AREA MARINA PROTETTA PROMONTORIO DI PORTOFINO

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(Decreto Ministeriale Istitutivo)                   

(Statuto del Consorzio Gestore)  

Ente Gestore: Consorzio tra la Provincia di Genova, i Comuni di Portofino, Camogli,  Santa Margherita Ligure e l'Università di Genova.

Ente Parco:

Sede: Viale Rainusso, 1 - 16038 Santa Margherita Ligure (GE)

Tel: 0185/289479      Fax: 0185/285706

E-mail: EnteParco.Portofino@labnet.comm2000.it

Area Marina Protetta:

Sede: Villa Carmagnola - Viale Rainusso, 14 - 16038 Santa Margherita Ligure (GE)

Tel: 0185/5289649      Fax: 0185/293002

E-mail: amp.portofino@libero.it

Sito web: www.riservaportofino.it

Provincia: Genova

Comuni interessati: Portofino, Camogli, Santa Margherita Ligure

Posizione geografica: 44° 18’ lat. N – 9° 13° long. E.

Superficie: 4.660 ha, di cui 372 ha a mare.

Istituzione: 1995 (Parco Naturale Regionale); D.M. 26/04/99 (G.U. n°131 del 07/06/99) istitutivo dell'Area Marina.

Cartografia

Carta n. 107 dell’Istituto Idrografico della Marina in scala 1:25.000.

Carta delle biocenosi bentoniche (ENEA, 1986).

Tavolette 94 I NO; 94 IV NE; 83 II SO; 83 III SE della Carta Topografica d’Italia in scala 1:25.000 dell’Istituto Geografico Militare Italiano.

  Mappa

Vincoli

Vincoli automatici dovuti alla legge n. 431/85 riguardanti un’area di rispetto intorno tutta l’area costiera, per un’ampiezza di 300 metri dalla linea di costa.

Parco Naturale del Monte di Portofino (L.R. n. 32 del 4.12.1986) gestito dalla Regione Liguria.

Proposte di tutela

Area prevista dalla proposta di legge n. 1964/88.

Area prevista dal disegno di legge quadro sulle aree protette n. 510/91.

Istituzione: agosto 1998; DM attuativo 26.04.99.

Problematiche emerse  

Le comunità di Portofino, Paraggi, San Fruttuoso e Camogli, che in passato sono state porti di pesca e rocche della vicina Genova, dalla fine del secolo scorso sono oggetto di opere, trafori, colate di cemento che arrecano ingenti danni agli equilibri biologici dei fondali. L’inquinamento comincia a far sentire i suoi effetti e la pesca subacquea, negli ultimi 20 anni, ha contribuito alla scomparsa di varie specie marine.

La biocenosi costiera della zona di Portofino era caratterizzata dalla massiccia presenza di Corallo rosso (Corallium rubrum) che attualmente ha subito imponenti devastazioni ad opera dell’uomo.

Alcune baie, nel periodo estivo, in particolare quelle di San Fruttuoso e di Cala dell’Oro, risentono dell’inquinamento acustico, atmosferico e marino, conseguenza dell’eccessiva e non controllata concentrazione di imbarcazioni.

Caratteristiche generali

Il Promontorio, situato a circa 20 chilometri da Genova, rappresenta uno degli scenari più suggestivi della riviera ligure. Esso comprende lo sperone roccioso di Punta Chiappa ad ovest, le stupende insenature di Cala dell’Oro e San Fruttuoso e la protuberanza orientale di Punta Carega. I fondali scendono verticalmente per 20-30 metri, giungendo alla profondità di 50 metri, dove si trovano ampie distese sabbiose. La presenza costante di fessure, anfratti e tettoie con orientamento diverso costituiscono l’ambiente ideale per il riparo di numerose specie di pesci e molluschi e, in diverse località, è presente anche la Posidonia oceanica. Meraviglioso il corallo rosso (Corallium rubrum) che caratterizza alcuni tratti di falesia sommersa. Particolare attrattiva per i subacquei è il “Cristo degli abissi” che qui accoglie i suoi visitatori a braccia aperte.

