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I CERCHI NEL GRANO

I CONTENUTI DI QUESTA PAGINA SONO IL RISULTATO DELLE RICERCHE DEL RICERCATORE ADRIANO FORGIONE, CHE RINGRAZIO PER IL GRANDE LAVORO PIONIERISTICO DA LUI SVOLTO.
MI SONO PERMESSO DI RIPRODURRE QUESTO MATERIALE PRATICAMENTE NELLA SUA FORMA INTEGRALE AFFINCHE' IL FENOMENO DEI CERCHI NEL GRANO ABBIA LA MASSIMA DIVULGAZIONE POSSIBILE, IN QUANTO GOVERNI, MASS MEDIA E ORGANI DI INFORMAZIONE TENGONO NASCOSTO QUESTO FENOMENO CHE RIGUARDA L'UMANITA' INTERA, O NEL MIGLIORE DEI CASI NE PARLANO IN MODO INESATTO E DENIGRATIVO.

MASTER REIKI GIANLUIGI COSTA

Questo fenomeno tanto diffuso da circa trant'anni, di cui poco si parla, è la prova inconfutabile dell'esistenza della vita extraterrestre o extradimensionale. Inoltre i cerchi nel grano ci trasmettono dei messaggi spirituali legati al nostro futuro nell'universo, e rispondono in parte alle fatidiche domande: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove dobbiamo Andare?

BUON VIAGGIO ALL'INTERNO DEI CERCHI NEL GRANO

Le caratteristiche più salienti del fenomeno sono le seguenti:
1)la costruzione di tali cerchi è possibile solo dall'alto e sono stati fatti per essere visti dall'alto;
2)tutti i ricercatori e studiosi del fenomeno sono concordi nell’affermare che non esiste una tecnologia terrestre conosciuta in grado di creare tali cerchi;

Caratteristiche grano
3)La tecnica con cui vengono piegati e intrecciati gli steli delle piante che, peraltro, continuano indisturbate la crescita in quella posizione, è estremamente precisa e non permette contraffazioni;
4)la comparsa dei Crop Circles nei campi è improvvisa. La misteriosa forma di energia impiegata dai circlemakers è stata a volte sentita da alcuni testimoni e descritta come un crepitio simile allo scoppiettare dell'elettricità statica. La particolare tecnica con cui è piegato il grano è il marchio di autenticità del cerchio. I bordi sono sempre definiti e netti, le piantine non subiscono nessun danno apparente, continuando la loro crescita in quella posizione, ma le spighe, se controllate in laboratorio, presentano prove di mutazione genetica; inoltre il 40% dei chicchi è deformato contro lo zero% degli altri chicchi delle spighe fuori dal cerchio. I nodi delle piantine che hanno subito il trattamento sono più grossi degli altri. Alterazioni simili sono state ottenute introducendo piante di grano in un forno a microonde per due minuti. Questi indizi possono far pensare che per costruire i cerchi siano impiegati fasci di microonde a bassa frequenza.

Il fenomeno è diventato pubblico negli anni Settanta, anche se i contadini inglesi hanno dichiarato ripetutamente che, negli anni Ottanta fino ad oggi, la produzione è aumentata in quantità e qualità. Dal 1991 ad oggi, l'attività di questi misteriosi signori degli anelli non è cessata ma i loro disegni si sono ulteriormente complicati e sono apparsi anche in altri Paesi, come in Germania, in Francia, in Australia, in Russia, in Giappone ecc., ma il sud dell'Inghilterra continua ad essere la loro meta preferita.

Cerchio di Northamptonshire
Il fenomeno dei cerchi nel grano ha assunto degli aspetti che riguardano anche elementi scientifici ma anche parapsicologici ed esoterici. Negli ultimi otto anni infatti, i cerchi hanno in larga parte rappresentato simbologie esoteriche. E’ questa quindi una chiave di lettura per capire il messaggio del fenomeno attraverso un metodo comparativo. Molti pittogrammi presentano analogie con i simboli tradizionali, altri apparentemente sono del tutto sconosciuti, anche se la costante del cerchio rimane importante. Il cerchio è un segno che offre rifugio, sicurezza, tranquillità. Trasferendo il significato nella simbologia religiosa, le popolazioni tribali, quando eseguono un rito, circoscrivono un'area al cui centro sta il sacerdote; gli indiani americani eseguono le danze e i canti propiziatori in cerchio, l'assemblea degli anziani si riunisce circondando il fuoco sacro, il mago compie il rituale dentro al cerchio. Anche i mandala (che significa cerchio) sono sempre circoscritti, l'ostia è rotonda, il calice sacro è rotondo. E gli esempi potrebbero essere molti altri. Per capire cosa ci stanno comunicando i circlemakers attraverso i loro simboli bisogna definire a larghe linee alcuni dei modelli esoterici tradizionali.

