In nove chiusi dentro una casa di campagna. Erano spiati ovunque, dalla camera da letto alla toilette
Cento giorni dentro
la tv
ecco il vero "Truman Show"
Olanda, gara
di resistenza davanti alle telecamere
dal nostro inviato MARCO MAROZZI
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AMSTERDAM - Il vero eroe del Truman Show si chiama
Bart. Olandese, 22 anni, biondo, palestrato, è il Grande
cannibale della tv verità. Come un tigrotto in crescita,
si è divorato ogni cosa televisiva che gli è capitata
attorno: i coinquilini, la fidanzata, Shakespeare, Gullit e Van
Basten. A differenza del personaggio del film interpretato da
Jim Carrey, ha resistito indomito, senza mai fare una piega, alla
tortura di una vita davanti alle telecamere. L'hanno sigillato
per cento giorni dentro una casa con altri otto compagni-rivali.
Tutti a vivere minuto per minuto, ora per ora, giorno per giorno,
settimana per settimana, sotto gli occhi di telecamere che non
li abbandonavano mai e che mandavano le loro vite recluse ogni
sera nelle case degli olandesi.
Big Brother si chiama il programma, inventato da una tv commerciale di nome Veronica. Nessun contatto con gli estranei, nessun riparo, dal gabinetto alla camera da letto. Almeno in teoria. Gran dichiarazioni di tv verità, vita in diretta, con gli spettatori che via via dovevano eliminare con le loro telefonate quelli dei nove concorrenti che meno piacevano.
Cannibalismo tv appunto. E ieri, a mezzanotte, dalla porta della casetta sperduta di Almere, landa industriale di Amsterdam, dai muri, dai fili elettrici, dai tendoni che la avvolgevano, è uscito lui: Bart. Gli daranno 250 mila fiorini, più o meno 220 milioni. Nulla però rispetto a quello che ha scatenato: un'isteria collettiva, quattro milioni di spettatori a sera in un'Olanda che di cittadini ne ha sì e no sedici milioni, scopiazzature già in corso, una tv concorrente che ha costruito un pullman per un Big Brother a quattro ruote, 16 Paesi in discussione per comprare l'idea, il Financial Times e il Wall Street Journal a ragionare in prima pagina su quanta grana e quante grane sono entrate in circolo... Lui, Bart, e gli altri "cittadini comuni" che gli hanno fatto compagnia sono diventate delle star.
Interviste per mesi, presenzialismi di ogni risma, un libro collettivo, pubblicità. E lui ha vinto perché ha dimostrato che in tv, in qualsiasi tipo di tv, per vincere si deve recitare. Anche se in scena c'è la verità e chissà quale è la verità.
L'esatto contrario del Truman Show cinematografico a cui è finito, in facile scivolata, per essere paragonato. Nel film un disgraziato era ripreso a sua insaputa fin dal concepimento, attorno gli avevano costruito una vita come un set. Ad Almere la faccenda si è rovesciata: sempre la tv burattinaia, ma i burattini erano consapevoli, complici, mica vittime. E cosa fa, qualsiasi essere umano, quando sa di essere ripreso da una tv, fosse pure Telepianerottolo? Si da tono, fa il televisivo, recita. Anche se lo riprendono in mutande o che si fa le uova strapazzate. Vero? Falso? Siamo piuttosto al Grande Fratello di George Orwell rivisto negli anni della melassa. L'irreale 1984 della televisione totalitaria come un aguzzino è diventato il 2000 della tv totalitaria come un cioccolatino, dove tutti ci sguazzano e trovano il proprio lato dolce, dolcissimo.
Bart ha vinto perché è stato il più bravo di tutti a recitare di essere vero. Ma neanche gli altri hanno scherzato. Tana, 20 anni, la più giovane, se n'è andata da sola dopo undici giorni, sbattendo la porta: "Non ne posso più dell'ipocrisia di quelli là". Grandi dibattiti sociologici. "Iniziativa antietica" ha tuonato l'Istituto nazionale di psicologia. "E' troppo giovane per imporsi" si è barcamenato Paul Rohmer, il produttore della trasmissione.
Infatti. Nel numero in edicola di Playboy Olanda c'è Tana come mamma l'ha fatta, anzi come la mamma non sarebbe contenta di vederla. A Big Brother sfumavano sulle immagini del bagno, si toglievano gli slip sotto le coperte, è apparso un sedere maschile e un gluteo femminile con tatuaggio. "Non siamo una tv pornografica". Appena uscita, Tana è corsa piangendo ad abbracciare la mamma e a firmare un contratto da ottanta milioni con Playboy per continuare il discorso verità.
Volgare? La tv è mamma e mammona. Sabine è pure lei uscita piangendo dalla casetta di Almere. Aveva il cuore spezzato, amava Bart. I due hanno lanciato nella case d'Olanda immagini da Beautiful, carezze, un bacio e persino una coperta che copriva i loro corpi ignudi in agitazione. Cosa sarà successo? Altri dibattiti, proteste per il dubbio. Uno dei tredici siti Internet nati attorno al gran fenomeno ha pensato bene di mettere in rete virtuali Bart e Sabine intenti al kamasutra. "Non addio, arrivederci, amore" era stato il commiato fra gli innamorati quando la platea tv - composta in gran parte da donne - aveva cacciato Sabine dall'Eden a sbarre. Già, arrivederci: sempre sulle pagine di Playboy, Sabine ci sarà in gennaio. La bionda dopo la mora. E Ruud, il rivale più pericoloso di Bart? Il più anziano, con i suoi 44 anni, è il più simpaticamente gigione, viene da un sud dove si ama vivere, massaggiatore sportivo, fisico e faccia da Nick Nolte. In diretta tv ha fatto sapere che con i soldi dell'eventuale vittoria si sarebbe comprato un'auto, marca e tipo: non ha vinto ma adesso la macchina gliela regalano. E Marco Borsato, un cantante che qui impazza, l'ha già reclutato per la sua tournée, mentre la squadra di calcio di cui ha abbondantemente parlato in tv lo ha già annunciato come fisso ospite d'onore.
Lui e Bart facevano a gara a mostrarsi a torso nudo, bicipite contro bicipite. Willem, un cuoco che sembra in buono il Tom Buscemi di Tarantino, l'ultimo del terzetto rimasto a contendersi la vittoria finale, non poteva opporre che magliette a righe e massime di saggezza. È arrivato terzo con distacco, ma fuori lo aspettavano pizzerie e ristoranti - in una sarabanda da far impallidire Raffaella Carrà - che si vogliono far inaugurare da lui. Anche se sono aperti da un pezzo. Nessuno dei nove sapeva di quanto successo montava fuori dalla casetta. Ma la tv deve anche far odore, tutti si sono mossi come in una soap opera. Parchi nel parlare, mangiare, rumoreggiare, desiderare. Poca carne e molta pellicola.
Bart è stato il campione di questa sensualità catodica: senza ancora né arte né parte nella vita di fuori, si è portato "in prigione" un Shakespeare in volumone ben visibile, ha rifiutato le avances troppo palesi di Bianca, infatti una delle prime cacciate vie, ha amoreggiato dolce con Sabine, si è trovato con lei sulla passerella mediatica dove i coinquilini aveva indicato la coppia da cacciare, la ragazza è caduta, lui è rimasto - come per altre cinque volte: i soci non lo volevano, l'assemblea tv lo salvava e santificava - , ha pianto in diretta e fumato in dissolvenza mentre Sabine se ne andava, ha mostrato ironico distacco quando Ruud e Willem l'ultimo giorno si entusiasmavano perché erano arrivati un televisore e la cassetta della partita con cui nell'88 l'Olanda di calcio vinse la Coppa Europa. "Come fate a impazzire di fronte a una cosa di 11 anni fa?" ripeteva in atteggiamento da sirenetto nerboruto.
Fatto: un pubblico in gran maggioranza al femminile gli ha dato il 70 per cento delle telefonate bacio. Maurice e Martin erano stati falciati da tempo per il loro look da ragionieri. L'ultima donna a resistere è stata Karin, l'unica non ragazza, 40 anni, marito, figli, casalinga con il racconto di aver avuto un cancro. Subito è stata arruolata come presidentessa di attori da circo che girano negli ospedali di bimbi. La tv buona. Mentre l'Olanda celebrava il 2000 con Bart, qualcun altro festeggiava il fatto che in 600 mila dall'1 gennaio hanno annunciato di rinunciare alle sigarette. Dopo una campagna tv.
(31 dicembre 1999)
"Truman show" alle porte di Roma
Il Grande
Fratello ti spia in televisione
di Antonio Dipollina
SOMMARIO:
Da settembre su una rete Mediaset (forse Italia 1) arriva la fortunata
serie "Big Brother" che ha già spopolato in Europa.Il
contratto non è ancora stato firmato ma i tecnici stanno
già lavorando sulla "casa di vetro". All' estero
gli attori sono diventati star. Il pubblico vota i preferiti:
i meno amati vengono esclusi.
MILANO - In dieci, in un prefabbricato di duecento metri quadri
alle porte di Roma. Per tre mesi. Senza uscire mai. Drammi dell'immigrazione?
Macché, televisione. E consapevole, voluta: anzi, si scanneranno
a migliaia per essere tra i prescelti. Sta funzionando da sei
mesi in tutti i paesi europei. A settembre tocca a noi, non si
scappa. Volgarmente Ë il "Truman Show" portato
in tv. In realtà è quella cosa a metà tra
fiction, realtà, gioco interattivo con il pubblico che
è stata inventata in Olanda sul finire dello scorso anno.
Con il nome di Big Brother, la tv privata "Veronica"
ha incatenato agli schermi milioni di cittadini ansiosi di seguire
le peripezie dei volontari che si erano rinchiusi nella casa e
avevano convissuto per cento giorni. Davanti alle telecamere,
ovviamente. Che spiavano ogni loro gesto, in qualunque stanza,
fermandosi a malapena sul limitare della toilette. Alla sera,
andava in onda il meglio di quanto registrato. I personaggi, divisi
a metà tra uomini e donne, si limitavano a vivere insieme,
parlando, mangiando, inventandosi passatempi, magari innamorandosi,
discutendo. Su un sito Internet apposito, e anche per telefono,
il pubblico da casa intanto, votava. Votava il più
simpatico e il meno simpatico. Ogni settimana, chi arrivava ultimo
veniva cacciato dalla scena. L' ultimo rimasto, alla vigilia di
Capodanno, si è portato a casa duecentocinquanta milioni
di lire. Tutti, dal primo escluso al vincitore, sono diventati
famosi, hanno avuto premi e apparizioni in tv. La prima esclusa,
una tipa evidentemente antipaticissima, abbandonò indignata
il programma rilasciando dichiarazioni di fuoco sull' uso volgare
di questa tv, e la settimana dopo si fece fotografare nuda su
Playboy. Big Brother sta andando in onda in Germania sulla tv
Rtl2, che di solito ha una media intorno al 5 per cento dell'
ascolto. Big Brother è arrivata al 25 per cento. La scorsa
settimana è stato eliminato a sorpresa uno dei protagonisti
più quotati, i giornali tedeschi hanno scritto che all'
uscita c'erano diecimila persone ad attenderlo e festeggiarlo.
