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Le vetture a carrelli Carminati & Toselli delle FSE

Le carrozze a carrelli Carminati & Toselli delle FSE hanno costituito, dall’anteguerra fino ai nostri giorni, il nerbo del parco sociale per il trasporto viaggiatori, almeno per quanto riguarda il materiale ordinario; accanto alle automotrici MAN e Breda, hanno circolato praticamente su tutte le linee FSE, eccettuate forse le brevi tratte salentine Gallipoli/Casarano e Maglie/Otranto, dove la loro presenza è risultata più sporadica.

Il mio progetto prevedeva la costruzione di un cospicuo numero di vetture per ottenere la composizione di convogli veritieri, magari anche più di uno per consentire incroci nella  stazione di un plastico la cui realizzazione, da lustri interi, è sempre nella mia mente: e molto mi fa supporre che ancora per molto ci rimarrà. Ance il faraonico progetto di costruzione del parco vetture ben presto si è arenato: con tre unità un convoglio è sempre possibile, ma non escludo che – un domani – qualche altro sforzo mi consentirà di allestire un treno più verosimile, magari anche con la locomotiva BB in testa..

E' risultato per me opportuno iniziare la costruzione partendo dall'autocostruzione dei carrelli in quanto, se questa fase fosse fallita, l'intero progetto (che comprendeva anche la costruzione di diverse carrozze di II e III classe in livrea verde vagone, bianco panna/grigio antracite e beige/arancione, più alcuni bagagliai del ’47 a due asse) sarebbe caduto nel nulla, non essendovi in commercio pazzi simili che possano essere convenientemente utilizzati. Per tutti i particolari occorre far riferimento ai disegni quotati realizzati appositamente traendo spunto dalle foto scattate nella stazione di Lecce nel dicembre 1992.

Per i carrelli, sono partito dalla  riproduzione delle fiancate laterali nei contorni generali, da effettuare utilizzando plasticard in foglio da 0,5 mm.; le fiancate così ottenute sono state sovrapposte a due a due, in modo da ottenere un pezzo di spessore pari a 1 mm.. Questa lavorazione si è resa necessaria per evitare l'incurvamento della fiancata e perché partire direttamente dalla lavorazione di una lastrina da 1 mm avrebbe provocato inesattezze nella verticalità del taglio: in questo modo ho agevolemten evitato gli inconvenienti. Le fiancate così ottenute sono state forate con punta da 0,5 mm. corrispondenza dell'alloggiamento delle punte coniche degli assi e, inoltre, sono state tracciate a matita tutte le linee e le quote che in seguito risulteranno necessarie per l'applicazione degli altri elementi.

Nel lato superiore ho incollato due striscioline di plasticard da 0,5 mm di spessore, dimensioni 43x1,5 mm in  modo che su ogni lato esterno la strisciolina sporga di 0,5 mm., eccetto - come detto - sul lato interno che deve rimanere a filo. Inferiormente i parasala andranno uniti con plasticard da 0,5, dimensioni 30x1,5 mm.

Con due listelli da 1.5x1,5 mm lunghi  22 mm ho realizzato il rettangolo portante superiore (solo nel prototipo Bz 602; gli altri modelli seguono una modalità costruttiva in po’ diversa) e, ad incollaggio avvenuto, ho proceduto al montaggio degli assi ed al collaudo preliminare. Ho montato quindi le boccole (due pezzi sovrapposti di listello di plasticard da l mm di dimensioni 3x2 mm) e, su una di queste, destinata a ricevere l'attacco cardanico, anche un tondino di plasticard da 1 mm di diametro, 1 mm di spessore.  

Al centro del carrello e trasversalmente ho incollato un listello 4,8x2x22 mm, forato al centro per permettere l'inserimento del perno di rotazione. Al centro,  con due spezzoni da 1 mm, ho costruito la ralla che, quindi, sporgerà dal filo superiore del carrello proprio di 2 mm. Dalla traversa centrale, con un altro listello da 4,8 mm, ho costruito un semiasse longitudinale orientandolo dalla parte del carrello che figurerà verso il centro della carrozza. Dall'altra parte ho costruito l'invito per il timone di allontanamento (listello 2x1 o 1,5x1,5 mm) a partire dai 7 mm dallo spigolo su entrambi i lati verso il centro di rotazione del carrello.

