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Capire le genti di montagna della Sardegna

Alcuni di noi hanno avuto, durante le scorrazzate in montagna, contatti umani con chi in quei luoghi ci vive, ci lavora, ed ha una cultura montanara millenaria, una cultura fatta di modi di fare semplici, a volte magari rozzi, ma soprattutto una cultura fatta di lealta', di rispetto reciproco, di solidarieta', di ospitalita', di diffidenza verso l'estraneo, di intolleranza verso chi si ritiene superiore, verso chi vuole alterare gli equilibri che hanno consentito a queste genti di sopravvivere in condizioni estreme per millenni. Per cercare di capire il loro carattere non scriveremo cio' che pensiamo, ma le loro storie, storie che abbiamo sentito direttamente da loro, in lingua sarda: storie autentiche, storie che fanno trasparire una cultura nata all'alba dell'epoca nuragica.

Il vecchio, il dottore e le ciliegie

C'era una volta un vecchio che viveva in un'antica cussorgia (1) isolata fra le montagne del Sarrabus; egli aveva un bellissimo frutteto in collina. Un giorno un medico, che il vecchio riteneva amico in quanto da anni partecipava con lui a battute di caccia, gli disse: "ma che belle ciliegie ha quell'albero... quanto me le fa pagare? verro' io stesso a coglierle".Il vecchio gli fece un prezzo simbolico (3000 lire - 1970) in quanto si trattava di un amico. Venne il tempo delle ciliegie e le ciliegie mature iniziarono a cadere; vicini ed amici gli chiesero perche', nonostante quelle ciliegie fossero mature, lui non le cogliesse: per tutti la risposta fu una sola: "Le ho promesse al dottore e lui verra' a prenderle". Le ciliegie caddero una ad una, ma il dottore non si vide! Passo' del tempo. Un giorno il vecchio tornava a piedi dal paese piu' vicino: faceva caldo, aveva sulle spalle un pesante zaino e la strada era lunga (circa 8 km), irta e polverosa. Alle sue spalle arrivo' una macchina e lui, sperando fosse la macchina di un suo amico, si fermo' ad attenderla... ma poi accortosi chi fosse, giro' le spalle e prosegui' il suo lungo e faticoso cammino. Era il dottore con la sua famiglia... il dottore gli disse: "Sig. Severino, salga su che le diamo un passaggio" . Il vecchio rispose: "No grazie, preferisco farmela a piedi". Il dottore insiste' ancora ma non ci fu niente da fare. Il dottore chiese lumi sullo "strano" comportamento del vecchio agli altri abitanti della cussorgia, e tutti gli dissero che si era adirato con lui per la questione delle ciliegie. Il dottore commento' "ah ah, per tremila lire tutte queste storie! ". Ando' dal vecchio con tremila lire in mano e da lontano grido' "Oh Sig. Severino, questi sono i soldi che le devo... mi scusi per il ritardo... mi dispiace tanto". Il vecchio rispose: "vada via dalla mia terra... io non prendero' mai quei soldi e non accettero' mai piu' niente da lei!" Il dottore da quell'anno in poi fu costretto a migrare altrove per la stagione della caccia, mentre il vecchio, come sempre, guido' la sua squadra di amici cacciatori nelle "sue" montagne.
Severino oggi vive ancora: ha lasciato la sua proprieta' per stare in un paese della costa, e' quasi cieco, quasi sordo, si muove a fatica... quando vado a trovarlo insiste per invitarmi da bere... e mi mette in imbarazzo perche' pretende ogni volta di pagare lui il conto! Questa storia non me l'ha raccontata lui, ma un suo vecchio compagno di caccia.




Note:
(1) cussorgia: in Sardegna, concessione, fatta dall'autorita' a pastori, di terre incolte destinate al pascolo.

danix agosto 2000

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