La serie sta partendo anche in Spagna, andrà negli Usa
sulla rete Cbs ed è stata perfino acquistata in Svizzera.
E noi? Certo che sì. A settembre venturo, su una rete Mediaset
(probabilmente Italia 1). Il contratto non é stato ancora
chiuso, ma sono dettagli. Big Brother sta arrivando. Lo produce
la società Aran, che è una filiale della società
olandese che si è inventata il programma. Il manager Marco
Bassetti racconta il progetto, e spiega che al momento è
alle prese soprattutto con i problemi tecnici, e soprattutto nella
dislocazione delle telecamere fisse per tutta la casa. Una casa-bunker
(ma con giardino) che verrà costruita in una località
alle porte di Roma, località che si cercherà di
tenere segreta il più a lungo possibile ("L' esperienza
all' estero ci ha insegnato che la sicurezza è il problema
principale"). Ci sta lavorando un progettista (Duecento metri
quadri. Quanti bagni? Ancora non si sa), una squadra di persone
sta invece lavorando al resto, che però Ë gia scontato.
In tempi brevi tramite un sito Internet fatto apposta, ci si potrà
iscrivere ai casting per partecipare (prevista un' affluenza di
massa). La promessa: tre mesi della propria vita in cambio della
svolta sicura. Il successo, la fama, le ospitate in tv e un ricco
premio finale per il vincitore. Ogni sera, prima dei tg, andrà
in onda la puntata quotidiana. Le telecamere nella casa riprenderanno
tutto quello che succede tra i dieci ospiti (di età giovane
o appena meno giovane), lo staff del programma controllerà
e selezionerà, monterà le immagini a tempo di record,
costruirà la puntata. Poi toccherà al pubblico votare
e incidere sui destini dei protagonisti. Già dopo una settimana,
il meno votato verrà espulso dalla comunità (ma
diventerà famoso
proprio per quello, e probabilmente riceverà molte proposte
di matrimonio). In Olanda - e anche altrove - qualcuno ha eccepito
sulla verosimiglianza di quanto accadeva in quella casa. Consigli
dalla produzione? Fiction? "Diamo sicuramente degli spunti
- dice Bassetti - ma posso assicurare che in tv nulla funzionava
meglio di quello che i protagonisti si inventavano giorno per
giorno". Compresi amori veri e finti (le camere da letto
però sono off-limits alle telecamere, a meno che non servano
per dormire), litigi, partite a carte e così via. Il Truman-Show,
insomma, é qui. Se qualcuno vuole appuntarsi da qualche
parte il nuovo genere creato con Big Brothers sappia che si tratta
di Real-soap.
(13 Aprile 2000)
A partire dalla prossima
stagione Canale 5 realizzerà
la versione italiana dello show che fa impazzire il mondo
Ecco "Grande
Fratello"
e la vita scorre in tv
di RICCARDO STAGLIANO'
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ROMA - Dal buco della serratura televisiva più famoso
del mondo si potrà sbirciare anche in Italia. A partire
dalla prossima stagione, infatti, Canale 5 realizzerà una
sua versione di "Big Brother", la punta estrema del
cosiddetto "reality entertainment", "la realtà
come intrattenimento" o meglio il "voyeurismo come show".
Il titolo, chiaramente tratto dal romanzo "1984" di
George Orwell, è già diventato un "caso"
mediatico in Olanda, Spagna, Germania e presto negli Stati Uniti,
e ha un format semplicissimo: cinque uomini e cinque donne convivono
per tre mesi in una grande casa, circondati da telecamere e microfoni
che registrano 24 ore su 24 ogni scampolo della loro vita. Pur
sapendo di essere ripresi, i dieci individui sono portati, ben
presto, a dimenticarsi della presenza del "grande occhio",
e a vivere le dinamiche sociali in modo spontaneo. Innamoramenti,
liti, quotidiane toilette: niente sfugge. Ogni due settimane,
poi, il pubblico è chiamato a votare per eliminare il protagonista
meno convincente, che sarà rispedito a casa. L'ultimo sopravvissuto
vince un premio in denaro che, nella realizzazione tedesca, si
aggirava sui 250 milioni ma nella prossima versione statunitense
dovrebbe aggirarsi sul miliardo.
Ma sono soldi ben spesi, almeno dal punto di vista delle televisioni che si sono accaparrate i diritti per trasmettere la serie. In Spagna Telecinco ha visto incrementare i suoi ascolti in maniera vertiginosa. In America Cbs sborserà 20 milioni di dollari per la sua esclusiva, dopo un'agguerrita asta contro Abc e Fox. In Olanda, dove tutto è cominciato, la finalista Karin van Elswijk (ma ormai nessuno ha bisogno del cognome per riconoscerla e chiamarla per strada) è una celebrità nazionale: nelle 114 puntate in cui 24 telecamere e 59 microfoni l'hanno immortalata nelle più prosaiche delle attività, gli olandesi hanno imparato a conoscerla e l'ultimo episodio ha totalizzato il 53,6 per cento di share.
Uno dei punti di forza del serial, spiegano gli autori, è l'assoluta imprevedibilità della trama. Questo, oltre a una morbosa curiosità, tiene incollati i telespettatori allo schermo. E il successo ha ormai tracimato dai confini televisivi per allagare anche la Rete. Sul web infatti è possibile trovare riassunti delle puntate, partecipare a giochi e sondaggi o seguire in diretta, in formato video, l'evolversi degli eventi. Il sito www.bigbrother-house.de è stato, nel marzo scorso, il secondo più visitato della Germania con 77 milioni di contatti, oltre a essersi conquistato un'attenzione enorme da parte della stampa. Idem in Olanda, dove il sito ufficiale ha superato i 50 milioni di pagine viste e dove decine di altri, messi su da fan, hanno avuto fortune analoghe.
I partecipanti sono già delle star. Prendete Zlatko, operaio macedone di 24 anni eliminato pochi giorni fa dal televoto tedesco: ha già preso parte a tutti i più importanti talk show del paese, ha ottenuto la copertina della rivista "Stern", ha inciso un disco e ha firmato un contratto per un programma televisivo. E non è l'unico ad aver conociuto una fama così bruciante.
L'avvertenza però è di evitare l'analogia più facile e tentatrice, quella con il "Truman Show". Nella pellicola di Peter Weir infatti il protagonista si trovava imprigionato, suo malgrado, nella trappola televisiva; qui, invece, i candidati protagonisti accorrono da tutti gli angoli del paese, a loro spese, per partecipare ai colloqui di ammissione. "Ognuno ha diritto ai suoi 15 minuti di celebrità" insegnava Andy Wharol. I nuovi esibizionisti del piccolo schermo lo sanno, e come loro le centinaia di migliaia di persone nel mondo che hanno istallate 250 mila web cam - nell'approssimativa stima di Brian Cury, fondatore del network EarthCam - che ci rendono edotti, minuto per minuto, in diretta, sul film insipido o elettrizzante delle loro vite.
(21 maggio 2000)
MADRID - Telecarcere è qui, Soto del Real, a quaranta chilometri dalla capitale. La definizione è quella di pochi illuminati spagnoli, che tentano di ironizzare. Ma tutti gli altri, in Spagna, impazziscono. Telecarcere un bel niente, questo è il programma più bello e accattivante da anni e anni, spiegano.
Mercoledì scorso, a sera, dieci milioni davanti alla tv, Telecinco, il sessanta per cento dei telespettatori. E' lui, è vicino, sta arrivando anche da noi. È il Grande Fratello (Gran Hermano, in Spagna). In dieci chiusi in un appartamento per cento giorni, senza nessun contatto con l'esterno - ma proprio nessuno - con ventinove telecamere a riprenderli giorno e notte.
Cinque uomini e cinque donne, che non si conoscevano fino a un attimo prima. Ogni due settimane, uno viene eliminato dalle votazioni dei telespettatori. Quello che rimarrà da solo, il 23 luglio, intascherà il premio, quasi duecentocinquanta milioni di lire. Gli altri saranno felici lo stesso. In Olanda e Germania, le due edizioni precedenti del Big Brother erano state robetta, al confronto. In piccole tv - ma il programma aveva comunque sfondato - ammiccando a trasgressioni e al lato morbosetto della convivenza forzata. Qui è altra musica: chi ci ha messo le mani ha trasformato il Grande Fratello nel romanzone popolare dell'anno, nell'argomento preferito delle conversazioni ai quattro angoli di Spagna, in carne da macello per la stampa popolare e anche per quell'altra. Primo, nessuno si sogna di mandare in onda i dieci quando entrano in bagno per motivi seri (se le ragazze si truccano, invece, via libera). Secondo, nelle camere da letto, uguale; a meno che non si dorma o si parli o si litighi. Terzo, qualsiasi colpo di scena, sorpresa, amore o disamore è non solo ben visto ma incoraggiato in tutti i modi, alla condizione tassativa che l'ambito sia quello della grande fiction popolare.
La mano dei produttori è fermissima. E' perfino inutile dire che i dieci protagonisti all'interno seguono un copione: il copione è nelle cose, nella selezione durissima che li ha prescelti, nelle "prove" che i dieci devono affrontare ogni giorno per aumentare il proprio budget in danaro a disposizione per procurarsi cibo e vizi. Il resto sta nelle duecento persone che vivono praticamente insieme a loro, oltre il muro, negli studi di Telecinco, nei bunker dove vive in permanenza il pool di medici, psicologi e sociologi - e chissà che altro - che sorveglia i dieci internati, tutti quelli insomma che controllano passo passo quello che succede, registrano tutto, scrivono e inviano dati al computer centrale che rielabora, questo va bene, quello no.
Telecinco, grazie al Gran Hermano è diventata in maggio e giugno la televisione spagnola più seguita: ovvero in Spagna vince una tv a capitale e guida straniere (Mediaset, ovviamente). Il consigliere (console) delegato Paolo Vasile salta da un angolo all'altro spiegando e raccontando: gioia allo stato puro. Funziona tutto, la Spagna è prigioniera di Telecarcere. Funzionano, soprattutto, inghippi e disguidi: c'erano cinque donne prescelte. Dopo una settimana viene fuori che una di loro, Maria José, in passato ha svolto il mestiere di prostituta. Scandalo epocale, cacciata dal programma. Passa un mese e si diffonde un'altra voce: anche Monica lo ha fatto. Con la differenza che ha esercitato fino a pochi giorni prima di entrare nella casa. Scandalo due, nuova espulsione. Ora: due su cinque è una media fin troppo sospetta, ma chi ci pensa quando invece il gioco è quello di scatenare polemiche violentissime, pianti atroci dei protagonisti in diretta. E Monica, un secondo dopo l'espulsione, è andata a sciogliersi in lacrime nel talk-show che segue il programma facendo esplodere gli ascolti ("Come Maddalena" hanno titolato i giornali). Sul settimanale scandalistico Interviù (nemico giurato del programma a furia di rivelazioni, in uno scopertissimo gioco delle parti) campeggia una vignetta in cui si vede un bordello che offre ragazze facili con un cartello davanti: "Qui si svolgono le selezioni per il Gran Hermano".
