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La manioca |
Carlo Nobili * |
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Per la sua conservabilità sotto terra e per le scarse cure richieste
nella sua coltivazione, la manioca (Manihot esculenta) o yuca, come
è chiamata a Cuba, tra tutti i tuberi, era senzaltro lalimento più consumato
nella dieta dellindio cubano,
il quale confezionava con essa un pane, conosciuto con il nome di casabe, che ancora oggi è mangiato nelle regioni
orientali di Cuba, condito con salsa o ripieno di carne di maiale fritta. |
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Per gli stessi motivi di praticità nel coltivarla e per il suo apporto
nutrizionale, oltre che per le caratteristiche di lunga conservazione del pane con essa
confezionato (prezioso aiuto nelle lunghe traversate marittime e nelle loro imprese
militari), gli Spagnoli della Conquista ladottarono ben presto, perpetuando così il
suo uso fino ai nostri giorni. |
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Per molto tempo la manioca ha rappresentato la base alimentare principale
dei contadini cubani e la sua coltivazione è stata fino a qualche decennio fa superiore
anche a quella del riso. |
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Con la manioca vengono confezionati infiniti dessert casalinghi
tradizionali, tra cui il buñuelo. |
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Scrivono Natalia Bolívar Aróstegui e Guillermo Jiménez Soler "Si
utilizza una libbra di manioca, una libbra di papata dolce, tre uova, due cucchiai di
burro. Si fanno lessare le papate dolci e la manioca in acqua con poco sale. Si tritano
con il macinino e vi si aggiungono il burro e le uova. Si lavora questo insieme su un
tagliere o su una tavola infarinata; si taglia poi in strisce strette, a cui si dà la
forma del numero otto o di un laccio. Si frigge il tutto nello strutto ben caldo. Si
ricoprono con sciroppo dacqua e zucchero o con melassa di canna. Si servono sia
fredde che a temperatura ambiente". |
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La manioca appartiene a Oggún. |
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Grattugiata con gombo, cenere, acqua e sangue mestruale si dice distrugga
qualsiasi stregoneria, è infatti ritenuta il più efficace antidoto contro gli stregoni. |
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La parola yuca, a dimostrazione di come il cibo possa diventare
metafora della cultura, si è oggi trasformata in simbolo per le nuove generazioni di
Cubani in esilio negli Stati Uniti, i quali amano definirsi "Young Urban
Cuban-American". |
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* Carlo Nobili è antropologo americanista del Museo
Nazionale Preistorico Etnografico "Luigi Pigorini" di Roma. |