ssp. australis e Campanula tanfanii pendono dalle sue pareti e Lunaria rediviva cresce tra i massi che ne ingombrano il fondo.
 
7 Soprattutto nei mesi estivi e quando l'aria ristagna, è facile sentirsi lambire le gambe da uno spiffero gelido. E' aria che fuoriesce da alcune "buche del freddo" che si aprono sul fronte di una vecchia frana di grandi massi.
8 Una particolare "chiesetta" si trova sotto le rocce ad Est del panoramico cocuzzolo con cui culmina la località di Ferleta: si tratta della grotta della "Ghiesòla". E' un'ampia caverna che si apre alla base di un balzone dalla evocatrice forma "a sesto acuto", ben visibile da lontano. Per l'arduo accesso se ne consiglia la visita solo a persone adeguatamente attrezzate ed esperte.
 
9 Il serrone di Bartolo, ripido prato la cui parte più alta è circondata da imponenti muri di chiusura a secco, non è altro che quel "tenimento di S.Bartolo" concesso gratuitamente in enfiteusi, per 91 anni, al rettore di S. Bartolomeo per i restauri della chiesa nel 1568.
 
10 Sull'affilata e spettacolare cresta delle Balze di Genga Capraia, crescono specie floristiche di notevole interesse, tra le altre sono da segnalare: Aethionema saxatile, Saxifraga granulata, S. lingulata ssp. australis, Amelanchier ovalis, Cotoneaster integerrimus, Genista radiata, Daphne oleoìdes, Helianthemum apenninum, Valeriana tuberosa, Asphodeline lutea, Fritillaria tenella.
Inoltre è presente Silene saxifraga, le cui ripetute ma vecchie segnalazioni per il massiccio del Catria hanno solo recentemente trovato conferma. Su queste rocce durante l'inverno è possibile osservare piccoli branchi molto confidenti di sordone (Prunella collaris), che si ritiene possa nidificare sulle zone sommitali del massiccio.
 
11 La Fonte del Bianco scaturisce dal ripido versante Nord Est di Genga Capraia, dove il sentiero incontra una colata di massi franati che apre un varco in un bel bosco di faggio. Anche nei periodi di siccità è facile sentire l'acqua gorgogliare sotto le rocce.
 
12 Le acque che scendono dalla Fonte del Bianco originano una delle cascate più spettacolari del Catria: due salti che complessivamente superano i 10 m di altezza. Interessante è la concrezione di pietra spugna depositata dall'acqua.
 
13 Per secoli la via diretta tra Frontone e l'Avellana, nei pressi di Caprile, basso superava insieme il Cinisco e il Fosso delle Semete suo affluente. Da lì inizia il tracciato della "via della traversa", che tagliando il ripido e uniforme versante occidentale del Cimate di Rave, o M. Corno, raggiunge la Forchetta poco sopra l' Avellana. Per quanto nel 1965 sia stata costruita la nuova strada, l'antico tracciato è rimasto invariato ed è tuttora facilmente percorribile.
 
14 Una "figurina" in arenaria dedicata a S. Albertino, indica anche al moderno pellegrino che la fatica della salita lungo le Traverse è quasi finita e che, attraversando il fosso "de Ponticellis", si è già nelle terre del monastero dell'Avellana. Un'identica edicola sacra dedicata a S. Rita, per quanto parzialmente restaurata, sorge nei pressi dei guadi all'inizio della salita.
 
15 Questo breve tratto integro della vecchia strada è reso ancora più affascinante dalla presenza di esemplari secolari di faggio e acero riccio (Acer platanoìdes).
 
16 La Forchetta è la piccola sella che, sullo spartiacque tra Cesano e Cinisco, divide l'affilato crinale di Rocca Baiarda dall'arrotondato versante occidentale del Cimate di Rave, o M. Corno. Diversità di pendenza, esposizione e suolo, creano le condizioni per la presenza di una flora particolarmente ricca, ad esempio: faggio e carpino bianco (Carpinus bètulus) crescono poco distanti da leccio e fillirea (Phillyrea latifolia). Nelle radure si rinviene il raro Crocus biflorus, dalla fioritura particolarmente precoce. La Forchetta ricade nell'area floristica n° 36 PS.