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Toscana Foto Festival 2001: le mostre

Ogni anno attirano centinaia di turisti, ad ammirare le bellissime foto delle mostre. Ognuna di esse capace di trasportare chi le guarda in universi nuovi.

Natalina Bozzi
Gianluigi Colin
Giovanni Cozzi
Mario Cresci
Prabuddah Das Gupta
Franco Fontana
Douglas Kirkland
Maurizio Galimberti
Andrea Pistolesi
Mario Vidor
Francesco Zizola
Clicca sulle foto per vederle più grandi
Natalina Bozzi - "Portrait d'une contemplation"
È la primavera a creare una situazione favorevole, quasi una necessità interiore di indagare nel mondo dei fiori che Natalina "coglie" foto graficamente preferendo solo quelli vivi a quelli recisi. "Portrait d'une contemplation" diventa quindi un titolo particolarmente appropriato per una ricerca che la sta portando sempre più lontano ad esplorare giardini, sottoboschi, ma anche sempre più vicino al più intimo sé.
Sirio Cantini "Foto da colore e…"
Se ci poniamo la domanda "Che cosa è la fotografia?" ci accorgiamo che le risposte o le combinazioni di risposte sono pressappoco infinite. Tra queste potremmo sceglierne una: "La fotografia è un supporto sensibile alla luce sul quale viene fissata un'immagine". Non aggiungo altro perché aggiungere sarebbe limitare ed i limiti in fotografia non sono neppure i bordi: ci si può entrare dentro con la fantasia, con l'estro, con la creatività. Siro Cantini fa proprio questo, sceglie i suoi soggetti, fotograficamente li inserisce dentro i bordi e poi, guidato da forti stimoli creativi, ritocca, guarnisce, colora, personalizza l'immagine secondo un proprio canone estetico. Così un'immagine già piacevole di per sé si trasforma in opera unica, in una irripetibile esperienza artistica che l'autore partecipa prima a se e poi agli altri. Un lavoro veramente apprezzabile. G. Tani
Gianluigi Colin "La fabbrica del presente"
Attraverso le immagini, Colin rappresenta la realtà, quella più evidente, ma anche quella troppo spesso dimenticata. Ecco allora che i diversi percorsi, all'interno della sua personale, ben esprimono le contraddizioni dei nostri tempi: abbagliati da uomini trasformati in miti, icone dei tempi moderni, create e distrutte dai mass media, ed insieme incapaci, a volte, di vedere il dolore e la tragicità delle guerre, e delle ingiustizie, che colpiscono il nostro vicino. Le fotografie diventano allora una testimonianza, e insieme una voce, trasformato e trasfigurate con tecniche particolarmente innovative.
Giovanni Cozzi "Girls don't cry - ultimi frammenti"
Le foto esposte sono parte dell'ultimo anno di lavoro su un progetto editoriale che racchiuderà in un libro 10 anni di donne fotografate da Cozzi. Il libro avrà come titolo "Girls don't cry", proprio per sottolineare come, anche nell'evidente nudità dei corpi, la vera bellezza delle donne risieda nella forza, nell'orgoglio e nel coraggio.
Mario Cresci: "Dis-incanto"
La mostra presenta le immagini di una ricerca in corso che propone l'analisi ravvicinata di oggetti di largo consumo destinati ai banchi e agli scaffali degli autogrill italiani ed europei: gadgets di ogni genere; tattili, odorosi, intriganti nel gusto e nel colore. All'interno dell'"Impero del kitch" essi proliferano a migliaia per essere visti, toccati, velocemente acquistati ed ancor più velocemente mangiati, usati e consumati. Il desiderio del ristoro si mescola così al desiderio del cibo, al rito dell'oggetto ricordo e del simulacro da conservare o collezionare. Gli oggetti, caricati di visibilità e sensorialità, formano una popolazione di piccoli cloni: cartoni animati, dinosauri da masticare, caramelle arcobaleno, protesi gommose a forma di dentiera… Coloranti, addensanti e conservanti chimici per alimenti si confondono con quelli delle materie plastiche in una continua mescolanza tra il vero ed il falso. Uno sguardo ironico su questo mondo schizofrenico può rallentare il tempo da esso imposto e trasformare la velocità in lenta sensorialità visiva.
