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ho
frequentato la scuola Vincenzo Bellini a Patti , nella sezione “E”,
scegliendo la lingua Francese. Non tutti i professori erano di mio
gradimento, in particolar modo la professoressa di Storia e Geografia,
sempre con la sigaretta ed il pacco di cerini in mano e un sorrisetto di
“sfottò” che ci terrorizzava. Però ho avuto due professori
meravigliosi: il professore di lettere Giando Domenico e la
professoressa di Matematica Cristina Adamo Borghese. Erano persone molto
dolci , di grande umanità e preparazione professionale che riuscivano a
tirar fuori il meglio di ogni alunno. Di altri professori non ho memoria
, forse perché non hanno lasciato traccia in me.
Il
Preside Carmelo Truglio non è passato inosservato per il suo aspetto
imponente e per la sua tendenza a seguire la moda di quegli anni come
“urlatore”. Aveva la pessima
abitudine di aprire di colpo la porta
dell’aula senza bussare e spesso veniva sorpreso da noi alunni quando
uscivamo per andare in bagno ad origliare dietro la porta. Questo suo
atteggiamento non ci intimoriva , ma era per noi occasione di sparlare
di lui e della sua buona educazione.Un personaggio era pure la bidella
Mancini, una donna di una certa età un po’ grassottella che stava
sempre seduta sulla sedia davanti all’ entrata, facilmente
“corrompibile” con un panino con la mortadella che compravamo nella
vicina latteria.
A
scuola avevamo solo una palestra poco attrezzata che abbiamo usato
pochissime volte e veniva usato invece lo spiazzo erboso accanto all’
edificio. Non c’erano né laboratori, né la scala di emergenza, né
la mensa. Secondo me la scuola di oggi è molto migliorata rispetto a
quella che ho frequentato io, ed è giusto che sia cosi , perché la mia
era più un dovere che un piacere, nella quale trascorrevi giornate
noiose e poco attrattive e dove un giorno di vacanza era sempre il
benvenuto.
Alunna SILVIA MILICI