Piazza S. Marco
Ai visitatori che un tempo
arrivavano via mare e scendevano al molo di S. Marco si apriva davanti agli occhi uno
spettacolo la cui magnificenza doveva lasciarli completamente sbalorditi: come per incanto
dall'acqua della laguna vedevano sorgere un complesso architettonico la cui bellezza è
davvero impressionante.
Vicini al molo si elevano due altissime colonne alla cui sommità sono posti i santi
patroni di Venezia, S. Marco e S. Teodoro: cilindriche, in granito orientale
grigio-rosato, sono state portate dall'Asia nel XII secolo con le galere della Repubblica.
A Destra del Molo vi è la Riva degli Schiavoni, così chiamata perché un tempo
frequentata da mercanti slavi della Schiavonia (ex Iugoslavia). Al di là delle due
colonne inizia Piazzetta S. Marco, fiancheggiata a sinistra dalla Libreria Marciana,
costruzione cinquecentesca del Sansovino, che ospita una preziosa biblioteca con documenti
di grande valore storico. A destra la piazzetta è chiusa da Palazzo Ducale,
insuperabile capolavoro di imponenza e grazia, che gli deriva dall'avere invertito le
parti architettoniche consuete: in alto il corpo compatto, in basso i vuoti del porticato.
Fu la fastosa residenza del Doge e di tutte le più importanti Magistrature dello Stato.
La prima costruzione come castello fortezza risale all'814, inizialmente era cinto
d'acqua, poiché la piazzetta era una sacca della laguna. Tra il 1309 e il 1402 fu
ricostruito ed ampliato da Filippo Calendario. Di
stile gotico-orientale, presenta due facciate (sulla piazzetta e sul molo) costituite da
porticati senza basamento, ma con sofisticati capitelli, su cui si eleva un elegante
loggiato formato da esili colonne e archi ad ogiva; una trabeazione divide nettamente la
facciata, la cui parte superiore è costituita da un muro pieno, alleggerito da grandi
finestroni. La facciata sul molo è ingentilita da un prezioso balcone del Quattrocento.
Il Ponte dei Sospiri collega il Palazzo con l'adiacente edificio
delle prigioni. Dalla Porta della Carta, decorata da bassorilievi, si
accede al grande cortile interno, dove spicca la grandiosa Scala dei Giganti
che deve il suo nome alle due colossali statue di Marte e di Nettuno del
Sansovino. La Scala d'Oro, così chiamata per gli stucchi dorati, conduce alle
meravigliose sale del palazzo con soffitti e pareti affrescati da grandi pittori come
Tiziano, Tiepolo, Veronese, Tintoretto, Carpaccio e Giorgione. La sala più vasta del
palazzo è la Sala del Maggior Consiglio, lunga 54 m., larga 25., ed alta 16. Qui
è collocata la più grande tela del mondo (22 m per 7) di Jacopo e Domenico Tintoretto,
raffigurante il Paradiso; sul soffitto, l'Apoteosi di Venezia del Veronese.
Piazza S. Marco, lunga 176 m, pavimentata nel XVIII secolo in trachite e
pietra d'Istria, per l'armonia e la perfezione del suo stile è unanimemente ritenuto uno
dei più bei luoghi del mondo. Svariati secoli sono occorsi per dare alla piazza il suo
aspetto attuale. Per tre lati è cinta dalle Procuratie, il quarto è chiuso dalla
Magnificente Basilica di S. Marco. Dalla Torre dell'Orologio iniziano le Procuratie
Vecchie, con 50 arcate su cui poggiano due ordini di logge, fatte costruire per i
procuratori della Repubblica nel XII secolo. Le Procuratie Nuove, situate di fronte
alle vecchie, ne riprendono il motivo. Sono state iniziate verso la fine del 1500 da
Vincenzo Scamozzi e portate a termine dal Longhena nel 1640. All'epoca di Napoleone
divennero Palazzo Reale e lo stesso Napoleone volle costruire il lato prospiciente la
Basilica, denominato Ala Napoleonica, che oggi ospita il Museo Correr.
S. Marco è una delle più belle chiese del mondo, straordinaria è la
complessità degli stili perfettamente armonizzati e la grande ricchezza di ornamenti, di
mosaici e di ori usati per il decoro. Una prima chiesa era stata eretta nell'829 per
custodirvi il corpo di S. Marco, le cui spoglie, secondo la tradizione, erano state
portate da due mercanti veneziani da Alessandria d'Egitto. L'espansione commerciale della
Serenissima consentì, nell'XI secolo, la riedificazione dell'edificio ad imitazione della
Basilica dei Santi Apostoli di Bisanzio. Da allora, numerosi interventi continuati sino al
Settecento ne arricchirono ulteriormente la bellissima struttura. La base architettonica
è bizantina, del 1200 sono le decorazioni romaniche e la gran parte dei 4000 mq di
mosaici, sempre nel 1200 furono portati da Costantinopoli i famosi e misteriosi quattro
cavalli; nel Trecento e nel Quattrocento si aggiunsero altre ornamentazioni e strutture;
nel Cinquecento marmi policromi, colonne e statue, nei due secoli successivi altri
mosaici. Eppure questi continui interventi non si sono rivelati affatto stridenti, ma si
sono così armonizzati tra loro che la basilica, pur così imponente con le sue cinque
cupole orientaleggianti, ha al contempo una consistenza morbida e lieve. La facciata,
lunga 52 m., è divisa in due piani: in quello inferiore, cinque grandi arcate poggiano su
snelle colonne; quello superiore, arretrato, fa posto a una grande terrazza con balaustra
ed è diviso in cinque arcate, corrispondenti a quelle inferiori. All'interno della
Basilica è tale l'abbondanza di marmi, di ori, di decorazioni, di intarsi, di opere
d'arte, da suscitare un'emozione impareggiabile. Stupore, quasi incredulità per la sua
profonda bellezza, suscita la Pala d'Oro, fittamente ricoperta da pietre preziose e
smalti, realizzata nel X secolo a Costantinopoli. Il Campanile, alto 99 m, si erge isolato
dalla Basilica: la prima costruzione risale al X secolo, ma è stato più volte
riedificato, tanto che quello attuale risale al 1912.
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