Si montano poi ceppi dei freni (listello 2x4 mm. spessore 1 mm) opportunamente sagomati e incollati su listello lx1 mm (meglio ancora se tondo, diametro 1 mm) lungo 17,5 mm.;  quindi è il turno delle balestre centrali, delle manovelle di collegamento ai parasala (spezzoncini di plasticard tondo da 1,2 mm di diametro collegati da uno spezzone da 0,8 mm di lunghezza opportuna), le balestre sulle sale (tre strisce larghe 1 mm e lunghe 12, 11 e 10 mm, sovrapposte ed incollate con la riproduzione delle molle a spirale alle estremità ottenuta con plasticard tondo da 1,2 mm su cui viene avvolto in 4 spire del filo di ottone da 0,5 mm).

Restano da costruire ed applicare: il generatore (con tubicini di plasticard e filo di ottone da 0,8 mm) e gli scalini dei vestiboli (resi solidali con i carrelli e realizzati con plasticard da 0,3 mm in strisce da 25x19 mm distanziate tra loro con spessori da 0,8 mm di diametro, lunghi 3 mm e posti, dal margine interno verso i finestrini, a 1,5 - 8,5 - 16,5 mm; sono incollati sulle boccole esterne e sulla balestra sovrastante; inoltre, sono sfalsati in modo da far sporgere all'esterno quello inferiore di circa 3 mm.

Le ruote previste per questo modello hanno il diametro da 10 mm; attualmente non è possibile reperirne nella produzione commerciale, per cui ho  provveduto ad utilizzare le ruote Rivarossi da 10,5 mm (provenienti dai modelli “anni ‘50”) in attesa di poterle sostituire con altre di diametro esatto.

Merita un discorso a parte l'allestimento della presa di corrente effettuato sui carrelli; nel prototipo ogni carrello capta un polo elettrico e la trasmissione avviene mediante una lastrina di ottone posta nella parte superiore del carrello (collegata allo strisciante sui bordini delle ruote) su cui - a sua volta - striscia una lamella di ottone presente sulla parte inferiore del telaio della carrozza; per permettere la trasmissione della corrente agli striscianti, gli assi Rivarossi sono stati modificati eliminando una porzione del tubo di plastica entro cui scorre l'asse metallico dotato di punte coniche ed elettrificando quest’ultimo con del sottile filo di rame saldato in due punti sulla faccia interna del cerchione metallico della ruota. Vista  la laboriosità del sistema e la necessità di captare entrambi i poli elettrici con ogni carrello, sui modelli successivi è stata seguita una modalità  costruttiva diversa (semplicemente uno strisciante che tocca i bordini delle due ruote per ogni polo, fissato mediante semplice incollaggio sulla struttura del carrello che, come detto, si presenta più solida).

Per il pianale. che ospita i cinematismi necessari per realizzare l'aggancio corto ed i frammenti di piombo necessari per realizzare la zavorra, la struttura è stata irrobustita longitudinalmente con due listelli a sezione quadrata di plasticard da 1,5x1,5 mm su cui poggia la lastrina di polistirene spessa 1 mm che ospita l'arredamento interno; la parte inferiore del pianale viene completata con alcuni particolari del sottocassa, quali le casse delle batterie, altre casse, il serbatoio dell'aria compressa per il freno, lo scarico della ritirata.  

Per i cinematismi rinvio a quanto dirò più avanti: per ora mi limito a segnalare l’esigenza di costruire idonei alloggiamenti, variabili a seconda del tipo commerciale scelto o reperito.

Le fiancate sono state realizzate con plasticard da 0,5mm irrobustito con altra lastrina da 1,0 mm incollata nella parte interna e sagomata in corrispondenza dei finestrini in modo da poter incollare dall'interno il plasticard trasparente da 0,5 mm ad imitazione dei vetri.

La posa in opera delle fiancate deve essere successiva a quando sono stati già incollati i coprigiunti, le lastrine di irrobustimento, gli sfiatatoi sopra i finestrini, i numeri identificativi della classe (aggiuntivi Laser), aperti i finestrini, praticati i fori per i mancorrenti; inoltre, si potrebbe procedere anche ad una verniciatura di massima interna ed esterna prima di passare al montaggio finale.

Le controfiancate di irrobustimento vanno sagomate in modo da poggiare sul pianale; lo stesso sarà imprigionato con quattro spezzoni di listello 1x1 mm incollati all'interno della fiancata, mentre sulle testate è necessario creare delle aperture per i respingenti. Tanto sulle fiancate quanto sulle testate, all'interno, è necessario fissare alcuni spuntoni di contrasto per imprigionare definitivamente pianale e piastrina con l’arredamento.

La cassa completa è solidale con il tetto; in tal modo la giunzione fra l'imperiale e le testate può essere stuccata e resa invisibile in modo permanente.

