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Ipertesti e apprendimento

 

Ipertesti e apprendimento

E' sempre più riconosciuta la valenza educativa delle nuove tecnologie anche se l'analisi degli effetti sull'apprendimento è ancora agli inizi. Numerose sono le teorie che in qualche modo ne sostengono la validità. La teoria del codice duale (A. Paivio) sostiene che la rappresentazione delle conoscenze nella memoria a lungo termine è basata sia su forme iconiche (immagini) che su forme simboliche (parole). Secondo la teoria del doppio codice (E. D. Gagnè) le informazioni vengono conservate più facilmente se immaginate e codificate sia tramite codice verbale che codice visivo (cioè per mezzo di più sistemi simbolici), mentre i concetti astratti vengono conservati più faticosamente perché vengono codificati solo mediante stringhe verbali (da cui, ad esempio, la difficoltà nel padroneggiare la filosofia).

I processi di apprendimento utilizzati dall'uomo per trasmettere conoscenze sono due1:

  1. l'apprendimento percettivo-motorio, che l'uomo possiede da 70 milioni di anni, in comune con altri primati (è la modalità di apprendimento del bambino). Si basa sulla osservazione e sull'azione ma richiede la presenza degli oggetti, della situazione e del maestro da osservare. E' limitato nel numero di persone che è in grado di formare. Oggi la tecnologia sta rimuovendo gli ostacoli ad una diffusione vasta e a distanza del modo di operare percettivo-motorio. La componente analogica offerta dalle nuove tecnologie permette di rappresentare contenuti concettuali non sempre accessibili all'esperienza diretta (vedi telematica e realtà virtuale).
  2. l'apprendimento simbolico-ricostruttivo (è presente nell'uomo da circa 100.000 anni) è reso possibile su vasta scala dall'invenzione della tecnologia della stampa a caratteri mobili. Esso è simbolizzato dalla linearità della forma-libro. I due modi di apprendimento fanno parte della nostra struttura biologica ma non sono conciliabili e quello percettivo-motorio è favorito e preferito (vedi televisione).

Un'altra suddivisione della trasmissione delle conoscenze è quella tra apprendimento implicito ed esplicito. La trasmissione delle conoscenze avviene con il trasferimento di una struttura di conoscenze (knowlwdge structure o KS) per mezzo di un processo di comunicazione (communication structure o CS). A queste è connesso il concetto di isomorfismo: quanto più la struttura della comunicazione risulterà isomorfa (somigliante) alla struttura delle conoscenze tanto più risulterà adeguata a veicolare conoscenza. Per ottenere ciò raramente è sufficiente solo il codice verbale e ad esso vanno aggiunti altri codici. Ne derivano due modalità di apprendimento: l'apprendimento esplicito si basa su un basso grado di isomorfismo e richiede impegno, mentre all'apprendimento implicito corrisponde un alto grado di isomorfismo per cui la struttura della conoscenza è più direttamente osservabile ed è meno costoso ricostruirla mentalmente in quanto l’apprendimento avviene in un contesto ricco, assimilabile al contesto reale.

La multimedialità consente di estendere l'apprendimento implicito a campi di conoscenza prima accessibili solo per mezzo dell'apprendimento esplicito.

La multimedialità offre quindi un ambiente educativo più efficace e più adeguato a gestire la grande quantità di informazioni della società moderna in cui gli studenti si troveranno ad operare. Essa non rappresenta solo uno strumento (tool) in senso stretto ma è un vero e proprio mind tool che influisce sul modo di organizzare e veicolare le conoscenze e soprattutto di pensare.

Per via della frammentarietà delle conoscenze però occorre offrire allo studente modelli di apprendimento adeguati ai nuovi strumenti educativi (insegnare loro come utilizzarli rendendoli consapevoli dei processi cognitivi). Le nuove tecnologie mettono a disposizione una enorme mole di informazioni all'interno della quale è indispensabile muoversi con cognizione di causa per reperire informazioni pertinenti (spesso, anche se le informazioni che si cercano esistono, non si riescono ad individuare a causa della grande quantità di rumore). Non sempre è facile reperire informazioni che diano garanzia di autorevolezza (si trovano informazioni ma non si sa fino a che punto siano affidabili).

A sostegno delle nuove tecnologie viene la concezione costruttivista, che riconosce all'allievo un ruolo determinante nel processo di apprendimento e considera la conoscenza un prodotto che viene costruito e non, come sostenevano gli oggettivisti, come qualcosa di oggettivo che deve essere solo trasmesso a chi deve apprendere (da cui il classico modello dell'istruzionismo, che vede l'insegnante salire in cattedra e trasmettere la conoscenza a studenti che ricevono passivamente). Le nuove tecnologie offrono inoltre una delle occasioni migliori per attuare esperienze di apprendimento cooperativo, in cui gli allievi assumono il ruolo di tutor nei confronti dei loro stessi compagni (peer tutoring, insegnamento paritetico).

Riprendendo una formula di Umberto Eco: la posizione giusta, allora, è quella degli apocalittici che vedono negativamente tali innovazioni nel campo dell'apprendimento o quella degli integrati, decisi ad una apertura acritica verso le nuove tecnologie? Probabilmente né l'una né l'altra.



(1) Cfr. F. Antinucci "Non bastano molti computer per fare una scuola moderna" - Telèma n°13

 

 

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