Il Sistema Solare


ETA' E FORMAZIONE

La formazione del Sistema Solare risale, con tutta probabilità, a circa 4,5 miliardi di anni fa e si ritiene che l'errore di questa stima sia alquanto minimo: non più di un centinaio di milioni di anni. Un altro dato ritenuto molto importante dagli astronomi sta nel fatto che l'abbondanza di certi elementi presenti nelle atmosfere dei pianeti giganti (o gassosi) e nelle meteoriti è più simile a quella che si può trovare nel mezzo interstellare piuttosto che all'interno della nostra stella. Questo significa che ciò che ha portato alla formazione dei pianeti è stato un processo di condensazione di quei materiali che sono alla base della nascita del Sole stesso. Si può quindi ragionevolmente ipotizzare che la nascita del Sole e dei pianeti sia avvenuta negli stessi istanti.


LE ORBITE

Tutti gli oggetti che fanno parte del Sistema Solare splendono a causa della riflessione della luce proveniente dal Sole e, nel caso del loro massimo splendore, alcuni di essi risultano essere di gran lunga più brillanti delle stelle più facilmente visibili. Tutti i pianeti orbitano attorno al Sole seguendo orbite ellittiche (più o meno eccentriche) situate, a grandi linee, su uno stesso piano e perciò, se li si vuole osservare, occorrerà scandagliare le porzioni del cielo prossime all'Eclittica. Se si osservassero i pianeti da sopra il polo nord del Sole, ci si accorgerebbe che essi ruotano attorno ad esso in senso antiorario lungo orbite che prendono la forma di ellissi più o meno pronunciate. Il pianeta con l'orbita più circolare è Venere, mentre quello con l'orbita più eccentrica è Plutone, la cui orbita talvolta interseca quella di Nettuno tanto che, per parecchi anni, è proprio Nettuno ad essere il pianeta più distante dal Sole. Ovviamente, il periodo di rivoluzione di un pianeta attorno al Sole è in relazione con la distanza: i pianeti più vicini hanno periodi di rivoluzione di gran lunga più contenuti rispetto a quelli dei pianeti più lontani. Ruotando nelle rispettive orbite, i pianeti interni (Mercurio e Venere) vengono di tanto in tanto a trovarsi nella posizione tra la Terra ed il Sole (Congiunzione Inferiore) oppure dalla parte opposta del Sole rispetto a noi (Congiunzione Superiore). Quando si verificano queste condizioni questi pianeti risultano essere inosservabili dalla Terra, in quanto si perdono nella luce solare. L'osservazione è però possibile nelle fasi intermedie, ossia tra una congiunzione e l'altra. Più precisamente, le migliori condizioni di osservabilità si verificano quando questi pianeti vengono a trovarsi alla massima separazione angolare del Sole (Massima Elongazione Occidentale o Massima Elongazione Orientale). In ogni caso, i pianeti interni andranno cercati all'alba oppure al tramonto in prossimità delle zone in cui il Sole, rispettivamente, sorge o tramonta. Infatti, alla Elongazione Orientale, i pianeti tramontano dopo il Sole nel cielo serale, mentre alla Elongazione Occidentale, essi sorgono prima del Sole nel cielo mattutino. Venere, in ogni caso, è così splendente che è facilmente osservabile anche quando si trova molto lontano dalle zone di massima elongazione. Quando, invece, sono i pianeti esterni (Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone) a trovarsi dall'altra parte del Sole, si è soliti dire che essi sono in Congiunzione (senza distinzioni tra superiore ed inferiore) perchè, essendo esterni all'orbita della Terra, non possono mai venirsi a trovare tra il nostro pianeta ed il Sole. Nei periodi dell'anno in cui si verificano tali condizioni di allineamento, i pianeti esterni non risultano essere visibili. Il momento più propizio per osservare un pianeta esterno si verifica quando esso è in Opposizione, ovvero quando si trova esattamente opposto al Sole. Quando si verifica tale situazione, il pianeta in questione appare esattamente a sud per chi osserva dal nostro emisfero (alla mezzanotte del luogo di osservazione), mentre appare esattamente a nord per gli osservatore dell'emisfero Australe (alla mezzanotte del luogo di osservazione). In condizioni di Opposizione, i pianeti esterni risultano essere più grandi e quindi più brillanti e facilmente individuabili.


