IL Faraone

 

 

Suprema autorità, sovrano delle due terre dopo l'unifi­cazione del Paese, il faraone occupa il vertice della pi­ramide sociale egizia. La parola si riferisce al ruolo che ri­copre e significa grande casa, i suoi nomi personali sono cinque, fanno parte di una titolatura contornata da un ovale, il cartiglio.

La sua regalità è fuori discussione per tremilacinquecento anni, la sua divinità, motivata dall'i­dentificazione con il figlio del dio sole, Ra, lo rende par­tecipe del macrocosmo celeste cui, sebbene uomo, appar­tiene.

 

La figura è centrale nella vita dell'Egitto: le epoche si misurano sulla successione delle dinastie regnanti, gli ar­tisti lavorano per soddisfare le richieste dei sovrani, i contadini destinano loro gran parte del raccolto, il popo­lo guarda ai faraoni come ai garanti principali della pro­pria fede.

Dare al sovrano una sepoltura adeguata signifi­ca assicurare al Paese protezione contro le calamità e pro­sperità.

 

I reperti

 

Dall’alto: Tra i simboli di potere del faraone si riconosce l’ankh o chiave  della vita, adottato dai Copti e dal Cristianesimo dalle origini.

Esempi di cartigli, gli ovali che circondano gli ultimi due nomi del faraone, i più importanti nella sua titolatura.

 

Tradizionalmente raffigurati con la barba, ricurva se prevale la loro immagine divina o fissata al mento da un nastro, i faraoni recano numerosi simboli che ne dichiara­no il potere. Innanzi tutto la corona, bianca quella dell'Al­to Egitto, rossa quella del Basso Egitto, doppia quella del Paese unificato.

I sudditi cantano inni in loro onore e mo­strano di considerarle divinità autonome.

C'è poi una co­da di animale attaccata alla

cintola del gonnellino tradi­zionale, variamente identifi­cata in una coda di cane o, come vuole una tradizione accreditata, di toro.

 

Il re im­pugna un bastone pastorale ricurvo e il flagello, secondo alcuni uno scacciamosche, ma studi recenti propendono a credere che si tratti di uno strumento utile alla raccolta del laudano, essenza divina sacra a Min, dio della fecondità. Sulla sua testa compare frequente­mente l'uraios, il serpente cobra femmina rappresentazione dell'oc­chio del dio solare, sulle spalle è ap­pollaiato il falco Horus, il figlio di Iside e Osiride, il primo sovrano d'Egitto secondo il mito della rega­lità.


Le sue dimensioni sono per lo più colossali in omaggio alla conce­zione concettuale dell'arte asiatica:più il personaggio è importante maggiore è la maestosità della sua persona rappresentata. Al sovrano ci si avvicina solo con la proskynesis, cioè nell'atto del suddito che si prostra sino a baciare la terra. Il suo coraggio è tale da sbaragliare le armate straniere. I suoi progetti sono ispirati dall'amore verso il Paese e animati da bontà e giustizia assolute. La sua nascita è preceduta da apparizioni mira­colose che ne anticipano la consacrazione che si realizza completamente nel giorno dell'incoronazione. Alla morte di ogni sovrano il caos minaccia di prendere il sopravven­to sull'armonia, ma la sua assunzione al trono allontana ogni pericolo, l'equilibrio del creato torna a regnare.

 

Allo storico greco Diodoro Siculo dobbiamo la precisa ricostruzione della giornata tipo del faraone minuziosa­mente organizzata nell'alternanza tra impegni ufficiali e occupazioni domestiche. Rituali religiosi, udienze, giudizi si accompagnano a passeggiate, bagni purificatori, visite all'harem delle mogli. Prevale tuttavia l'impressione che la descrizione sia per così dire artificiosa, l'individualità vera del sovrano sembra sfuggire a ogni tentativo di cataloga­zione.

 

Non sbaglia chi sostiene che, in definitiva, quanto si sa del faraone morto è più di quel che si conosce di lui in vita. Malattie, cause del decesso, gruppi sanguigni ci sono noti per via delle accurate indagini scientifiche cui le mummie reali sono state sottoposte; nulla sappiamo inve­ce dei pensieri, dei sentimenti dei potenti che le abitavano.

Unica eccezione quella del faraone AKHENATON, tra i grandi faraoni, che pitture di gusto insolitamente realistico ritraggono in sce­ne di vita familiare che ne testimoniano l'attenzione verso le figlie e altri parenti.

 

 

 

 

 

Il Potere

 

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