In una fase in cui non si era scoperto nulla, è successo invece che al momento dell'eliminazione del concorrente, un tipo è balzato dal nulla davanti alle telecamere e ha sventolato un cartello che inneggiava all'Eta. E la casa è isolata e blindata per un chilometro attorno. Mah, chissà. Ma soprattutto, chi ci pensa, visto che in Spagna non si parla d'altro?
(17 giugno 2000)
Il Grande Fratello
alle porte di Roma
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ROMA (a.dip) - La comunicazione intorno al Grande
Fratello, l'inferno mediatico che si attende (tra tv generalista,
pay-tv, Internet e la stampa che ne parlerà) è ritenuto
talmente decisivo che Mediaset ha pensato di affidarne la gestione
nientemeno che a Fabrizio Rondolino, ex portavoce di Massimo D'Alema
premier fino alle dimissioni - di Rondolino - per le polemiche
su un libro un po' licenzioso. Scrittore e polemista, Rondolino
dovrebbe così gestire interamente il flusso di informazioni
che dalla fucina del Grande Fratello si diffonderanno per il paese.
L'accordo non c'è ancora ma, come si dice in questi casi,
la firma è attesa nelle prossime ore. Anche e soprattutto
questo, oltre al poderoso impegno economico e ai mezzi dispiegati
(l'edizione spagnola è costata - ufficialmente - sui venti
miliardi di lire e sta rendendo cifre incalcolabili in pubblicità
e immagine) dimostra quanto l'appuntamento sarà preparato
con estrema cura. E non basteranno certo le prime avvisaglie di
interrogazioni parlamentari fondate su debolissimi sociologismi
per combattere la macchina da guerra del Fratello. Bisognerà
- per chi vuole - prepararsi meglio.
Per l'edizione italiana si parte il 13 settembre e hanno già chiamato in seimila per partecipare alle selezioni. La scelta è durissima perché si passa sì attraverso domande, test, certificati medici e così via, ma soprattutto bisogna essere funzionali a una tipologia di partecipante che i produttori di Big Brother (la società Endemol e in Italia la Aran di Marco Bassetti e Stefania Craxi) hanno ormai in archivio un database impressionante di volti, caratteri e tipologie. Si richiede, in teoria, spregiudicatezza, disponibilità ai contatti umani, ovviamente, ma soprattutto un'indole che non si può definire a parole ma nasce da una somma di caratteristiche che ormai chi opera le selezioni su scala mondiale riconosce a colpo sicuro.
La casa del Grande Fratello (duecento metri quadri) verrà allestita alle porte di Roma, forse a Cinecittà. Un personaggio Mediaset condurrà il talk-show in onda il giovedì sera (contattata Maria De Filippi, ma anche molti altri), la striscia quotidiana andrà in onda prima del Tg5, previsti altri spazi, pillole, approfondimenti qui e là. Ma ci sarà anche Stream, la pay-tv, protagonista assoluta e continua per cento giorni: uno dei suoi canali verrà adibito soltanto al Grande Fratello, 24 ore su 24, con diretta ininterrotta dalla casa e anche la possibilità da casa propria di scegliere la telecamera preferita. E su Internet, sul portale Jumpy, altre immagini a flusso continuo.
(17 giugno 2000)
Fabrizio Rondolino parla del nuovo programma
"Il Grande Fratello? Tv neorealista"
di Antonio Dipollina
SOMMARIO:
Questa sorta di "Truman show" arriva su Canale 5 e Stream
a settembre. La comunicazione affidata all' ex portavoce di D'
Alema La trasmissione ha già sconvolto l' Europa: prevede
la reclusione di dieci volontari in una casa per cento giorni,
controllati da telecamere
MILANO - Il grande fratello del Grande Fratello (il cult tv in
arrivo a Canale 5 e sulla pay tv Stream a settembre) si chiama
Fabrizio Rondolino. Era portavoce di Massimo D' Alema ai bei tempi,
si dimise dopo le polemiche sul contenuto hard di un suo libro,
oggi scrive, studia e si occupa di media. Al punto che Mediaset
ha scelto di affidargli la responsabilità della comunicazione
del programma ispirato - alla lontana - al Truman Show. Una scelta
che Rondolino concretizzerà a breve con la firma
di un buon contratto, ma che gli ha già attirato critiche
e avvisaglie di polemiche future. Eugenio Scalfari, ieri su Repubblica,
ha criticato sia il programma che il salto acrobatico di Rondolino
dalla comunicazione di governo a quella di un progetto che si
candida come il culto trash dei prossimi mesi (Grande Fratello
prevede la reclusione di dieci volontari in una casa per cento
giorni, controllati da telecamere). Rondolino, perchè lo
ha fatto? "Primo: me lo hanno chiesto. Secondo, mi interessa
la televisione, e parecchio, come forma pi completa di cultura
popolare. Quella di Big Brother, poi, è la frontiera estrema
di questa tv. Ë una sfida intellettuale di grande fascino".
Sfida intellettuale su un programma tutto voyeuristico? "L'
arte e la letteratura sono fondate sul voyeurismo. Madame Bovary
è un esercizio di voyeurismo continuo da parte del lettore.
E comunque: non condivido in nessun caso la distinzione netta
tra cultura alta e bassa, la tv non è spazzatura a prescindere.
Grande Fratello cosa fa, in fondo? Crea un meccanismo di finzione,
attraverso la realtà di queste persone rinchiuse nella
casa. Fanno cose vere, e ne esce una rappresentazione. E' arte,
no? Anche Luchino Visconti....". Chi? "Visconti neorealista,
la Terra trema, i pescatori veri che recitano un copione finto
e che diventa realtà, meravigliosamente. Chiaro che Visconti
non è minimamente paragonabile a questo programma, ma il
punto non è quello: è il modo, la condotta intellettuale
che rimane dignitosissima anche e soprattutto perchè si
rivolge al grande pubblico". La dica tutta: Grande Fratello
attirerà molte critiche dal mondo politico e lei è
l' uomo giusto messo al posto giusto per rispondere e replicare.
"Grande Fratello creerà due fronti contrari, uno politico
e uno culturale, quest' ultimo attento a questioni come il rispetto
della privacy, per esempio. Che dire, siamo qui, abbastanza
pronti: mi interessano tutti gli spunti che verranno, sarà
un grandissimo esperimento di comunicazione". Provi a comunicare
al pubblico la traccia che lega la sua esperienza con D' Alema
a questa. "Quello era un progetto politico preciso, con un
gruppo di lavoro che aveva come scopo quello di governare il paese.
Qui c'è la televisione, ovvero il luogo più ricco
e più complesso della cultura contemporanea, e un progetto
di grande comunicazione di massa. Non ci sono legami tra le due
cose e nemmeno ne servono, cosa devo giustificare?". Lei
sta scrivendo un libro, vero? "Sì, una storia d' amore.
Castissima". Dipende dalla storia d' amore. "Ci sono
due persone che sono costrette a sposarsi: non ne hanno intenzione,
ma quella necessità d' affetto forzato porterà a
un grande amore". Curioso, la costrizione: come nel Grande
Fratello. "E' arte, cultura. No?". Ma se davvero, come
auspica Scalfari, nelle serate tv del programma si formassero
altrove gruppi di giovani che leggono poesie, lei come la prenderebbe?
"Semplice. Manderei subito una telecamera a riprenderli.
Anche perchè altrimenti non se ne accorgerebbe nessuno".
(19 Giugno 2000 )
Inizia la selezione:
boom di richieste alla redazione del "Grande Fratello",
programma-choc di Canale 5
Gli aspiranti
Truman sono già settemila
SOMMARIO: Saranno ripresi
dalle telecamere 24 ore su 24. Il 70 per cento dei candidati sono
uomini
di Silvia Fumarola
ROMA - Felici di farsi riprendere da ventinove telecamere 24 ore
su 24, per cento giorni, in un appartamento di 200 metri quadrati.
Gli italiani aspiranti Truman, il protagonista del bellissimo
film di Peter Weir, non si sono tirati indietro, l'idea di provare
il brivido del Grande fratello, "Telecarcere", ha conquistato
soprattutto i giovani. Finora sono settemila le telefonate arrivate
ai centralini del programma, real show estremo che debutta a settembre
su Canale 5 (tutti i giorni alle 18.30 e il giovedì in
prima serata) e contemporaneamente sulla pay tv Stream. La selezione
italiana è iniziata, i dieci arditi - cinque uomini e cinque
donne - che hanno deciso di dire addio alla privacy, e per milioni
di spettatori non avranno più segreti - parteciperanno
a un casting di proporzioni enormi. La redazione del programma
ha contattato i primi mille candidati. Alla fine, dopo le selezioni
estive, dovranno essere in dieci i protagonisti di questa sit-com
più vera del vero, perfetti sconosciuti fino a cinque minuti
prima di chiudersi nella casa blindata, ma pronti a condividere
un esperimento che li taglierà fuori dal mondo. Il mondo
saranno quei duecento metri quadrati in cui vivono spiati, e i
milioni di spettatori voyeur che si appassioneranno alla loro
vita di reclusi. Le persone che hanno telefonato, raccontano a
Mediaset, appartengono prevalentemente alla fascia d' età
tra i 20 e i 35 anni: la maggioranza sono studenti universitari,
seguiti da giovani alla prima occupazione. L'Italia su Truman
show si divide nettamente: il 40 per cento chiama dal Nord, il
30 per cento dal Centro, il 20 per cento dal Sud, il 10 per cento
dalle isole. Le donne, più sensate, non sono rimaste colpite
da tutta questa pantomima: oltre il 70 per cento degli aspiranti
Truman sono uomini. Al momento, sono stati effettuati 350 provini.
Alla domanda: "Cosa vi spinge a partecipare al programma?",
rispondono tutti nello stesso modo. "La curiosità",
"La voglia di provare una nuova esperienza", "La
voglia di sperimentare dal vero un programma così diverso
da quanto mostrato normalmente dalla televisione" e "il
desiderio di mettersi alla prova". Ideato in Olanda, Grande
fratello ha rapidamente conquistato l'Europa: i tedeschi sono
impazziti all' idea della tv spia che controlla ogni movimento
dal bagno alla camera da letto, ma anche in Spagna, dove sono
notoriamente più gaudenti, su Telecinco lo seguono con
curiosità dieci milioni di spettatori. Chi ha scelto di
vivere da Truman per cento giorni, a differenza di Jim Carrey
- che nel film di Weir non era consapevole della messinscena -
sa benissimo a cosa va incontro: nel suo piccolo sarà la
star di una soap opera diversa da tutte.
