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- 1 C. Pianella esisteva già agli inizi del XIX secolo. Il nucleo più antico della casa è la parte a 3 piani più vicina al torrente a cui, successivamente, sono stati aggiunti i corpi di fabbrica verso nord. La posizione strategica, le cinque piccole aperture al piano terra e la leggera scarpatura alla base del muro, ha fatto ipotizzare che la struttura originale consistesse in una torre o in un mulino-torre.
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- 2 Tra strada e fiume, nascosti dalla vegetazione, si intravvedono i resti della ferrovia Pergola-Urbino. Questa tratta ferroviaria, lunga km 47,830, è stata inaugurata il 27 settembre 1898. Al passaggio del fronte, durante il 2° conflitto mondiale, è stata sistematicamente distrutta dalle truppe tedesche.
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- 3 Dal sentiero circondato da una rada boscaglia di roverella e dove è facile rinvenire fillirea (Phillyrea latifolia) e asparago (Asparagus acutifolius) si apre la vista sul caratteristico borgo di Foce. Questo nel medioevo si chiamava Foce Capitale dal nome del castello che lo dominava.
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- 4 Una serie di "chiusure" di pietre a secco con siepi e un fossato dividono i resti del castello dal pianoro denominato ancora oggi Capetale. L'area fortificata è invasa dalle piante, è possibile comunque notare dei conci di pietra e soprattutto gli inutili scavi dei "cercatori di tesori".
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- 5 Sulla "pulita" e pianeggiante cima del M. le Comunelle sono evidenti, presso l'estremità meridionale, i segni di un muro perimetrale -a forma quadrangolare di circa 10 m di lato- e i classici "resti di crollo" al centro. Il punto è notevolmente panoramico, in particolare da qui sono visibili: verso Nord Ovest, il castello di Frontone e il luogo dove sorgeva quello di Capitale. Molto bella è, verso Sud, la vista sulla forra di Valcanale.
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- 6 Dove sorgeva l'antico castello di Campietro esistevano edifici fino al secolo scorso. Ora tutta l'area è invasa da una fitta vegetazione che ne nasconde i ruderi. E' probabile che alcune parti siano state riutilizzate per la costruzione della sottostante C. Campietro avvenuta nella prima metà del XIX secolo.
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- 7 Che l'interno di questo minuscolo e semiabbandonato edificio sia affrescato è di stupore per molti. Su S. Maria della Canale non si hanno notizie storiche. Dallo stile, si pensa che gli affreschi siano degli inizi del XVI secolo. Vi sono rappresentati: dietro al piccolo altare, la Madonna col Bambino; sulla volta, l'Eterno Padre benedicente; sulla parete di sinistra, la più deteriorata, Cristo in croce; su quella di destra i Santi Antonio Abate, Biagio Vescovo e Sebastiano. L'avanzato degrado degli affreschi richiede interventi urgenti di restauro. Per la visita rivolgersi al Comune di Serra Sant'Abbondio.
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- 8 La casa il Grottino è già documentata nella mappa del Catasto Pontificio del 1815 con il nome di Grotta. La parte verso monte dell'edificio attuale è quella più antica, sono comunque bene individuabili 3 distinte fasi costruttive.
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- 9 Nei circostanti boschi cedui sono presenti tra le altre specie: roverella, orniello, almeno tre specie di acero (Acer monspessulanum, A. obtusatum e A. campestre), sanguinello (Cornus sanguinea), ligustro (Ligustrum vulgare) e terebinto (Pistacia terebinthus) quest'ultimo poco comune sul Catria.
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- 10 Il Grottone, utilizzato come rifugio durante il 2° conflitto mondiale, è ora un frequentato santuario mariano. Tutt'intorno incombono le verticali pareti scavate dal torrente nel Calcare massiccio. Tra gli alberi che crescono nei pressi, oltre a leccio, acero montano (Acer pseudoplatanus) e sambuco (Sambucus nigra), è da notare la presenza dell' alloro (Laurus nobilis). Questo sul Catria, dove è rinvenibile nelle leccete fresche e negli ambienti di forra, risulta decisamente raro.
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- 11 La tradizione considera la cripta, situata sotto la cappella del cimitero di Serra Sant'Abbondio, una parte dell'antica chiesa e monastero di S. Abbondio e S. Biagio. Essa sorge lungo un antico asse viario che, seguendo il fondovalle del Cesano, conduceva ai guadi e ai valichi per l'Umbria. La cripta di S. Biagio, secondo alcuni studiosi, potrebbe risalire ad un'epoca anteriore a quella carolingia. Le volte a crociera poggiano su rozzi pulvini che fungono da capitelli, sorretti da tre colonnine quadrate e una rotonda, questa forse elemento di spoglio di origine antica come l'altare, costituito da un'unica lastra di pietra poggiante su di un basamento quadrangolare. L'ambiente è diviso in tre piccole navate terminanti in altrettante absidiole semicircolari. Nella centrale, ornata da una serie di arcatelle cieche, è stato ricavato l'ingresso attuale, sormontato all'esterno da una croce patriarcale in rilievo e da una finestra romanica chiusa.
- Per la visita rivolgersi al Comune di Serra Sant'Abbondio.
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- 12 Un documento del 1235 parla di possedimenti di Fonte Avellana nel territorio del castello di Leccia "confinanti con il fiume Cesano, colla via che conduceva al ponte di S. Abbondio e al molino di mezzo". Che questo mulino sia da identificarsi con l'attuale Mulino Blasi è solo un'ipotesi. Questo certamente esisteva all'inizio del secolo scorso e prendeva il nome di Pogetti dalla famiglia che ne era proprietaria.
- Per quanto in stato di avanzato degrado, dal sentiero che lo sovrasta, è possibile osservare: la chiusa e il "vallato" che vi convogliava l'acqua; la parte di edificio che costituiva il mulino vero e proprio e, più a valle, quella destinata all'abitazione. Questa era fortificata mostrando ancora alcune feritoie. Tra le due parti, collegate da un arco, si insinuava la vecchia strada che, oltrepassato il Cesano, conduceva a Leccia da un lato e dall'altro a S. Biagio e al vicino ponte...
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