CARATTERISTICHE ANTROPICO-INSEDIATIVE  

I Comuni direttamente interessati dall’area sono quelli di Portofino, Camogli e Santa Margherita Ligure. Ai fini, però, di un’analisi più esaustiva, che possa fornire un quadro socioeconomico di riferimenti più completo, bisogna considerare una zona più estesa, coinvolgendo così anche i Comuni di Recco, Rapallo, Zoagli e Chiavari.

Tale area è caratterizzata da una densità di popolazione superiore non solo alla media nazionale, ma anche a quella della stessa provincia di Genova.

Complessivamente nell’intera area risiedevano, al 1991, oltre 80.000 abitanti, concentrati in grande maggioranza nei Comuni di Recco, Rapallo, Zoagli e Chiavari che, da soli, coprono circa l’80% dei residenti nell’intera zona considerata (vedi Tab.1 )

COMUNE

Totale Residenti

Camogli

10735

Portofino

1083

Rapallo

48639

Recco

17881

S. Margherita

19673

Zoagli

4196

Chiavari

30082

Tab.1-Totale popolazione residente nell’area del Parco del Promontorio di Portofino (fonte: Censimento ISTAT, 1991).

Al di là delle dimensioni attuali della popolazione è di maggior interesse l’analisi delle dinamiche demografiche che stanno interessando l’area: in termini generali si può notare una decisa tendenza alla diminuzione della popolazione residente.

Il fenomeno è particolarmente accentuato nei Comuni di Portofino, Camogli e Santa Margherita Ligure, ossia i più direttamente interessati dalla riserva marina, dove la riduzione della popolazione residente è superiore alla media provinciale (7,2 % contro 6,5%), arrivando al 12% per il Comune di Portofino e all’8% nel caso di Santa Margherita (ISTAT, 1991).

Alla riduzione dei tassi di natalità caratteristici delle aree contrassegnate da elevati livelli di benessere, si è venuto ad aggiungere, soprattutto negli ultimi anni, un tasso migratorio negativo. Si tratta comunque di un fenomeno tuttora poco diffuso ed in controtendenza rispetto alle dinamiche dell’intera zona considerata. Gli elevati livelli di reddito contribuiscono, infatti, a mantenere positivo il saldo migratorio, al contrario di quanto avviene a livello provinciale, dove, da oltre un decennio, si è stabilizzata una tendenza al progressivo spopolamento.

Attività produttive

Se si osservano i dati relativi ai singoli Comuni si rileva come la propensione verso le attività terziarie sia più accentuata nella fascia Portofino-Camogli-Santa Margherita, dove si arriva al 73% della popolazione in condizione professionale, con una struttura economica molto polarizzata soprattutto verso i servizi in qualche modo connessi con il turismo.

Scarso il peso delle attività industriali (intese in senso lato, comprese le costruzioni) che interessano il 27% della popolazione attiva. L’agricoltura e la pesca non coprono che il 3% della popolazione attiva, con valori superiori alla media provinciale, ma molto al di sotto di quella nazionale. La particolare orografia del territorio limita in maniera decisiva le possibilità di sviluppo agricolo che, congiuntamente alla pesca, svolge un ruolo di integrazione di reddito.

E’ interessante notare come gli addetti alla pesca nei comuni della fascia Portofino-Camogli-Santa Margherita siano oltre la metà (57%) di quelli dell’intera provincia, testimonianza del rilievo che tuttora comunque riveste questabattività nel sistema economico della zona.

 

COMUNE

Agricoltura

Pesca

Miniere

Industria

Energia

Costruzioni

Commercio

Alberghi

Trasporti

Camogli

21

40

-

226

13

135

367

210

302

Portofino

4

2

-

36

-

12

56

63

25

Rapallo

136

21

26

1414

76

951

2053

985

798

Recco

70

10

-

642

30

298

784

256

325

S. Margherita

84

37

3

521

19

301

983

520

348

Zoagli

22

3

2

150

10

94

164

36

61

Tab.2 - Popolazione residente attiva in condizione professionale per attività economica e comune, (fonte: Censimento ISTAT, 1991).