(20 giugno 2000 )
Londra, versione sexy
del Grande Fratello
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ROMA - Prendi otto giovani single, quattro ragazzi e quattro
ragazze. Falli vivere per una settimana in una lussuosa villa
spagnola, spiati 24 ore su 24 da telecamere nascoste. Aggiungi
un po' di sesso e di passione. Il risultato è il cocktail
di The Villa, il piccante real show in onda tutte le sere sull'inglese
SkyOne. La serie non è solo l'ennesima icona della tv guardona,
che già trionfa sugli schermi europei e statunitensi con
il Grande fratello, da settembre anche in Italia, con Survivor
e con 1900 House, ultima creatura di casa Pbs in fatto di tele-verità.
La novità sono le riprese piuttosto hard: nella puntata
di lunedì (The Villa va in onda alle 22), per esempio,
uno dei ragazzi si è esibito in un erotico strip-tease,
mentre un altro è stato depilato a forza dalle ragazze.
Se in 1900 House una famiglia londinese viene "trasferita" ai primi del '900 e costretta a vivere senza alcuna comodità, i protagonisti di The Villa hanno invece a disposizione una sorta di paradiso esotico e dotato di ogni confort. L'atmosfera ideale, insomma, per flirtare e, perché no, conoscere il partner perfetto anche per la vita reale.
I giovani attori cambiano ogni settimana: devono avere un'età compresa fra i 18 e i 35 anni, risiedere in Gran Bretagna o in Irlanda e soprattutto non avere alcun legame sentimentale. Per essere selezionati, devono partecipare a un casting via Internet, inviando foto e curriculum. Un primo screening viene effettuato attraverso un'apposita hotline telefonica. Tocca comunque a un computer, che non poteva non chiamarsi Cupido, creare gli accoppiamenti definitivi.
A leggere gli annunci sul sito Internet, sembra di trovarsi di fronte a un"agenzia matrimoniale in versione Truman show. Le inserzioni puntano infatti sulla curiosità e sul desiderio di mettersi alla prova, ma anche sulla possibilità di trovare l'anima gemella. Le polemiche di turno sulle sequenze hard e sull'occhio indiscreto della tv che fruga nel privato rischiano dunque di cedere il passo a un interrogativo: basta un mix studiato al computer per garantire la convivenza perfetta in una coppia?
(21 giugno 2000)
Ecco come sarà
la casa costruita a Cinecittà per il programma in tv
Dietro quelle
mura senza privacy
di Leandro Palestini
SOMMARIO: L' APPARTAMENTO
ROMA - No, non è la casa dei vostri sogni. Al contrario,
la villetta costruita a Cinecittà per il Grande fratello
di Canale 5 può generare solo degli incubi post-televisivi.
Qualcuno consiglia: "Non aprite quella porta!". Ma tra
curiosità e incoscienza, dopo una estenuante trattativa,
rigorosamente bendati, un Caronte ci traghetta negli studios per
dare una sbirciatina di pochi minuti (lui si gioca il posto di
lavoro), in quelle quattro mura che diventeranno, fatalmente,
da settembre a Natale, l'arena più gettonata dai televoyeur
d'Italia. Come è fatta la casa di vetro? 185 metri quadrati
coperti e 150 metri di giardino per l' ora d'aria dei reclusi
(volontari) del piccolo schermo. Sobrie le stanze da letto, solo
due, per cinque uomini e cinque donne: ma in barba alla privacy,
si esclude che alle esponenti del gentil sesso sarà concesso
di stare tutte in una stanza. Sempre a beneficio dell' audience.
Le pareti? Apparentemente normali. Ma all'interno nascondono dei
piccoli corridoi in cui possono circolare liberamente i cameramen,
i fonici, i tecnici delle luci. Le pareti sono "trasparenti",
come nelle candid camera di Nanni Loy, ma quello era il Giurassico
Tv:in questa casa vengono impiegate trenta telecamere, cento microfoni,
e le camere da letto super-accessoriate hanno telecamere a raggi
infrarossi per non perdere eventuali performance notturne: anche
al buio c'è rimedio. La rete Stream trasmetterà
(a pagamento) fedelmente quello che succede nella casa nelle 24
ore. Per contro, i dieci "fortunati" ospiti del Grande
fratello avranno a disposizione un unico bagno (per fomentare
le risse?) con un lavabo e una stanzetta con water closed e box
doccia. Niente vasca da bagno, l'unico lusso è la telecamerina
sopra il wc. Anche la cucina è spartana, con un angolo
cottura che confina con la zona soggiorno. Lì c'è
un unico tavolo da pranzo, è la zona conviviale, ma dopo
mesi di convivenza più che le conversazioni brillanti gli
autori (confortati da psicologi-consulenti) si aspettano delle
liti furiose. La luce del sole? Poca. Le camere da letto come
il bagno non hanno delle vere e proprie finestre per guardare
il cielo. Come nel Truman show, il tutto Ë racchiuso dentro
un recinto televisivo: è da fine maggio
che una piccola squadra di muratori lavora a questa villetta (a
un piano) sotto lo sguardo vigile della produzione del Grande
fratello, in un clima da guerra fredda televisiva: vedono spie
dappertutto. I dieci Robinson Crusoe della tv non avranno il televisore
e neppure i giornali. Tagliati fuori dal mondo, potranno però
godere di una piscina, di un piccolo orto e di un pollaio con
dieci galline: lo stesso numero dei concorrenti del programma-verità
di Canale 5.
(24 giugno 2000)
Il Grande Fratello chiama tutti in fila per piacergli
di Ottavio Ragone
SOMMARIO: In un albergo di Napoli le selezioni per il "Truman show" di Canale 5, che inizierà a settembre. Arrivano a centinaia attratti dal miraggio della popolarit¦à. Studenti, ex modelli, garzoni da bar si sottopongono al fuoco di fila spietato delle domande... Tra i 10 che spunteranno il posto, uno vincerà 250 milioni.
NAPOLI - Entrate, ragazzi. Andate a confessarvi.
Il Grande Fratello vi aspetta. Vieni, Giovanni, siediti. Mettiti
a tuo agio. Sei disinibito? "Mah, penso di esserlo.".
Ti mostreresti nudo davanti a una telecamera? Giovanni deglutisce.
"Sì", risponde. Hai problemi di dimensioni? Intendo
dire: ce l' hai grande o piccolo?
Non ridere. "Dipende da come mi sento in quel momento".
Sei un eiaculatore precoce? "Sì, la mattina presto".
Il Grande Fratello è brutalmente esplicito. Freddo come
piacerebbe a Orwell. Si mostra in una sala di albergo, a Napoli,
con il volto di Andrea, Massimo, Eliana, alcuni degli autori del
programma-choc di Canale 5 che andrà in onda da settembre
a Natale, sulla scia del travolgente successo registrato in Olanda
e in Germania. Dieci volontari tra i 20 e i 40 anni, metà
uomini e metà donne, selezionati in tutta Italia attraverso
colloqui e test psicologici, saranno rinchiusi in una casa di
campagna per cento giorni, isolati dal resto del mondo, senza
radio, televisione, giornali, senza orologi affinchè perdano
la cognizione del tempo. Con un solo bagno. In questa gara di
sopravvivenza in diretta saranno spiati da trenta telecamere nascoste
in ogni recesso, dalla tazza del water alla doccia alla camera
da letto. Proprio come nel Truman Show, il film di Peter Weir.
Solo che Truman ignorava di essere osservato. Invece i dieci volontari
lo sanno. Dovranno solo fingere di essere se stessi: ma chi non
lo fa, nella vita vera? Vincerà il più forte, il
più scaltro, il più amato dal pubblico dei telespettatori
che, per telefono, esprimerà le sue preferenze. Alla fine
di questo trekking dei sentimenti ci sarà un premio tangibile
- 250 milioni - e uno immateriale, ma ben più ambito: la
notorietà televisiva, la vertigine della popolarità.
Il prezzo per diventare celebre. Ne sono consapevoli i duecento
ragazzi napoletani che fanno la fila davanti all' albergo delle
Terme di Agnano. La platea è variegata: studenti, ex modelli,
garzoni del bar in cerca di riscatto sociale. Sono qui per sottoporsi
al test. Rispondono alle domande a bruciapelo di Andrea, Massimo
ed Eliana. Entrano nella stanza uno per volta, consegnano una
fotografia, la migliore che hanno. Andrea avverte: "Faremo
domande sgradevoli, dirette, ma è l' unico modo per far
cadere la maschera. Cerchiamo persone vere, di carattere".
Benvenuti ragazzi, entrate nel confessionale. Come ti chiami?
"Francesco. Ho 22 anni". Perchè vuoi partecipare
alla trasmissione? "Mi intriga conoscere altra gente. So
arrangiarmi.
Ho fatto campeggio per sei anni. Lavo i panni, stiro". Ti
sei stirato tu la camicia, oggi? "Sì". Si vede.
Sai che rimarresti isolato dal mondo per cento giorni? C' è
qualcuno, in famiglia, che potrebbe sentire la tua mancanza? "Sì,
la mia sorellina. Ma la consolerà il cane". Allora
tu hai lo stesso peso del cane. E se papà ti vede in televisione
sotto la doccia, nudo? "Non succede nulla". Non imbrogliare,
Francesco. Resisti alla prepotenza? E se nella casa troverai uno
stronzetto che se ne starà tre quarti d' ora in bagno,
sotto la doccia? "Tenterò di dialogare. Finchè
avrò pazienza". Fine del colloquio. Francesco non
piace al Grande
Fratello. Tocca a Luca. Che fai nella vita, Luca? "Sono dottore
in Legge. Ho 26 anni. Sposato". Ho notato la fede al dito.
Nella casa troverai altre donne. Sei uno che tradisce la moglie?
"Il concetto di tradimento non mi appartiene. Sono leale
con le persone che amo". E se una delle cinque ragazze ti
mette la mano sul sedere? Luca scatta, si alza dalla sedia. Urla:
"E vai!". Tua moglie come la prenderebbe? "Mi ha
detto: o abbandoni il tetto coniugale, o sei in fuga per la vittoria".
Fuori Luca. Avanti Annamaria. Laurea in Sociologia, 25 anni. Perchè
sei qui? "Voglio mettermi alla prova. Misurare la mia capacità
di resistenza. In quella casa nasceranno amori, amicizie".
Bella la tua maglietta. Sei timida, inibita? Hai solo un buco
tra un bottone e l' altro, sulla scollatura. "Perchè,
quanti buchi dovrei avere?". Cosa cambieresti di te? "Mi
rifarei il seno, forse il naso. Vorrei essere cinque centimetri
più alta. Però in fondo sto bene così. Sono
molto autoironica". Fare la fila per andare al bagno ti sembrerebbe
un' interessante esperienza sociologica? "Dipende. Detesto
le persone sporche". Come definiresti le donne? Cattive,
buone, stronze, amiche... "Sono arpie". E gli uomini?
Arpioni? "No. Bisogna saperli prendere. Devi far credere
che sono loro a dirigere il gioco, mentre comanda la donna".