Manubrio
Che cosa ci mostrano i pittogrammi globalmente? Generalmente si tratta di due o più cerchi uniti dall’asse centrale che è il prolungamento del raggio centrale che divide i cerchi in semicerchi, quindi è un asse che assicura una unione fra due o più centri. Nelle varie tradizioni esoteriche, questo asse e il suo prolungamento viene definito l’Asse del Mondo che assicura un’unione fra il Polo Celeste e il Polo Terrestre che è raffigurato simbolicamente al di sopra delle cupole delle chiese e degli stupa buddisti da quel pinnacolo che fuoriesce. In conclusione possiamo leggere quei pittogrammi come una unione che sta avvenendo fra il superiore e l’inferiore nel senso figurato dell’espressione dato che il superiore in questo caso rappresenta colui che sta sopra-alla-terra cioè viene dall’alto (Analogo al cerchio superiore) fuori nello spazio, l’inferiore invece è colui che sta sotto il cielo-spazio (analogo al cerchio inferiore). Questa affermazione si può ricollegare al fatto assodato che cerchi e pittogrammi sono visibili nella loro interezza solo dall’alto quindi, metaforicamente, sono messaggi che vengono dall’alto.

Cabala
L’albero della vita L’elemento aria nel glifo dell’Albero della vita è rappresentato dalla colonna di mezzo in analogia con l’asse del mondo. Di questo elemento i cabalisti dicono che è equilibratore; infatti la colonna di mezzo è detta Pilastro dell’Equilibrio; ora il cerchio del Figlio è situato proprio al centro di questo pilastro, la sua arma è la spada, nel vangelo di Giovanni il Cristo è chiamato il Verbo o Logos Divino quindi la Parola era il suo strumento di battaglia. Queste considerazioni ci permettono di elaborare per associazione di idee alcuni prospetti teorici: come discusso sopra l’asse centrale presente in moltissimi pittogrammi ci mostra l’unione fra due o più centri, quindi avverrà un’unione; questa sarà equilibrata (cioè senza traumi) o equilibratrice perché avverrà attraverso il Pilastro dell’equilibrio; tale unione sarà effettuata attraverso il verbo cioè ci sarà una comunicazione di verità; il verbo verrà comunicato dal figlio, cioè un essere non interamente umano ma con sembianze di uomo; quest’uomo sarà un capo, dominerà. Queste conclusioni possono sembrare molto azzardate e fantasiose eppure i pittogrammi che passeremo ad analizzare ora le confermeranno, il simbolo del figlio è già apparso diverse volte.

Crop triangolari
Ho riunito, come facenti parte dello stesso gruppo, alcuni pittogrammi a forma triangolare in quanto molto ricorrente: Questi determinano i tre principi superiori definiti nella cabala i TRE SUPERNI, il n. 1 Principio Divino, il n.2 il Padre, il n. 3 la Grande Madre. Se invertiamo il senso di lettura dei pittogrammi, cioè guardiamo i triangoli con la punta rivolta verso il basso, avremo ancora il principio maschile e femminile uno di fronte l’altro ma il terzo cerchio di sotto rappresenterebbe il Figlio, quello che nella religione cristiana è il tramite attraverso cui è possibile conoscere il Padre. Rimanendo nel contesto di un messaggio che ci viene dato dai circlemakers, si potrebbe ricavare da tutto l’insieme una frase di questo tipo: “Il padre e la madre renderanno manifesto il figlio”; oppure: “Il padre e la madre si manifesteranno al figlio”, intendendo come padre e madre loro, i circlemakers, e il figlio siamo noi terrestri. Se l’ultima interpretazione fosse esatta allora Zecaria Sitchin avrebbe ragione e in ogni caso ci stanno preannunciando che Loro stanno arrivando. Il triangolo con la punta rivolta verso il basso di per se stesso è il simbolo dell’Acqua che a sua volta è rappresentata dalla coppa (il calice) cioè il recipiente atto a contenere, nel nostro caso particolare deve contenere la conoscenza quindi ancora una volta traspare il significato dell’annunciazione di un dato, di qualcosa che coinvolge loro quanto noi.

