Comitato per la Difesa dei Referendum Elettorali e del Collegio Uninominale

Perché il collegio uninominale?

Doppio turno all'italiana
(ovvero, come gli eredi della cosiddetta prima Repubblica
ripropongono, sotto smentite spoglie, la cd. legge truffa-Acerbo)

L'obiettivo del doppio turno elettorale all'italiana, ovvero sistema proporzionale con premio di maggioranza di lista al secondo turno, dovrebbe essere quello di creare a tavolino una maggioranza e una o (preferibilmente) piú opposizioni. Tuttavia, nessun Paese dell'area democratica liberale e no (fino a smentita) ha, per l'elezione dell'assemblea legislativa, un sistema elettorale fondato su un premio di maggioranza scientifico.

 

Il premio di maggioranza "scientifico"

Definiamo sistema elettorale con premio di maggioranza scientifico quello che preveda l'attribuzione della maggioranza (assoluta o qualificata) dei seggi nell'assemblea elettiva alla lista o coalizione di liste che, alle elezioni, abbia ottenuto la maggioranza relativa (o anche assoluta) dei voti espressi.

Sono esempi di premio di maggioranza scientifico:
- la legge Acerbo del 1923, in base alla quale il partito che avesse raccolto almeno il 25% dei voti, avrebbe avuto il 65% dei seggi alla Camera;
- la legge cd. Truffa del 1953, secondo cui i partiti "apparentati" che avessero raggiunto la soglia del 50,01% dei voti, avrebbero ottenuto il 65% dei seggi alla Camera;
- la legge Tatarella del 1995, in forza della quale la coalizione di liste che abbia raggranellato (il verbo si impone per la quantità di liste fantasma presentate alle ultime elezioni regionali) la maggioranza relativa dei voti, ottiene la maggioranza dei seggi nel consiglio regionale (secondo i casi, tra il 55 e il 60 per cento).

 

Il collegio uninominale
(e il premio di maggioranza naturale)

Nei sistemi politici di democrazia liberale, la rappresentanza politica non può prescindere da un effettivo rapporto di fiducia tra i rappresentati e i loro rappresentanti. Il sistema elettorale a collegio uninominale è quello che meno si allontana da questo quadro : la maggioranza parlamentare è invero data dalla somma dei risultati delle competizioni svolte lealmente nei singoli collegi uninominali. Lealmente, in quanto gli elettori dispongono dell'ultima parola su questo o quel candidato. Il premio di maggioranza è qui naturale, in quanto non deriva da trucchi legislativi.

Il sistema elettorale a collegio uninominale può essere:
- a turno unico (cd. anglosassone), dove risulta eletto il candidato che ottenga un solo voto piú del secondo classificato;
- a doppio turno (francese), dove: al primo turno, è eletto il candidato che abbia ottenuto la maggioranza assoluta dei voti validi (la metà piú uno); se nessun candidato ottiene la metà piú uno dei voti al primo turno, si passa al secondo (di ballottaggio), dove sono ammessi o i due candidati piú votati al primo (elezione del presidente), o quelli che al primo abbiano oltrepassato una certa soglia di voti (il 12,5% nei collegi per l'Assemblea nazionale).

 

Il proporzionale con correttivi antiframmentazione
(con premio di "consistenza" naturale, ma collettivo)

Sul lato opposto (sotto il profilo della possibilità degli elettori di mandare o no qualcuno in parlamento), si trova il sistema elettorale di lista, con le sue varianti eventuali.

Tra i sistemi elettorali proporzionali di lista corretti, il piú rilevante (per l'importanza del paese e del numero di abitanti) è quello tedesco, dove il premio elettorale è sí naturale, ma di consistenza e non di maggioranza. Il premio è di consistenza in quanto, concorrendo all'assegnazione dei seggi solo le liste che abbiano superato la soglia del cinque per cento dei voti validi a livello nazionale, la quantità di voti necessaria per ottenere un seggio diminuisce in misura inversamente proporzionale all'ammontare dei voti persi (quelli dei partiti al di sotto del 5%).

