L’Antico Regno

 

 

La ricostruzione dell'Antico Regno egiziano è in larga misura affidata ai suoi monumenti. Sotto ZOSER,il primo sovrano della terza dinastia che segna lo spartiac­que tra Epoca Eneolitica ed Età Storica, il centro amministrativo del paese è trasferito da ABIDO a MENFI (regno Menfita). Il faraone nomina un collaboratore di fiducia nella figura di Imhotep, medico, astronomo, sacerdote, architetto. Anche se non portò mai il nome di visir, ne svolge le funzioni. A lui si deve la realizzazione della piramide a gradoni di SAQQARA, sulla riva sinistra del Nilo, poco distante dalla capitale.

E ormai quasi certo che Zoser si sia spinto con incursioni militari verso la NUBIA e un'incisione rupestre attesta che le sue armate giungono nel SlNAI, ambito per le sue miniere di pietre preziose.

Se la fine della terza dinastia è avvolta nel mistero, altrettanto si può dire per la storia della quarta che pure annovera tra i suoi sovrani i costruttori delle grandi piramidi di GIZA. CHEOPE, CHEFREN e MICERINO sono meno conosciuti dei loro predecessori. Non si sa nulla delle spedizioni militari della dinastia, eccezion fatta per una spedizione nel Sinai ordinata da Cheope. Ma i monumenti sepolcrali di questo periodo stanno a dimostrare un'evoluzione della tecnica che solo una solida amministrazione politica avrebbe potuto indirizzare a esiti tanto maestosi .

L’origine della quinta dinastia è al centro di un racconto in cui si narra che la moglie di un sacerdote di Ra avrebbe dato alla luce i primi tre sovrani, di cui lo stesso Ra sarebbe stato il padre.
La vicenda attesta quanto in quest'epoca il culto del dio solare abbia progredito su quello degli altri dei e lascia sup­porre che il clero di ELIOPOLI abbia giocato un ruolo di primo piano nella designazione della nuova stirpe di sovrani.

Da questo momento l’appellativo di figlio di Ra diviene attributo tradizionale del faraone. E in questo periodo che vengono compilati i Testi delle Piramidi mentre la religione solare ispira la costruzione di numerosi templi.
In politica estera le ambizioni espansionistiche si rivolgono verso l’Asia.

Il passaggio alla sesta dinastia si compie senza apparenti conflitti. Il faraone più noto è PEPI I. Le biografie dei suoi più stretti collaboratori ci danno qualche informazio­ne sulla sua vita privata. Sappiamo che presiedette alla costruzione di numerosi templi e fonti su papiro attestano il suo at­tivismo nella fondazione di opere pie. Pepi I provvede alla difesa militare della Nubia e organizza ben cinque spedizioni contro i beduini d'Asia. Se il suo diretto successore ha la sfortuna di morire dopo pochi anni di regno, le cose vanno diversamente per PEPI II il cui governo è il più lungo dell’Egitto. Sotto di lui frequenti sono le spedizioni commerciali a BIBLOS e nel CORNO D'AFRICA, ma si manifestano anche evi­denti i primi segnali della decadenza che interesserà il Paese nel PRIMO PERIODO INTERMEDIO.

 

Monumenti dell’Antico Regno


Le piramidi di Cheope , Chefren e Micerino dominano la necropoli di Giza allineate in ordine cronologico e per altezza decrescente.

Sopra un esempio di raffigurazione monumentale del faraone secondo i canoni fissati dalla tradizione.
  

Se l'Antico Regno è il periodo dell’apogeo del potere dei faraoni, vere e proprie divinità in terra, quello in cui si pongono le basi di una civiltà i cui caratteri portanti si conserveranno per tremila anni, questa nuova fase è un'età di crisi politica, sociale, economica. Carestie,perdita di prestigio a vantaggio dello strapotere dei governatori dei nòmi ci sono noti da testi letterari successivi; ad aggravare la situazione sono probabilmente incursioni straniere di provenienza asiatica.