Logos del sole
Se analizziamo il cerchio superiore del pittogramma  chiamato il Logos del Sole ci accorgeremo che i sei segmenti disposti regolarmente a sessanta gradi, se prolungati fino al centro riproducono né più né meno il monogramma di Cristo quale ci appare in molte chiese; ne può apparire casuale la sua somiglianza ad un sole a sei raggi in quanto anticamente i primi cristiani vedevano nel simbolo del sole un simbolo del Cristo perché, se il sole veniva venerato come datore di vita del nostro pianeta e, quindi, era il Principio Divino, nondimeno il Figlio nella sua manifestazione terrena rappresentava il tramite attraverso cui conoscere il Padre. Se da un lato è frustrante per il ricercatore cercare di scoprire il messaggio celato dei circlemakers nondimeno è entusiasmante la scoperta di una conoscenza così esatta di questi simboli da parte di una civiltà che possiamo definire aliena.


 

La Rosa
Un esempio lampante di questa conoscenza è il pittogramma  chiamato “La Rosa” apparso a Littlebury Green. Come è possibile vedere nella ricostruzione anche questa volta ci viene riproposto un simbolo antichissimo cioè l’esagramma, la stella a sei punte chiamata anche sigillo di Salomone. L’Esagramma è un simbolo del macrocosmo, il triangolo superiore è lo Spirito che interagisce con la materia, il triangolo inferiore, perché sia possibile questa interazione deve prima avvenire una unione fra i due così ci ritroviamo davanti al concetto espresso prima. In numerologia il n. 6 è considerato un numero particolare perché è formato da due ternari (3+3=6). Questi sono identificati tradizionalmente con i due triangoli equilateri che formano l’esagramma, il superiore è il potere spirituale, l’inferiore il potere temporale, il Figlio Divino si comporta come il Padre e deve possedere tutte le potenzialità per regnare in cielo e in terra. Questo è il motivo essenziale per cui gli antichi monarchi erano capi dello stato e della chiesa; Zecharia Sitchin nel libro “Il dodicesimo pianeta” descrive come venne creato il primo sovrano umano che doveva servire da ponte di comunicazione fra le decisioni prese in cielo dagli dei.


 

L'Albero della Vita Cabalistico
Nel mese di maggio del 1997 è apparso a Burderop Down nello Wiltshire un immenso pittogramma riproducente l’Albero della Vita cabalistico, questo presuppone che “loro” ne conoscano il significato e le associazioni di idee presentate possono essere considerate molto meno fantasiose di quello che sembrano. Quel pittogramma potrebbe essere un indizio orientativo come se ci avessero fornito una chiave di interpretazione di quei simboli che possono essere applicati all’albero, e sono veramente tanti. Oggettivamente sappiamo che l’Albero della Vita è un modello cosmico, soggettivamente l’atto volontario dei circlemakers di costruire un modello di mondo uguale al precedente ma attraverso una nuova dimensione vitale più estesa e qualitativamente superiore. Quindi una progressione rispetto al passato. E’ tra il 1996 e il 1997 che il fenomeno dei Crop Circles ha assunto nuova dimensione, grazie alla complessità geometrica delle forme materializzatesi al suolo e alla loro valenza simbolica, fondamentale per ottenere una chiave interpretativa, non tanto del fenomeno, quanto del messaggio che in esso è celato. Pare infatti che ci sia stata fornita la chiave per capire almeno una parte delle forme apparse in questi due anni, una vera e propria “Stele di Rosetta” dei Crop Circles, che aspetta di essere interpretata e applicata affinché sia possibile decodificarne il contenuto. A parte l’“albero della vita”, apparso a Burderop Down il 3 maggio 1997, già discusso, assumono grande importanza le forme materializzatesi anche al di fuori dei confini bretoni. Soprattutto quelle tedesche che, per complessità, hanno eguagliato quelle inglesi.

