QUANDO NON C'ERANO LE CARTE TOPOGRAFICHE

Prima tra le comunità del Catria ad avanzare diritti sulla "Montagna", quella di Cantiano, dopo un'annosa controversia con Fonte Avellana, ottiene nel XIV secolo il possesso di un'ampia zona montana. La Sentenza, emessa il 10 settembre 1342 dai due arbitri Ercolano di Paolo e Paolo Venturella di Gubbio, -scelti di comune accordo dalle parti-, contiene una dettagliata descrizione dei confini tra le due proprietà e le principali località che esse comprendono.
Dalla "Furca vallis Oppie" il confine segue il sentiero detto "via della Ferrara" che sale lungo il versante, rivolto verso M. Acuto, di "colle Luca" e di M. Alto fino a "collem Ventosum", in maniera tale che la sommità di colle Luca e M. Alto "rimangano e siano del comune di Cantiano", così come i versanti che da questi scendono verso il castello di Cantiano e le Foci di Cagli.
L'attuale confine comunale tra Cagli e Cantiano ricalca perfettamente sia il tracciato descritto sia la via della Ferrara che ora, per un lungo tratto, non è più "semita" -sentiero- ma strada carrozzabile. La Forca di valle Oppia è l'odierna Bocca della Valle, che sovrasta appunto Valdòppia, mentre il colle Ventoso non è altro che il M. Morcia. Tra i toponimi invariati: M. Acuto, M. Alto e Costa della Ferrara; così pure Fonte Luca che, specifica la Sentenza, pur essendo all'interno dei possedimenti dei Cantianesi, può essere liberamente raggiunta dagli animali appartenenti all'Avellana esclusivamente per abbeverarsi. D'altra parte agli uomini di Cantiano vengono concessi i diritti di pasturare i loro animali e di fare legna per il proprio uso su tutto il versante Nord di M. Acuto, all'interno della proprietà del monastero. Il confine infatti sale dalla Forca di valle Oppia alla sommità di M. Acuto e "per Codalinas" -le odierne Cotaline- esce a "Genga Capraia" e al "Mascarollum" -l'odierna Buca del Mascarello-.
E' grazie a documenti di questo genere che i nomi di cime, passi, fonti, prati e selve diventano frammenti di storia.