 

 

COMUNE

Servizi Finanziari

Affari immobiliari

P.A. e Difesa

Istruzione

Sanità

Altri Servizi Sociali

Camogli

87

229

147

144

128

89

Portofino

4

18

12

4

2

12

Rapallo

353

816

699

520

492

490

Recco

150

250

359

268

204

188

S. Margherita

102

268

283

208

197

182

Zoagli

30

89

67

58

49

32

Tab. 2 - Popolazione residente attiva in condizione professionale per attività economica e comune, (fonte: Censimento ISTAT, 1991).

Ricettività turistica

Nei tre Comuni in cui ricade l’area interessata i posti alberghieri disponibili sono 2.694 mentre i non alberghieri 8.883.

CARATTERISTICHE AMBIENTALI

Ambiente terrestre  

Il promontorio di Portofino si trova a circa 20 km da Genova e costituisce una delle emergenze salienti della riviera ligure di levante. Ha forma grossolanamente quadrangolare e si protende in mare per circa 5 km. Dal lato occidentale si affaccia sul Golfo Paradiso, mentre da quello orientale sul Golfo del Tigullio. Il lato meridionale, rivolto verso il mare aperto, misura approssimativamente 6 km, considerati in modo lineare.

L’estremità occidentale (Punta Chiappa) consiste in uno sperone roccioso che si allunga in mare per circa 200 metri. Procedendo verso levante, la linea di costa, dopo Punta del Buco, forma le cospicue rientranze di Cala dell’Oro e dell’insenatura di San Fruttuoso, separate da Punta della Torretta. Più oltre, fino a Portofino, la costa procede quasi diritta con l’unica protuberanza di Punta Carega.

L’area interessata è costituita da versanti che discendono verso sud dal Monte di Portofino, dal Monte delle Bocche, dal Monte Croce di Nozarego e dai tratti costieri occidentali ed orientali che risentono dell’immediata vicinanza del mare.

Le correnti marine risentono del generale circuito ciclonico ligure e raramente spingono rifiuti o acque inquinate verso il promontorio. In assenza di corsi d’acqua superficiali che sfociano nell’area, gli apporti inquinanti potrebbero venire dai corsi dagli immissari nel Golfo del Tigullio, mentre il gioco delle correnti dovrebbe vanificare questo rischio per quelli che sfociano nel Golfo del Paradiso.

Tra i fiumi del primo golfo il più importante è l’Entella, secondo per importanza in Liguria, che sfocia a Chiavari e che potrebbe costituire una possibile fonte di inquinamento, anche per le acque della riserva, in occasione di particolari condizioni di corrente.

Flora e vegetazione  

Le associazioni vegetali della zona costiera del promontorio sono quelle tipiche delle rupi a picco sul mare esposte a clima prevalentemente caldo e soggette agli effetti della salsedine e del vento. 

Il Finocchio di mare (Crithmum maritimum) è la specie più rappresentativa di questo ambiente. Man mano che si sottrae all’immediata vicinanza dei flutti, la vegetazione si arricchisce di altre specie come la Valeriana rossa (Centranthus ruber), presente spesso tra rupi o vecchi muri, il Limonium cordatum, una specie di notevole interesse che trova qui il suo limite orientale di distribuzione. Nel versante sud è particolarmente diffusa la vegetazione caratteristica dei substrati detritici con Borraccina bianca (Sedum album) e Borraccina rupestre (S. rupestre).

Lungo i versanti marittimi è presente la macchia a Corbezzolo (Arbustus unedo) ed Erica arborea (Erica arborea) con Fillirea (Phillyrea latifolia), Caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa), Mirto (Myrtus communis) e Lentisco (Pistacea lentiscus). Sono presenti pinete a Pino marittimo (Pinus pinaster) e, più raramente, a Pino d’Aleppo (Pinus halepensis), associati all’Euforbia arborea (Euphorbia dendroides).

La flora del promontorio è estremamente ricca (oltre 700 specie) ed eterogenea, con endemismi come Sassifraga spatolata (Sassifraga cochlearis), il Fiordaliso tirrenico (Centaurea aplolepa) e specie mediterranee di origine molto antica come la Selaginella denticolata (Selaginella denticulata). Non di rado le rupi di questa zona diventano sede di una lussureggiante vegetazione in cui si confondono e si armonizzano con le specie autoctone elementi esotici introdotti in Liguria all’epoca delle navigazioni transatlantiche e successivamente naturalizzate, come l’Agave (Agave americana) e il Fico d’India (Opuntia ficus-indica).