Spirale degli indiani Hopi
Nel 1996 in Inghilterra sono apparsi alcuni tra i più bei Crop Circles di sempre. Uno dei simboli principali che legava le diverse formazioni era la “Spirale”. Pur nella diversità delle raffigurazioni, questo elemento comune risaltava agli occhi degli studiosi, imponendo alcune domande che solo in parte hanno trovato risposta. Essendo il fenomeno dei Crop Circles prettamente figurativo, ne doveva scaturire un’interpretazione associata ai simboli. Effettivamente il tema della spirale è rappresentato sin dall’antichità quale simbolo sacro. La troviamo incisa dagli Hopi tra i petroglifi di Chaco Canyon, New Mexico, fino ai bassorilievi celtici dei megaliti inglesi, in una similarità figurativa che sconvolge. Ma cosa rappresenta la spirale? Vi sono diverse interpretazioni collegabili a diversi Crop Circles, ma la spirale ritrae soprattutto un movimento. La rotazione è infatti una delle forze primarie dell’Universo. Tutto ciò che appartiene al creato ha un movimento a spirale attraverso il tempo e lo Spazio, e questo ci porta inevitabilmente al concetto di unione e corrispondenza tra Macrocosmo e Microcosmo.


 

DNA
Nel Macrocosmo le galassie si muovono a spirale,e gli stessi sistemi solari viaggiano nel cosmo compiendo un movimento spiraliforme. In essi si sviluppa la vita attraverso un continuo ciclo di inseminazione cosmica. All’opposto, nel Microcosmo, l’atomo, come una galassia dell’infinitamente piccolo, è dotato di uno spin, un’energia di rotazione che è alla base della materia. Così il DNA è formato da una sequenza spiraliforme che è pilastro della vita stessa.

DNA
Questa similarità tra l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo è stata disegnata al suolo dai "Circlemakers" con grande precisione. Prima il 17 giugno 1996, in località Alton Priors, nel Wiltshire, dove una doppia ellisse del tutto simile al DNA è stata riscontrata in un campo di grano. Il simbolo della vita era stato riprodotto fedelmente.


Galassia
Dall’infinitamente piccolo, i Circlemakers, sono passati a rappresentare l’infinitamente grande: la mattina del 29 luglio 1996, una dei più grandi pittogrammi mai apparsi, formato da ben 189 cerchi diversi è stato trovato presso Windmill Hill. Ritraeva, senza ombra di dubbio, una spirale, la cui forma ricordava una galassia, proprio come la nostra Via Lattea. Il passo era compiuto. Anche il Macrocosmo, o meglio, la forma base della materia universale, era apparso in Terra. Il legame “DNA-galassia”, “Uomo-Universo” veniva, con queste due splendide formazioni, rafforzato e lasciato alla capacità interpretativa degli studiosi.

OMO
E’ quindi rilevabile una stretta interconnessione tra la vita animale, umana in particolare ed il contenitore che la racchiude cioé il cosmo. L’uomo è una razza universale, le cui impronte di base sono di natura cosmica. Come dire “al cosmo appartiene ed al cosmo ritornerà”. Il riferimento all’uomo potrebbe sembrare pretenzioso, ma va considerato che, al momento attuale, l’uomo è l’unico essere sulla Terra dotato di un’intelligenza in grado di poter interpretare un messaggio proveniente dalle stelle. E forse la conferma di ciò la si è avuta a Barton Le Clay nel Bedfordshire, Inghilterra nei primi giorni di agosto del 1966 quando un crop circle raffigurante la parola “OMO” si è materializzato in una notte. Come tutti sanno “Omo” significa “Uomo” ma anche “uguale, simile”. Oltre a rafforzare la mia ipotesi circa il legame uomo-cosmo, questa traccia dal messaggio così chiaro e diretto stimola una secoda domanda: uguale o simile a chi? “L’uomo venne creato ad immagine e somiglianza di Dio”, se ci rifacciamo al passo della Genesi biblica. Essendo però la Genesi biblica un derivato della Genesi sumerica, ben studiata da Zecharia Sitchin, dovremmo maggiormente appellarci a quanto tramandatoci dai Sumeri. L’uomo sarebbe stato creato ad immagine e somiglianza degli Anunnaki, il popolo del pianeta Nibiru, attraverso una mescolanza di sangue. Microcosmo e Macrocosmo si compenetrano negli Anunnaki cratori dell’uomo con un DNA metà terrestre e metà alieno. Il cerchio si chiude e i Circlemakers sembrano volerci mandare un messaggio che intende informarci della nostra reale origine e verso quale futuro potremmo essere destinati.