Courtesy Recalcati Arte Contemporanea, Torino
Ken Damy - "Cambogia & Vietnam"
Così Lorenzo Merlo descrive la mostra: "L'ultimo lavoro di Ken Damy, realizzato in un lungo viaggio in Indocina a cavallo del terzo millennio dalle foci del Mekong alla giungla di Angkor, da Saigon a Da-Nang, tristemente famosa perché centro operativo principale delle truppe americane nell'ultima guerra del Vietnam. Angkor con i suoi immensi palazzi di stile Kmer, strappati alla giungla che l'aveva invasa per mille anni, rappresenta oggi uno dei ritrovamenti archeologici più importanti del mondo per dimensione e stato di conservazione, al pari dei più prestigiosi siti Maya del centro America. Ken Damy con l'inseparabile Nikon F3 ha documentato, con il solito rigore formale che contraddistingue la sua fotografia di viaggio, la vita di due antichi popoli, vicini ma orgogliosamente diversi per razza e cultura e le loro bellezze architettoniche sopravvissute a due sanguinose guerre finite da poco (ma non del tutto come in Cambogia). Il corposo documento è presentato in 70 immagini a colori di grande formato, dall'architettura antica Kmer e Cham alla vita arcaica che segue i ritmi della pesca e delle coltivazioni, senza falsi scoop ma con rigore narrativo di alto contenuto estetico, nello splendido e consapevole uso del colore di cui è indiscusso maestro. Un approccio Corretto e non di parte a due grandi civiltà che nonostante le guerre passate rimangono fiere del loro isolamento".
Prabuddah Das Gupta "Indian women"
Il giovane fotografo indiano con "Women" rende un omaggio straordinario alla bellezza femminile indiana. Queste avvincenti ed intensamente emozionanti immagini di donne, in b/n, realizzate in interni o sullo sfondo di paesaggi desolati e vedute di mare possiedono un'insolita sensualità ammaliatrice che rimane a lungo impressa nella mente di chi le guarda. Das Gupta possiede una qualità straordinaria, è come se usasse la macchina fotografica come un pennello. Qualità che esprime al meglio contrapponendo il corpo nudo a larghe distese di acqua, alle rocce o alla sabbia ruvida. La struttura della pelle, della sabbia e dell'acqua formano spesso delle composizioni che sono quasi surrealistiche nella loro intensità. A volte egli lascia semplicemente che i corpi nudi "parlino" da soli; le trame, le curve, le tonalità della pelle esprimono eloquentemente la sua visione della donna e la bellezza della gioventù.
Franco Fontana "Paesaggi immaginari"
"Le foto presentate nella mostra, sono state elaborate al computer ed è per questo che le ho intitolate 'Paesaggio immaginario': questa testimonianza non è un 'falso' d'immagine ma corrisponde ad una realtà con licenza creativa nella quale l'immaginazione prende forma e reinventa l'immagine e quando l'immaginazione riesce a catturare la bellezza questa diventa realtà. È noto il fatto che il fotografo 'prende', essendo legato al cordone ombelicale con il soggetto, mentre il computer, con licenza pittorica, 'mette'. Il computer dona al fotografo la licenza di mettere assemblando due o tre immagini per crearne una. Diventa come una piccola rivoluzione dell'immagine, un'alternativa donata dal progresso tecnologico con la quale 'il falso' diventa una realtà metafisica e piena di fantasia, senza la quale l'arte, come la vita, sarebbe priva di gioia, di invenzione e di libertà. Come diceva Picasso: 'L'arte è la menzogna che ci permette di conoscere la verità".
Douglas Kirkland "Dea"
"Ogni donna è una dea, per me. È stato difficile scegliere solo 20 donne significative tra le tante bellissime e straordinarie da me fotografate dagli anni '60 ad oggi. Ognuna di loro racconta una storia diversa e proietta il suo speciale incantesimo nella mia memoria." D. K.