Fauna

La fauna, al pari della flora, risente in modo notevole della diversità degli ambienti presenti sul promontorio.

Tra gli Invertebrati vanno ricordati alcuni endemismi: Vula doderoi, Typhlodes t. tenuipes, Leptusa doderoi, Chaetohy liguricus, Cephennium binaghii.

Per quanto riguarda i Vertebrati, a Portofino troviamo, tra gli Anfibi la Raganella arborea (Hyla arborea), il Geotrione (Hydromantes italicus), il Tritone punteggiato (Triturus vulgaris) e il Pelodite punteggiato (pelodytes punctatus). I Rettili sono rappresentati dalla Lucertola ocellata (Lacerta lepida), dall’Emidattilo verrucoso (Hemidactylus turcicus), un piccolo Geco piuttosto raro in Italia, dall’Orbettino (Anguis fragilis), dalla Lucertola muraiola (Podarcis muralis), dal Geco comune (Tarantola mauritanica) e dal Biacco (Col uber viridiflavus).

Tra le numerose specie di Uccelli rinvenuti a Portofino vanno menzionate alcune non sempre comuni, legate tipicamente alle zone più aride: Fiorrancino (Regulus ignicapillus), Occhiocotto (Sylvia melanocaphala) e Passero solitario (Monticalo solitarius). Tra le specie tipiche delle coste vanno segnalate: il Cormorano (Phalacrocorax carbo), la Sula (Sula bassana), la Berta minore (Puffinus puffinus), la Berta grigia (P. griseus), la Sterna comune (Sterna hirundo), il Gabbiano reale (Larus argentatus), il Gabbiano corso (L. adonii), il Gabbiano corallino (L. melanocephalus) oltre al Gabbiano comune (L. ridibundus). Tra i Mammiferi meritano di essere ricordati la Puzzola (Mustela putorius), lo Scoiattolo (Sciurus vulgaris) ed il Mustiolo (Suncus etruscus), un insettivoro noto per essere uno dei più piccoli mammiferi viventi.

Ambiente marino

Morfobatimetria

La morfologia dei fondali rispecchia l’andamento delle terre emerse: pareti di conglomerato si mantengono praticamente verticali per 20-30 metri, arrivando fino a 50 metri, diminuendo successivamente la pendenza e lasciando il posto a distese sabbio-pietrose e fangose tipiche del piano circalitorale. Il carattere aspro del conglomerato è riscontrabile anche nella fascia subacquea con una presenza costante di fessure, anfratti e tettoie, con un orientamento quanto mai vario ai punti cardinali e con una diversa esposizione alla luce.

Biocenosi bentoniche  

I piani più superficiali delle scogliere presentano tipiche associazioni del Mediterraneo occidentale quali: Verrucario – Melaraphetum neritoidis nel sopralitorale; Chiamalo – Porphyretum leucostictae e Nemalio – Rissoelletum verruculosae nel mesolitorale superiore; Neogoniolitho – Lithophylletum tortuosi nel mesolitorale inferiore; le ultime due, tipiche di coste battute, sono presenti solo nella parte meridionale del promontorio. Per quanto riguarda i popolamenti algali fotofili dell’infralitorale, sono rappresentati nella fascia più superficiale delle coste battute da Cystoseiretum strictae, che viene sostituito in altre zone da facies a Corallina elongata, e da Posidonia oceanica. Fino a profondità di 10-15 metri, sempre su scogliera, sono presenti le facies a Dyctiopteris membranacea e Sargassum vulgare. Abbondanti anche le alghe Udotea petiolata e Halimeda tuna. Per ciò che riguarda i popolamenti sciabili, questi sono riconducibili essenzialmente al Coralligeno. 

Alla base di scogliere profonde e su blocchi sparsi sul fondo sono presenti facies a Lophogorgia ceratophyta e Funicella verrucosa, mentre i tratti a falesia sommersa sono caratterizzati da Corallum rubrum, Parazoanthus axinellae, Leptopsammia pruvoti.

In particolare il Corallo rosso è presente a Punta Torretta a 38 metri di profondità, con una densità di 600-700 colonie al m2.

