|
- 1 All'incrocio delle Vie del Trebbio, attorno ad una piccola Maestade dedicata alla Madonna -ritenuta miracolosa-, era stata costruita la chiesa di S. Maria della Croce o del Trebbio. Sconsacrata nel 1816, della chiesa, oggi, non rimane che una lapide sulla facciata della casa costruita sui suoi ruderi.
-
- 2 I ruderi dell'antica pieve di S. Stefano sono costituiti dalla chiesa, la cui origine è anteriore al XIII secolo, e dalla casa canonica, edificata all'inizio del 1400. Nel 1761 la canonica risulta quasi un rudere e la chiesa, che già allora presentava la caratteristica apertura orbiculare sopra la porta, rovina nel terribile terremoto del 1781. I restauri, intrapresi negli anni successivi, vengono portati a termine nel 1783. Dopo la 2^ guerra mondiale chiesa e canonica vengono abbandonate e ricostruite presso Grumale, dove buona parte della popolazione si era nel frattempo trasferita.
-
- 3 Il fosso Canala presenta un profondo alveo chiuso da ripide scarpate; quando ponti e viadotti non esistevano, veniva attraversato nel tratto compreso tra Molinaccio e Fabiole. In particolare su questo ponticello, tra XVIII e XIX secolo, transitava la principale strada pedemontana della zona.
-
- 4 Candrea, e l'annessa costruzione poco più a valle, appartengono alla stessa tipologia di edifici pedemontani di Ca Beati Fossi. Anche Candrea non ha subito sostanziali modifiche dal 1815 in poi.
-
- 5 Il fosso delle Larghe precipita ripidamente nel fosso Canala, incidendo profondamente e con alcuni piccoli meandri la Scaglia rossa. Il risultato è una singolare micro-forra.
-
- 6 Il rinvenimento di un certo numero di sepolture fa ritenere questa località l'antico cimitero del Castello di Acquaviva, che si pensa sorgesse sulla cima del sovrastante M. Mezzano.
-
- 7 Per alcuni studiosi "in quella parte del monte, che è di rimpetto alla Canale" sorgeva il castello di Acquaviva. I ruderi che si rinvengono sulla cima di M. Mezzano, ridotti a poca cosa -anche perché "stoltamente devastati dai cercatori di tesori"- e sommersi dalla vegetazione, ne costituirebbero le ultime tracce.
-
- 8 Lungo la vecchia via, ormai tagliata fuori dal tracciato della nuova strada, sorge questa particolare edicola sacra. Ricavata da un tronco d'albero, gli vengono tuttora dedicati una sincera devozione e una spontanea attenzione.
-
- 9 Caicaccia è il tipico "villaggio di strada". Praticamente intatte, le case gravitano sulla vecchia strada, che qui corre all'apice di una piccola dorsale, collegando Acquaviva a Paravento.
-
- 10 Gli olivi che crescono a ridosso di Paravento sono sintomo di un microclima mite. Questa presenza non è una novità visto che gli "olivis" sono coltivati in alcuni terreni compresi tra M. Roma e il castello di Paravento già dal 1082.
-
- 11 Qui il tracciato della strada segna con precisione il confine fra campi e bosco, collina e montagna.
-
- 12 Nei pressi di una imponente quercia (Quercus pubescens) secolare si apre la vista sull'antico borgo di Collelungo.
-
- 13 Sulla cima del Poggio della Penna il rinvenimento di alcuni conci di pietra lavorata ha fatto ipotizzare la presenza di un romitorio.
-
- 14 La chiesa che dà il nome alla frazione è dedicata a S. Maria del Buonconsiglio. Eretta con pubbliche offerte, è stata consacrata l'11 maggio 1786. Le due navate laterali sono state aggiunte tra il 1899 e il 1920.
-
- 15 Ca Beati Fossi, per dimensioni e forme planimetriche -invariate dal 1814-, è il tipico esempio di casa colonica a 3 livelli (stalla, residenza, magazzino) realizzata su terreno scosceso. Caratteristica principale è la pendenza, delle due falde del tetto, ortogonale alla linea di massima inclinazione del terreno. La strada che passa verso monte, tangente all'edificio, permette l'accesso diretto al magazzino tramite una piccola porta.
-
- 16 Imponenti roverelle crescono nei pressi della più alta delle Case Antiata, della quale ora non rimangono che scarse tracce e il fienile-capanno ancora in piedi.
-
- 17 L'affioramento di marne rossastre, alternate a strati di calcare bianco, su cui è impostato il profondo fosso che dai Vai scende verso il Burano, è un esempio della formazione cretacea delle Marne a fucoidi.
-
- 18 Questa sorgente ancora oggi è chiamata Fonte dei Frati. Si dice che un vero e proprio acquedotto, costituito da pietre scavate a coppo, ne convogliasse l'acqua fino al cenobio sottostante.
-
- 19 Già parzialmente crollato all'inizio del XVI secolo, dai ruderi di S. Salvatore della Foce, nel 1620, i Padri Zoccolanti asportano "grosse, belle e quadrate" pietre per il loro convento di S. Andrea fuori le mura di Cagli. Gli ultimi resti, invasi dalla vegetazione, si trovano presso l'estremità Ovest del prato di S. Salvatore.
|
|