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(num. 3 - 1,91 Mb)

distribuito il 29/30 gennaio in occasione del Convegno degli educatori giovanili, festa di S.Giovanni Bosco

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

• B O O M E R A N G • o n   l i n e
Don Fausto Focosi (0347-6013025) UPG (tel/fax 071-54895) Daniele Ferretti (071-42609, 0339-2178587) upg.an@tiscalinet.it    danieleferretti@tiscalinet.it  

BOOMERANG è un foglio di collegamento tra l'UPG e gli educatori e animatori della nostra diocesi. Il giornale (chiamiamolo così, anche se si tratta di qualche foglio ciclostilato) viene distribuito in occasione di alcuni appuntamenti di rilievo, con il duplice scopo di presentare agli educatori materiale interessante riguardante la pastorale giovanile e di tenere gli stessi costantemente aggiornati delle iniziative diocesane. Alcuni contenuti riportati su BOOMERANG (soprattutto le news sulla GMG) sono ripresi direttamente da questo sito.

In questa pagina riporteremo l'articolo dell'ultimo numero di BOOMERANG  che ci pare più significativo. Anche se il giornale viene diffuso a tutti gli animatori tramite i propri responsabili parrocchiali (i famigerati "arpisti"), è possibile che qualcuno non lo riceva (i motivi li lasciamo supporre...). Per chi fosse rimasto a bocca asciutta, ma anche per coloro che avessero esaurito le proprie copie, è possibile scaricare l'ultimo numero di BOOMERANG e stamparlo in proprio  (qui a lato c'è il link): il file è nel formato PUBLISHER ed è zippato.

Se volete inviare del materiale al giornale, segnalare un appuntamento o, semplicemente, fornire suggerimenti e proposte, fate riferimento ai numeri telefonici qui sopra e agli indirizzi riportati nella pagina dei contatti.

 

g i o v a n n i  b o s c o :
l'uomo della fede

di luciano soldini

I santi: personaggi eroici, ideali irraggiungibili, uomini d’altri tempi che poco hanno da dire alla vita dei giovani, se non addirittura ricordare un pesante richiamo spirituale-moralistico per vite super-attive.

Proviamo ad accostarci alla vita di alcuni di questi uomini per scoprire in loro dei compagni di viaggio lungo questo cammino che ci porterà al Giubileo dei Giovani. L’esempio di questi testimoni della fede ci aiuterà a ripensare la nostra fede, la nostra presa di posizione nei confronti del Vangelo, perché la nostra vita sia impregnata dalla fede dei nostri padri.

In questo primo incontro ci avvicineremo a S. Giovanni Bosco, “padre e maestro dei giovani”, attraverso alcune notizie ed alcuni ricordi tratti da “Il Verbo si fece carne e venne in mezzo noi” (sussidio per la preparazione alla GMG 2000).

[ nella vita di s. giovanni bosco … per confrontarci ]

Giovanni Bosco nasce dalle seconde nozze di Francesco Bosco con Margherita Occhiena ai Becchi, frazione di Castelnuovo d'Asti, il 16 agosto 1815. Rimane presto orfano di padre; mamma Margherita manda avanti la poverissima famiglia. A 13 anni Giovanni si impegna è come garzone presso una famiglia di coltivatori, ma il suo sogno è. Studiare. Nel 1835, a vent'anni, entra nel Seminario Diocesano Torinese. Desidera una vita sacerdotale veramente impegnata. È ordinato sacerdote il 5 giugno 1841 dall'arcivescovo Luigi Fransoni.

Si fa sempre più chiaro il suo ideale: la cura dei giovani dei ceti popolari. Diventa aiuto cappellano presso il Rifugio e l'Ospedaletto di S. Filomena, due opere assistenziali femminili sostenute dalla marchesa Barolo. Don Bosco riunisce qui i giovani; a questi incontri dà il nome di Oratorio di S. Francesco di Sales (il santo della dolcezza e della conquista alla fede cattolica). Questa attività non è gradita dalla marchesa Barolo, don Bosco lascia il suo impegno di cappellano e, seguito da sempre più numerosi giovani, dopo vari spostamenti, prende in affitto una tettoia sui prati periferici di Valdocco: l'Oratorio ha così una dimora fissa.