LE DISTANZE

L'unità di distanza adottata nel Sistema Solare è l'Unità Astronomica, che corrisponde alla distanza media tra la Terra ed il Sole (circa 149,6 milioni di Km). La luce proveniente da esso impiega circa 8,3 minuti per percorrere una simile distanza, cosicchè noi vediamo la nostra stella come era 8 minuti fa. Se per assurdo il Sole si spegnesse improvvisamente, gli abitanti della Terra continuerebbero a vederlo ancora per tale periodo di tempo, prima di piombare nell'oscurità più totale. Sebbene a prima vista l' U.A. possa apparire come una grande distanza, va detto che, su scala "universale" tale distanza è poco più di un'inezia, se paragonata alle enormi distanze tra galassie. Proprio per questo vengono adottate altre unità di misura, come per esempio l'Anno-Luce (equivalente a 63240 U.A. ed a 9,46 miliardi di Km) od il Parsec (equivalente a 3,12 Anni-Luce).


I PIANETI

All'interno del Sistema Solare esistono due tipologie, profondamente diverse tra di loro, di pianeti. Infatti, si è soliti definire in maniera univoca col termine pianeti terrestri gli astri più vicini al Sole. Questi pianeti (Mercurio, Venere, Terra e Marte) sono caratterizzati da dimensioni abbastanza modeste, piccola massa, elevata densità, basso numero di satelliti ed assenza di anelli. Inoltre la superficie di questi pianeti è costituita da una crosta solida e l'atmosfera può essere decisamente tenue, come su Mercurio e Marte oppure enormemente densa, come su Venere. Caratteristiche completamente diverse hanno invece i cosiddetti pianeti giganti (Giove, Saturno, Urano e Nettuno), i quali non solo si trovano a distanze enormi dal Sole ma sono anche dei veri e propri colossi del Cielo. Possiedono inoltre bassa densità e non hanno una superficie solida, bensì una atmosfera decisamente vasta, che genera, negli strati più profondi, incredibili pressioni. Probabilmente, inoltre, è presente un piccolo nucleo roccioso al centro di questi pianeti. Altre caratteristiche importanti dei pianeti giganti sono l'elevato numero di satelliti che li accompagnano e la presenza di anelli, più o meno marcati. Dalle precedenti categorie, resta escluso Plutone, il pianeta più lontano, piccolo, poco denso e con orbita anomala. Qualcuno ritiene addirittura che esso sia stato nel passato un satellite di qualche pianeta gigante che, sotto la perturbazione gravitazionale introdotta da qualche elemento come ad esempio una cometa, è in seguito sfuggito sino a formare un'entità a sè.