Sezione Aurea e diagramma di Fibonacci
Se l’uomo è destinato a tornare al cosmo, come avverrà tutto ciò? I crops sembrano ancora una volta contenere la risposta ed è ancora la spirale a indicarci la strada. Il 7 luglio 1996, presso Stonehenge, è apparsa una meravigliosa formazione a spirale. E’ il simbolo della “Sezione Aurea” (che per i Greci rappresentava la perfezione) e del “Diagramma di Fibonacci” (da Leonardo Fibonacci, matematico del XIII° secolo). Questa forma è il risultato di una sequenza di numeri interi, nei quali ogni singolo valore è dato dalla somma degli ultimi due (vedi figura). Ogni valore ottenuto è riportato in un diagramma che assume la forma di una spirale, perfettamente coincidente con quanto rappresentato nel crop circle di Stonehenge: forse i "circlemakers" hanno voluto comunicarci come è possibile arrivare al cosmo. Infatti la spirale aurea è basata sul valore di 1,615 che è un numero ricorrente in natura, riscontrato nel fiore di girasole così come nella spirale delle galassie. E’ inoltre presente nella doppia elica del DNA. La sequenza numerica di Fibonacci, così concepita, basilare per la geometria sacra delle civiltà antiche, è la chiave per capire come la natura disegni le sue creature (alberi, fiori etc.). E’ inoltre uno dei fondamenti della fisica convenzionale. E' quanto stiamo scoprendo oggi, accettando il fatto che l’Universo abbia più dimensioni o passaggi intercomunicanti nei quali i nostri visitatori viaggiano senza problemi, utilizzando delle feritoie in una griglia interdimensionale che si dischiude esattamente come una spirale. Gli antichi lo sapevano già, quando costruivano i loro monumenti sacri rispettando la “spirale aurea” (forse l’intero complesso di Giza, edificato sulla base della spirale aurea, aveva anche la funzione di collegare una dimensione all’altra).

Diagramma di Alton Barnes
Il passaggio che l’uomo dovrà attuare affinché possa tornare al cosmo, è quello di applicare l’energia in modo costruttivo, in un atto di trasformazione che deve coinvolgere anche il suo corpo eterico, o meglio le sue energie vitali di base. L’archeologo Michael Morris, in un articolo pubblicato nel 1974 dall’ “Irish Archaeological Research Forum”, ha scritto che “la spirale dell’arte megalitica bretone e non a caso l’Inghilterra è la patria del fenomeno, al suo livello più astratto di significato, potrebbe avere espresso il concetto di energia vitale, di energia cosmica e dei ritmi vitali ai quali l’uomo primitivo si interessava”. Che tanto primitivo non doveva essere se era in grado di conoscere i segreti e le forme del Microcosmo e del Macrocosmo. Lo sapeva bene anche Wilhelm Reich. Nel suo trattato “La Sovrapposizione Cosmica” Reich spiegò la forza della creazione come  l’imposizione nella sostanza primordiale di due correnti, due energie “orgoniche”: “Forza Vitale” e “Prana”. Nell’atto di combinarsi queste due energie darebbero vita ad una spirale energetica alla base della formazione delle prime particelle, delle galassie e degli uragani.Il Prana è un’energia presente in natura che, stando alle tradizioni orientali, l’uomo può canalizzare attraverso la meditazione, favorendo un processo di crescita interiore e di sviluppo delle capacità di utilizzo e gestione del Prana stesso (si pensi alla capacità che hanno i pranoterapeuti di guarire con l’imposizione delle mani). La meditazione quindi è vista come catalizzatore energetico, fondamentale per trasformare l’uomo e avvicinarlo al cosmo quale suo ambiente originario.Questo messaggio è stato riscontrato in uno dei pittogrammi impressi dai Circlemakers ad Alton Barnes l’undici luglio 1997. Ritrae una griglia formata da più cerchi satelliti, al cui centro un unico grande cerchio ne è il nucleo. E’ l’esatta replica della griglia energetica del corpo di luce nella meditazione “Merkaba”. In questa tecnica, ogni individuo canalizza intorno a sé è un campo energetico spiraliforme che perfeziona il nostro corpo di luce (o corpo eterico) e lo riequilibra, evolvendo così anche il corpo fisico. I creatori dei cerchi dovevano intendere proprio questo quando hanno disegnato ad Alton Barnes il campo energetico del corpo di luce Merkaba.