Da questo momento in poi i metodi educativi dell'Oratorio attirano un numero sempre maggiore di giovani, anche se don Bosco deve affrontare molte difficoltà. I parroci vogliono annettere gli Oratori alle parrocchie. Don Bosco ne difende l'autonomia appoggiato dal Vescovo Gli oratori saranno dunque una realtà cittadina e raccoglieranno i giovani di tutta Torino. L'opera di don Bosco si estende in Italia ed anche all'estero; nasce anche l'istituto femminile delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Sempre in viaggio per conferenze sulla sua Opera o per la fondazione di chiese e nuove comunità, don Bosco si spegne nella sua stanza, all'Oratorio di Valdocco il 31 gennaio 1888.

[ nel cuore di don bosco … per condividere la sua esperienza di dio ]

Don Bosco irrompe nella scena travagliata dell'800 con il genio della santità. È un uomo pratico, contento, capace di inventare un nuovo sistema educativo e strutture nelle quali realizzarlo; è anche un grande “sognatore”: ogni sua azione è stata stimolata da sogni che erano indicazioni. precise di Dio; ha un grande ideale, uno, ma ben preciso: impiegare tutte le sue energie per i giovani, quelli meno seguiti, poveri, senza punti. di riferimento.

Guarda, mi disse. Guardando mi accorsi che quei ragazzi erano tutti scomparsi, e al loro posto vidi una moltitudine di capretti, di cani, di gatti, di orsi e di altri animali. Ecco il tuo campo, ecco dove dovrai lavorare. Renditi umile, forte e robusto: e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali tu lo farai per i miei figli. Volsi allora lo sguardo, ed ecco: invece di animali feroci apparvero altrettanti mansueti agnelli che, saltellando, correvano e belavano, come per far festa intorno a quell'Uomo e a quella Signora (Memorie autobiografiche).

Don Bosco sogna, come il sognatore Giuseppe, figlio di Giacobbe, e suoi sogni si realizzano. Da questo “sogno” avvenuto quando aveva nove anni e giocava con i compagni, don Bosco individua la meta della sua vita: aiutare i giovani materialmente e moralmente più poveri a non “perdere se stessi”, ma a scoprire di essere “figli amati del Padre”. Così per loro Giovanni vuole diventare prete, per loro accetta l'umiliazione di studiare da grande, di mantenersi agli studi lavorando duramente. Preoccuparsi dei ragazzi privi di pane, d'istruzione e di fede, gli sembra l'unica cosa da fare sulla terra. Matura pian piano il suo metodo educativo.

L'educazione è cosa del cuore e Dio solo ne è il padrone e non potremo riuscire a niente se Dio non ci dà in mano la chiave di questi cuori. Soltanto il cattolico può con successo applicare un metodo preventivo (Memorie autobiografiche).

Ma i miei giovani non sono amati abbastanza? Tu sai se io li amo. Tu sai quanto per essi ho sofferto e tollerato nel corso di ben quarant'anni e quanto tollero e soffro anche adesso. Quanti stenti, quante umiliazioni, quante opposizioni, quante persecuzioni per dare ad essi pane, case, maestri, e specialmente per procurare la salute delle loro malattie. Ho fatto quanto ho saputo e potuto per coloro che formano l'affetto di tutta la mia vita... che cosa ci vuole ancora dunque? Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi sappiano di essere amati (Memorie autobiografiche).

Prevenire: ecco la grande intuizione! Raccogliere i ragazzi prima che potessero allontanarsi dal bene e dalla vita; aiutarli a trovare la forza nella fede. quotidiana, nell'allegria, nell'entusiasmo, nell'impegno; portarli dolcemente a Dio per fame uomini onesti, capaci di dare il meglio di sé in ogni momento e situazione; educarli perché possano occupare un posto nella società, portandovi tutta la carica cristiana. Come? Formandone le coscienze, aiutando la loro ragione a comprendere la dignità della persona umana; mostrando loro che Dio è Padre che ama ed ha cura dei suoi figli come ha rivelato nel Figlio Gesù; usando tanta tenerezza e tanta misericordia, facendo dell'Oratorio una: famiglia, vivendo con foro ogni istante, condividendone le fatiche della crescita da padre ed amico, da maestro e fratello.

Ho promesso a Dio che fino l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani. Io per voi studio, per voi lavoro, per voi vivo, per. voi sono anche disposto a dare la vita. Fate conto che quanto io sono, sono tutto per voi, giorno e notte, mattina e sera, in qualunque momento.

Don Bosco è l'uomo dal grande cuore, un cuore aperto, familiare, caldo. come un focolare: da questo cuore sono stati “generati” figli di Dio, una lunga. schiera di figli di Dio. Questo “cuore instancabile e paterno” ha sconfitto opposizioni, si è liberato da strumentalizzazioni, ha intuito le esigenze più concrete del tempo, ha sconfitto il mondo, vivendo nella pura fede.

 

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