I CORPI MINORI

Non è comunque finita qui, nel senso che all'interno del Sistema Solare ci sono i cosiddetti corpi minori, che comunque non sono meno interessanti. Infatti, tra le orbite di Marte e di Giove si può riscontrare una zona meglio conosciuta con il nome di Fascia degli Asteroidi. Qui si possono trovare diverse migliaia di asteroidi o pianetini, tra i quali la maggior parte di essi presentano dimensioni abbastanza modeste, mentre alcuni, come Cerere raggiungono dimensioni ben più grandi. Il processo che ha portato alla formazione degli asteroidi non è, come si potrebbe in prima ipotesi pensare, dovuto all'esplosione di un qualche antico pianeta. Più semplicemente, essi non sono altro che i resti della formazione del Sistema Solare. Il 95% circa degli asterodi orbita nella zona compresa, come detto, tra le orbite di Marte e di Giove, tuttavia esistono delle eccezioni assai rilevanti. Un gruppo di asteroidi, detti Troiani si sposta lungo la stessa orbita di Giove. Per la Terra, i più importanti tra questi asteroidi sono senz'altro quelli che ne intersecano l'orbita, detti asteroidi di tipo Apollo (il primo di questo tipo, scoperto nel 1932). Si ipotizza che alcuni di questi oggetti possano essere nuclei di vecchie comete ormai estinte. I più famosi asterodi che hanno intersecato nel passato l'orbita della Terra sono Hermes ed Icaro. E' superfluo dire che simili oggetti celesti sono una vera e propria insidia per il nostro pianeta, perchè un impatto con essi avrebbe conseguenze per noi devastanti. Infatti, sono molti gli studiosi che ritengono gli asteroidi di grandi dimensioni caduti sulla Terra i probabili responsabili dei cataclismi che il nostro pianeta ha subito nel corso della sua storia. Si pensi, a tal proposito, alla repentina scomparsa dei dinosauri.


LE COMETE

Ai confini del Sistema Solare, ben oltre l'orbita dei pianeti più lontani, si ritiene che esista una zona in cui si addensano i nuclei di quelle comete che popolano la parte più esterna del Sistema Solare. In quest' area, meglio nota come Nube di Oort, sono presenti numerosissimi nuclei di comete, costituiti da una base rocciosa ricoperta di strati di ghiaccio. Quando qualche stella di passaggio provoca una perturbazione gravitazionale, ecco che può accadere che qualcuno di questi nuclei venga fiondato verso il centro del Sistema Solare. E' importante notare che solo quando esse giungono in prossimità del Sole si verifica, a causa dell'azione del Vento Solare che fa sublimare i ghiacci presenti sulla superficie del nucleo liberando gas e polveri, il fenomeno della formazione della coda e della chioma. Per questo motivo le comete vengono avvistate solo quando sono ad una distanza di poco superiore a quella corrispondente all'orbita di Marte. Unica eccezione è stata la cometa Hale-Bopp, che fu avvistata con due anni circa di anticipo rispetto al suo massimo avvicinamento al Sole, quando ancora si trovava ad una distanza prossima a quella dell'orbita di Giove. Questa strana anomalia dovuta ad una intensa attività della cometa è ancora abbastanza inspiegabile, comunque tra i fattori decisivi si devono sottolineare innanzitutto le enormi dimensioni della Hale-Bopp ed un altro fatto ugualmente importante, che riguarda il numero di "incontri ravvicinati" avuti dalla cometa con il Sole. Infatti, l'orbita della Hale-Bopp prima dell'istante del massimo avvicinamento era tale da far ritenere che quello della primavera 1997 sia stato forse il secondo (dopo un periodo di poco più di 4000 anni) incontro con il Sole. Di conseguenza, i ghiacci che ricoprivano la sua superficie erano praticamente "nuovi" e quindi l'azione del vento solare unita a questo fatto ha provocato la formazione di una coda molto appariscente tanto da rendere la Hale-Bopp ben visibile anche ad occhio nudo, soprattutto nei periodi di visibilità prossimi all'alba. Viceversa, le comete che sono state catturate dall'azione gravitazionale del Sole e che percorrono orbite ellittiche poco estese, sono soggette a frequenti avvicinamenti con la nostra stella e quindi il consumo dei ghiacci che le ricoprono è importante; ecco perchè questi tipi di comete sono assai difficilmente visibili senza l'aiuto degli strumenti. Si ricorda infine che, in seguito alla perturbazione gravitazionale indotta dal Sole, l'orbita della cometa Hale-Bopp è cambiata e si stima che un suo ritorno possa avvenire tra circa 2300 anni, forse troppo per pensare che, nel frattempo, un'altra cometa così spettacolare non sia già giunta in prossimità del Sole.

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