Maurizio Galimberti "InstantCopy"
Immagini tra progettualità dada ... cuorosa ... animosa. Dedicate to uncle Italo Calvino ... Man Ray ... Andy Warhol.
Andrea Pistolesi "Il viaggio digitale"
Tema della mostra è il "Viaggio Digitale", ovvero la presentazione di situazioni filtrate attraverso il controllo cromatico dell'immagine fotografica. La realtà, o meglio, il segno colto dalla ripresa su pellicola, viene reinterpretato, rafforzato, ricondotto ad un messaggio uniforme: il mondo non è come si presenta, è come si guarda, come si vede, forse anche come lo si vuol vedere. Venti immagini digitali rappresentano altrettante località di quattro continenti viste in una luce artificiale, ma forse proprio per questo più vicina ad una realtà omogenea: il nostro ambiente è sempre più un villaggio globale, e questo stile sottolinea proprio la crescente comunanza di caratteri tra luoghi apparentemente lontani tra se (nell'immaginario collettivo) e ora tanto assimilabili.
Mario Vidor "Itinerari Veneziani di Richard Wagner"
Itinerari veneziani di Richard Wagner è un lavoro già presentato in molte città italiane, che ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica e da cui è stato tratto, con l'integrazione di foto d'epoca, un fotolibro pubblicato a cura dell'Associazione Richard Wagner di Venezia, con presentazione di Roberto Pugliese e due riflessioni critiche di Paolo Costantini e Franco Battacchi. Per questa ricerca sono stati ripercorsi gli itinerari veneziani di Wagner, con più un settimo viaggio, firmato da Mario Vidor. Una bella intuizione culturale che ha coniugato stupendamente il passato e il presente. Per realizzare questo lavoro il fotografo ha messo insieme la documentazione storica e iconografica dei sei soggiorni veneziani del grande compositore nato a Lipsia (1813) e morto a Venezia nel 1883; poi, attraverso la cronaca delle sue abitudini, ha cercato di immaginare un percorso idoneo nella Venezia di cento anni più tardi. Nelle fotografie realizzate da Vidor nel capoluogo lagunare c'è, in sintesi, tutta la Venezia di oggi (e quella di ieri) col suo secolare patrimonio d'arte, sempre giovane, irrequieta, esuberante, capricciosa, che gli anni rende eternamente più affascinante. Una città che non conosce vecchiaia, i capelli bianchi, il trascorrere degli anni: la Venezia che ha conosciuto e amato Wagner, bella, intrigante, fatale.
Francesco Zizola "Bambini"
I bambini sono i protagonisti e spesso le vittime involontarie dello sfruttamento e della continua violazione alla loro dignità ed ai loro diritti fondamentali. Le realtà presenti nell'emisfero meridionale del mondo racchiudono bambini relegati dalla guerra allo status di profughi o di soldati, bambini obbligati a fare dei marciapiedi delle città la loro casa ed a procurarsi il cibo dall'altrui immondizia. Bambini-schiavi mascherati da operai, derubati sfacciatamente della loro infanzia, come, del resto, i giovani eredi legittimi dell'economia globale. Un sistema educativo nazionale come quello esistente in Giappone nega sistematicamente ai suoi giovani il diritto all'infanzia. Quale può infatti essere la dimensione tipica dell'infanzia in un mondo in cui gli Hollywood Studios sono il reale e la vita è il falso? Un'infanzia privata dell'innocenza - nella sua emulazione del mondo adulto, con la sua combinazione di commercio e narcisismo. Nella capitale finanziaria del mondo, gli imprenditori-ragazzi di New York dirigono le loro società. Un possibile rovesciamento dello sfruttamento del lavoro minorile - sono questi gli esiti di un modello economico avanzato nell'era della globalizzazione?
Collettiva dei Maestri dei Workshop

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  INIZIO PAGINA Info: Toscana Foto Festival
c/o A.MA.TUR. S.r.l. - via N. Parenti, 22 - 58024 Massa Marittima (GR) - Italy
Tel/Fax. +39/0566/901526 ore ufficio.
Notizie ed aggiornamenti sulla manifestazione all'url: www.encanta.it