Le fiancate sono state unite trasversalmente dai tramezzi che separano i vestiboli dall'ambiente viaggiatori; i tramezzi a lato della ritirata sono stati invece montati sulla lastrina dell'arredamento e risultano liberi ai lati. I tramezzi di estremità dovrebbero essere provvisti di porta, costruita con plasticard da 0,5 mm che rimpiazza la porzione da 1,0 mm asportata per creare il vano e, sulla facciata verso le testate, di maniglioni orizzontali; il prototipo invece ha solo la riproduzione dell'apertura imitante il finestrino interno sulla porta che consente, guardando la carrozza da una delle testate, di vedere di "infilata" tutto il salone passeggeri. Nei pressi di uno dei finestrini  delle testate andrà riprodotto, sempre dall’interno, il volantino del freno a mano.

Sulla facciata interna dei tramezzi sono state incollate le fiancate dei vestiboli e poi queste sono state definitivamente chiuse con le testate.

Le fiancate dei vestiboli sono state ugualmente costruite con plasticard da 0,5 mm ricoperto all'esterno con i contorni delle porte, eseguiti con foglio da 0,15 mm a simulazione del proseguimento sulla cassa della modanatura coprigiunto; la parte inferiore, ossia la battuta superiore degli scalini, è stata ottenuta con un rettangolo da 0,3 mm;  su questo sono state incollate le imitazioni degli attacchi degli scalini, che non sono solidali alla cassa - come già detto - ma ai carrelli, per assicurare una buona circolazione senza interferenze.

 Il tetto è solidale con la cassa; strutturalmente è spesso 5,0 mm nel punto più alto dell'imperiale, rastremandosi verso le estremità.

È stato realizzato costruito con listelli da 1,0 mm sovrapposti ed incollati, sagomati verso le fiancate e verso le estremità in modo da ricreare le forme caratteristiche della carrozza.

Al centro, ogni stato di plasticard è stato svuotato di quanto basta per contenere una lastrina di plexiglas di sezione 2,5x5 mm che servirà per l'illuminazione interna. Lo spessore complessivo del pezzo sarà tuttavia di 6 mm; il primo strato in basso di polistirene avrà le dimensioni interne della cassa e fornirà la battuta contro cui verranno incollate le fiancate; sarà perciò ridotto di 0,5 mm su ognuno dei quattro lati.

Ad incollaggio avvenuto dei sei pezzi sovrapposti, ho provveduto a stuccare le scalinature laterali e di estremità per ottenere un contorno dolce del ricasco laterale e delle rastremature sul vestiboli.

Con un piccolo cacciavite, o meglio con il seghetto da traforo a lama sottile, dopo aver lisciato l'intera superficie del tetto, ho praticato le incisioni trasversali distanti 13 mm presenti sulla sommità; inoltre, ho posizionato la cassa dell'acqua.

Il plexiglas per l'illuminazione è stato ricavato da un righello a sezione quadrata di dimensioni opportunamente ridotte. Il corpo illuminante è stato tranciato in tre pezzi, in modo da consentire il posizionamento delle lampadine in modo paracentrale. Il collegamento elettrico è stato sistemato all'interno delle parti interne del tetto, mentre il collegamento con i carrelli avviene all'interno delle ritirate, a mezzo di lamelle di contatto in ottone; pure nelle ritirate sono stati sistemati i condensatori da 10 microfarad, 63V in antiserie, necessari per il funzionamento dell’impianto con la sola corrente alternata fornita dall’articolo Arnold 7097 che utilizzo per l’illuminazione costante dei veicoli..

Prima dell'incollaggio del plexiglas (colla epossidica), ho verniciato il vano con due mani di nero (per evitare che la luce filtri all'esterno) e due di argento (per la riflessione all'interno della luce); è opportuno separare il vano delle lampadine dal resto della sovrastruttura con una piccola lastrina di ottone, per evitare deformazioni dovute al calore delle lampade.  

L’arredamento, semplificato, è stato realizzato con plasticard da 1,0 mm su una lastrina di sostegno (sagomata secondo la pianta interna della vettura) dello stesso materiale.

I cinematismi sono commerciali: ho provato a costruirli in proprio ma i risultati (scarso avvicinamento dei rotabili) mi hanno convinto ad adottare quelli Lima delle carrozze MDVE (o MDVC).

La verniciatura è stata eseguita in grigio ardesia e bianco opaco con aerografo e colori acrilici. Neanche a dirlo, non dispongo di decals idonee per realizzare le scritte, per cui ho preferito tenermi il modello così com’è per non sottoporlo ad inutili (e rischiosi) tentativi di completamento, rinviando la decorazione a tempi migliori.

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