Ovvero, se per esempio le liste al di sopra della soglia del 5% totalizzano, nel loro insieme, l'80% dei voti validi, ognuna di esse otterrà un premio, in seggi, del 25%, partecipando esse soltanto alla ripartizione del totale dei seggi (il 20% di voti persi essendone escluso); se invece i voti persi rappresentano soltanto il 10% del totale, ognuna delle liste al di sopra della soglia del 5% otterrà un premio di circa l'11%. Dunque, piú voti andranno persi, maggiore sarà il premio per le liste che abbiano superato lo sbarramento, e, di conseguenza, minore sarà la quantità di voti necessaria (alle liste ammesse alla ripartizione) per ottenere un seggio.

 

Perché il collegio uninominale?

Con lo scrutinio proporzionale di lista, corretto o no, è alquanto difficile, qualunque partito vinca le elezioni, che gli elettori possano decidere di eleggere o no un determinato candidato. Il ricambio del ceto politico parlamentare è invero rimesso principalmente alle scelte dei partiti, gli elettori potendo semplicemente decidere sulla quantità e non sulla qualità degli eletti di ciascun partito.

Si dice che lo scrutinio proporzionale di lista attenui l'influenza dei gruppi d'interesse sui candidati, rispetto allo scrutinio uninominale. L'affermazione è facilmente confutabile: basti pensare che, con lo scrutinio proporzionale di lista e con il sistema delle preferenze, abbiamo avuto deputati eletti con duecento voti di preferenza, mentre, per essere eletti in un collegio uninominale, occorrono decine di migliaia di voti.

Ma, che le preferenze siano duecento o duecentomila, la sostanza non cambia: con il sistema elettorale di lista, l'elettore si limita a conferire al partito una delega in bianco, mediante una generica manifestazione di desiderio, senza poter decidere chi eleggere e chi mandare a casa, una quota variabile di candidati essendo predestinata all'elezione.

Il fenomeno della predeterminazione è reso piú evidente dallo scrutinio proporzionale a lista bloccata (attualmente vigente per un quarto dei deputati e per le liste-tandem regionali in quota maggioritaria): gli elettori possono soltanto stabilire quanti dei candidati di una lista debbano essere eletti, la determinazione dell'ordine di graduatoria dei candidati essendo completamente rimessa nelle mani dei compilatori delle liste. E, sempre che non si voglia considerare la figura del compilatore di lista come mistica, i gruppi d'interesse potranno in quella sede agire liberamente, senza doversi neppure manifestare pubblicamente.

Il premio di maggioranza scientifico deciso a casa Letta è quindi abominevole, perché:

1) concentra il potere di scelta dei parlamentari nelle mani dei partiti, espropriando gli elettori del potere di decidere chi eleggere e chi non eleggere, e concedendo loro in cambio soltanto la scelta tra un pacchetto di candidati e l'altro;

2) amplifica l'irresponsabilità politica dei parlamentari, sostituendo la responsabilità individuale con una forma di responsabilità collettiva, radicalmente incompatibile con i principi sui quali si fondano le democrazie liberali (perché in democrazia, dove c'è un potere, c'è anche una corrispondente responsabilità, che non può che essere personale);

3) non premia la consistenza elettorale dei partiti (avere o no ottenuto una certa quantità di voti), ma il potere di coalizione (e quindi di ricatto) dei mini-partiti. E non sarebbe infondato il dubbio che il premio di maggioranza scientifico contrasti con il principio di eguaglianza: a parità di voti raccolti, infatti, un partito collegato alla coalizione vincente potrebbe ottenere una rappresentanza parlamentare, mentre un partito indipendente potrebbe non ottenerne proprio.

Liberali, se ci siete, battete un colpo.

Milano, li 18 dicembre 1997

Emilio Colombo
Marco Nardinocchi

 

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Ultimo aggiornamento: 30/06/1998 - 22h00