Vesica Piscis
Identico messaggio è rilevabile nella formazione apparsa ad Ashbury, nell’Oxfordshire, alla fine del luglio 1996. Rappresenta due sfere interconnesse fra loro, di enigmatico significato. Alcuni avevano associato il disegno a due lune che si compenetravano, ma in realtà il messaggio della formazione appare legato al “Vesica Piscis”, cioé il simbolo dei pesci, nonché di Cristo, che i primi cristiani usavano per indicarne la figura e l’era della sua comparsa - l’era dei Pesci, nella quale ancora viviamo ma che presto sarà sostituita dall’Acquario. Le due sfere rappresentavano Cielo e Terra, Spirito e Materia, e l’area di unione era la compenetrazione delle due componenti in un solo singolo elemento. Secondo la tradizione cristiana il Cristo fu mediatore tra cielo e Terra e unico essere in cui si fondevano materia e spirito coscientemente. Allo stesso modo questo simbolo indica la dualità e l’unità, quindi la necessità dell’uomo nel prendere coscienza della sua natura sia dualistica che unitaria, quale entità formata di spirito e materia. Un compenetrarsi nella coscienza Cristica e nei suoi insegnamenti, come il crop circle di Ashbury suggerisce.

Delfinogramma
La figura di Cristo è riscontrabile anche nei “delfinogrammi” apparsi nel 1991 nel Wiltshire (sette in tutto). Molti scritti dei primi cristiani associavano la figura del Maestro al delfino e non ai pesci. Nel corso del tempo questa correlazione è andata scomparendo, a causa dei numerosi riferimenti alla figura dei pesci del Nuovo Testamento, conseguentemente il concetto di coscienza, associato al delfino, è stato sostituito dal simbolo del pesce. Ancora oggi però il delfino viene utilizzato per rappresentare l’espansione della coscienza, l’armonia con l’Universo e il processo di ascensione. In definitiva, il passaggio dell’uomo ad un nuovo stadio evolutivo e quindi il ritorno alle stelle, non può prescindere da una maggiore consapevolezza verso il proprio essere nella sua globalità, fisica ed eterica, attraverso un processo di espansione della coscienza. Ciò presuppone una maggiore attenzione verso la componente sottile, affinché venga rotto il disequilibrio energetico tipico di quest’era per riportarlo ad una situazione di armonia. Un uomo più consapevole della sua reale natura, che non esporterà nell’Universo i suoi istinti violenti.

Stella Fiammeggiante
Anche la stella a cinque punte apparsa a Bishop Cunnings il 13 luglio 1997 è inseribile nello stesso contesto. I filosofi antichi la utilizzavano quale simbolo di conoscenza dei misteri della creazione e la associavano alla luce della vita. Le scuole iniziatiche presentavano la stella a cinque punte sullo sfondo di un insieme di raggi o fiamme luminose, proprio come mostrato dalla formazione di Bishop Cunnings. Gli iniziati la chiamavano “Stella Fiammeggiante”, simbolo supremo dell’esoterismo e della Luce. Eliphas Levi, tra i più noti scrittori esoteristi, afferma che la Stella Fiammeggiante rappresenta l’onnipotenza del pensiero e della meditazione. Il numero cinque, inoltre, simboleggia l’uomo, considerato come mediatore tra Dio e Universo. E’ per questa ragione che la figura umana si inscrive perfettamente in una stella a cinque punte, cosiderata dagli iniziati anche simbolo del Microcosmo. Secondo lo Yogi indiano Yogananda, “l’anima intravede nella stella a cinque punte la porta d’uscita verso l’infinito”, cioé il Macrocosmo rappresentato invece nella Cabala ebraica dalla stella a sei punte (vedi dossier Alieni n° 11, “Archetipi Cosmici”) anch’essa riscontrata costantemente nelle formazioni inglesi. Siamo ancora una volta di fronte al concetto di unione tra Microcosmo e Macrocosmo, perseguibile dall’uomo attraverso la forza della meditazione. Concetto fin troppo ripetuto dai Circlemakers, che sembrano volercelo comunicare mediante i simboli più disparati.