Basta Annamaria. Entri Luigi. Qual è la tua storia, Luigi?
"Facevo il modello. Poi ebbi un incidente d' auto. Restai
tre mesi in coma. Quando mi risvegliai non ricordavo più
niente. Ero un' altra persona. Guardavo le mie vecchie foto e
pensavo: "Quello non sei più tu. Avevi un' altra luce
negli occhi"". Ti spaventa l'idea che in quella casa
potresti passare interi giorni in silenzio? "Perché
mai? Il silenzio è bellissimo. Io l' ho sentito".
Perchè sei qui? "Voglio parlare con il Grande Fratello.
Così mi guarderò negli occhi".
(24 giugno 2000)
Comitato civico contro Canale 5.
Mentana e Rossella: "Perché scandalizzarsi?"
"Fermate il Grande Fratello" ancora polemiche sulla tv-verità
ROMA - Entro la metà di luglio
ci saranno i dieci prescelti e le venti riserve; la clausura ripresa
in diretta inizierà solo a settembre. Ma per "Il Grande
Fratello" non c' Ë pace già da oggi. Non solo
il presidente della Rai Roberto Zaccaria lo ha definito "un
progetto inquietante" e ha manifestato preoccupazioni etiche,
non solo il direttore generale della stessa azienda, Pierluigi
Celli ha dichiarato che il programma era stato offerto anche alla
tv pubblica che però lo aveva rifiutato, ma c'è
già un comitato di cittadini pronto a mobilitarsi "perchè
Canale 5 non lo trasmetta". Portavoce della proposta è
il presidente dei deputati democratici, Franco Monaco, che dice:
"Non si può restare inerti a fronte di una tale perversione
della comunicazione tv, corriva verso il voyerismo di massa".
"Anch' io sono sgomento per l' annuncio della serie di Canale
5 "Il grande fratello" e sono colpito in generale da
alcuni fenomeni gravi e deleteri come i quiz miliardari"
dice il sottosegretario alle Comunicazioni Vincenzo Vita. "Mi
sembra che iniziative come queste segnino crepe più evidenti
nella vecchia tv generalista che pare diventata sempre più
solo una macchina pubblicitaria a scapito di ogni qualità.
Tra l' altro, mi chiedo se per il "Grande fratelo" vi
siano anche problemi di tutela della privacy". Più
cauto Alberto Abruzzese, docente di sociologia delle Comunicazioni
di massa all' Università La Sapienza di Roma: "E'
un programma che sollecita la
curiosità. E' un pò come guardare dal buco della
serratura, l'importante è che venga realizzato senza volgarità".
Enrico Mentana, direttore del Tg5 commenta ironicamente i giudizi
espressi da Zaccaria e Celli: "E' giusto guardare la pagliuzza
nell' occhio altrui, ma bisogna sempre ricordarsi del proprio
trave. Come si possono dire certe cose del "Grande Fratello"
quando ci si prepara a mettere in scena "Carràmba
che fortuna"?". Carlo Rossella nel suo "Verissimo"
ha "già assaggiato il "Grande Fratello":
ho dedicato parte di una puntata della scorsa settimana e alcuni
minuti di quella di venerdì alla versione spagnola del
programma. Il risultato? Ottimo. La settimana scorsa, da quando
abbiamo iniziato a parlare del "Grande Fratello", lo
share è aumentato dal 23 al 34 per cento. Venerdì
sera abbiamo invece dedicato parte di "Verissimo" agli
aspetti sentimentali legati al programma e, anche se non ho ancora
dati precisi, abbiamo visto aumentare lo share medio del venerdì
di circa due punti percentuali. Scatena l'audience e sono davvero
contento che Mediaset l' abbia acquistato: io stesso mi trovo
spesso a spiare tra le finestre illuminate, e capisco questo desiderio
di conoscere come vive le gente normale. Le polemiche, in primis
quella di Zaccaria, mi sembrano solo frutto di una retorica commerciale".
(25 giugno 2000)
La provocazione di Giovanni Minoli, direttore di Stream, che trasmetterà il programma: "Per la Rai sarebbe stata una bella sfida"
"Il Grande
fratello? E' da tv pubblica"
di Silvia Fumarola
SOMMARIO: "E' una real soap, anzi un gioco che dieci persone adulte e consapevoli decidono di giocare" "La selezione dei concorrenti è il vero problema: ci vorrebbe un comitato di intellettuali per sceglierli"
ROMA - "Prima di
tutto ringrazio il presidente della Rai Roberto Zaccaria per tutta
la pubblicità che ha fatto a Stream e al Grande fratello".
Giovanni Minoli, tuta e maglietta blu, scarpe da ginnastica slacciate,
seduto sul divano della sua bella casa al centro di Roma, ha l'
aria agguerrita e divertita: le polemiche furiose sul programma
dell' anno - in cui dieci sconosciuti saranno seguiti notte e
giorno dalle telecamere - lo mettono di buonumore. Una vita a
Viale Mazzini, oggi direttore generale di Stream - che a settembre
con Canale 5 trasmetterà Il grande fratello - Minoli lancia
la sua provocazione: "La verità è che il programma
sarebbe dovuto andare in onda su una rete Rai. E' una trasmissione
da servizio pubblico: se deve difendere i deboli contro i forti,
allora poteva essere un' occasione per trasformare un rischio
in opportunità". Zaccaria si preoccupa del pubblico.
"I bollini sono un problema solo suo perché è
lui che deve rispondere dei 2500 miliardi del canone del servizio
pubblico. E non a me, ma all' Europa". La Rai lo ha rifiutato,
e nessuna tv pubblica europea ha voluto mandarlo in onda. "E
hanno fatto male. Tra l' altro nessun servizio pubblico ha comprato
Un medico in famiglia, citato - giustamente - come fiore all'
occhiello della Rai. E anche un Posto al sole, che prima nessuno
voleva e che adesso - gli sono grato - anche Zaccaria porta come
esempio. Perché lo dico? Perché le cose sono come
vengono fatte: Il grande fratello è
solo un gioco, che dieci persone libere, adulte e consapevoli
decidono di giocare". A molti non sembra un gioco. "Allora
definiamola una real soap in cento puntate, costruita con tutti
i meccanismi del racconto televisivo, che ha, nel momento del
gioco e della scelta dei concorrenti, il suo punto alto di drammaturgia.
In un altro contesto si sarebbe parlato di attori di strada, di
neorealismo. Io dico solo che quella casa Ë un set, come
quello costruito a Napoli per Un posto al sole o a Roma per Un
medico in famiglia. La vera differenza sta nella scrittura. Là
si parte da sceneggiature guida, qui da persone con i loro problemi.
Non sappiamo quali dinamiche scatteranno. Tutti si chiedono se
ci saranno le telecamere nel bagno o se li vedremo che fanno l'
amore". Il nodo è la scelta dei concorrenti. "Sì.
Per questo propongo una commissione, formata da scrittori come
Montefoschi, rappresentanti del cinema, intellettuali. Io ci metterei
Scalfari". Lei fece un esperimento con "Davvero".
"Cinque anni fa, con Carlo degli Esposti. Oggi la Rai avrebbe
potuto sperimentare nuove forme di linguaggio: vedremo Il grande
fratello sulla tv gratis, poi sulla pay tv, sui telefonini. Ogni
tecnologia declinerà col suo linguaggio lo stesso prodotto.
Noi, per esempio, divideremo lo schermo in cinque finestre, per
dare a Luciano Rispoli la possibilità di seguire e guidare
il pubblico in situazioni diverse. Si può discutere su
come si può fare: in una logica commerciale nel modo più
commerciale possibile, cercando di non eccedere nel rischio di
volgarit¦, ma certo, nelle mani di un servizio pubblico,
la lettura si sarebbe potuta fare su diversi piani". "Davvero",
pur suscitando qualche polemica, non fece tanto clamore. Cos'é
cambiato? "Davvero s' inseriva in una logica sperimentale,
allora eravamo abituati a farlo, a provare e riprovare. Oggi prevale
la logica del programma che chiude dopo una puntata, si comprano
i format consolidati perchè non si vuole più rischiare.
Penso al consigliere della Rai Alberto Contri, che cita come modello
Report di Milena Gabanelli che è nato con me, e so quanta
fatica abbiamo fatto per portarlo avanti. è un programma
foglia di fico da citare quando si parla di qualità, ma
di cui quasi ci si dimentica facendo i palinsesti". Vuol
dire che prevale la logica dell' Auditel? "Perchè
la tv generalista è sempre più commerciale, spinge
gli autori a fare ascolti: se non li ottengono vengono cacciati.
Si dice che in Rai servono i gruppi di lavoro ma poi si chiudono,
si dice che non ci siano più personalità interne.
Sono in diecimila, io non ci credo. E Celli rilascia interviste
in cui dice che si vergogna dei programmi che manda in onda".
Zaccaria parla spesso di qualità. "Montalbano a parte,
cita fiction come Un medico in famiglia e Commesse, che potrebbero
essere tranquillamente prodotti da tv commerciale. Si scorda della
Bibbia della Lux, premiata all' estero, studiata e pensata per
la
tv di servizio".
(28 giugno 2000)
Giovalli, direttore di Italia 1, annuncia l' acquisto del format più seguito d' America
E' lotta dentro
Mediaset arriva anche "Survivors"
di Leandro Palestini
SOMMARIO: Dieci o 15 concorrenti divisi in due squadre su un' isola saranno seguiti costantemente dalle telecamere.
ROMA - Se non è
guerra, poco ci manca. Italia Uno risponde con Survivors al Grande
fratello "scippato" da Canale 5. Il direttore di Italia
Uno, Roberto Giovalli, conferma: "In origine si era pensato
di mettere il Grande fratello su Italia Uno e non su Canale 5.
E' un programma nelle nostre corde, in tutta Europa (salvo la
spagnola Telecinco, dove ha avuto 17 milioni di telespettatori),
il Grande fratello non è mai andato sulle reti ammiraglie.
Ma i grandi ascolti sarebbero stati "distonici" per
la missione di Italia Uno: da noi, un programma così, che
dura cento giorni, avrebbe creato problemi ai venditori di pubblicità".
Intanto, si profila un colpo di scena per quanto riguarda la conduzione
del talk show di Canale 5 che, di giovedì sera, accompagnerà
ogni settimana la striscia quotidiana del Grande fratello: è
Daria Bignardi la più accreditata a condurre il salotto
con esperti e personaggi che ruoteranno intorno alla "casa
di vetro" televisiva. La Bignardi, già richiesta dalla
Rai, dovrebbe quindi fare marcia indietro e tornare a Mediaset.
Ma Roberto Giovalli, dopo lo scippo subìto ad opera della
rete ammiraglia di Giorgio Gori, non è rimasto con le mani
in mano. Parlando del palinsesto autunnale, ha annunciato la sua
risposta in fatto di real-tv. "Tra la fine dell' anno e l'
inizio del 2001 Italia Uno avrà in cantiere Survivors:
tratto da un format svedese (Expedition: Robinson), coinvolgerà
10- 15 concorrenti, organizzati in due squadre, giocheranno in
un' isola deserta non ancora definita. Sicuramente non italiana".