LE REGOLE DEL PARCO

Zona A di Riserva Integrale

La zona A comprende il tratto di mare da Punta Torretta a Punta del Buco (Cala dell’Oro), in tale area sono vietati:

·      l’asportazione anche parziale ed il danneggiamento delle formazioni geologiche e minerali;

        ·       la navigazione, l’accesso e la sosta con navi e natanti di qualsiasi genere e tipo, escluse le imbarcazioni di servizio con compiti di sorveglianza e soccorso e quelle di appoggio ai programmi di ricerca scientifica, nei modi esplicitamente autorizzati dall’Ente Gestore dell’Area Marina Protetta;

·      la balneazione;

·      la pesca, sia professionale che sportiva, con qualunque mezzo esercitata.

Zona B di Riserva Generale

In tale zona sono vietati:

·      l’ancoraggio;

·      l’ormeggio non regolamentato;

·      la pesca subacquea.

Sono invece consentiti:

·       l’accesso a remi e vela ad imbarcazioni di dimensioni ridotte (massimo 6 metri circa) dotate o meno di motore, autorizzate esplicitamente dall’Ente Gestore, per raggiungere le zone di ormeggio regolamentato;

·      la navigazione delle imbarcazioni di servizio con compiti di sorveglianza e soccorso, e quelle di appoggio ai programmi di ricerca scientifica, nonché a quella per la fruizione, nei modi esplicitamente autorizzati dall’Ente Gestore;

·       l’accesso alle imbarcazioni a motore per l’esercizio della pesca professionale riservata ai pescatori residenti, nonché alle cooperative di pescatori costituite ai sensi della legge 13 marzo 1958, n. 250, che hanno la propria sede nei comuni territorialmente interessati, alla data del presente decreto, con i mezzi selettivi e nei luoghi autorizzati dall’Ente Gestore;

·       l’ormeggio alle strutture galleggianti e a quelle fisse a terra, appositamente predisposte dall’Ente Gestore;

·      la balneazione;

·       le attività subacquee compatibili con la tutela delle specie viventi e la conservazione dei fondali (fotografia, riprese, turismo subacqueo, ecc.);

·       il prelievo di organismi minerali per motivi di studio, esplicitamente autorizzati dall’Ente Gestore;

·       l’attività di pesca sportiva da riva con canna senza mulinello; l’attività di pesca sportiva da natante con l’uso di canna o lenze da fermo esercitata da cittadini dei comuni territorialmente interessati.

Zona C di Riserva Parziale

In tale zona sono vietati:

·      l’ancoraggio;

·      l’ormeggio non regolamentato;

·      la pesca subacquea.

Sono invece consentiti:

·      l’accesso ad imbarcazioni di dimensioni ridotte (massimo 6 metri circa), dotate o meno di motore, ad una velocità massima di 5 nodi, per raggiungere le zone di ormeggio regolamentato;

·       l’accesso alle imbarcazioni di servizio con compiti di sorveglianza e, soccorso ed a quelle di appoggio ai programmi di ricerca scientifica e di fruizione, nei modi esplicitamente autorizzati dall’Ente Gestore;

·       l’accesso alle imbarcazioni a motore per l’esercizio della pesca professionale riservata ai pescatori residenti, nonché alle cooperative di pescatori costituite ai sensi della legge 13 marzo 1958, n. 250, che risultino avere propria sede nei comuni e nei luoghi territorialmente interessati alla data del presente decreto, con i mezzi selettivi autorizzati dall’Ente Gestore;

·       l’ormeggio alle strutture galleggianti e a quelle fisse a terra, appositamente predisposte dall’Ente Gestore;

·      la balneazione;

·       le attività subacquee compatibili con la tutela delle specie viventi e la conservazione dei fondali (fotografie, riprese, turismo subacqueo, etc.);

·       il prelievo di organismi minerali per motivi di studio, esplicitamente autorizzato dall’Ente Gestore;

·      la pesca sportiva con sole lenze e canne da fermo anche effettuata da riva.

La navigazione nella fascia di mare prospiciente l’Area Marina Protetta di Portofino, per una larghezza di 1.000 metri a partire dal confine della riserva, dovrà essere effettuata ad una velocità massima di dieci nodi.

vedi Schema di Zonazione