Struttura di una nave

Una nave è una costruzione atta a galleggiare e a muoversi sulla superficie dell'acqua.
A seconda dell'impiego a cui è destinata deve possedere alcuni requisiti fondamentali. Deve essere a tenuta stagna (impermeabile) ed avere una struttura sufficientemente robusta per resistere alle sollecitazioni esterne. Importante è la forma: deve consentire un movimento agevole nella navigazione mantenendo sempre una buona stabilità.
L'esperienza e l'osservazione dei pesci hanno fatto scegliere per la struttura di una nave una forma lunga e relativamente stretta, fusiforme.

Una nave può essere divisa in tre parti principali: un corpo centrale di forma cilindrica e due estremità affinate. Il corpo centrale si chiama parte maestra ed è la parte più ampia della nave. Delle due rimanenti una si chiama parte avanti (e la sua estremità e detta prora), la seconda si chiama parte addietro (e la sua estremità è detta poppa.
La prora è più affinata ed è rivolta verso il senso del moto. Il corpo della nave è in genere simmetrico rispetto ad un piano (piano longitudinale) che divide in due la nave nel senso della sua lunghezza. Le due parti (bande) divise dal piano longitudinale sono dette destra o dritta (anticamente tribordo) e sinistra (anticamente babordo). Il corpo completo della nave, esclusi armamento, attrezzatura e contenuto, è detto scafo.

Misure fondamentali di una nave:
- Lunghezza: distanza che intercorre fra i punti estremi di prua e di poppa;
- Larghezza: è misurata nella parte più larga della nave;
- Altezza

La sezione più grande dello scafo, ottenuta tagliando la parte più larga di uno scafo con un piano verticale perpendicolare al piano longitudinale, è detta sezione maestra. Non vi sono norme ben definite per configurare tale sezione. I profili vengono in genere suddivisi in due gruppi: fini o stellate le più affinate; piene o quartierate le altre.
La parte immersa della nave è chiamata immersione o pescaggio.
Altezza di immersione è la distanza verticale fra il pelo dell'acqua (piano di galleggiamento) e la faccia inferiore della chiglia, e poiché questa non è costante fra le due estremità, si hanno due altezze di immersione: una immersione a prora o avanti e una immersione a poppa o addietro. La differenza di immersione fra la poppa e la prora che presentano quasi tutte le navi è detta differenza di pescare. L'altezza d'immersione alla mezzeria del galleggiamento si chiama immersione media, ed è la media aritmetica delle due immersioni.
L'immersione viene indicata sulle navi con una scala graduata a prua, poppa e talvolta anche al centro. Se si usa il sistema metrico decimale la scala rappresentata è formata da numeri arabi. Se invece si usano i piedi inglesi la rappresentazione è in cifre romane. Sulle navi italiane sono rappresentati ambedue i sistemi di misura: a destra in numeri arabi, a sinistra in cifre romane.

E' chiaro che l'altezza d'immersione di una nave varia con le condizioni di carico. Esistono delle norme da rispettare per mantenere la stabilità e la sicurezza della nave nele varie condizioni che si possono presentare (densità dell'acqua, carico trasportato, stagione). Tali norme stabiliscono che quando viene caricata una nave, non bisogna superare l'altezza del bordo libero, che corrisponde alla distanza fra la linea massima di immersione e la linea convenzionale del ponte di coperta misurata sulla mezzeria della nave. Il bordo libero viene segnato su tutte le navi con speciali marche.

Il piano di galleggiamento, piano che giace nella linea di galleggiamento, cambia al variare del carico, modificando così la linea di immersione. Variando il carico, si variano l'immersione e il volume della parte immersa, quindi varierà anche il dislocamento. Al limite si avranno due dislocamenti: dislocamento a pieno carico e dislocamento a nave scarica. La differenza fra questi due dislocamenti è detta esponente di carico.
La differenza fra immersione dello scafo a carico massimo e l'immersione a carico normale consentita dal bordo libero e detta riserva di galleggiabilità.
Il dislocamento della nave compreso fra i due piani di galleggiamento relativi alle due immersioni sopra dette, è chiamato riserva di spinta.

Il piano di galleggiamento divide in due parti lo scafo. La parte immersa è detta carena (opera viva), la parte esterna è detta bordo (opera morta).

Nella carena ci sono i locali per il carico delle merci, gli apparati di propulsione e i macchinari atti a manovrare le ancore e gli argani.

La parte che si eleva oltre il piano di galleggiamento è la parte più visibile dello scafo e viene sempre curata dal punto di vista estetico. Nel suo interno troviamo gli alloggi e vari locali di manovra e comando.

La superficie esterna dell'opera morta che si estende quasi verticalmente sopra il piano di galleggiamento si chiama murata. Sopra la murata si estende un parapetto per la protezione delle persone: se costruito in tavole o lamiera è chiamato impavesata (per le navi militari) o parapetto (per navi mercantili); se invece è fatto con una ringhiera si chiama battagliola. La porzione dell'opera morta sul livello dell'acqua è soggetta alle variazioni dell'immersione. La superficio compresa tra il piano di galleggiamento a nave scarica e il piano di galleggiamento a nave carica è detto bagnasciuga.

Il dislocamento di una nave si può calcolare moltiplicando il peso specifico medio dell'acqua di mare (1 tonnellata inglese (1016 Kg) per metro cubo) per il volume della carena. La portata è la differenza di peso tra la nave scarica e asciutta e la nave carica.
Vi è un'altra misura delle navi, chiamata tonnellata di stazza o tonnellaggio, che serve a misurare il volume interno della nave, ossia la sua capacità. La tonnellata di stazza corrisponde a 100 piedi cubi inglesi, ossia a 2,832 metri cubi.

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