Survivors come degenerazione televisiva del darwinismo. Sedici
naufraghi, lasciati per 39 giorni su un' isola deserta del Mar
cinese meridionale, senza elettricità e telefonini, con
minime scorte alimentari (vivranno anche di caccia e pesca) e
chi non resiste viene drasticamente espulso. In compenso, chi
vince mette le mani su un tesoro: un milione di dollari messi
a disposizione dal generoso sponsor. E' questa la formula del
Survivors approdato con grande successo in America, sulla rete
Cbs, dopo un grande battage pubblicitario. Concepito come una
gara di sopravvivenza, il programma americano prevede concorrenti
di età compresa tra i 22 e i 72 anni. Da noi sarà
risparmiata la terza età, ma per il resto il meccanismo
sar¦ identico, con i "naufraghi" divisi in due
tribù. Il direttore di Italia Uno, Roberto Giovalli, conferma
che "in estate cominceranno i casting", rassicura i
più apprensivi ("non si prevedono riprese 24 ore su
24: si farà un montaggio di
quello che accade nell' isola"), prende le distanze dalla
real-tv di Canale 5: "Nel Survivors di Italia Uno non ci
sarà il clima claustrofobico del Grande fratello. Nessuna
costrizione in un appartamento di 200 metri quadrati". Poi,
per il gusto di provocare, Giovalli annuncia che in autunno manderà
in onda pure Euotrash: "Un programma di culto di Channel
Four, in cui si vedono cose schifose. Un esempio? Un ristorante
in cui si mangia carne di topo...". Da Survivors a Euotrash:
è il segno del degrado televisivo? "Il degrado è
altro", assicura Giovalli, con un esempio: "i servizi
giornalistici di questi giorni sul terzo segreto di Fatima".
Non vuole polemizzare su programmi e volti passati dal Italia
Uno a Canale 5. "Non sono irritato", giura Giovalli:
"ma se Canale 5 continuer¦ ad attingere ai nostri
programmi, che coprono la fascia che va dai 15 ai 34 anni, noi
saremo costretti a diventare ancora più sperimentali, a
cavalcare fasce sempre più giovanili, il tutto a vantaggio
di RaiUno che avrebbe ancora di più il monopolio del pubblico
più adulto". Per rafforzare il "target giovane",
spera di avere anche Andrea Pezzi nella sua squadra, e presto
farà uscire il marchio della sua rete dalla Tv: "Stanno
per nascere gli Italia Uno Caffè: il primo sarà
a Milano".
(28 giugno 2000)
Non è questa
la tv verità
di Giovanni Valentini
SOMMARIO: Grande Fratello, nella guerra tra i due poli televisivi è difficile dire chi si comporta peggio
"O Zaccaria non
viene avvertito di ciò che programma l' azienda che presiede
o a viale Mazzini di bronzo non c'è solo lo storico cavallo"
(da un editoriale di Enrico Mentana, direttore del Tg 5, 27 giugno
2000).
SE-è-vero-quello-che-racconta-il-direttore-mitraglia-del-Tg5
(parla così svelto che a volte rischia di non capire neppure
lui quello che dice), nella polemica sul "Grande fratello"
la Rai
predica bene (?) e razzola male. Secondo Mentana, infatti, mentre
il presidente della tv pubblica attacca quella privata per la
trasmissione che registrerà per tutto il giorno scene di
vita familiare, nello stesso tempo l' ente di Stato cerca dieci
ragazzine da ingaggiare per un nuovo programma, con un bando che
contiene accattivanti domande di questo genere: "Sei in grado
di sopportare telecamere accese su di te 24 ore su 24?".
Oppure: "Pensi che il tuo privato possa diventare pubblico
e il pubblico sia interessato al tuo privato?". In quest'
ultima guerra scoppiata tra i due poli televisivi, è difficile
dire chi si comporta peggio. Le "gemelle siamesi", come
le abbiamo definite in questa rubrica il 3 giugno scorso, si comportano
ancora una volta da piccole, litigiose sorelle. E francamente
la pretesa di riservare il privato alla televisione privata e
il pubblico alla televisione pubblica, appare quantomeno ingenua
e sospetta. Si può anche capire allora la provocazione
di Giovanni Minoli, costretto a uscire dalla Rai e passato ora
alla direzione di Stream, quando afferma che il "Grande fratello"
a suo parere "è una trasmissione da servizio pubblico".
C'è però un equivoco di fondo che va chiarito una
volta per tutte. La verità è che questa non è
tv-verità. E' tv-finzione. Anzi, tv- mistificazione, dal
momento che la finzione scenica viene spacciata per realtà,
con l' assenso e la complicità degli stessi protagonisti-attori.
Anche rispetto al racconto cinematografico di "Truman Show",
la differenza non sta soltanto nel fatto che lì l' attore-protagonista
è ignaro e inconsapevole di vivere una vita finta, di essere
ripreso fin dalla nascita giorno e notte dalla tv. La differenza
ancora più significativa è che nel film il protagonista,
quando si rende conto della situazione, la rifiuta: si ribella
alla schiavitù televisiva, fugge dalla sua realtà
artificiale e infine rompe lo scenario di cui è prigioniero.
Qui invece i protagonisti, perfettamente consapevoli di essere
ripresi, accettano la schiavitù, vi si sottopongono volontariamente
dietro compenso, recitano una parte. Sono attori improvvisati
che vendono la propria vita, il proprio volto e il proprio corpo,
i comportamenti
e le emozioni quotidiane. E si sottomettono così allo sfruttamento
del "Grande fratello". Dov'è, allora, lo scandalo?
è forse nel fatto che dieci persone si prestano a questo
gioco di società? E in qualche modo si prostituiscono,
nel senso letterale del termine, fanno cioè "commercio
di cosa che sia strettamente legata alla libertà e alla
dignifità umana" (Il Grande dirzionario Garzanti)?
Oppure lo scandalo sta nel fatto che milioni di spettatori s'
incolleranno al video, com'è già accaduto altrove,
per seguire 24 ore su 24 questa nuova turlupinatura mediatica?
Certo, possiamo prendercela con la tv, con la "Grande sorella"
che
manipola e mistifica la realtà. Possiamo prendercela con
la tv che in nome dell' audience non esita a usare qualsiasi mezzo
per conquistare l' attenzione, per impossessarsi del tempo dei
telespettatori e rivenderlo alla pubblicità, per sfruttare
insomma la curiosità, il voyeurismo, la morbosità
del pubblico. Ma in fondo, con le dovute eccezioni, non è
più o meno quello che fanno tutti i media, compresi i giornali
e ora anche i siti Internet, all' incirca per gli stessi motivi?
Si dirà: c'è modo e modo. Ogni cosa ha un limite.
La deontologia dell' informazione deve rispettare le regole dell'
obiettività, della correttezza, della privacy, della dignità
umana e della convivenza civile. D'accordo, belle parole, buone
intenzioni. Ma siamo proprio sicuri che sia sempre così?
Non facciamo anche noi i giornali per vendere (o almeno per diffondere)
più copie, per accrescere la readership, per aumentare
la pubblicità? Non inseguiamo la "domanda del mercato",
gli interessi, le tendenze, i gusti del pubblico? E non dovremo
fare altrettanto anche domani, o meglio non lo stiamo facendo
già oggi, per catturare gli internauti nella "Grande
ragnatela", per ammannire loro i "banner" di pubblicità
e attirarli magari nei negozi virtuali dell' e-commerce? Dalla
sua, rispetto ai media di carta, la televisione ha certamente
il vantaggio competitivo della spettacolarizzazione, attraverso
la suggestione delle immagini in movimento, dei suoni e dei colori.
E'
o comunque appare più reale, più vera, più
credibile. E proprio
per questo è anche più mistificatoria e più
pericolosa. A differenza di Internet, poi, non è soggetta
a un'effettiva interattività, sfugge a un confronto e a
un controllo diretto nel rapporto con il pubblico. Ed è
dunque più invasiva, più autoritaria, meno democratica.
Ecco perché, senza con ciò demonizzarla, è
necessario difendersi dalla tv; dalla sua capacità d' imbonimento,
di persuasione occulta; dalla dipendenza e dalla passività
che induce nel telespettatore, oltre la soglia della vigilanza
critica e dei freni inibitori. E a parte le autodifese personali,
l' antidoto migliore è proprio la salvaguardia più
ampia del pluralismo, l' articolazione del mercato e dell' offerta
televisiva, la possibilità di scegliere tra modelli, proposte,
formule diverse. Se all' interno di una stesso sistema di lingua
e di cultura la tv diventa invece tutta uguale, se finisce nelle
mani di un unico soggetto, se la televisione pubblica non si distingue
più da quella privata e commerciale, se le "piccole
sorelle" continuano ad alimentarsi e giustificarsi a vicenda
come le gemelle siamesi, allora la minaccia del "Grande fratello"
può diventare reale. Ma non sarà comunque la versione
integrale di Stream nè tantomeno quella ridotta di Canale
5 a evocare il fantasma. "L' RA della televisione non ci
ha imposto quel Grande Fratello immaginato dalla fantasia di George
Orwell, ma ci ha portato in casa una Grande Sorella, un medium
che ci avvolge e ci coinvolge vivendo con noi quasi ogni momento
della vita" (da "La Grande Sorella" di Carlo Sartori
- Arnoldo Mondadori Editore, 1989).
(1 luglio 2000)
Il Grande Fratello
debutta negli Usa
dal nostro corrispondente
ARTURO ZAMPAGLIONE
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NEW YORK - Con una carovana di gipponi attraverso le freeways,
le autostrade di Los Angeles, che ricordava vagamente l'ultima
scorribanda di O.J. Simpson prima dell'arresto, i dieci protagonisti
di "Big Brother", Grande Fratello, sono arrivati ieri
sera nella casa "trasparente" dove rimarranno chiusi
nei prossimi tre mesi. Ed è così cominciato anche
in America il programma voyeuristico più famoso del mondo.
In Europa "Big Brother" ha avuto molto successo. Negli Stati Uniti la rete "Cbs" punta molto sulla trasmissione, che andrà in onda cinque giorni alla settimana sul network nazionale, e non-stop sul sito Internet www.bigbrother2000.com , per contrastare la concorrenza di altre fortunate trasmissioni televisive di questa stagione, come il quiz che elargisce milioni di dollari ogni puntata.
"Big Brother" ruota attorno a una casa piccola, scomoda, squallida, con letti a castello e una piccola doccia con acqua calda solo due ore al giorno. Isolati dal mondo, senza telefoni, né giornali, né lettere, i protagonisti dell'avventura cercheranno di convivere alla meglio, mentre milioni di spettatori li spieranno. Tra i dieci c'è un po' di tutto: una spogliarellista di club e un operaio edile che ama girare in mutande, un nero pelato e una mamma di 4 figli, una funzionaria dell'Onu e un giovane che si è portato una scatola di preservativi.
