o nerastoria

S. ANGELO DI SORTECCHIO

La badia di Paravento, la più ricca parrocchia -per fondi e beni enfiteutici posseduti- della diocesi di Cagli tra XIX e XX secolo, nasce da un umile romitorio.
La tradizione vuole che S. Romualdo ne fosse il fondatore o almeno vi avesse dimorato. Il monastero di S. Angelo è però citato per la prima volta in un documento del 1085, in cui risulta già essere sotto la protezione di Fonte Avellana. Tale "possesso e diritto" viene confermato da papa Innocenzo II il 24 maggio 1139 e dai "Privilegi" di almeno altri quattro papi fino al 1218.
Situato nel comitato di Cagli, nel territorio del castello di Paravento, S. Angelo "de Sorticulo", tra il XII e i primi anni del XIII secolo, diventa un' abbazia cui competono chiese e terreni, nonché la cura delle anime della parrocchia di Paravento. Questa, d'ora in avanti, vedrà strettamente legata la propria storia a quella della Badia.
I secoli XIII-XV sono, forse, i più floridi dell'abbazia. Tra il 1290 e il 1299 versa almeno sei volte la Decima imposta dalla S. Sede per sovvenzionare gli Angioini in guerra contro gli Aragonesi. Nel 1384 il monastero di S. Angelo partecipa all'Adunanza Capitolare, tenuta nel monastero di S. Donato di Gualdo, per riformare la regola avellanita. Tra i tanti abati che si succedono alla guida della Badia, viene ricordato, quale dilapidatore di beni, Pierangelo di Francesco di Messer Angelo di Città di Castello al quale gli abitanti della villa di Paravento, nel 1421, non sono tenuti a dare frutto o decima. Mentre nel 1507 è l'abate Giovanni da Bergamo a fornire la campana maggiore per la nuova torre campanaria di Fonte Avellana.
La crisi del monastero, iniziata con la prima commmenda nel 1537, termina con l'abolizione della Congregazione degli Avellaniti. Nel 1569 papa Gregorio XIII cede anche la montagna e i possedimenti che appartenevano alla Badia di S. Angelo al Collegio Germanico Ungarico che, in seguito, li assegna per uso della parrocchia di Paravento. Dal 1570 l'abbazia viene retta da abati secolari tra i quali sono annoverati anche illustri personaggi. Questi risiedono nella vecchia Badia fino al 1794, anno in cui viene benedetta la nuova chiesa di S. Michele Arcangelo, costruita presso Paravento.

 

MADONNA D' ACQUANERA

Nel secolo X l'eremo doveva già esistere se: "la chiesa di S. Maria d'Acquanera con tutti i suoi beni" è ceduta, nel 1106, da Ambrogio, vescovo di Cagli, agli Avellaniti. Questo possesso durerà, tra alterne vicende, per altri sette secoli.
Nel 1290 "frate Iohanne de S. Maria de Aqua nera" paga per la Decima imposta da Nicolò IV cinque soldi. Mentre nel 1553 il censo annuo che la chiesa paga a Fonte Avellana è calcolato in una libbra di cera. Il XVI secolo è comunque un periodo di ripresa per la Madonna d'Acquanera, lo testimoniano ancora oggi la statua della Madonna eseguita, nel 1518, da Antonio Durante e i resti di affreschi realizzati, probabilmente, in occasione delle nozze tra il conte Giulio della Porta con Francesca di Carpegna nel 1577. Qualche anno prima, soppressi gli Avellaniti, la Madonna d'Acquanera è ceduta al monastero di S. Maria degli Angeli di Pesaro e, in seguito, retroceduta ai monaci camaldolesi di Fonte Avellana.
Nel 1808 chiesa e beni annessi vengono definitivamente concessi al vescovo di Cagli, A. Cingari che, viste le pessime condizioni dell'edificio, ottiene un Rescritto Apostolico che lo autorizza a demolirla e a ricostruirla in un luogo più comodo. Ma l'opposizione della gente e un nuovo eremita, Angelo Paraventi di Frontone, bloccano tale progetto. Nel 1855 la chiesa è di nuovo restaurata e viene ampliato il fabbricato della casa annessa. Negli anni successivi, altri tre religiosi seguiranno il Paraventi nella scelta di vita eremitica, rinnovando così una tradizione secolare.