La povertà dilaga, la confusione domina fino a quando, intorno al 2100 a.C. circa, ritroviamo l'Egitto unificato sotto l'autorità di Mentuhotep II, discendente dei governatori tebani dei nòmi del Sud.

La VI dinastia fu inaugurata dal regno di TETI che, vittima di una congiura ordita ai suoi danni da poten­ti dignitari della corte, morì probabilmente per mano del visir MERERUKA, marito della sua primogenita. La fede in Hathor la dea egizia protettrice dell'amore e delle arti, la vacca celeste le cui corna circondano il disco solare, non era bastata a proteggere il faraone dal clima di torbidi interni che, anche sotto i suoi successori, segnalava i pri­mi sintomi dell'indebolimento della monarchia.

 

Con PEPI I salì al potere una figura di sovrano forte, capace di bloccare il declino in atto e di riportare il Paese agli antichi splendori. Anche contro di lui fu ordito un complotto e, fatto ancora più grave, a organizzare la trama delittuosa fu sua moglie. Il progetto aveva preso corpo all' interno dell' ipet reale, qualcosa di simile all' harem arabo, luogo propizio all'organizzazione di congiure che avevano al centro funzionari corrotti e concubine del re. Scoperta, la regina fu fatta arrestare, quin­di giudicata da un solo funzionario, quell'U­NI che per l'incrollabile fedeltà alla causa della corona rimase al servizio dei primi tre so­vrani della VI dinastia. Seguirono altri matrimoni reali, da cui nacque un'abbondante prole.Si sospetta a questo proposito perfino che il diretto successore di Pepi I, MERENRA, fosse figlio della sposa ripudiata, ma l'ipotesi non e suffragata da alcun dato certo.

 

E' certo invece che sotto il regno di Pepi I l'Egitto co­nobbe un periodo di notevole espansione dei traffici commerciali, in particolare con la SI­RIA, ricca di miniere di rame e oggetto di ri­petute spedizioni militari. Con questo sovra­no e in particolare grazie alla sua abile politi­ca matrimoniale si rafforzò il potere della classe dei nobili tra cui si affermò il ruolo di spicco dei monarchi, i governatori dei nomi (i diparti­menti amministrativi in cui era ripartito l'Egitto).

 

Alla vigilia della crisi


La crisi traspare anche nelle figure pervenuteci  come testimonia il rilievo trovato a Saqquara che costituisce una drammatica prova della grave carestia conosciuta dall’Egitto, granaio del Mediterraneo, durante il periodo intermedio.

Gli intensi scambi commerciali con i Siriani sono descritti nella pittura in basso ritrovata nella necropoli di Beni Hassam.
 

Dopo la breve parentesi di Merenra (secondo Manetone regnò solo sette anni), lo scettro passò nelle mani di un bambino: PEPI lI aveva infatti solo dieci anni quando su­bentrò al fratello.
Se c'è
da credere che della situazione eb­bero ad approfittare i funzionari del re, e d'altro canto or­mai provato che il periodo di governo di questo faraone fu il più lungo della storia egizia: secondo alcuni vicino ai no­vant' anni, per altri sfiorò i settant'anni nell'età compresa tra il 2270 e il 2200 a.C. Fu tuttavia con una donna indica­ta dal Canone di Torino con il titolo di regina dell'Alto e Basso Egitto che si chiuse la fase grandiosa dell'Antico Regno.


 

 

Parliamo di NITOCRI, di cui alcuni mettono in dubbio l'esistenza;altri, come ERODOTO ed EUSEBIO, arrivano a descrivere invece anche l'aspetto fisico, sorprendente per i tratti somatici decisamente insoliti a questa latitudine: i capelli biondi e l'incarnato straordinariamente roseo. Con lei l'ordine e la sicurezza vennero meno; il Paese dove sostanze eccessive erano state destinate ad attività im­produttive conobbe la carestia: e l'inizio del periodo oscu­ro passato alla storia come Primo Periodo Intermedio.

 

 




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