Come in "Truman Show", in ogni angolo dell'abitazione ci sono telecamere, persino nel gabinetto e nella doccia ("ma solo per evitare che ci siano luoghi franchi", dicono alla Cbs, promettendo di non mandare in onda scene audaci). Le pareti sono ricoperte da falsi specchi. In tutto sono stati installati 60 microfoni. Ogni due settimane il gruppo si riunirà per votare due candidati all'esclusione; poi saranno i telespettatori e gli utenti Internet a fare la scelta finale.
Il vincitore riceverà 500mila dollari, più di un miliardo di lire, ma i dieci concorrenti che fino a ieri sera erano illustri sconosciuti sono già diventati grandi star. Il programma infatti ha già avuto una audience altissima e la speranza dell "Cbs" è che aumenti ancor più, che vada alle stelle, specie se la convivenza si farà, assieme, piccante e conflittuale, come accadde nelle versioni europee, dove il telespettatori trasformati in voyeur si sono gustati baci proibiti e scene di gelosia.
La casa di vetro di "Big
Brother" misura 180 metri quadri e ha un giardino con una
piccola piscina, per difendersi dal caldo estivo californiano,
un mini-orto e un pollaio che permetterà i rifornimenti
di proteine.Ieri sera, durante la prima puntata mandata in onda
alle 21, la presentatrice del programma Julie Chen ha introdotto
i dieci "eroi", che si sono incontrati per la prima
volta di fronte alla casa-prigione. Poi i dieci sono entrati,
hanno chiuso la porta e si sono dati in pasto alle telecamere.
La Cbs, naturalmente, ha fatto di tutto per scegliere cinque donne
e cinque uomini da realtà diverse, sia dal punto di vista
professionale, etnico e geografico.
Ecco le dieci "cavie".
Jamie. Ha vinto il concorso per Miss Washington e lavora
ina una società di Internet. E' single. Ha paura che le
mancheranno le comodità della vita, a cominciare dal cellulare
e dal computer.
George. E' un'operaio edile grasso e simpatico, con una
moglie (da 22 anni) grassa e lagnosa. Gli piace andare in giro
in mutande e la figlia di 17 anni ha paura di sentirsi imbarazzata
per lo show tv.
Eddie. Ha avuto un cancro da piccolo e ha una gamba amputata.
E' molto atletico, nonostante le stampelle. Ha una fidanzata tedesca.
Cassandra. E' nera e lavora in un'agenzia delle Nazioni
Unite a New York. Ha vissuto 10 anni all'estero.
Jordan. Fa l'entraineuse in un club per soli uomini per
guadagnarsi da vivere, ma ha ambizioni da scrittrice. E' bellina,
nuota, va in bici. Il fidanzato l'ha avvertita: se vedo che mi
tradisci, ti lascio subito.
Josh. Rimasto orfano di madre a 14 anni, è bellino,
studia ingegneria in California, gli piacciono le ragazza e si
è portato una confezione di preservativi perché,
dice, non si sa mai.
Curtis. Lavora a New York come avvocato (14 ore al giorno).
E' l'unico asiatico del gruppo. Canta in un coro. Non ha una fidanzata.
Si è portato dietro la Bibbia
Karen. Sposata da 22 anni, mamma di 4 figli, vive a Columbus,
Indiana. Il marito non è per niente contento dell'esperienza.
Finora si è sempre occupata dei bimbi.
Brittany. Di giorno lavora in una società molto
seria, di notte si veste da punk, mette gli anelli al naso e va
a ballare. "Ma sono vergine", insiste. Ed è molto
religiosa.
William. Nero, pelato (si rasa la testa due volte al giorno),
gioca a basket, lavora con i bambini afro-americani, ha una bella
fidanzata, ma... "ama le donne".
(6 luglio 2000)
Weir: il Grande fratello è pornografia
"Chiudete
la tv voyeuristica"
dal nostro inviato Maria Pia Fusco
SOMMARIO: Incontro a Taormina con il regista di "Truman show". "Il mio film era satira, questa Ë un'idea mostruosa" L' autore australiano attacca il programma, in Italia in onda in autunno su Canale 5. Ultima star della rassegna, Melanie Griffith, accompagnata dal figlio Alexander
TAORMINA - Peter Weir non avrebbe mai immaginato che il suo tenero Truman-Carrey avrebbe avuto tanti aspiranti imitatori in tutto il mondo, migliaia di persone entusiaste di mettere la loro vita in piazza e di esporsi senza pudore all' occhio spione del Grande Fratello. "Truman Show è una satira sul voyerismo e sull'invadente strapotere della tv. Truman era una vittima inconsapevole che si ribellava, trovo bizzarro e mostruoso che tanta gente si offra come vittima consapevole. Non si tratta più solo di voyeurismo più o meno innocente, che è parte della natura umana. Oggi la gente è satura, stufa di tutto, ha perso la capacità di sentire, di provare sentimenti. Il prossimo passo potrebbe essere che, ormai assuefatti alle immagini dei telegiornali, ai morti in Cecenia o in qualche altra guerra, si pretenda uno show in cui un litigio famigliare finisce in omicidio". Il tema d' attualità del Grande Fratello è d' obbligo con Weir, autore di Truman Show, ultimo grande regista ospite del festival nella giornata dedicata al cinema australiano. Stasera ci sarà l' ultimo sprazzo di divismo, garantito dalla presenza di Melanie Griffith, a Taormina con il figlio maggiore Alexander e senza il suo Antonio Banderas, impegnato in Sudamerica come testimonial di "Ola", un grande spettacolo di cultura spagnola. Chiusa e protetta in albergo, la Griffith è apparsa solo sullo schermo, protagonista di Forever Lulu, il film di John Kaye in cui è una romantica schizofrenica che fugge dall' istituto mentale e sconvolge la vita di Patrick Swayze, il primo amore, trascinandolo alla ricerca di un figlio in comune. Per la notte al Teatro Antico, Weir invece ha scelto la "sua" versione di Picnic a Hanging Rock del 1975, il film che ce lo fece conoscere. "Finalmente è il film che volevo io. 25 anni fa, quando uscì, volevo eliminare alcune sequenze per esaltare la tensione. I produttori me lo impedirono, il film era già uscito e andava bene, temevano che tagliassi scene gradite dal pubblico, come un medico che amputa la gamba sana. E' stato bello chiudermi in moviola e fare il "mio" film". Che comunque non ha perso il mistero. "Il film è da un romanzo basato su una storia vera. Mentre lo preparavo, incontrai una signora, ex allieva dello stesso college delle ragazze del film. "Non parlarle dell' incidente di Hanging Rock e delle due scomparse", mi raccomandarono. Fu la prima cosa che le chiesi. Lei rifiutò di rispondere, come se nascondesse qualcosa di terribile, uno scandalo al college, qualcosa di irripetibile. Più tardi la rincontrai, mi chiese se volevo ancora sapere. No, le risposi, non più". Nato a Sydney, Peter Weir, che dall' 84 lavora tra Usa e Australia, si definisce un "viaggiatore curioso, nel cinema e nella vita. Un europeo non può immaginare l'emozione di chi viene da un paese remoto, in cui il passato, l'arte, la storia sono solo nei libri. Nel cinema cerco storie sempre diverse, odio ripetermi e mi diverto a reinventarmi, perciò non sono famoso per uno stile riconoscibile. Storie spesso di ribellione, di qualcuno che reagisce all' ordine prestabilito, alle istituzioni, alla scuola, alla guerra, all' autorità. A scuola sono sempre stato un ribelle. Contro gli eccessi dei media non leggo più i giornali e non guardo la tv, non mi fido, non ci credo. E ogni volta che arrivo alla dogana di un paese e mi fanno le domande di rito - chi sono, conosco qualcuno, cosa farò mi infurio, è un attentato alla libertà, avrei voglia di litigare subito. Devo tenere gli occhi bassi, temo che il poliziotto capisca il mio stato d' animo". Weir non ha deciso la prossima storia da raccontare. "Un regista è come un vulcano, può essere estinto, addormentato o in eruzione. Per ora dormo, ma sento che l' esplosione è in arrivo". Il tema che lo tormenta è "la stanchezza dell' occidente, una società sfinita che si affanna a correre sempre più in fretta, senza pensare più a se stessi e agli altri".
(9 luglio 2000)
Big Brother alle prese
con il Grande Sbadiglio
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WASHINGTON - Uno sbadiglio seppellisce la versione yankee
del "Grande Fratello". Il programma che ha fatto registrare
i più alti record di ascolto della tv olandese, tedesca
e spagnola e che si appresta, tra mille polemiche, a sbarcare
in Italia nella prossima stagione, non sta andando affatto bene
negli Stati Uniti. Dopo aver superato facilmente i 20 milioni
di spettatori nella puntata di esordio del 4 luglio (dove le dieci
persone scelte per trascorrere tre mesi in una casa con 28 telecamere
e 60 microfoni, rinunciando a qualsiasi privacy, sono state presentate
al pubblico della Cbs) gli indici d'ascolto del controverso programma
sono caduti a picco.
Nella seconda puntata c'era già stata una perdita del 40 per cento: gli spettatori, attratti dalla novità dell'iniziativa, erano rimasti delusi. Nelle successive puntate (Big Brother va in onda cinque volte alla settimana) la perdita di pubblico è proseguita in modo ineluttabile, scendendo sotto i cinque milioni. "Il programma si sta profilando come un grosso fallimento - ha osservato un critico televisivo - ma il dramma per la Cbs è che vi sono altre 85 puntate da trasmettere".
Il vero problema è che i cinque uomini e cinque donne che hanno accettato di restare chiusi nella casa non sembrano essere molto interessanti. Maschi e femmine dormono in due stanze diverse nonostante il tentativo di "Mega" (l'unico nero tra i maschi) di impossessarsi di un lettino nella camera femminile. Karen, l'unica madre di famiglia, ha già detto ai compagni che non ama più il marito e che sta meditando il divorzio. Jordan, una studentessa che si è mantenuta agli studi facendo lo spogliarello, ha confidato solo alla ex-reginetta di bellezza Jamie il suo segreto. L'unico scossone alla placida routine della casa del Grande Fratello l'ha provocato, per il momento, una delle galline del pollaio: colpita da un'improvvisa malattia, i dieci si sono mobilitati e hanno chiesto alla Cbs delle medicine per curarla. Azione nobile ma emozione un po' scarsina per il programma che doveva mandare in tilt l'Auditel.
