I Dintorni di Piazza della Signoria
Da Piazza Firenze,
percorrendo via del Proconsolo si giunge al Palazzo del Podestà o del Bargello.
La storia di questo severo e al contempo elegante palazzo è legata alle modifiche
politiche sopravvenute nella città dopo il 1250, quando furono create, prima la carica di
Capitano del Popolo e poi quella di Podestà. Infatti l'edificio, incorporando la torre
detta la "Volognana", fu costruito, a partire dal 1255, per essere la sede delle
nuove istituzioni. Successivamente si insediò il Consiglio di Giustizia e, dal 1574, il
Capitano di Giustizia o Bargello. Nel bel Cortile si trovano gli stemmi di molti podestà
e le pittoresche insegne dei quartieri e dei sestieri in cui un tempo era divisa Firenze. Il Palazzo ospita il Museo Nazionale del Bargello,
fondato nel 1859 e dedicato alla scultura e alle arti minori. Il fascino del museo si deve
alla presenza di statue di eccezionale valore e anche alla varietà e quantità di oggetti
esposti. Di particolare interesse è la sezione dedicata alle maioliche: L'Italia,
soprattutto durante il Rinascimento, fu uno dei primi paesi a cercare di scoprire il
segreto della porcellana cinese. Tra le numerose opere scultoree sono da segnalare i due David,
uno in bronzo l'altro in marmo, di Donatello e sempre del grande artista Il San
Giorgio, l'Atys, per molto tempo ritenuta una scultura etrusca e il Marzocco,
emblema fiorentino.
Dal Bargello, attraverso via di Vigna Vecchia
e via Benci si giunge in quell'incanto di piazza che è S. Croce. La piazza ha
sempre rappresentato per i fiorentini un luogo di ritrovo per manifestazioni religiose,
feste popolari, tornei cavallereschi e sportivi. Inizialmente gli abitanti della città vi
si recavano per ascoltare le prediche dei frati francescani, presso un oratorio decicato
alla S. Croce. Ma nella piazza dal Cinquecento in poi si cominciò a giocare al calcio,
sport che appassionava molto i fiorentini, tanto da praticarlo anche in periodi
particolarmente diffici. Nella facciata del Palazzo dell'Antella vi è ancora un
disco in marmo che segnala la metà del campo. L'Oratorio francescano, del 1228, eretto subito dopo la morte di S. Francesco era
divenuto troppo piccolo per un ordine religioso che vedeva crescere continuamente la
propria influenza. Tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento i Francescani
edificarono, su un progetto di Arnolfo di Cambio, un nuovo edificio religioso,
finanziato dalle famiglie più ricche di Firenze, le quali avevano riservato per sé
alcune cappelle. La chiesa di S. Croce fu consacrata nel 1443 ma, per mancanza di
finanziamenti, priva della facciata, edificata solo nel XIX secolo. L'interno a tre
navate, misura oltre 115 m ed è di una bellezza straordinaria per l'armonia delle linee e
per le perfette proporzioni, tanto da suscitare nel visitatore quella "religiosa
pace" cantata da Foscolo nei Sepolcri. Lungo le pareti e sul pavimento
monumenti funerari e lapidi ricordano che S. Croce è il Pantheon dei grandi
Italiani. Qui riposano Niccolò Machiavelli, Vittorio Alfieri, Ugo
Foscolo, Lorenzo Ghiberti, Leon Battista Alberti, Michelamgelo, Galileo
e musicisti come Cherubini e Gioacchino Rossini, oltre a numerosi esponenti
delle famoglie fiorentine più illustri, le quali versavano somme ingenti per seppellirvi
i loro cari. Contribuiscono ad accrescere la bellezza di S. Croce i grandiosi affreschi
trecenteschi di insigni artisti quali Agnolo e Taddeo Gaddi, Bernardo Daddi
e l'Orcagna, che decorano le numerose cappelle. Fra tutti, vanno segnalati i
mirabili affreschi di Giotto nella Cappella Bardi, con storie di S.
Francesco, e nella Cappella Peruzzi raffiguranti episodi della vita di S. Giovanni
Batista e S. Giovanni Evangelista.
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