Dedalo e Labirinto di Gotland
Al di là di significati metafisici, il nostro obiettivo era quello di esplorare esclusivamente quanto rappresentato da alcuni cerchi rispetto alla simbologia ad essi accostabile. Un esempio: la sorprendente formazione a labirinto materializzatasi in Germania il 28 luglio 1997, a Elhen. Essa è identica ai labirinti incisi dagli Hopi ad Oraibi e Casa Grande, in Arizona, al dedalo cretese di Cnosso, all’incisione rupestre di Tintagel in Cornovaglia, a quella di pietra e muschio presente nell’isola di Gotland (letteralmente "Terra di Dio" ) in Svezia e a Madras in India. Qual’è il significato di tale raffigurazione così diffusa tra i popoli dell’antichità? Per gli Hopi questo labirinto veniva chiamato “Tàpu’at”, cioé “madre e bambino”, ed era il simbolo della "Madre Terra". La croce centrale, direttamente connessa al dedalo, rappresenta il “padre Sole” donatore di vita, mentre le linee concentriche formano l’intero “Piano Universale” del Creatore, che l’uomo deve seguire nella sua strada della vita. Per gli amerindi si tratta di un simbolo equivalente all’albero della vita e rappresenta il cordone ombelicale e membrana fetale della madre Terra che dà alla luce suo figlio. Esso quindi, nella sostanza, rappresentava e rappresenta tutt’ora per gli Hopi, come afferma Frank Waters nel suo The Book of The Hopi, “ la rinascita spirituale di un nuovo mondo dal precedente” (vedi anche Dossier Alieni n°10, “Gli avi del cielo”). Di identico significato i medesimi labirinti presenti altrove nel mondo. Sono tutti collegati con l’albero della vita e quindi al tema della rinascita. E’ questo il nucleo del messaggio che i "Circlemakers" ci stanno comunicando. Un messaggio che fa perno sul concetto di rinascita. Agendo maggiormente su noi stessi, attraverso lo sviluppo delle energie “prana” in noi latenti, i "Circlemakers" sembrano dirci che saremo in grado di generare una nuova Terra, un nuovo mondo, più equilibrato e armonioso. Se vi riusciremo, potremo, come genere umano, riaprire “la porta delle stelle” , tornare al cosmo e ritrovare la nostra vera origine. Quella di una razza generata da una civiltà extraterrestre con un’impronta genetica di natura cosmica, oggi ancora celata nel nostro DNA. Siamo mediatori tra microcosmo e macrocosmo e ne prenderemo coscienza, ma solo dopo un evento che dovrebbe cambiare il corso della nostra storia. Il futuro lo smentirà o lo confermerà. Personalmente credo che il fenomeno dei Crop Circles rappresenti l’espressione più nobile di comunicazione da parte di questi esseri, certamente elevatissimi tesa a stimolare le energie in ciascuno di noi, tanto che meditazioni di gruppo sono una costante all’interno delle formazioni durante il periodo estivo. Inoltre il loro posizionamento corrispondente alle Leys, le linee energetiche della Terra, potrebbe essere funzionale al messaggio stesso che è celato nel fenomeno. Un’azione tendente sia a riequilibrare le disfunzioni planetarie causate dall’azione umana (effetto serra, buco nell’ozono, variazioni a singhiozzo del campo magnetico dovute ad esperimenti nucleari etc.) che a riequilibrare energeticamente l’uomo, al fine di migliorarlo. Non a caso gli Hopi chiamano “Madre” la Terra, e “Figlio” l’uomo.

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