(10 luglio 2000)
"La tv in bagno era troppo per me"
"Io, eliminata
dal set del Grande Fratello"
di Alessandra Rota
SOMMARIO: Elena, segretaria romana di 23 anni, racconta il suo provino finito con l' esclusione. Scelti i primi due "inquilini" della casa "No, la mia intimità, quella più segreta, sbattuta davanti a milioni di persone... sarebbe stato come vendermi"
ROMA - "Ho capito
che non ce l' avrei fatta quando siamo arrivati alla storia delle
telecamere in bagno. La mia intimità, quella più
segreta, sbattuta davanti a milioni di persone... no, ho sentito
che sarebbe stato come vendermi". Elena Lieto, 23 anni, bruna,
non troppo alta, due occhi scuri e brillanti, nessun problema
di linea e una faccia da foto, è (meglio, era) una tra
i 2500 aspiranti che hanno sostenuto il provino per un posto nel
"Grande Fratello", programma di Canale 5 (Stream e portale
Jumpy) non ancora cominciato ma già salito al primo posto
dell' audience virtuale, non fosse per la sapiente strategia con
cui vengono filtrate e smistate le notizie a riguardo. E' di ieri
infatti il laconico comunicato in cui si annuncia che due dei
10 inquilini-forzati che per 100 giorni vivranno sotto l' occhio
delle telecamere, accese 24 ore su 24, sono stati finalmente individuati:
una donna forse sarda o più probabilmente siciliana, un
uomo di bell' aspetto, non più giovanissimo, proveniente
dal Nord d' Italia. Niente altro. Parla invece volentieri Elena
Lieto, segretaria in uno studio legale, maturità scientifica,
romana di Monteverde Vecchio, una tra le prime ad essere "visionata"
e respinta. Cos'è questa faccenda del bagno? "Quando
mi sono presentata, sapevo che avrei dovuto convivere con altre
persone, andare in onda in diretta, avevo pure chiesto al mio
fidanzato se mi avrebbe aspettato tre mesi senza lasciarmi, caso
mai mi avessero presa! Erano in tre in quella stanza del colloquio,
ma solo uno faceva domande. A un certo punto gli ho chiesto spiegazioni:
sul pollaio, perchè ci sono le galline, sulle camere da
letto. Sul bagno. E' lì che è venuta fuori la storia
delle telecamere: tre, una su water e bidet, una sulla doccia,
l' altra sul lavandino". Era una delle "condizioni".
Possibile che non ne sapesse nulla? "Non chiaramente. Insomma
che mi riprendessero mentre ero seduta sul water non mi sembrava
poi così necessario, né subito dopo, quando mi lavavo.
Scherzando ho detto che mi sarei messa un costume. L'esaminatore
ha subito cambiato faccia. Era ancora gentile ma - come posso
spiegare - più freddo, meno interessato". E che è
successo a quel punto? "Ha continuato a domandarmi se ero
disposta a stare nuda, ma nuda nuda. Io pensavo che magari le
braccia sul seno, un lavandino, la tenda della doccia potevano
servire come schermo. Non sono una frustrata, una bacchettona,
però quella del bagno mi è sembrata una tale violenza,
una forzatura. Mi interessa andare in televisione, volevo essere
notata, si sa, una cosa tira l' altra in quel mondo, però
non volevo esibirmi. Nuda ci sto a casa mia, non mi metto volentieri
in monokini su una spiaggia, figuriamoci se mi lavo in televisione".
Niente bagno, ma eventuali storie d' amore con abitanti della
casa come è successo nei Big Brother degli altri paesi?
"Sì, mi hanno chiesto come mi sarei comportata se
mi fossi innamorata. Non ho mica escluso la possibilità".
E a letto? "Sarei stata ben attenta, mi sarei trattenuta,
niente sesso filmato". Come, avrebbe finto? "No, avrei
aspettato di uscire; lì dentro niente più di qualche
affettuosità". Che però il suo fidanzato avrebbe
visto in
diretta... "Faccio di testa mia, lui non era d' accordo che
partecipassi alle selezioni. Ci sono andata lo stesso. Mia madre
era molto contenta, poi però quando ho raccontato del bagno
ha approvato la mia scelta". Pentita? "Assolutamente
no, anzi ammetto che è un' esperienza che mi ha fatto cambiare
un po' idea sul mondo della televisione. Credevo che ormai la
filosofia del: "quella lì l'ha data a destra e a sinistra"
fosse ormai tramontata e invece scopro che il criterio di selezione
è l'esibizione della nudità, il corpo in mostra
anche in momenti che dovrebbero essere intimi. Comunque che non
facevo al caso loro l'ho capito molto presto. Alla domanda sul
mio carattere ho risposto: "Aggressivo". Non era esattamente
quello che si aspettavano".
(16 luglio 2000)
La Bignardi condurrà il talk show sul Big Brother italiano
"Il mio Fratello
non sarà morboso"
di Leandro Palestini
ROMA - I benpensanti
già fremono all' idea voyeuristica che l'occhio del Grande
fratello si possa insinuare tra i bagni e le camere da letto degli
ospiti del programma più morboso della storia della tv.
Ma Daria Bignardi, nominata conduttrice del talk show settimanale
di Canale 5 (dal 14 settembre), dopo aver sbaragliato le concorrenti
Catherine Spaak e Cesara Buonamici, Elisabetta Gardini e Cristina
Parodi, assicura che non ci sarà scandalo: "Non si
vedrà nulla di sconveniente. Ho visto le cassette spagnole
e olandesi: il programma non è immorale". Quale sarà
il suo ruolo? "Sarò l' unico contatto tra i concorrenti
e il mondo esterno. Collegata in diretta con la casa. Ogni giovedì
l'escluso avrà 5 minuti per lasciare la casa, verrà
da me, farò delle interviste, avrò degli ospiti:
amici e parenti dei concorrenti". Lei stava per traslocare
in Rai. Poi c'è stato il dietrofront... "Con la Rai
c'era una trattativa avanzata. Avrei
dovuto fare un talk show nuovissimo, con il mio gruppo. Poi, un
mese fa mi sono lasciata sedurre dal Grande fratello: amo le sfide".
In cosa consiste questa sfida? "Dal talk show passo a un
terreno diverso. Sperimento un linguaggio nuovo, rivoluzionario,
che porta con sè una forte carica di imprevedibilità.
In genere sono il "capo progetto", qui sperimento un
nuovo tipo di conduzione, dovrò prendere decisioni in diretta,
con tante sorprese". Già, le sorprese: e le telecamere
che invadono la privacy? "Anche se i concorrenti sono consenzienti,
rifletteremo sulle questioni della privacy. Ma il Grande fratello
chiede almeno il permesso di scrutare 24 ore su 24 la vita di
dieci esseri umani, per la strada e nelle banche siamo spiati
senza saperlo". Vuole far passare il Grande fratello per
un programma educativo? Lo farebbe vedere a suo figlio? "Educativo,
diseducativo: è un discorso complesso applicato alla tv.
Anche Piero Angela può far male ai bambini piccoli. Ricordate
le polemiche che ho avuto a Tempi moderni, perchÈ parlavo
delle coppie gay? Oggi ne parla il Tg1 e anche troppo. Così
la novità del Grande fratello per ora spaventa, ma dal
punto di vista etico io non ci vedo cose negative. Mio figlio
Ludovico deve compiere 4 anni, ma a 15 lo potrà vedere
tranquillamente". Il debutto è per il 14 settembre:
come si sta preparando alla conduzione? "Per ora esamino
le cassette spagnole e olandesi. Il mio braccio destro, Alessandro
Lostia, lavora insieme agli altri cinque autori per "italianizzare"
il format originale. Il mio studio, costruito aCinecittà,
sarà semplice e funzionale, simile a quello del madrileno
Telecinco".
(21 luglio 2000)
Gasperi coordinerà i venti registi del Grande Fratello
"Macchè
vergogna qui si fa la storia"
di Leandro Palestini
ROMA - Il regista numero
uno del Grande Fratello italiano si chiama Fosco Gasperi, ha 47
anni, è milanese, ha un curriculum televisivo di tutto
rispetto (da Non stop di Enzo Trapani al
Carosello con Ambra alla Rai, da Casa Vianello a Ok il prezzo
è
giusto con Mediaset) e non si vergogna affatto di lavorare nel
programma più voyeuristico della storia della Tv. "Vergogna?
Perché mai? Con il Grande Fratello mi trovo di fronte a
un nuovo concetto di televisione, questo programma racchiude tutto
quello che è passato dentro la tv, dalle soap opera alle
candid camera al talk show". Qual è il suo ruolo?
Cosa succede nella cabina di regia del Grande Fratello di Canale
5? "Io curo la regia del giovedì sera, la trasmissione
condotta da Daria Bignardi in cui si fa il punto settimanale delle
varie storie che si sviluppano dentro la casa. Ma sono anche il
produttore creativo per la Aran, Marco Bassetti mi ha dato l'
incarico di coordinare il lavoro dei venti registi che si avvicenderanno
quotidianamente sul set del Grande Fratello. I turni sono duri,
saranno in coppia (cureranno la regia per due ore, poi monteranno
il girato), il mio compito è anche quello di assicurarmi
che lo stile sia sempre omogeneo". Stile è parola
grossa. Non si tratta di scene da voyeur? I concorrenti non vengono
spiati nel bagno e in camera da letto? "Ci sono molti pregiudizi
intorno al Grande fratello. Non nego che il voyeurismo è
una componente importante, ma noi non spingiamo verso gli eccessi.
Ci sono state precise raccomandazioni di Pier Silvio Berlusconi
in tal senso e io sono d' accordo: faremo attenzione
alla qualità, al buongusto, il Grande fratello va in onda
su Canale 5 che è una rete per famiglie. Certo, lo spettatore
ha il desiderio che accada qualcosa di strano, di morboso, ma
noi possiamo raccontare scene di odio o di amore senza essere
volgari. Esempio: se due copulano, noi faremo vedere i preliminari,
alcune effusioni, ma con il montaggio si taglieranno le scene
hard per passare alla sigaretta finale: come nel migliore cinema
degli anni '30". Come sta addestrando i venti registi del
Grande Fratello? "Intanto fatemi dire che sono registi di
ottima qualità, che per cento giorni si sottopongono a
ritmi estenuanti (bisogna produrre 25 minuti al giorno per Canale
5: dalle 18.30 alle 19), insieme vediamo le edizioni del Big Brother
degli altri paesi. Quella italiana sarà simile a quella
spagnola, più latina, sentimentale ed emotiva. Io non faccio
addestramenti, ma spiego ai registi che bisogna saper ascoltare
più che vedere. Noi raccontiamo gli stati d' animo, dalla
gioia al rancore. I silenzi del Grande Fratello sono a volte più
esplicativi delle parole. Se ci sono dei dialoghi è importante
fare dei buoni primi piani". Ma lei si sente un po' Christof,
il regista del Truman show? "No, non mi sento come Ed Harris,
e i nostri concorrenti non sono come Carrey. Chi gioca al Grande
Fratello Ë consapevole di quello che fa, e noi con grande
scrupolo li sottoponiamo a fior di test. Un gruppo di psicologi
verifica la personalità dei concorrenti: chi partecipa
avrà dei certificati di idoneità. Non vogliamo far
entrare nella nostra casa persone fragili, che potrebbero farsi
del male. E stiamo attenti anche al dopo: dopo il passaggio in
tv la loro vita privata potrebbe essere sconvolta".
(26 luglio 2000)
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